“Altri Sguardi” 2018-2022: da progetto speciale a programma integrato nella quotidianità del museo

Ufficio Education
Palazzo Grassi-Punta della Dogana, Venezia
2023

Photo Matteo De Fina © Palazzo Grassi

 

“Altri Sguardi” è la risposta a un’emergenza innescata dall’emanazione del cosiddetto “Decreto Sicurezza”, promosso nel 2018 dall’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Come museo, abbiamo sentito la necessità di manifestare il nostro dissenso e suggerire un’alternativa: rendere gli spazi di Palazzo Grassi e Punta della Dogana luoghi generatori di una pluralità di sguardi. Se il museo produce cultura, allora i suoi spazi devono poter essere attraversati soprattutto da chi viene marginalizzato.
In “Altri Sguardi”, avviato nel 2019, le opere in mostra vengono lette e raccontate da persone con un passato migratorio. Il gruppo di partecipanti volontari accede al museo una volta a settimana per alcuni mesi; attraverso attività di confronto e discussione, ognuno sviluppa un racconto del tutto personale, generato dall’interazione con le opere. Una collezione d’arte europea viene mediata da persone con un diverso background culturale, che attingono a un altro repertorio di immagini e di significati: si prova così a scardinare la visione universalizzante della cultura occidentale e ad amplificare la voce di comunità razzializzate. Così, il dipinto Birth di Marlene Dumas (2018), ritratto di una donna incinta, è l’occasione per raccontare alcuni riti della fertilità della Guinea; o, ancora, Time Measures di Dayanita Singh (2016), immagini di documenti d’archivio riservati avvolti in teli rossi, riportano ad alcuni oggetti magici che nel Camerun vengono nascosti in analoghi pezzi di stoffa.

“Altri Sguardi” è però soprattutto un processo, che si è sviluppato nel tempo con una modalità empirica e sperimentale. Di anno in anno il progetto ha mutato forma in base alle esperienze e ai riscontri ricevuti dai partecipanti. A partire dalla seconda edizione, il laboratorio è infatti guidato da un gruppo di tutor che hanno preso parte al progetto dell’anno precedente: si crea in questo modo una continuità e un’evoluzione dell’attività, che permette di riflettere ogni volta sulle sue modalità di conduzione.
Nell’ultimo anno, siamo uscite da Palazzo Grassi per raggiungere le associazioni del territorio e far conoscere il progetto al di fuori dei confini del museo: gli incontri in città e in terraferma hanno invertito le consuete traiettorie a cui eravamo abituate, dall’esterno verso il museo. L’azione opposta, nata su suggerimento dei tutor e degli stessi partecipanti, ovvero uscire dall’istituzione per raggiungere le persone nella loro quotidianità, ha dato vita a un nuovo rapporto con il pubblico.
I riscontri raccolti nel corso del laboratorio e in incontri successivi alla fine del percorso sono generalmente positivi: un tema ricorrente nei commenti dei partecipanti è, infatti, definire “Altri Sguardi” come spazio di libertà d’espressione e di ascolto.
Le criticità incontrate, per contro, sono legate spesso a scelte logistiche relative al ritmo o alla periodizzazione degli incontri: il momento “giusto” per il lancio della open call, la distanza di Palazzo Grassi rispetto alla terraferma, dove risiede la maggior parte dei partecipanti, e le diverse competenze linguistiche di ogni individuo. Ognuno di questi aspetti necessita di un’attenzione particolare per la creazione di uno spazio accogliente e su misura del partecipante.
Un’altra questione cruciale è rendere continuativa la presenza in museo di “Altri Sguardi”, anche oltre la conclusione del progetto. A ogni persona viene regalata la membership card della Pinault Collection, che, con una durata annuale, offre l’accesso gratuito agli spazi di Palazzo Grassi-Punta della Dogana e a una serie di eventi del public program. Vengono inoltre organizzate visite guidate alle nuove mostre, rivolte agli ex-partecipanti e ai loro amici o famigliari. Tuttavia, a fronte della partecipazione attiva agli incontri di “Altri Sguardi” e alle visite organizzate specificatamente per il gruppo, non vi è sempre una corrispondenza nella quotidianità dell’istituzione: per molti andare al museo non diventa un’abitudine, ma resta un’attività che ha carattere di eccezionalità e che si verifica solo in occasioni dedicate.
Ecco perché lavoriamo continuamente affinché “Altri Sguardi” evolva da progetto speciale a programma integrato nella quotidianità del museo: se alcuni diventano tutor del progetto, altri vengono coinvolti nella squadra di mediazione, che si occupa di offrire al pubblico generico un servizio permanente e quotidiano di spiegazione e scambio sulle mostre in corso.

Come tutte le trasformazioni, anche questa necessita di tempo e volontà costanti: per questo ci interroghiamo sugli obiettivi del programma e su come generare un reale impatto sia verso le comunità a cui è dedicato, sia sull’istituzione. I legami e le relazioni strette sul territorio hanno permesso di dare autonomia al progetto, così da attivare con Altri Sguardi una reale forza propulsiva di cambiamento.

L’ufficio Education di Palazzo Grassi-Punta della Dogana

Associazioni coinvolte:
Auser Cittadini del Mondo, VeneziCaritas Veneziana – Diocesi Patriarcato di Venezia, Venezia
Centro di lingua e cultura per stranieri, Mestre
Co.Ge.S don Milani, Mestre
Comune di Venezia, Direzione Coesione sociale, Ufficio interventi e progetti per la protezione internazionale, Venezia
Comune di Venezia, Direzione Coesione sociale, Ufficio Protezione Sociale e Umanitaria, Servizio Protezione Sociale e Centro Antiviolenza, Venezia
Corridoi umanitari Padova, CSD Diaconia Valdese, Padova
Il lievito, Società cooperativa sociale, Mestre
Il Villaggio Globale, Cooperativa sociale, Mirano
IntegrArt, Treviso
Progetto Jumping, Casa di Amadou, Mestre
Refugees Welcome Italia, gruppo Venezia