L’esplosione della memoria. La tratta degli schiavi e l’impero britannico nei musei di Bristol

G. Muzzopappa | 2009

Se al cuore delle riflessioni portate avanti dai postcolonial studies c’è la tesi del legame tra modernità e colonialismo, che intreccia la costituzione del soggetto europeo al rapporto di dominio dispiegato dal Vecchio Continente su ampie parti del globo, l’analisi di una peculiare forma di riflessione su questo importante nodo storico, quella museale, ha rappresentato per il presente lavoro un locus d’osservazione privilegiato per comprendere le intricate traiettorie della memoria.
Il libro L’esplosione della memoria nasce da una ricerca sul campo condotta nella città di Bristol tra il 2005 e il 2006, per il dottorato di ricerca in “Scienze Antropologiche e Analisi dei Mutamenti Culturali” (Università “L’Orientale” di Napoli). Si tratta di uno studio che si colloca a metà strada tra l’antropologia museale e l’antropologia urbana, proprio per il particolare contesto creatosi nella città di Bristol attorno alle complesse questioni della patrimonializzazione di aspetti della storia locale e nazionale particolarmente controversi.
Bristol ha attraversato negli ultimi quindici anni un autentico fermento dal punto di vista “patrimoniale”: un capitolo della sua storia locale, il coinvolgimento della città e dei suoi abitanti nella tratta degli schiavi tra il XVII e il XIX secolo, per molto tempo oscurato nella coscienza dei cittadini, è tornato alla ribalta in seguito a movimenti di protesta inscenati soprattutto dalle comunità di origine afro-caraibica residenti in città. Bristol ha risposto a queste proteste “riscoprendo” il proprio passato schiavista, e consegnando questa storia alla rappresentazione museale attraverso l’organizzazione di mostre e dibattiti, ma soprattutto tramite una rimappatura del centro cittadino, che oggi mostra i segni del suo passato con una serie di segni di demarcazione visibili a turisti e cittadini.
Parallelamente a questa esperienza, nella stessa città è stato creato un museo dedicato ai cinquecento anni della storia imperiale britannica. Il British Empire & Commonwealth Museum nasce come creatura di un gruppo di facoltosi “vecchi uomini dell’impero”, scatena accese polemiche, ma al tempo stesso apre a un dibattito concreto e pubblico sulle eredità della storia coloniale nella Gran Bretagna contemporanea.
Nel libro L’esplosione della memoria si cerca di ricostruire il contesto storico, sia locale che nazionale, che ha visto la nascita delle iniziative di patrimonializzazione appena descritte, straordinariamente concentrate in un lasso di tempo ridotto e in un contesto urbano ben preciso. Attraverso l’analisi del contesto culturale, politico e accademico che ha determinato le diverse risposte – quelle “pubbliche” e condivise e quelle “private” – a un crescente interesse intorno al periodo coloniale, la ricerca porta avanti la tesi secondo la quale i musei sono chiamati, inevitabilmente, a un radicale ripensamento del loro ruolo nella società in un contesto postcoloniale. Patrimonializzare storie ed eventi che sono tutt’altro che pacificati, ma ancora oggi al centro di rivendicazioni e, spesso, scontri e conflitti non solo epistemologici, significa mettere in discussione il ruolo classicamente attribuito al museo nella società occidentale dall’Illuminismo in poi, quello di “tempio” del sapere, di centro dal quale irradia un’interpretazione indiscutibilmente “vera” degli oggetti esposti e delle storie narrate. Il museo è chiamato a farsi “arena”, riscoprendo la sua intrinseca vocazione a un sapere democratizzato e pubblico, e aprendosi non solo alle contestazioni e alle visioni differenti sulle storie narrate, ma anche e soprattutto accettando di raccontare, soprattutto nella scelta di rappresentare frammenti di storia coloniale europea, la dimensione dell’appropriazione violenta dell’altro.

Dopo una laurea in Lettere a indirizzo Demoetnoantropologico presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, Giusy Muzzopappa ha conseguito un dottorato di ricerca in Scienze Antropologiche e Analisi dei Mutamenti Culturali presso l’Università “L’Orientale” di Napoli. Per le sue ricerche si è interessata in particolare di antropologia museale e di studi postcoloniali. Ha tradotto per la casa editrice Meltemi il libro L’invenzione dell’Africa del filosofo congolese V. Y. Mudimbe, e per la casa editrice Rubbettino La storia del Terzo Mondo, del politologo indiano V. Prashad. Attualmente si occupa di studi sull’immigrazione in Italia e di patrimonializzazione della storia coloniale italiana nei musei.