In epoca postmoderna e postcoloniale, la società multiculturale sta prospettando ai musei una cruciale fase di riorientamento delle poetiche e delle politiche culturali, ponendo questioni fondamentali relative ai patrimoni e alla loro classificazione, istituzionalizzazione e trasmissione a pubblici plurali.
I musei sono oggi chiamati a riconoscere il ruolo che possono svolgere nel contrastare l’esclusione sociale per mezzo della cultura, favorendo sia lo sviluppo di una cittadinanza attiva, attraverso la rimozione delle barriere che la ostacolano, sia il sostegno alla motivazione e alla possibilità concreta, per ogni cittadino/a, di prendere parte alla vita sociale, politica, economica e culturale della società.
Questo libro nasce principalmente per restituire, in chiave riflessiva e polifonica, i presupposti, le fasi e i risultati di “Migranti e Patrimoni Culturali” (MPC), un progetto-pilota realizzato in Piemonte nel triennio 2005-2008. L’iniziativa – sostenuta dalla Regione Piemonte e coordinata dal Centro Studi Africani di Torino – ha inteso valorizzare, in un’ottica di accessibilità, mediazione e empowerment culturale, alcuni dei patrimoni custoditi nei musei piemontesi, rispondendo nel contempo ai bisogni sociali, culturali e di cittadinanza espressi dai “nuovi cittadini” residenti nella regione piemontese.
Condotto in partenariato istituzionale e basato su un iter di progettazione partecipata, MPC scorre nel volume come un fil rouge, una trama che da un lato connette le voci e le testimonianze di coloro che vi hanno preso parte (attori di progetto, ricercatori, formatori, valutatori), dall’altro si riconnette ad un contesto più ampio di esperienze di valorizzazione interculturale dei patrimoni, sperimentate in Italia e in Europa.
Le Autrici e gli Autori presentano pratiche corroborate da teorie che, seppur differenti per approcci e tagli disciplinari, assumono i patrimoni – materiali e immateriali – e i musei come terreni di connessione e di confronto interculturale, contribuendo così ad una prospettiva che coniuga il sapere con il saper fare.
I contributi raccolti mettono in evidenza il carattere processuale, dialogico e relazionale del patrimonio, crocevia tra questioni di cittadinanza, appartenenza, (ri)appropriazione e interpretazione di identità e differenze culturali. Essi testimoniano come, nel concreto, le buone pratiche dell’accessibilità e della partecipazione ai patrimoni musealizzati richiedano: analisi attente ai bisogni e alle aspettative culturali dei destinatari (pubblici fidelizzati e/o potenziali dei musei); confronti e rapporti con i contesti sociali e le politiche del territorio; il relazionarsi con le culture e le missioni istituzionali; processi di mediazione tra culture (anche professionali) e – in molti casi qui riportati – percorsi di formazione che vedano coinvolti gli stessi referenti istituzionali in un ripensamento delle professionalità museali.
Il volume, tuttavia, non ambisce a fornire risposte o soluzioni. Esso intende piuttosto sollevare dilemmi e domande, profilando, in chiaroscuro, i punti critici e le potenzialità di MPC, e proponendo i processi di mediazione come spazi liminali dell’incontro in cui diversi soggetti, o agenti culturali, condividono competenze, responsabilità e autorevolezza in una relazione che solleciti ad apprendere a stare tra le differenze.
Testi di: Emiliano Amato, Mohamed Ba, Désiré Bakorongotane Chasinga, Abderrahim Benradi, Simona Bodo, Alessandro Bollo, Mina Boulam, Laura Carle, Rita Catarama, Cristina Da Milano, Luca Dal Pozzolo, Elena Di Federico, Elena Giusti, Justin Laoumaye, Vito Lattanzi, Silvia Mascheroni, Bushiri Mutangi, Francesca Nicoli, Maria Antonietta Nigro, Anna Maria Pecci, Andrea Perin, Ugo Sandulli, Vincenzo Simone, Giuliana Speziali.