Negli ultimi decenni, la crescente attenzione verso i beni culturali e paesaggistici e il loro uso didattico ha ispirato le attività in campo educativo delle istituzioni scolastiche e museali. Ma recentemente si è affermato sulla scena culturale un concetto più ampio e profondo, quello di “educazione al patrimonio”: ricerche e pratiche ne hanno evidenziato le potenzialità rivoluzionarie nella formazione storica, estetica, della cittadinanza…
Il volume Per l’educazione al patrimonio culturale. 22 tesi ha lo scopo di sintetizzare le riflessioni presenti in diversi testi dedicati a questo tema e di proporre agli educatori della scuola, delle istituzioni museali e culturali alcune elaborazioni di riferimento per ripensare il concetto di patrimonio e l’operatività:
1. la prospettiva processuale del patrimonio, che vive e si modifica grazie a una continua concettualizzazione e interpretazione;
2. l’esperire ogni testimonianza e l’insieme del patrimonio come procedere complesso, intricato e intrigante per scoprire, conoscere e appropriarsi di un bene comune;
3. il patrimonio quale elemento generativo, che mette in moto saperi e relazioni.
Le tesi sono ventidue, ripartite in tre parti: I principi; I soggetti e le responsabilità istituzionali; Le condizioni e le strategie. Sono proposizioni sintetiche e ragionate, ognuna delle quali è composta dal nocciolo dell’asserzione iniziale, dall’argomentazione per difenderla e da una base di riferimenti documentari.
Una particolare attenzione è dedicata alle “nuove frontiere” dell’educazione al patrimonio: l’educazione permanente e ricorrente, il sostegno all’inclusione sociale di persone svantaggiate e lo sviluppo della competenza interculturale. Quest’ultima comporta in prima istanza l’acquisizione, a un livello individuale, di un approccio diverso, caratterizzato dall’interesse e dalla volontà di conoscere saperi e culture proprie e altrui; a un livello istituzionale, l’assunzione di strategie complesse e l’impegno in processi continui di mediazione educativa, che si presentano in tutta la loro complessità quando si rivolgono a un pubblico di cittadini “stranieri” rispetto alla comunità, che non posseggono i sistemi comunicativi e i riferimenti culturali condivisi.
Nella tesi “Patrimonio e interculturalità” gli autori esplicitano e sostengono quanto il patrimonio culturale, caratterizzato da processi di contaminazione e integrazione, portatore di segni plurimi, sia eccellente strumento per riconoscere e comprendere criticamente l’identità come la diversità culturale, il mondo proprio e altrui; per abilitare la competenza interculturale; per sollecitare il dialogo costruttivo e il confronto tra individui e comunità portatrici di istanze culturali differenti; per prevenire stereotipi e pregiudizi.
Tale argomentazione trova una importante corrispondenza nella tesi “Accessibilità del patrimonio” (non solo fisica ed economica, ma anche e soprattutto cognitiva), che implica il diritto e la responsabilità degli individui, singolarmente e nell’ambito delle comunità di appartenenza, di cooperare con gli esperti all’interpretazione del proprio patrimonio, mettendo a disposizione memorie, usanze, arti visuali, narrazioni orali, opinioni, conoscenze, musica, linguaggi, riti… che devono essere considerati vere e proprie fonti interpretative.
Infine, la tesi “Patrimonio e identità” rimarca quanto sia importante porre attenzione all’educazione al patrimonio affinché le identità si formino anche grazie alla conoscenza dei beni culturali e paesaggistici, e siano positivamente aperte a prospettive ampie e flessibili, fondate sul riconoscimento del valore insito nel patrimonio e nelle identità, e relative sia ad altre collettività passate e presenti, sia a differenti istanze all’interno della propria comunità.
Per l’educazione al patrimonio culturale. 22 tesi
A. Bortolotti, M. Calidoni, S. Mascheroni, I. Mattozzi | 2007
