L’interesse generale per i processi e le politiche culturali si è accentuato nel corso degli ultimi anni a livello nazionale, regionale e locale, a causa del concomitante intrecciarsi di vari fenomeni che riguardano la realtà sociale e gli interventi pubblici e privati nell’area della cultura. La crescita del livello d’istruzione si è tradotta in aumento dei consumi culturali: il dilatarsi del periodo destinato alla formazione scolastica e, parallelamente, il contrarsi del tempo dedicato al lavoro, si connotano come prolungamento dell’adolescenza. Questi fenomeni hanno favorito l’incremento del tempo libero prevalentemente impiegato nella fruizione intellettuale.
Ciò che attraverso il presente lavoro di ricerca si è cercato di capire, è se questo incremento dei consumi culturali si sia sviluppato in modo omogeneo tra la popolazione, coinvolgendo ad esempio tutte le fasce di età e le tipologie di utenti, comprese le popolazioni immigrate presenti sul territorio.
L’interesse per la tematica oggetto della tesi è nato durante l’esperienza di stage svolta presso l’Associazione Diritti Umani – Sviluppo Umano (ADUSU), in particolare durante la realizzazione della rassegna DIRITTI+UMANI, un’idea progettuale nata alla fine del 2005 come contenitore culturale per promuovere una forte azione coordinata e sistematica di sensibilizzazione sui diritti umani rivolta alla città di Padova. La rassegna, giunta nel 2008 alla sua terza edizione, è stata dedicata al 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e, attraverso un intenso programma di attività tra cui dibattiti, convegni e rassegne cinematografiche e letterarie, si è proposta di verificare la effettiva attuazione di alcuni diritti sanciti all’interno di questo documento. Tra questi l’art. 27 – Accesso alla vita culturale -, il quale afferma al primo comma che: «Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici».
Il nodo fondamentale intorno al quale si è sviluppato il mio lavoro può essere dunque riassunto in due interrogativi: a che punto siamo nella garanzia effettiva di questo diritto? E che obiettivi ci possiamo porre per la sua più estesa e concreta implementazione?
Nella prima parte dell’analisi ho cercato di individuare e di chiarire gli elementi essenziali che stanno alla base di tutta l’argomentazione, quali la definizione del concetto di cultura, la precisazione dell’espressione “diritti culturali”, il significato di dialogo interculturale, ecc. Successivamente sono stati individuati gli organismi, le istituzioni e la produzione giuridica principale in materia di diritti culturali, a partire dalla prospettiva internazionale e attraversando le varie dimensioni normative, per arrivare a delineare il quadro della situazione in Italia. La parte conclusiva si basa infine sul materiale raccolto durante la preparazione della rassegna DIRITTI+UMANI 2008, focalizzando l’attenzione sulla situazione dei diritti culturali in Italia, e in particolare nel territorio padovano.
Secondo quanto emerso, possiamo affermare che dalla fine del ventesimo secolo i diritti culturali formulati dalla Dichiarazione, sviluppati dai Patti Internazionali e in altri strumenti sui diritti umani, hanno acquisito nuova importanza e sono oggi “diritti a pieni poteri”. Pur rappresentando una realtà dal punto di vista giuridico, tuttavia, non si può dire che essi lo siano dal punto di vista del vivere comune, né che ispirino e influenzino concretamente l’agire degli individui, dei popoli, degli stessi organismi attraverso cui si governano. I diritti culturali sono dunque per un verso realtà, per altro utopia, nel senso che rappresentano una legislazione che si è sviluppata ampiamente nel tempo, ma che non ha trovato e non trova tuttora piena e soddisfacente applicazione. Questo è quanto emerge anche dall’analisi della realtà in cui viviamo, e in particolare per quanto riguarda il contesto padovano. La città di Padova è infatti attiva per quanto riguarda la promozione della cultura dei diritti umani, della solidarietà e della cooperazione; numerose sono le associazioni che operano in questi ambiti, come pure le iniziative rivolte alla cittadinanza. Ma se dal punto di vista giuridico i diritti umani, e in particolare i diritti culturali, sono ampiamente riconosciuti, nella pratica è presente un gap tra l’affermazione di questi diritti e la realtà effettiva. Il diritto di prendere parte alla vita culturale non è infatti sufficientemente garantito per alcune categorie di soggetti che vivono nel territorio, e in particolare per la maggior parte delle comunità immigrate che risiedono ormai da molti anni a Padova.
Sulla base di questi risultati è stata elaborata una proposta progettuale, in collaborazione con la Fondazione Zancan di Padova, confluita nel luglio 2010 in un seminario di ricerca orientato a comprendere quali sono i bisogni/diritti culturali dei cittadini di origine straniera, e come vengono soddisfatti dalle istituzioni e dagli altri soggetti che concorrono all’offerta culturale del territorio.
Sono state affrontate le problematiche relative all’immigrazione e all’integrazione secondo una chiave di lettura relativamente originale, a partire cioè dall’analisi del livello di partecipazione delle comunità immigrate alla vita culturale e dell’effettivo esercizio del diritto a consumare, esprimere ed elaborare prodotti culturali, con l’obiettivo di stimolare la riflessione sulla necessità di promuovere, a partire dalla dimensione locale, un approccio interculturale come sfondo integratore per sostenere lo sviluppo di politiche culturali orientate all’integrazione, e di individuare, attraverso il contributo di tutti gli interlocutori, diverse modalità di intervento per favorire una maggiore integrazione delle persone immigrate.
Diritti culturali vs diritto alla cultura. Norme e politiche per la promozione dei diritti culturali dal livello locale a quello internazionale
Lucia Zaupa | Facoltà di Scienze Politiche | Università degli Studi di Padova
a.a. 2008-2009