“Piccoli Ambasciatori al Castello”: un progetto interculturale per le scuole primarie della città di Milano

Emanuela Rizzo | Master “Servizi Educativi per il patrimonio artistico, dei musei storici e di arti visive” | Università Cattolica di Milano
a.a. 2006-2007

Il progetto, nato come tesi conclusiva del percorso formativo del master, è stato presentato alle scuole, in forma sperimentale, in collaborazione con le Società Cooperative Opera d’Arte e Ad Artem, gestori dei servizi educativi presso i musei civici del Castello Sforzesco.
L’obiettivo del progetto è offrire agli insegnanti delle scuole primarie una serie di strumenti per approfondire la conoscenza del patrimonio artistico cittadino, ed è orientato a migliorare l’integrazione scolastica degli alunni con cittadinanza non italiana e nel contempo a promuovere in tutti i bambini delle scuole primarie un’ottica interculturale, con le finalità educative di favorire l’interscambio tra le culture, la solidarietà e il dialogo.
Attraverso le testimonianze artistiche conservate nel Castello Sforzesco delle civiltà e dei popoli che hanno contribuito alla formazione urbana è possibile rileggere e reinterpretare la storia della città, valorizzando la ricchezza degli scambi culturali che ne hanno determinato lo sviluppo, e considerare i fenomeni di contatto e di contaminazione culturale come fonti di arricchimento dell’esperienza umana ed artistica nella storia e nel presente.
Il progetto propone quindi agli insegnanti ed ai bambini un viaggio nel tempo nel quale è possibile scoprire come spesso le identità culturali provengano da storie ibride ed eterogenee, dal contatto e dalla relazione con le culture “altre”.
La scuola, parte integrante di un tessuto sociale locale, è sollecitata dalle indicazioni ministeriali a costruire relazioni con le istituzioni culturali del territorio e a considerare come “sfondo integratore” della didattica l’educazione interculturale. A sua volta, anche il museo è chiamato ad interrogarsi sulla sua funzione educativa e sulla sua capacità di essere accessibile a tutti, come “orecchio in ascolto” della società che cambia e che diventa multietnica.
Dall’incontro di queste due istanze scaturisce l’idea progettuale di creare un percorso di conoscenza del patrimonio culturale cittadino dove i bambini diventino “piccoli ambasciatori”, mediatori per le proprie famiglie e quindi protagonisti del coinvolgimento degli adulti nella vita culturale della città.