Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
“A Brera anch’io” è un progetto educativo che intreccia l’aspetto dell’educazione al patrimonio in chiave interculturale al metodo autobiografico; le sue radici affondano nell’idea di creare un’opportunità articolata di confronto e scambio di idee ed esperienze tra individui portatori di elementi e sensibilità culturali diverse.
Lanciato inizialmente come proposta per la scuola primaria nel 2004, dal 2007 si è attivata la sperimentazione per la scuola secondaria di primo grado, con l’obiettivo di acquisire e alimentare ogni fase di lavoro all’interno della didattica scolastica.
Dopo dieci anni di lavoro, nel 2014 è sorta la necessità di tentare un bilancio del progetto, portandone alla luce punti di forza e di criticità. La riflessione che ha condotto all’idea di questa tesi è maturata da pensieri condivisi dalle responsabili dei Servizi educativi della Pinacoteca di Brera (Emanuela Daffra e Paola Strada) e dall’esperta in educazione al patrimonio in chiave interculturale, operatrice del progetto “A Brera Anch’io” (Silvia Mascheroni).
Gli attori coinvolti – la rete di progetto
– Emanuela Daffra e Paola Strada, funzionarie storiche dell’arte e responsabili dei Servizi educativi della Pinacoteca di Brera.
– Simona Bodo e Silvia Mascheroni, esperte in educazione al patrimonio in chiave interculturale. Silvia Mascheroni è anche docente al Master “Servizi educativi per il patrimonio artistico, dei musei storici e di arti visive” – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
– Alessandra Montalbetti, storica dell’arte e referente dell’Associazione Amici di Brera.
– Le docenti che compongono il gruppo di lavoro “A Brera anch’io”: Anna Laysa Di Lernia, Luigia Versolatti, Giovanna Mochi (docenti della scuola secondaria di primo grado), Milena Sozzi (dirigente scolastico dell’I.C. “Tommaso Grossi” di Milano).
– Marilena Criscuolo, Arianna Mascetti, Anna Buccinotti, Monia Aldieri, educatrici museali dell’Associazione Amici di Brera.
– Luciana Cerasi, Francesca Amendola, docenti di “Arte e Immagine” della scuola secondaria di primo grado “R. Franceschi”di Milano.
– Elisabetta Bassani, docente della scuola primaria “Tommaso Grossi”.
– Claudia Prescendo, stagista del Master “Servizi educativi per il patrimonio artistico, dei musei storici e di arti visive” – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Amedea Fariello, segreteria didattica della Pinacoteca di Brera.
Gli operatori – l’equipe di progetto
– Paola Strada e Silvia Mascheroni, poiché hanno riflettuto sulla necessità di realizzare questo progetto di valutazione per i dieci anni di “A Brera anch’io”; inoltre, hanno fornito materiali e indicazioni per lo svolgimento del lavoro.
– Claudia Prescendo, stagista del Master “Servizi educativi per il patrimonio artistico, dei musei storici e di arti visive” – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
I destinatari
• Emanuela Daffra e Paola Strada, funzionarie storiche dell’arte della Pinacoteca di Brera e responsabili dei Servizi educativi
• l’equipe di lavoro del progetto “A Brera anch’io”.
Gli obiettivi
Il macro obiettivo della tesi è stata la valutazione generale del progetto “A Brera anch’io”, giunto al suo decimo anno di vita: un tempo ritenuto significativo per riflettere su quanto finora realizzato e su quali eventuali cambiamenti siano necessari per rafforzare la proposta educativa.
Un obiettivo più specifico consiste nella valutazione – attraverso l’osservazione etnografica – delle dinamiche relazionali tra genitori e figli nella “realtà-museo” al momento finale dell’esperienza, quando i ragazzi conducono i familiari in Pinacoteca.
Infine un terzo obiettivo, seppur da considerarsi come work in progress, è l’analisi della raccolta dei prodotti degli alunni partecipanti al progetto, generalmente realizzati in classe con gli insegnanti a fine percorso.
Da quando, per quanto
L’idea della tesi è sorta nel mese di aprile 2014, dopo un mese dall’avvio dello stage; il lavoro di consultazione e analisi dati è stato condotto fino a maggio. Ripresa del progetto nel mese di settembre; il tirocinio formativo si è concluso il 19 novembre 2014.
La formazione
Consultazione e studio dei dossier per gli insegnanti, con la storia e i caratteri del progetto e i percorsi in Pinacoteca (volume pubblicato da Electa nel 2007 per la scuola primaria; dossier in formato pdf per la scuola secondaria di primo grado, aggiornato nel corso degli ultimi anni).
Ricerca e autoformazione nell’ambito della valutazione dei progetti educativi e dell’educazione al patrimonio in chiave interculturale. Grande ricchezza bibliografica è stata offerta dalla Biblioteca di Pedagogia dell’Università Cattolica. Importanti sono stati i testi di due capisaldi dei Servizi educativi di Brera: Bruno Munari (Fantasia, Arte come mestiere, Laterza, Bari 1997) e Renate Eco (A scuola col museo. Guida alla didattica artistica, Bompiani, Milano 1986); mi sono affidata alle indicazioni bibliografiche fornite dai docenti durante le lezioni del Master e da Simona Bodo per quanto riguarda la specificità dell’educazione al patrimonio in chiave interculturale (con particolare riferimento alla sezione “Bibliografia” del sito “Patrimonio e Intercultura”).
Come si articola (le fasi di lavoro)
Pre-progettazione
• studio del progetto attraverso i dossier di “A Brera anch’io”
• raccolta dei dati quantitativi dall’anno di sperimentazione del progetto per le scuole medie (2007) all’anno corrente
• analisi e sistematizzazione dei dati in base al nome e al numero delle scuole, il numero delle classi coinvolte, gli eventuali verbali di verifica delle riunioni; e, in un caso, la presenza di lavori prodotti digitalmente dai ragazzi stessi.
Attuazione
• osservazione etnografica condotta in Museo il 10 e 11 maggio 2014, giornate in cui i ragazzi hanno portato i loro familiari a Brera, riproponendo il percorso compiuto durante l’anno scolastico con l’educatrice museale
• presenza alle uscite didattiche delle classi in Pinacoteca nell’ambito del progetto
• partecipazione al corso di formazione iniziale per gli insegnanti che hanno aderito al progetto per l’a.s. 2014/2015
• stesura delle domande da proporre all’equipe di progetto e a un gruppo di insegnanti (con la supervisione di Silvia Mascheroni e Paola Strada)
• conduzione delle interviste all’equipe di progetto e agli insegnanti che hanno risposto alla mia richiesta d’incontro, e trascrizione progressiva delle stesse.
Valutazione
• revisione di tutto il lavoro svolto e dei materiali raccolti per elaborare la valutazione finale del progetto
• archivio digitale ordinato e contenente quanto emerso durante il lavoro, richiesto dalle responsabili dei Servizi educativi.
Le strategie e gli strumenti
• Analisi delle cartelle contenenti i dati di “A Brera anch’io”, per avere la situazione complessiva e stratificata nei vari anni rispetto a scuole e classi partecipanti; le cartelle sono riferibili a partire dall’a.s. 2006/2007.
• Per l’osservazione etnografica: consulenza via mail della docente del Master Isabella Crespi (docente in Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università di Macerata), che mi ha fornito indicazioni in merito ai parametri da considerare per l’osservazione in Museo, in particolare la relazione genitori/figli.
• Partecipazione al corso di formazione (settembre-ottobre 2014) per gli insegnanti che hanno aderito al progetto per l’a.s. 2014/2015; ciò mi ha permesso di conoscere le educatrici che operano all’interno di “A Brera anch’io” e le docenti che fanno parte dell’equipe di progetto; l’esperienza è stata utile per elaborare nuovi spunti per il progetto di valutazione.
• Chiedere la disponibilità a svolgere le interviste tramite contatti mail e con il metodo del file condiviso su Google Drive: l’ho considerata una buona strategia per strutturare le interviste in maniera ordinata nel tempo, senza giungere oltre i termini di chiusura dello stage; per le interviste telefoniche, ho scaricato gratuitamente un’applicazione apposita per registrarle.
La documentazione
La documentazione allegata alla tesi in “Appendice” è inserita a campione sulla base della modesta quantità di dati ricavati nei dieci anni. Non tutto il materiale è compatibile con il formato word, perciò sono stati inseriti alcuni elenchi di scuole e classi, verbali delle verifiche in itinere e/o finali, la griglia etnografica compilata per l’osservazione, le trascrizioni integrali delle interviste, immagini, un testo e degli appunti riferiti dalle insegnanti, per restituire una parte del lavoro compiuto dagli studenti. La tesi è presente in formato cartaceo e in pdf, consegnata alle docenti del Master. Una copia cartacea, con relativo archivio dati ordinato, sarà disponibile per le responsabili dei Servizi educativi della Pinacoteca di Brera.
La verifica e la valutazione
È da considerarsi fase ex-ante lo studio del progetto “A Brera anch’io” e la presa visione dei dati raccolti negli anni, con lo studio e la strutturazione effettuata per dare ordine al tutto.
La fase in itinere è quella relativa all’osservazione etnografica, all’organizzazione delle interviste e allo svolgimento delle stesse; la partecipazione al corso di formazione degli insegnanti e la presenza ad alcune delle uscite previste in Pinacoteca nell’ambito del progetto.
La fase ex-post è consistita nella messa in opera della tesi e nelle osservazioni conclusive dell’analisi effettuata al termine del periodo di stage.
Tutte e tre le fasi sono state accompagnate dallo studio personale e continuo, portate avanti in rapporto dialettico tra loro.
I punti di forza (riferibili alla fase ex-ante e alla fase in itinere della valutazione)
• il valore dato al progetto di valutazione, in occasione dei dieci anni di “A Brera anch’io”
• acquisire elementi informativi, a livello sia quantitativo che qualitativo
• opportunità di riflessione sugli obiettivi di partenza del progetto “A Brera anch’io”: nei dieci anni di vita del progetto sono stati attuati, e in quale modo? In realtà, anche le eventuali criticità emerse nelle interviste sono valutabili come punto di forza per lo svolgimento del lavoro decennale; alcuni intervistati ha preso atto di alcune debolezze che possono trasformarsi in risorse per il futuro
• mantenere l’attenzione sulle varie tappe del progetto, a partire dalla proposta agli insegnanti fino alle visite finali con i familiari: tutto ciò ha permesso di acquisire una visione d’insieme esaustiva. In questo modo la valutazione può integrarsi ai momenti di verifica intermedia e finale.
I punti di forza (riferibili alla fase ex-post della valutazione)
• contenuti densi ed efficaci per proporre l’educazione al patrimonio in chiave interculturale: “il cibo” per la scuola primaria, e “la memoria” per la secondaria di primo grado, sono temi comuni a tutti, perciò più facilmente condivisibili
• i ragazzi si sentono protagonisti della loro storia; imparano a comunicarla a coetanei e adulti (funzionalità del metodo autobiografico)
• sperimentazione di molte tecniche espressive e coinvolgimento interdisciplinare
• in Pinacoteca i ragazzi sono più liberi nell’esprimersi con l’educatrice museale, sulla base delle emozioni suscitate dai dipinti, perché svincolati dai ruoli e dalle valutazioni che generalmente sono loro attribuiti a scuola
• il lavoro effettuato dagli insegnanti in seno alla proposta educativa consente agli studenti di lavorare bene in Pinacoteca, con un’attenzione al progetto che sanno trasmettere nella visita finale con i loro familiari
• diverse scuole hanno dimostrato continuità negli anni nell’adesione al progetto “A Brera anch’io”
• l’osservazione etnografica si è rivelata uno strumento adeguato per valutare il momento finale di “A Brera anch’io”; ragazzi e familiari sono liberi di muoversi, non sapendo di essere valutati.
L’augurio è che il lavoro di tesi possa essere utile all’equipe di progetto, con una sua eventuale presentazione direttamente in sede di riunione con il gruppo di lavoro. La ricerca in merito alla valutazione di questo progetto si è solo aperta con questo elaborato; nessuna pretesa di approdare a esiti finali, ma piuttosto porre le basi per un continuo lavoro e approfondimento, con la speranza di aprire la via alla predisposizione di un archivio più sistematizzato di dati e prodotti realizzati, restituiti dalle scuole.
Le criticità emerse (riferibili alla fase ex-ante e alla fase in itinere della valutazione)
• i dati in computer non sempre risultavano organici, anzi piuttosto frammentari; sul numero delle classi e delle scuole si è potuto ragionare fin da subito, ma l’assenza, in alcuni casi, dei verbali delle riunioni di verifica intermedia e finale ha reso lacunosa la valutazione di alcune annate; talvolta gli elenchi si ripetevano, creando confusione nel conteggio degli alunni
• nessun materiale è stato restituito dalle scuole negli anni, come documentazione e archivio materiali, nonostante sia stato più volte sollecitato da parte delle componenti del gruppo di lavoro
• il progetto di valutazione si è inserito a un mese dall’inizio del tirocinio formativo; questo ha permesso di seguire pochissimi percorsi relativi alle seconde uscite di “A Brera anch’io”, ad aprile ormai giunte quasi al termine
• l’analisi etnografica, condotta a maggio, andrebbe suddivisa nelle quattro giornate indicate per le uscite con i familiari e con criteri maggiormente definiti da parte di chi effettua questo tipo di osservazione.
Le criticità emerse (riferibili alla fase ex-post della valutazione)
• progressivo calo di partecipazione (per quest’anno addirittura assenza) da parte della scuola primaria
• problematicità all’interno della scuola di oggi che ostacolano l’adesione al progetto, seppure ritenuto valido e ben costruito
• alla luce dei dieci anni trascorsi dal suo avvio, e vista la rapidità con cui cambiano gli stimoli delle nuove generazioni, necessità di revisione continua degli strumenti del progetto (schede, film, testi, ecc.)
• occorre potenziare la raccolta dei materiali via via elaborati dalle classi che hanno aderito al progetto; a scuola viene svolto un lavoro corposo, perciò sarebbe efficace condividere, anche solo a campione, quanto elaborato dagli studenti
• gli insegnanti che accompagnano le classi in Pinacoteca non sempre lasciano lo spazio all’educatrice museale per interagire con gli studenti; il progetto prevede che esista una collaborazione tra insegnanti e gruppo di lavoro, ma con la definizione chiara dei ruoli, a seconda delle tappe del percorso
• assenza di un percorso “A Brera anch’io” per la scuola superiore, calibrato su un tema che stimoli le loro capacità critico-intellettuali; non la considero una vera criticità, ma piuttosto un eventuale elemento innovativo, auspicabile in futuro (espresso da qualche componente dell’equipe di progetto)
• nelle giornate predisposte per la visita con i familiari, i ragazzi talvolta si orientano nelle sale con difficoltà, e questo influisce negativamente sulla relazione genitore/figlio.
Riflessioni conclusive
Il progetto di valutazione di “A Brera anch’io” delinea, come obiettivo primario, la riflessione sulle azioni svolte dalla Pinacoteca nei dieci anni di questa proposta educativa.
La valutazione condotta ha fatto emergere moltissime sfumature interessanti, portando alla luce elementi di autentica forza, che permettono di confermare la validità, complessità e ricchezza contenutistica della programmazione educativa di Brera.
Altrettanto significative per i Servizi educativi ritengo siano le debolezze evidenziate, in gran parte ascrivibili alla difficoltà della scuola di oggi. La restituzione valutativa di “A Brera anch’io” nei suoi primi dieci anni di attività è sicuramente importante per la continua crescita della programmazione educativa del Museo, in quanto lo arricchisce di nuovi e autentici sguardi; fare il punto della situazione, considerandone i pro e i contro, consente di ripartire con energia e nell’ottica del rinnovamento.
Questo lavoro ha contribuito a sviluppare in me una visione oggettiva della realtà; avendo operato da valutatrice esterna, ho raccolto più materiale possibile e poi ho tratto le mie personali conclusioni. Non è stato facile, per niente: all’inizio poteva risultare un lavoro statico, con scarso contatto umano; in realtà si è rivelato stimolante, pratico e ricco di belle possibilità di gestione delle relazioni. Ho allenato lo sguardo critico-costruttivo nei confronti della realtà e delle persone.
Quando parlo di educazione al patrimonio in chiave interculturale, affermo di aver “scoperto un mondo nuovo”. Imparare questa metodologia di lavoro mi ha appassionata e interessata giorno per giorno. In realtà, mentre svolgevo la valutazione, mi sono resa conto che stavo lavorando nell’ottica dell’intercultura: mettendomi in ascolto delle professioniste con le quali mi confrontavo, scambiando opinioni, e rispettando la voce altrui. Dialogare secondo questi presupposti anche con le opere d’arte è affascinante; è possibile creare una relazione di senso con il patrimonio, che può diventare parte vivente della propria esistenza.