“Quest’opera trasmette la lenta fugacità del tempo e il suo potere di cambiare e consumare tutto. La visione del tempo è soggettiva, perciò ognuno ha una libera interpretazione di esso. Nel video ho cercato di rappresentare il significato che il tempo ha per me, come lo percepisco dal mio punto di vista. Silenzioso, arriva – sembra ieri che non vedevo l’ora di crescere e invece, ora, vorrei solo tornare indietro. Nel video viene ripresa della frutta che si consuma piano piano. Se all’inizio si vede della bella frutta, verso la fine questa risulta consumata dal tempo, intaccata dalla muffa”.
“My Place / My Face” è un percorso realizzato dai Servizi Educativi della GAMeC nell’ambito di “Oltrevisioni. Nuove cittadinanze culturali”, un articolato programma triennale di attività promosso dagli Assessorati alla Cultura e alle Politiche Giovanili di Bergamo e cofinanziato da Fondazione Cariplo (su bando “Protagonismo culturale dei cittadini”).
Diciannove ragazzi migranti di cosiddetta “seconda generazione” hanno realizzato brevi video che “distillano” in immagini l’esperienza vissuta a contatto con le opere della Collezione Permanente della GAMeC, sotto la guida esperta dell’educatrice Rita Ceresoli e degli artisti e film-maker Gianluca e Massimiliano De Serio.
Al cuore del percorso vissuto con i ragazzi, l’impegno da parte del museo a favorire inedite modalità di dialogo tra i giovani e le collezioni (i video sono stati pensati soprattutto per un “pubblico” di coetanei), abbattere le barriere della fruizione passiva e incoraggiare riletture capaci anche di staccarsi dall’immagine dell’opera per attingere a scenari personali, spesso innescati da riflessioni su concetti chiave come identità, viaggio, spazio, luogo, emozioni, conflitto.