Designing Multivocal Museums. Intercultural Practices at Museo Diocesano

R. Capurro, E. Lupo (a cura di) | 2016

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Designing Multivocal Museums. Intercultural Practices at Museo Diocesano, è il dodicesimo e ultimo volume prodotto nell’ambito di MeLa* – European Museums in an age of migrations, un progetto di ricerca multidisciplinare e collaborativo condotto tra 2011 e 2015 da nove partner europei con capofila il Politecnico di Milano, nell’ambito del Settimo Programma Quadro della Commissione Europea. Obiettivo del progetto era di individuare pratiche innovative per fare del luogo fisico e culturale del museo l’ambiente per la valorizzazione degli aspetti di comprensione reciproca, coesione sociale e consapevolezza, al fine di definire le declinazioni di un’identità europea inclusiva nel contesto di una società in profondo mutamento alla luce dei fenomeni migratori.
Il volume Designing Multivocal Museums ripercorre le fasi di una sperimentazione sul campo presso il Museo Diocesano di Milano, seguita da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, coadiuvati da ricercatori dell’ITIA-CNR, e in confronto costante con il personale scientifico del museo.
Il gruppo di ricercatori ha lavorato principalmente sul tema dell’uso delle tecnologie per favorire la formazione di nuove dinamiche di interazione dei visitatori del museo con la creazione di narrazioni inclusive in un’ottica di dialogo interculturale.
L’ambito prescelto è la religione, considerata, anche nel discorso museale, una difficult topic perché riguarda una sfera dove possono manifestarsi attriti culturali. La sperimentazione ha offerto l’occasione di andare a fondo su questo tema, indagando potenzialità e limiti delle occasioni di confronto interculturale nel museo.
Il Museo Diocesano di Milano, che ha ospitato la sperimentazione, presenta una ricca e varia collezione, che spazia dall’arte tardo antica all’arte contemporanea, con un nucleo predominante di opere di arte cristiana. Per la sperimentazione è stata scelta la collezione denominata dell’Arciconfraternita del SS. Sacramento, composta da dipinti di grande dimensione opera di diversi artisti di ambito lombardo del XVIII secolo e dedicati al tema iconografico dei miracoli eucaristici. La collezione, sia per tema che per declinazione iconografica, è di piuttosto difficile lettura persino per i visitatori con una cultura di base cristiana, e quindi un terreno ideale sul quale lavorare per individuare nuove strade interpretative.
Il processo curatoriale ha seguito un percorso in forma dialettica e collaborativa, assumendo la parte relativa alla lettura storica e storico artistica dagli strumenti informativi già presenti nel museo.
La ricerca si è sviluppata quindi su un doppio binario: da un lato le possibilità generate dalle tecnologie per favorire nuovi orizzonti di fruizione del patrimonio culturale, dall’altro le potenzialità di un approccio di conoscenza partecipato.
Il volume ripercorre i presupposti teorici e le declinazioni sperimentali del progetto, che ha visto due momenti fondamentali sul campo: una prima fase con la partecipazione di esperti di arte religiosa, teologia e mediazione culturale, per la messa a punto dei contenuti più significativi al fine di aprire sulle opere nuove finestre di dialogo, e una seconda fase in cui un gruppo di persone di età, cultura e religione diversa ha potuto testare le tecnologie e i contenuti proposti per la fruizione delle opere e quindi interagire documentando la propria esperienza e lasciandone testimonianza ai visitatori successivi.
Il testo narra di un processo aperto, dove pratiche consolidate e proposte innovative sono state messe in campo per essere analizzate, filtrate e perfezionate sempre con l’obiettivo finale di aprire nel museo nuovi orizzonti, creando nuove connessioni tra le collezioni e i fruitori.
Attraverso i diversi contenuti del volume si possono cogliere spunti per delineare possibili scenari per la rielaborazione degli apparati interpretativi e la progettazione di mostre ed eventi temporanei per favorire in ambito museale un maggior coinvolgimento in chiave interculturale.