Educare al patrimonio in chiave interculturale. Guida per educatori e mediatori museali

S. Bodo, S. Mascheroni | 2012


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Dal 2005 la Fondazione Ismu si dedica allo studio e alla promozione del patrimonio culturale come nuova frontiera per l’integrazione. Le azioni intraprese nell’ambito del progetto pluriennale “Patrimonio e Intercultura” riguardano due ambiti principali: la creazione e il potenziamento dell’omonimo sito (la prima risorsa on-line in Italia e in Europa specificamente dedicata all’educazione al patrimonio in chiave interculturale), e la promozione di paradigmi progettuali e operativi all’avanguardia attraverso corsi di formazione e ricerca-azione, giornate di studio, pubblicazioni, co-progettazione di percorsi interculturali in collaborazione con istituzioni museali.
La Guida è un ulteriore esito della ricerca e dell’operatività promossa in questi anni, di cui il sito “Patrimonio e Intercultura” dà conto grazie al costante aggiornamento, alla sollecitazione di riflessioni da parte degli attori a diverso titolo impegnati nell’ambito dell’educazione al patrimonio in chiave interculturale, alla presentazione di schede dei progetti realizzati nei musei italiani, alla comunicazione di iniziative dedicate alla formazione e al confronto, all’informazione sulla normativa e sugli strumenti bibliografici e sitografici. Con l’intento di contribuire alla costituzione di una comunità di riferimento sempre più ampia e aggiornata riguardo a tutte le tematiche connesse all’educazione, alla conoscenza e all’uso consapevole del patrimonio in una società plurale.
È proprio questa comunità di pratica il destinatario della Guida, che si propone quale “manuale” essenziale in cui i concetti, le acquisizioni, i principi e le indicazioni di metodo (la teoria) – che costituiscono gli approdi della ricerca e del dibattito più recenti, individuati in quanto ritenuti forti di significato e di potenziale generativo – sono sostenuti da testimonianze ed esempi, estratti di progetti realizzati, riferimenti a cosa si fa, come si fa. Non solo quali “tesi” di quanto proposto e ragionato, ma per giungere alla creazione di una guida partecipata, che restituisce il senso di coralità proprio dell’approccio interculturale, di metodo e di azione.
Il primo capitolo compone il quadro di riferimento essenziale per condividere concetti e principi, per “intendersi” in merito alla visione processuale del patrimonio, riconoscendo il museo quale luogo di ascolto e di relazione, e l’educazione al patrimonio in chiave interculturale quale pratica trasformativa che pone l’enfasi sull’apertura di spazi dialogici di contaminazione e di scambio.
Il secondo capitolo è dedicato alla progettazione: quale il valore del partenariato tra istituzioni diverse per la costruzione condivisa di progetti; quali gli snodi essenziali della struttura progettuale, dalla formazione degli operatori alla valutazione, precisando concetti e suggerendo strategie, individuando inoltre chi sono gli esperti dell’educazione e della mediazione, con un’attenzione particolare ai “nuovi interpreti” del patrimonio, portavoce di domande di apprendimento e formazione, di altre umanità culturali.
L’ultima parte della Guida raccoglie la testimonianza degli attori, che restituiscono riflessioni, frammenti di progetti, ognuno in rappresentanza del proprio contesto e osservatorio professionale e istituzionale: il mediatore museale, l’insegnante, l’artista, il responsabile dei servizi educativi, l’esperto in narrazione…
L’assunto di fondo è ritenere l’educazione in chiave interculturale quale pratica da esercitare con rigore e sensibilità, che mette in dialogo la Storia e le storie, il sapere del patrimonio, l’autorevolezza scientifica della ricerca e il sapere di ognuno, al fine di costruire una relazione sempre nuova e attuale tra il patrimonio (musealizzato e diffuso, materiale e immateriale, passato e contemporaneo) e ogni persona.

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