La scuola e il dialogo interculturale

M. Clementi (a cura di) | 2008

Questa pubblicazione nasce dal vivo interesse suscitato dalle tematiche affrontate nell’ambito del convegno “La scuola e il dialogo interculturale”, promosso nel novembre 2007 dalla Fondazione ISMU in collaborazione con l’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità della Regione Lombardia e l’Ufficio scolastico regionale.
La scelta è stata quella di affrontare temi ancora relativamente inesplorati e di presentare esperienze innovative che si collocano all’interno della cosiddetta “seconda fase” dell’educazione interculturale. Fase in cui la scuola italiana si pone, con maggiore consapevolezza, la finalità di garantire alle nuove generazioni della società multiculturale un’istruzione di qualità per tutti gli alunni, italiani e di origine straniera, e di dare a tutti una formazione rivolta alla costruzione di una cittadinanza democratica e attiva.
Gli ambiti tematici e i materiali presentati nella pubblicazione, che rispecchiano le due diverse sessioni del convegno, si inseriscono entro il quadro di riferimento delineato dal Consiglio d’Europa nel Libro Bianco sul dialogo interculturale, inteso come “un processo che comporta uno scambio aperto di punti di vista tra individui e gruppi di diversa affiliazione etnica, culturale, religiosa e linguistica, fondato sulla comprensione e sul rispetto reciproco”. La cittadinanza democratica, l’apprendimento delle lingue e la storia vi sono indicate come aree chiave per l’insegnamento e l’apprendimento delle competenze interculturali.
Nella prima parte del Quaderno, “Il dialogo interculturale: uno sguardo all’Europa e all’Italia”, vengono presentati i temi più generali dell’integrazione all’interno dello scenario europeo e nel contesto della scuola italiana: le sfide del riconoscimento culturale delle minoranze immigrate,  della rivisitazione della memoria storica e della costruzione dell’identità europea; la discontinuità tra buone pratiche e riflessione sui fondamenti dell’educazione interculturale nella scuola italiana; lo sviluppo di una mente multiculturale come risorsa fondamentale per un dialogo tra persone con identità culturali differenti; le linee di attenzione che contribuiscono a definire il profilo culturale e professionale dei docenti nella scuola plurale.
Nella seconda parte, “Il dialogo interculturale a scuola tra teoria e pratica didattica”, l’attenzione si sposta su alcuni ambiti tematici che sollecitano la messa in discussione dell’approccio ai saperi insegnati e indicano nuove prospettive. Si è voluto così dar voce alla ricerca e alla ricerca-azione riguardanti la revisione dei saperi disciplinari e dei curricoli (“Nuovi saperi e curricoli in chiave interculturale”); alle sperimentazioni condotte nei musei e nelle scuole nell’ambito del patrimonio culturale, ripensato in un’ottica processuale, dialogica e interculturale (“Ripensare il patrimonio: per una progettualità condivisa tra scuola, museo e territorio”); al dialogo interreligioso come risorsa che reinterpreta l’idea di identità, di cittadinanza e di laicità (“Il dialogo interreligioso a scuola”); alla comunicazione interculturale e all’insegnamento della lingua attraverso il cinema (“Il cinema per narrare. Comunicazione interculturale e apprendimento della lingua”). Accanto alle riflessioni di carattere teorico vengono illustrati progetti già sperimentati o in via di sperimentazione, arricchiti dalla segnalazione di materiali didattici, siti web, risorse per l’approfondimento e ulteriori esperienze, in modo che docenti e operatori culturali di diverse appartenenze disciplinari possano fruire di indicazioni rigorose e di suggerimenti per sperimentare e trasferire in contesti diversi i contenuti e le metodologie innovative proposte.
I materiali contenuti nel quaderno sono il risultato del pensiero e del lavoro appassionato e critico di chi opera con convinzione e impegno personale nella scuola e sul territorio, accogliendo senza remora alcuna l’invito dello scrittore keniota Ngugi Wa Th’iongo a spostare il centro di riferimento e a “decolonizzare la mente”. Viene snidata e fatta emergere quell’ovvietà culturale che ammanta di presunta neutralità i saperi che tramandiamo, e si propongono invece orizzonti più ampi, che comprendono gli altrui saperi per renderli familiari, per “addomesticarli”, per farli cioè entrare a pieno titolo nella nostra domus culturale e professionale.


Coloro che fossero interessati possono richiedere la pubblicazione (fino a esaurimento copie) al Centro di Documentazione della Fondazione ISMU, via Galvani, 16 – 20125 Milano; tel. 02.67877930; e-mail:
cedoc@ismu.org