MAP for ID. Esperienze, Sviluppi e Riflessioni

M. Pereira, A. Salvi, M. Sani, L. Villa (a cura di) | 2010

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A distanza di poco più di un anno dalla sua conclusione, il progetto europeo “MAP for ID – Museums as Places for Intercultural Dialogue” (1) ha dato alla luce una nuova pubblicazione, che rende conto degli sviluppi di alcune tra le esperienze pilota realizzate in Italia. Il volume presenta inoltre due ricerche svoltesi nell’ambito del progetto, ma che, per motivi di spazio, non avevano trovato posto nella pubblicazione finale (2).
È interessante notare come, nonostante l’esperienza di MAP for ID si sia conclusa nell’ottobre 2009, molte delle attività pilota intraprese in quel contesto siano proseguite anche in assenza di finanziamenti, a testimonianza di quanto l’approccio interculturale, che significa in ultima istanza un ampliamento dell’accessibilità del museo per tutti, sia diventato in molti casi parte integrante della filosofia e del modo di operare delle istituzioni coinvolte.
Innanzitutto va detto che i musei partecipanti hanno ricevuto da MAP for ID un forte impulso ad attuare una ricognizione capillare del territorio di riferimento e delle comunità che lo abitano. Questo processo conoscitivo ha avuto come conseguenza il nascere di sinergie e rapporti di collaborazione, in alcuni casi veramente inediti, che si sono rivelati durevoli nel tempo.
In secondo luogo, il progetto ha dato vita ad attività di formazione e aggiornamento degli operatori e ad una crescita complessiva del museo come “organizzazione che apprende”, in grado di trarre alimento dalla contaminazione dei linguaggi e delle storie personali complementari alla “Storia” che il museo racconta tramite le proprie collezioni.
Queste due componenti – da un lato l’ampliamento e il coinvolgimento di pubblici nuovi, dall’altro la rinuncia da parte del museo a porsi come depositario di verità, e per contro la sua disponibilità a divenire luogo di incontro e confronto – sono state il filo conduttore di tutti i progetti pilota svoltisi nell’ambito di MAP for ID, e hanno lasciato una traccia permanente nel tessuto operativo delle istituzioni coinvolte.
Come osserva Mario Calidoni nel saggio pubblicato all’interno del volume, i progetti pilota che MAP for ID ha generato «riqualificano il “pensiero educativo” del Museo stesso, trasformandolo in un pensiero nuovo in cui la dimensione interculturale è un dato di sostanza. Cade il modello di pensiero aggiuntivo per cui a nuovi bisogni si deve rispondere sempre con nuove iniziative e con progetti fortemente caratterizzati e magari senza seguito. MAP for ID consente al Museo di scoprire nel proprio DNA la dimensione dialogica interculturale, e il sottotitolo con le tre parole chiave: luogo, dialogo, culture indica la tensione al cambiamento per cui il Museo è sempre luogo di espressione, di dialogo e di interpretazione di culture diverse quando è pienamente se stesso».

Note
(1) “MAP for ID – Museums as Places for Intercultural Dialogue” (dicembre 2007 – novembre 2009) è un progetto finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma “Lifelong Learning” Grundtvig.
(2) S. Bodo, K. Gibbs, M. Sani (a cura di), I musei come luoghi di dialogo interculturale: esperienze dall’Europa, Dublino, 2009.

(3) M. Calidoni, “Il valore aggiunto del progetto ‘MAP for ID’ per la funzione educativa del Museo”, in M. Pereira, A. Salvi, M. Sani, L. Villa (a cura di), MAP for ID. Esperienze, Sviluppi e Riflessioni, Bologna, 2010, pp. 104-107.