Progettare insieme per un patrimonio interculturale

S. Bodo, S. Cantù, S. Mascheroni (a cura di) | 2007

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Il volume – la cui pubblicazione è stata resa possibile grazie al sostegno di Provincia di Milano, Settore Cultura – documenta il percorso di formazione e ricerca-azione “Patrimonio culturale e integrazione. Quale dialogo con la scuola e il territorio?”.

Il progetto, promosso dalla Fondazione ISMU – Iniziative e Studi sulla Multietnicità di Milano, si è proposto di costruire proposte educative utilizzando il patrimonio culturale quale risorsa e strumento per abilitare all’acquisizione di una competenza interculturale, al riconoscimento e all’incontro con altre culture, in una logica di educazione alla cittadinanza attiva e democratica, sviluppando conoscenze e abilità, sollecitando comportamenti responsabili nei cittadini in formazione.

A tal fine, dal novembre 2005 al dicembre 2006 un gruppo composto da referenti di diversi soggetti istituzionali – il museo, la biblioteca, la scuola, l’ente locale, le associazioni sul territorio – e da esperti di mediazione interculturale è stato impegnato in un percorso di formazione e ricerca-azione per elaborare progetti spendibili all’interno dei rispettivi contesti di riferimento.

Il volume ripercorre le singole fasi dell’esperienza. La prima parte è dedicata alla formazione dei partecipanti, presentando i contributi degli esperti che hanno affrontato alcuni temi cruciali dell’educazione al patrimonio in chiave interculturale, sottolineando le acquisizioni della ricerca, il dibattito in corso riguardo al ruolo del museo, delle istituzioni culturali e della scuola, la progettazione in partenariato tra istituzioni diverse, l’importanza della presenza del mediatore culturale.

La fase di ricerca-azione ha permesso ai partecipanti, suddivisi in due gruppi di lavoro, di predisporre un impianto per altrettanti progetti destinati a giovani cittadini in formazione: “L’identità addosso”, dedicato al tema del rapporto tra corpo, abbi­gliamento e comportamento nel vissuto degli adolescenti, e “Adolescenza e conflitti”, che indaga, tra l’altro, l’influenza di fonti e documenti sulla formazione e la trasformazione della verità riguardo al conflitto. Il volume documenta l’esperienza vissuta dai partecipanti, il percorso compiuto, le strategie individuate, le attenzioni metodologiche, gli strumenti predisposti, riflettendo sugli elementi di criticità.

“Patrimonio culturale e integrazione. Quale dialogo con la scuola e il territorio?” è stato monitorato in ogni suo snodo: la verifica e la valutazione, condotte tramite incontri periodici e focus groups (verifica in itinere), questionari e interviste, hanno permesso di analizzare i processi attivati e le acquisizioni più significative, presentate in un apposito capitolo del volume. Il progetto ha dimostrato quanto sia strategica l’educazione al patrimonio culturale per il processo di integrazione, costruendo opportunità formative che coinvolgano cittadini autoctoni e di altre culture, perché il rispetto e il confronto si promuovono anche grazie allo studio e alla conoscenza delle testimonianze storiche, alla frequentazione di musei e dei luoghi di cultura. È inoltre emersa l’esigenza di rendere efficace una progettualità condivisa tra istituzioni e soggetti diversi, realizzando iniziative che non siano eventi isolati o sporadici ma che, al contrario, rientrino in un piano sistematico e di forte impatto sociale.

L’appendice documentaria presenta uno strumento predisposto dall’équipe di progetto per l’azione di “accompagnamento” nel momento in cui i partecipanti fossero ritornati alle rispettive istituzioni di appartenenza; si tratta di un questionario destinato ai diversi soggetti istituzionali (museo, biblioteca, scuola, ente locale) e articolato in modo tale da sostenere gli operatori sia nella “lettura” del proprio contesto con riferimento all’ambito interculturale, sia nella fase propositiva dei progetti, ridimensionati o modificati che siano rispetto a quanto ipotizzato nel percorso formativo. Si sottolinea il carattere innovativo di questo strumento, in quanto i corsi di formazione e ricerca-azione hanno molto di rado l’opportunità di proseguire, mentre è cruciale continuare a sostenere chi si è formato e conoscere gli esiti del percorso intrapreso.