ART CLICKS. Un percorso di formazione per il dialogo interculturale

Elisabetta Falchetti
ECCOM - Idee per la Cultura | Roma
2019

ART CLICKS è un progetto di formazione  nato con l’obiettivo di esplorare e rafforzare le potenzialità di professionisti, luoghi, temi e attività della cultura per la costruzione di un dialogo interculturale nelle nostre società, che oggi vivono il fenomeno migratorio e il confronto con la diversità culturale in maniera spesso conflittuale. ECCOM – Idee per la Cultura e il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, da anni impegnati nell’inclusione culturale di migranti, sono i promotori del progetto, generosamente finanziato dalla Stavros Niarchos Foundation.

Nel contesto di ART CLICKS, una trentina di persone di diverse provenienze e formazione, competenze e professionalità del mondo della cultura, dell’educazione e dell’accoglienza (musei, teatri, biblioteche, centri e scuole per migranti) si sono incontrate per confrontarsi, apprendere reciprocamente, ideare e sperimentare pratiche interculturali. Le attività – un corso di 200 ore e la progettazione condivisa di esperienze pilota – si sono svolte nell’arco di cinque mesi continuativi (marzo-luglio 2018), tra incontri in aula e lavoro sul campo. La scelta dei temi da affrontare nell’ambito del percorso formativo ha portato alla discussione di questioni fondanti quali l’approccio alla gestione delle diversità culturali e delle loro espressioni; lo sviluppo delle competenze interculturali nelle dimensioni cognitive, affettive, attitudinali, comunicative e pratiche; i modelli di gestione per l’accoglienza, l’inclusione e l’accessibilità culturale dei migranti; le potenzialità del patrimonio e delle pratiche artistiche; le direttive e le azioni culturali contro la discriminazione, il razzismo e la marginalizzazione. L’esperienza di progettazione e la sperimentazione di progetti pilota inclusivi per cittadini residenti e migranti, ideati dai partecipanti al corso, ha costituito parte integrante e originale di ART CLICKS, sia perché l’idea di produrre percorsi nuovi è stata attraente per tutti, sia perché cimentarsi con la pratica sul campo nell’ambito di un corso di formazione è sembrata la migliore opportunità di riflessione e applicazione dei cambiamenti di conoscenze, attitudini, interessi dei partecipanti. I progetti sono attualmente in corso di sperimentazione in varie Regioni d’Italia e vengono costantemente monitorati.

Ho partecipato come docente e tutor a tutto il percorso, dalla fase di progettazione a quella di realizzazione, in quanto negli ultimi anni ho avuto la possibilità di sperimentare “prove” e approcci di dialogo interculturale con migranti già stabilizzati o nuovi arrivati, inclusi giovani rifugiati, dentro e fuori dei musei: esperienze da cui ho avuto molte conferme della ricchezza culturale (e umana) che si genera quando ci si incontra con interesse e rispetto l’uno dell’altro. Credo nel potere delle esperienze culturali di avvicinare e valorizzare le diversità, e di creare quegli spazi di incontro dialogico e polifonico che l’antropologo James Clifford definisce “zone di contatto”, contesti di scambio e costruzione di nuovi rapporti basati sull’apprezzamento reciproco.

Proprio l’idea delle zone di contatto tra persone, esperienze, idee, pratiche, culture … diverse, è stata la mia guida metodologica in ART CLICKS: da incontri e scambi costruttivi e creativi, liberi da stereotipi, regole fisse e convenzioni o percorsi/programmi/ruoli obbligati e rigidi, possono infatti generarsi contesti di emergenza, cioè di produzione di nuovi comportamenti, descrizioni e narrazioni, reti e comunità, nati dai contributi e dalle interazioni di tutti i partecipanti. I professionisti della cultura, gli artisti, i vari operatori possono essere animatori del dialogo creando spazi di confronto, contatto e occasioni di partecipazione attiva, alimentando sinergie e partenariati, stimolando altre narrazioni generate dall’incontro creativo tra portatori di diversità culturale. Nel corso, ho portato questi messaggi – che condivido e diffondo insieme ai colleghi co-organizzatori di ART CLICKS – e ho “apprezzato” i momenti di crisi di molti partecipanti, che hanno messo in discussione le loro certezze, il loro ruolo di esperti organizzatori di percorsi culturali, a favore di una maggiore disponibilità all’ascolto, alla condivisione e alla valorizzazione di esigenze, espressioni e culture diverse; hanno rinunciato a itinerari consueti e sicuri, a favore di sperimentazioni e ricerche di nuove prospettive.

Tra i motivi del mio lavoro, primo tra tutti c’è l’aspirazione a una società sostenibile, dove “sostenibile” significa equa, giusta, democratica, partecipativa, rispettosa delle diversità, e dove l’obiettivo prioritario è l’armonia sociale e la qualità della vita migliore possibile per tutti i viventi: è questo l’orizzonte all’interno del quale ho collocato i miei interventi in ART CLICKS. L’Europa dell’accoglienza e delle diversità, attraverso documenti portanti come il Libro Bianco sul Dialogo Interculturale “Vivere insieme in pari dignità”, esorta alla conoscenza, alla comprensione, allo scambio costruttivo tra culture, alla valorizzazione delle diversità, alla sperimentazione di nuove forme di incontro; la stessa “Convenzione di Faro” vede nel patrimonio culturale la risorsa per società sostenibili. Dare un significato sociale utopico al nostro lavoro di operatori culturali è quindi a monte delle scelte contenutistiche e metodologiche, e le orienta. Ho scelto questo come motivo conduttore del percorso di formazione, che ha richiesto a tutti gli operatori di interrogarsi sui propri obiettivi e i panorami culturali ed etici all’interno dei quali situare i loro programmi/interventi e la loro stessa partecipazione ad ART CLICKS. L’impatto dei dibattiti nati intorno a questo tema ha trovato riscontro nei progetti ideati dai partecipanti al corso, che riportano tutti “a monte” la visione sociale ed etica e la prospettiva di sostenibilità all’interno della quale dare significato al loro intervento “sul campo” e alle loro metodologie.

Ho trovato vincenti le modalità di lavoro che abbiamo instaurato e che, coerentemente con lo spazio creativo delle zone di contatto e delle emergenze, sono state dialoganti, relazionali, partecipative. Ricercatori, operatori e ospiti del corso si sono raccontati, confrontati e formati, mettendo in comune esperienze, conoscenze, visioni, pratiche, ma anche speranze e utopie, innescando interessi, volontà di cambiamento e sperimentazione, nuove opportunità inimmaginate e linguaggi innovativi in tutti noi. Abbiamo identificato zone di contatto e potenzialità di emergenze nei musei che operano per l’armonia sociale, l’inclusione, i diritti umani, l’accoglienza e la mediazione interculturale; nel teatro, luogo/opportunità dell’incontro e dello scambio; nella musica, scuola di ascolto, di dialogo e contaminazione, di pace tra i popoli, di spazio interculturale, di rapporto tra “suono ed ethos”; negli atelier degli artisti, dove si creano spazi democratici e di partecipazione per tutti; ma anche in esperienze territoriali che mettono in campo risorse uniche di accoglienza e valorizzazione culturale.
L’impressione che riporto di ART CLIKS è di un percorso sperimentale che ha avuto un impatto trasformativo e riflessivo sui partecipanti, è andato oltre la formazione di abilità interculturali, e ha creato un clima di solidarietà e fiducia che ora sta generando reti e opportunità tra operatori e nei loro contesti di attività interculturale.

Nei siti web di ECCOM e MAXXI e sul blog ufficiale di ART CLICKS si possono trovare programma del percorso formativo, elenco dei partecipanti, attività e progetti pilota.

Elisabetta Falchetti è ricercatrice e project manager presso ECCOM - Idee per la Cultura. Di formazione scientifica, ha lavorato al Giardino Zoologico e al Museo Civico di Zoologia di Roma, come curatrice e dirigente del Dipartimento educativo. Ha insegnato in Università italiane, in corsi universitari e post-universitari: Educazione e comunicazione scientifica e museale, Museologia e museografia naturalistica, Educazione ambientale ed alla sostenibilità. Le sue ricerche si concentrano sull’impatto delle esperienze culturali - in particolare legate al patrimonio - sull’apprendimento permanente, l’inclusione sociale, il dialogo interculturale e la sostenibilità individuale, sociale, ambientale. In questi ambiti di ricerca sperimenta nuove strategie per l’accessibilità e la partecipazione culturale e sistemi di valutazione qualitativa. E’ autrice di contributi e libri nei suoi campi di specializzazione e di ricerca.