Educare al patrimonio archeologico in chiave interculturale: un’esperienza di formazione

Marco Baioni, Francesca Morandini, Marina Volonté
Rete Ma_Net | Rete dei Musei Archeologici delle province di Brescia, Cremona e Mantova
2010

La Rete MA_net (Rete dei Musei Archeologici delle province di Brescia, Cremona e Mantova), che unisce attualmente 16 musei archeologici o con sezione archeologica (1), è nata nel 2004 con specifici obbiettivi, sviluppati e implementati nel corso degli anni attraverso il confronto e lo scambio continuo di idee ed esperienze. Innanzitutto migliorare la conoscenza reciproca, contribuendo a visualizzare la distribuzione delle realtà museali sul territorio e le loro potenzialità in termini di capacità di lettura della realtà storico archeologica, con la conseguenza di favorire la collaborazione, l’interazione e il costante contatto tra i musei attraverso incontri periodici, centrati di volta in volta su temi specifici, tecnici, gestionali e organizzativi. L’intento della rete è quello di sviluppare iniziative e progetti comuni, nella consapevolezza che un’ottica territoriale allargata è quella che offre le migliori possibilità di individuare e comprendere fenomeni storici di portata significativa; condividere le risorse per la realizzazione di questi progetti, con il fine, sul piano gestionale, di attivare una economia di scala di risorse umane e finanziarie; costituire un soggetto unitario, in grado di garantire a tutti i partecipanti della rete un livello di interlocuzione qualificato in relazione agli enti interessati alle problematiche della conservazione, esposizione e cura delle collezioni archeologiche e con le istituzioni coinvolte nelle politiche sui beni archeologici. Infine, contribuire alla ricezione, da parte di tutti i soggetti collegati attraverso la rete, degli standard qualitativi specificatamente individuabili in relazione alle caratteristiche dei materiali archeologici, sia per quanto riguarda le strutture conservative ed espositive e le relative condizioni di conservazione, cura, incremento ed esposizione delle collezioni, sia per quanto riguarda la qualificazione del personale preposto, a tutti i livelli delle attività del museo.
Strumento per la realizzazione dei progetti è la L.R. 39/74, attraverso la quale la rete ha sinora ottenuto, garantendo il proprio cofinanziamento, i contributi necessari.


L’idea del corso “Archeologia e Intercultura. Integrazione culturale attraverso l’educazione al patrimonio archeologico” (Brescia, Sala Piamarta, novembre – dicembre 2009)
, inserito nel progetto presentato alla Regione nel 2008, fondava sulla considerazione che il museo archeologico, nato dall’esigenza di conservare il passato a favore delle generazioni future, risente fortemente della complessità e delle contraddizioni della società moderna. Proprio la sua missione educativa, volta a comunicare idee e concezioni di vita inesorabilmente lontane nel tempo, lo rende d’altro canto luogo ideale per il confronto e la mediazione culturale.
Tuttavia, le esperienze cui poter fare riferimento sono ancora poche, e tra gli stessi musei appartenenti a MA_net solo quello di Cremona ha attivato un progetto di educazione al patrimonio in chiave interculturale (2), rivolto peraltro alla sola utenza scolastica.
Con questo corso, rivolto nelle intenzioni ai direttori, conservatori, curatori di museo, ai responsabili dei servizi educativi e agli operatori museali, nonché a tutti gli operatori culturali interessati a queste tematiche, la Rete MA_net ha inteso fornire un quadro delle linee guida, dei concetti base e delle buone pratiche in corso nell’Italia settentrionale, non limitandosi strettamente a quelle di ambito archeologico, ma aprendosi al confronto con i musei etnografici, affini tra l’altro per la tipologia di parte dei materiali esposti e per il legame particolarmente sentito col territorio di riferimento.

Il corso è stato strutturato pertanto secondo una successione di temi, dal generale al particolare, affidati a docenti universitari, a responsabili e collaboratori di soprintendenze, enti territoriali e musei.

Il programma, articolato in incontri pomeridiani di tre ore ciascuno, ha preso avvio con l’intervento di Silvia Mascheroni (Università Cattolica di Milano) e Maria Grazia Diani (Regione Lombardia), dal titolo “Musei e intercultura. Un quadro d’insieme”.
Le relatrici, membri tra l’altro della commissione “Educazione e Mediazione” di ICOM Italia, hanno fornito ai corsisti un approfondito inquadramento del contesto, degli strumenti e delle esperienze nell’ambito del complesso rapporto tra patrimonio culturale e intercultura.

Il secondo incontro ha coinvolto lo scrittore Kossi Komla-Ebri e Rosanna Cima dell’Università degli Studi di Verona. Con il titolo provocatorio “Razzismi e imbarazzismi. Relazioni interculturali e luoghi comuni”, gli intervenuti hanno presentato esperienze di incontro/scontro quotidiano, evidenziando luci e ombre del processo di integrazione nel nostro Paese. Il medico Kossi Komla-Ebri, originario del Togo, è l’autore tra l’altro di Imbarazzismi. Quotidiani imbarazzi in bianco e nero e di Nuovi imbarazzismi. Quotidiani imbarazzi in bianco e nero … e a colori, da cui è stato tratto lo spunto per il titolo dell’incontro.


I due appuntamenti successivi sono stati dedicati all’illustrazione di esperienze realizzate da musei archeologici ed etnografici, rispettivamente nelle sezioni “Archeologia e intercultura” e “Antropologia e intercultura”.

Nella prima, sono stati presentati i progetti del Museo Archeologico di Cremona (Marina Volonté con Vanda Cappelli), del Museo Civico di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna (Angela Trevisin), del Museo Nazionale Atestino di Este (Mariolina Gamba), dei Musei Civici di Reggio Emilia (Roberto Macellari con Georgia Cantoni e Giada Pellegrini).
Il già citato “Scene di festa” del museo di Cremona, destinato alle scuole di ogni ordine e grado, trae spunto dalle raffigurazioni sulle ceramiche greche e magnogreche della collezione, per poi ampliare il discorso alle iconografie di altri materiali greci e romani (mosaici, affreschi…) al fine di comparare rituali, abbigliamento, cibo ecc. delle feste antiche con quelli di diverse culture contemporanee. Nella presentazione, particolare attenzione è stata dedicata alle modalità di svolgimento dell’attività nelle scuole dell’infanzia (classi di 5 anni), grazie alla partecipazione di una delle educatrici coinvolte.
Per il Museo di Montebelluna, l’accento è stato posto sulla necessità di dedicare un’attenzione non episodica al coinvolgimento del pubblico portavoce di altre culture; pertanto sono state portate ad esempio le iniziative collegate a eventi espositivi, come la mostra “Il fuoco di Vulcano. Le età dei metalli”, che hanno poi trovato continuità in progetti didattici successivi, col coinvolgimento di più soggetti attivi sul territorio.
Quanto al Museo di Este, sono stati presentati i progetti realizzati dal 2007 al 2009, caratterizzati dall’attenzione al pubblico delle famiglie e dal coinvolgimento dei mediatori culturali, la cui presenza incrementa il numero dei fruitori e valorizza la qualità dell’offerta.
“Mothers”, in corso di realizzazione presso i Musei di Reggio Emilia nell’ambito del progetto europeo “MAP for ID”
, è invece un percorso attraverso le rappresentazioni del tema della madre come dispensatrice di vita, universalmente sentito e ben rappresentato nelle diverse collezioni civiche.


Gli ultimi due interventi sono stati dedicati ad esperienze di ambito antropologico.
Anna Maria Pecci, con il mediatore Désiré Chasinga Bakorongotane, ha illustrato due percorsi realizzati con il Centro Studi Africani di Torino, “Lingua contro lingua”
e “Oggetto di incontro” (nell’ambito del Corso di formazione per Mediatori dei Patrimoni Interculturali) caratterizzati dal coinvolgimento attivo e consapevole delle popolazioni immigrate per avvicinarle alla conoscenza delle collezioni e delle attività del museo.
Maria Camilla De Palma e l’architetto museografo Andrea Perin hanno invece approfondito, nel più ampio contesto delle collezioni e della programmazione del Museo delle Culture de Mondo al Castello d’Albertis di Genova, la mostra “Io sono Bororo. Un popolo indigeno del Brasile tra riti e futebol”, il cui allestimento è stato specificamente studiato per far “parlare” gli oggetti esposti dal punto di vista dei loro produttori e primi utilizzatori, ribaltando la consueta presentazione dei materiali musealizzati.

Gli iscritti al corso sono stati 57, in larga maggioranza donne (50), tutti provenienti dal territorio lombardo centro-orientale.
Più della metà sono operatori didattici nei musei o comunque attivi nell’ambito dei servizi museali.
Tra gli undici insegnanti, quasi tutti di scuola secondaria di 2° grado, quattro risultano essere referenti dei propri istituti per l’intercultura o per l’integrazione degli alunni stranieri.
Minore l’incidenza di altre categorie, come gli operatori di ambito sociale (cinque, tra cui una mediatrice culturale) e le guide turistiche (tre).
La presenza dei corsisti non ha subito flessioni per tutto il periodo di svolgimento, a conferma del buon livello di soddisfazione per i temi affrontati e le modalità di conduzione degli incontri, riscontrati attraverso interviste ad un campione dei partecipanti.
Molto positiva è inoltre la disponibilità della casa editrice Vannini di Brescia a pubblicare gli atti del corso.
Data l’appartenenza degli iscritti, per lo più, ad ambiti lavorativi legati ai musei e alla scuola, l’auspicio è che il corso possa generare nuovi progetti, anche in partenariato tra le due istituzioni, di educazione al patrimonio in chiave interculturale.
La stessa Rete MA_net , con un progetto attualmente in fase di elaborazione, intende porsi come soggetto di riferimento per le istituzioni del territorio.

Note
(1) A giugno 2008 hanno aderito alla Rete, per la provincia di Brescia, Santa Giulia. Museo della città (Brescia), il Museo Civico Archeologico “G. Rambotti” di Desenzano, il Civico Museo Archeologico della Valle Sabbia (Gavardo), il Museo Civico Archeologico della Valtenesi (Manerba del Garda), il Museo Civico di Manerbio, il Museo Civico Archeologico di Remedello; per la provincia di Cremona, il Museo Civico “Ala Ponzone” (Cremona), il Museo Civico di Castelleone, il Museo Civico di Crema e del Cremasco, il Museo Civico Archeologico Antiquarium Platina (Piadena), il Museo Archeologico di Gallignano; per la provincia di Mantova, il Museo Civico “G. Bellini” di Asola, il Parco Archeologico del Forcello (Bagnolo San Vito); il Museo Archeologico dell’Alto Mantovano (Cavriana), il Museo Civico “A. Parazzi” di Viadana e il Museo Civico di Ostiglia.
(2) Si veda infra
“Scene di festa. Dall’antichità a oggi, l’archeologia come ponte tra culture”

Marco Baioni, archeologo specializzato in Preistoria, ha studiato a Milano e a Pisa; è Direttore del Civico Museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo (BS), Coordinatore del Sistema Museale di Valle Sabbia, Conservatore del Museo Archeologico Platina di Piadena e del Museo Civico di Castelleone (CR). Esperto di Preistoria recente, dal Neolitico all'età del Bronzo, è concessionario di scavo presso il MiBAC per le ricerche alla palafitta del Lucone di Polpenazze. Ha curato vari allestimenti di sezioni permanenti di museo e di mostre temporanee. Si è occupato di vari progetti di educazione al patrimonio rivolti sia al pubblico scolastico sia al mondo degli adulti, con particolare interesse per progetti di inclusione sociale e di dialogo interculturale. Ha curato varie pubblicazioni sia di carattere strettamente scientifico, sia di tipo divulgativo. Francesca Morandini, laureata in lettere classiche con indirizzo archeologico presso l'Università degli Studi di Padova, dove ha conseguito anche il diploma di Specializzazione in Archeologia Classica, è Conservatore archeologo presso i Musei Civici d'Arte e Storia di Brescia. Ha partecipato alla realizzazione del Museo della città in Santa Giulia e si occupa delle collezioni di arte antica e delle aree archeologiche di pertinenza del museo domus dell'Ortaglia, di Santa Giulia e area del Capitolium; ha curato inoltre numerose esposizioni temporanee. La sua attività di ricerca è rivolta alla comunicazione museale, alla museologia, alla valorizzazione di ambito archeologico e alla cultura materiale antica, in particolare ai materiali ceramici di età romana e all'edilizia residenziale. Marina Volonté, laureata in lettere classiche con indirizzo archeologico presso l'Università degli Studi di Milano, dove ha conseguito anche il diploma di Specializzazione in Archeologia Classica, dal 1999 è in ruolo presso il Comune di Cremona in qualità di Conservatore archeologo. Autrice di pubblicazioni scientifiche e divulgative di ambito archeologico, in particolare relative a problematiche inerenti il territorio della Pianura Padana in età romana, ha recentemente collaborato alla cura del progetto di allestimento scientifico del nuovo Museo Archeologico della città. Partecipa inoltre al coordinamento dei progetti di educazione al patrimonio del Sistema Museale di Cremona, dedicando particolare attenzione ai temi del dialogo interculturale. Fa parte della commissione "Educazione e mediazione" di ICOM Italia