Altri sguardi – Laboratorio di mediazione culturale per migranti, rifugiati e richiedenti asilo

Martina Fusaro | Tesi di Master “Servizi Educativi per il patrimonio artistico, dei musei storici e di arti visive” | Università Cattolica Milano
a.a. 2019-2020

Il progetto “Altri Sguardi”, un laboratorio di mediazione culturale rivolto a migranti, rifugiati e richiedenti asilo del territorio veneziano, nasce nel 2019 dalla volontà di alcuni componenti dello staff di Palazzo Grassi – Punta della Dogana in coordinamento con il dipartimento di Servizi educativi, e ha potuto continuare nel 2020 nonostante le difficoltà causate dalla pandemia.
Attraverso questa esperienza, il gruppo di progetto si è proposto di creare un luogo di accoglienza e gettare le basi per una prima integrazione sociale dei partecipanti, che entrano in dialogo con il pubblico generando, attraverso lo scambio reciproco, un nuovo punto di vista; “dare voce” a coloro che, comunemente, non partecipano alla vita culturale, né come fruitori né come possibili attori coinvolti nei processi museali; dare spazio a una pluralità di sguardi sulle opere esposte in mostra, coinvolgendo i visitatori occasionali in una prospettiva di arricchimento reciproco.
Il laboratorio si è svolto nell’arco di un trimestre, con incontri bisettimanali da due ore ciascuno. I partecipanti, invitati a tramite apposito bando e accompagnati da quattro tutor (due educatori museali e due mediatori, selezionati tra i partecipanti all’edizione 2019), hanno costruito un intervento di mediazione intorno a una o più opere della mostra “Untitled 2020. Tre sguardi sull’arte di oggi”, allestita a Punta della Dogana.
La caratteristica principale del laboratorio è stata di lasciare massima autonomia ai partecipanti, invitandoli a costruire una propria narrazione a partire da ricordi, vissuti e sensazioni personali, senza che fossero fornite loro chiavi di lettura delle opere “preconfezionate” dall’istituzione.
Attraverso una serie di esercizi di mediazione proposti dai tutor e diversificati in base alle attitudini, alle competenze (linguistiche) e alle inclinazioni, i partecipanti hanno via via individuato le opere e i temi a cui dedicarsi, componendo un racconto sempre più ricco e completo.
La restituzione pubblica, approdo finale del laboratorio, si sarebbe dovuta tenere nelle sale espositive, coinvolgendo il pubblico in un dialogo corale; purtroppo, l’emergenza sanitaria ha costretto a ripensare la presentazione da remoto, con il pubblico collegato virtualmente.
L’impossibilità di mediare le opere in presenza ci ha spinti a ragionare in termini più ampi riguardo alla documentazione del percorso vissuto, affinché diventasse campo di sperimentazione e riflessione per le edizioni a venire. Per questo motivo abbiamo scelto di commissionare a uno dei partecipanti, videomaker professionista, la realizzazione di un documentario che si è rivelato un prodotto artistico e ricco di contenuto, cui si sono aggiunte testimonianze scritte e audio (come ad esempio un diario di bordo) finalizzate a offrire uno sguardo complessivo sul progetto.
Al termine del percorso, per completare il quadro della valutazione svolta in itinere, è stato somministrato un questionario sia ai partecipanti che ai tutor; i riscontri ottenuti hanno evidenziato gli aspetti da consolidare (tra i quali la durata del progetto, da ampliare, e una maggiore chiarezza nella definizione degli obiettivi) e i desiderata per la prossima edizione (come ad esempio una preparazione più specifica sulle tematiche relative alla migrazione, richiesta dai tutor).

Open call edizione 2020