La tesi in oggetto si pone l’obiettivo di analizzare il comportamento musicale assunto dai membri delle comunità di stranieri residenti a Cremona che hanno preso parte all’edizione 2022 di “Culture in dialogo: i patrimoni di Cremona tra il locale e il globale”, progetto di ricerca-azione partecipata del quale si intendono valutare gli esiti, i punti di forza e le criticità. Mediante l’attenta osservazione dello svolgimento degli eventi e l’analisi delle esecuzioni musicali, si intraprende una riflessione finalizzata a stabilire se l’esperienza abbia dato vita a un proficuo dialogo interculturale, in che misura e con quali modalità.
“Culture in dialogo” è una iniziativa avviata nel 2019 nell’ambito di un progetto più ampio incentrato sulla relazione tra musica e migrazione, coordinato dalla professoressa Fulvia Caruso in collaborazione con dottorandi e studenti del Dipartimento di Musicologia e Beni culturali di Cremona. Destinato agli stranieri residenti e ai richiedenti asilo situati nel territorio cremonese, è costituito da una serie di attività che impiegano la musica come strumento utile alla comprensione dell’identità transnazionale e all’ideazione di interventi creativi finalizzati a plasmare l’opinione pubblica sulla diversità culturale, etnica e religiosa nell’Italia contemporanea. In particolare, “Culture in dialogo” ha la peculiarità di mettere in relazione il patrimonio immateriale di cui le persone sono portatrici (musiche, storie, abitudini e pratiche culturali) con il patrimonio materiale composto dalle collezioni di tre musei civici di Cremona: il Museo Archeologico San Lorenzo, il Museo di Storia Naturale e il Museo della civiltà contadina “Il Cambonino vecchio”.
La tesi è articolata in cinque capitoli. Il primo, “Il museo partecipativo”, affronta il tema della partecipazione nei musei, una questione molto attuale che negli ultimi anni ha innescato un importante dibattito tra ricercatori, conservatori e personale museale. Attingendo a testi di antropologia museale, si cercherà di definire, nell’ambito del progetto cremonese, quale sia stato il rapporto tra le collezioni dei tre musei della città e il patrimonio immateriale formato dalle musiche e dalle narrazioni che le comunità hanno proposto ai visitatori. A partire dalla definizione di che cosa sia un oggetto “musealizzato”, ci si chiederà quale ruolo hanno assunto le musiche e le storie negli allestimenti. Il secondo capitolo, “Culture in dialogo”, è dedicato alla descrizione degli snodi fondamentali del progetto nell’edizione 2022. Il terzo e il quarto capitolo, rispettivamente “La musica albanese” e “La musica rumena”, sono focalizzati sull’analisi delle musiche presentate dalle associazioni. In particolare, in base all’osservazione si mira a comprendere il comportamento musicale dei partecipanti, il ruolo che le musiche hanno assunto nell’ambito dell’allestimento museale e con quali modalità le associazioni hanno rappresentato le proprie tradizioni e sensibilità culturali, ad esempio nella scelta delle musiche – talvolta riprese in modo letterale da repertori della tradizione, altre volte frutto della produzione contemporanea – come queste vengono rielaborate e con quali mezzi vengono presentate al pubblico. Il quinto capitolo, “Confronto con altri progetti partecipativi”, mette in relazione “Culture in dialogo” con altre realtà con le quali è stato possibile entrare direttamente in contatto nel corso della ricerca: il progetto “AMIR – Accoglienza, musei, inclusione e relazione” a cura di Stazione Utopia e Rete museale tematica Musei di Tutti, che organizza iniziative in numerosi musei situati nelle città di Fiesole e Firenze; “[S]oggetti migranti / READ-ME 2”, a cura del al Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico “Luigi Pigorini”; il progetto “Fabbriche di storie – Percorsi narrati alle Gallerie degli Uffizi”; il “Progetto Genesi” a cura del gruppo FAI Ponte tra culture.
Nelle conclusioni, sulla base degli esiti delle indagini eseguite su due fronti – quello musicale e quello museale – ci si propone di valutare se l’impiego della musica in progetti come “Culture in dialogo” possa favorire un dialogo interculturale nel quale ognuno è libero di rappresentarsi e raccontarsi scegliendo autonomamente le modalità più adatte a tale scopo. Inoltre, attraverso l’analisi dei dati emersi, si cercherà di comprendere se la musica possa essere uno strumento funzionale allo sviluppo di progetti partecipativi nei musei, atti a favorire la fruizione dei patrimoni in modo attivo, accogliente, inclusivo e in prospettiva interculturale.