Dall’io al noi: le identità si incontrano al museo

Miriam Mandosi | Corso di Laurea in Storia dell’Arte, Facoltà di Scienze Umanistiche | Università di Roma “La Sapienza”
a.a. 2008-2009

L’obiettivo di questo lavoro è stato di dimostrare il potenziale generativo del patrimonio nei processi di educazione interculturale. Dopo aver spiegato cos’è la pedagogia del patrimonio, la tesi dimostra il suo legame con le tematiche dell’intercultura, analizzandone i termini chiave ed esplorando quali strategie pedagogiche utilizzare, in primis il racconto autobiografico. Viene inoltre esaminato il ruolo importante che lega la scuola al territorio e al museo. Quest’ultimo in particolare, oggi sempre più sollecitato a instaurare un  rapporto con nuovi pubblici, offre interessanti spunti di riflessione, come dimostrano i quattro progetti presi in esame nella tesi, sviluppati da quattro diverse tipologie di museo:
· “Saperci fare. Educazione e comunicazione interculturale al museo”
, promosso dal Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma (collezione etnografica)
· il progetto “Ospiti DONOre”
e il corso per mediatori museali, promossi dalla GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo (collezione d’arte moderna e contemporanea)
· le mostre temporanee “Warsawa 1944” e “La lunga Liberazione”, presso il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino (collezione di storia)
· “Scene di festa. Dall’antichità ad oggi, l’archeologia come ponte tra culture”
, promosso dal Museo Civico “Ala Ponzone” di Cremona (collezione d’archeologia).
La scelta di questi quattro musei è tesa a dimostrare che ogni tipo di collezione e ogni disciplina permettono di sviluppare lo sguardo antropologico e di educare a vivere in un mondo sempre più multiculturale. Per ogni disciplina caratterizzante i progetti scelti si rintraccia ciò che la lega alle tematiche dell’intercultura, auspicando una futura rilettura dei vari saperi. Le esperienze dei quattro musei sono state analizzate sia direttamente, sia utilizzando le schede di progetto pubblicate da Fondazione Ismu, sia tramite interviste ai responsabili del progetto. Nel caso di “Saperci fare”, la partecipazione attiva della tesista grazie al tirocinio durato oltre un anno, ha reso la trattazione particolarmente approfondita.
La tesi dà inoltre risalto alla storia di ogni museo e ai macro programmi europei o nazionali ai quali, in alcuni casi, fanno riferimento i progetti analizzati.
Un capitolo è dedicato infine al convegno “Europe: Cultures Croisées”, tenutosi a Parigi a conclusione dell’Anno Europeo del Dialogo Interculturale 2008, che ha offerto la possibilità non solo di avere una panoramica internazionale di quanto realizzato, ma soprattutto di riflettere sulle nuove prospettive per il dialogo interculturale.
Dal lavoro di ricerca, corredato da un ampia bibliografia e sitografia, è emersa la fattibilità di esportare un pensiero prettamente antropologico in ogni disciplina e la possibilità per il museo di porsi come luogo di incontro e di crescita, dato il ruolo fondamentale che il patrimonio culturale offre nell’educazione alla cittadinanza.