Laboratori per famiglie al Museo Popoli e Culture del PIME

Giorgia Fara | Master "Servizi Educativi per il patrimonio artistico, dei musei storici e di arti visive" | Universitá Cattolica Milano
a.a. 2013-2014

Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
Il progetto nasce come tesi del Master dell’Università Cattolica in “Servizi Educativi per il patrimonio artistico, dei musei storici e di arti visive”. Insieme alla responsabile del Museo Popoli e Culture, Paola Rampoldi, abbiamo deciso che mi sarei occupata in autonomia di progettare e realizzare un ciclo di quattro laboratori per famiglie, ognuno legato ad alcune specifiche testimonianze comprese nella collezione del Museo. Sulla base di questa scelta, ho studiato e approfondito il materiale già esistente, poiché questi laboratori vengono proposti ogni anno.

Gli operatori – l’equipe di progetto
– Lara Fornasini (responsabile dei servizi educativi) e Paola Rampoldi (curatrice e responsabile della comunicazione), Museo Popoli e Culture
– Francesca Cambielli e Monica Elli, componenti dell’equipe educativa del Museo
– Giorgia Fara, stagista del Master “Servizi Educativi per il patrimonio artistico, dei musei storici e di arti visive” presso il Museo Popoli e Culture di Milano.

I destinatari
Famiglie con figli in età compresa tra i 4 e gli 11 anni.

Gli obiettivi

Educativi:
• avvicinare le famiglie al Museo Popoli e Culture e favorirne la conoscenza come realtà presente sul territorio
• promuovere, attraverso una mediazione “su misura”, la conoscenza di diverse culture
• suscitare nei bambini, e anche nei loro genitori, il desiderio di tornare al Museo per ripetere l’esperienza.

Di conoscenza:
• conoscenze legate alle collezioni permanenti del Museo Popoli e Culture
• elementi legati a nuove tecniche, che saranno utilizzate nei laboratori.

Di competenza:
• saper ragionare non solo secondo le proprie abitudini e tradizioni, ma provare a comprendere quelle di un’altra cultura
• saper utilizzare materiali poco comuni.

Da quando, per quanto
Settembre-ottobre 2014: formazione.
Ottobre 2014: progettazione.
Novembre 2014: attivazione dei laboratori con le famiglie.
I laboratori verranno inoltre riproposti nei mesi di marzo e aprile 2015.

La formazione
Studio delle dispense fornite dal Museo Popoli e Culture relative alle collezioni permanenti e affiancamento durante le visite guidate con differenti pubblici.
Studio di dispense specifiche in relazione alla tipologia del laboratorio da svolgere, nonché  dei laboratori per famiglie realizzati negli anni precedenti.

Come si articola – le fasi di lavoro

Formazione: v. sopra.

Progettazione
In diversi incontri con la responsabile del Museo, Paola Rampoldi, abbiamo valutato e deciso quali potessero essere le collezioni esposte più adatte da presentare ai bambini, nonché le attività laboratoriali da proporre:

• collezione Molas (tessuti realizzati dalle donne Kuna a Panama): realizzazione di una maglietta con la tecnica dello stencil
• testimonianze sulle popolazioni nomadi dell’India: realizzazioni di ornamenti sonori
• le maschere africane: realizzazione di una maschera, utilizzando come materiale il cuoio
• i vasi cinesi: decorazione di piccoli vasetti di vetro, utilizzando piccoli tasselli di pasta di sale colorata.

Attuazione
Quattro sabati pomeriggio in cui le famiglie sono state invitate al Museo per partecipare ai laboratori.

Le strategie e gli strumenti
Le strategie utilizzate per la realizzazione del progetto sono state il metodo della narrazione verbale e della presentazione visiva degli oggetti.
Si è inoltre prevista l’integrazione di tale momento didattico-frontale con una successiva attività pratico-laboratoriale, volta a incentivare e stimolare l’interiorizzazione dei contenuti attraverso attività artistiche correlate al museo/collezione.

La produzione
Alla fine di ogni laboratorio, i bambini hanno potuto portare a casa la loro opera, collegata alle testimonianze del Museo, anche come ricordo dell’esperienza vissuta.

La documentazione
• documentazione fotografica dei laboratori svolti con i bambini
• prototipi da me realizzati, da mostrare ai bambini prima dell’inizio del laboratorio
• questionari di gradimento compilati dai genitori e dai bambini a fine laboratorio.

La verifica e la valutazione
La verifica ex-ante, condotta insieme a Paola Rampoldi, ha riguardato le esperienze laboratoriali precedenti del Museo, sempre dedicate alle famiglie; pur mantenendo la medesima struttura, ho formulato alcune proposte di innovazione, che sono state approvate.
Monitoraggio in itinere: al termine di ogni laboratorio, ho consegnato ai bambini e ai loro genitori una scheda di gradimento inerente il laboratorio svolto; le schede sono state raccolte e visionate insieme alla responsabile. Verificati gli esiti e i commenti positivi rispetto al lavoro da noi svolto, abbiamo deciso di proseguire con la stessa modalità.
Valutazione finale: al termine dei quattro laboratori, ho avuto modo di confrontarmi con Paola Rampoldi sul progetto: abbiamo verificato il raggiungimento degli obiettivi preposti e l’esito dell’esperienza è risultato positivo.

La presentazione e la pubblicizzazione
Comunicati su testate locali, pagina face book e sito del Museo.

Le risorse finanziarie
Risorse interne del Museo.

I punti di forza

“T-Molas”:
• la realizzazione di un oggetto di uso quotidiano, che può quindi richiamare in ogni momento alla mente del bambino l’esperienza vissuta al Museo
• l’apprendimento di una nuova tecnica di pittura.

“Ornamenti sonori”:
• la possibilità, per ogni bambino, di diventare un “membro” della comunità dei Lambadi: indossando infatti dei monili simili a quelli di questa popolazione nomade, i partecipanti hanno potuto sperimentare e vivere in prima persona i concetti che erano stati illustrati in precedenza.

“Maschere africane”:
• la possibilità di diventare chiunque essi desiderino: la maschera infatti permette ai bambini di raccontare come vorrebbero essere o cosa sognano di poter fare, sentendosi liberi di esprimersi
• l’utilizzo e la conoscenza del cuoio, un materiale nuovo per la maggior parte di loro.

“Vasi cinesi”
• lo sviluppo di due virtù: la pazienza e la precisione. Per decorare questi vasi, infatti, si richiede ai bambini di imitare la tecnica cinese, impresa non facile, ma stimolante.

Le criticità emerse
Il primo incontro è stato sicuramente più “didascalico” e meno coinvolgente, perché ero più impacciata. Nei laboratori successivi ho acquisito maggiore sicurezza e ho constatato che anche i bambini apprezzavano di più la parte esplicativa davanti alle collezioni.
• “T-Molas”: così strutturato, questo laboratorio è difficilmente replicabile per i costi; tutti i materiali utilizzati sono stati reperiti gratuitamente in quanto ricavati da laboratori che avevo precedentemente realizzato; tale condizione però può valere solo per una volta. Abbiamo quindi concordato con Paola Rampoldi di modificare il laboratorio per il futuro: le magliette saranno sostituite da ritagli di stoffa e i colori usati saranno tempere. L’oggetto finale che si otterrà sarà un piccolo quadretto da tenere come ricordo.
• “Ornamenti sonori”: il laboratorio non è molto adatto per i maschi, in quanto è difficile che un bambino indossi braccialetti, collane, ornamenti femminili. Una soluzione che ho adottato è stata quella di realizzare un monile per regalarlo a qualcuno, per esempio alla mamma o alla nonna.
• “Vasi cinesi”: difficoltà di carattere tecnico, ovvero l’esigenza di avere a disposizione molto tempo affinché ogni piccolo tassello si incolli bene al barattolo, richiedendo molta pazienza e l’aiuto dei genitori per poter completare il lavoro.

Riflessioni conclusive
Penso che per il Museo Popoli e Culture sia stato molto importante mantenere questa proposta, perché permette di avvicinare il pubblico familiare e di farsi conoscere come realtà attiva sul territorio. Inoltre ritengo che i bambini e la famiglie che hanno partecipato ai laboratori abbiano appreso nuove conoscenze su diverse culture e abbiano imparato ad apprezzarle, slegandosi da alcune “rigidità” che appartengono al nostro modo di pensare.
Nello specifico, per quanto mi riguarda, impegnarmi in questo progetto è stato interessante, ho avuto modo di gestire in autonomia ogni fase dei laboratori, e questo è stato motivo di crescita, viste alcune difficoltà che ho dovuto superare.
Le competenze da me acquisite hanno riguardato più aspetti:
• progettazione delle attività: ho imparato a progettare un’attività strutturandola in modo tale che chiunque, anche senza la mia presenza, possa comprenderla e replicarla. Ho inoltre compreso quanto in fase di progettazione sia importante il confronto, il più possibile dettagliato; ciò infatti permette non solo di sentirsi sicuri e a proprio agio con il pubblico, ma di favorire una mediazione interessante a tal punto da spingere il visitatore a tornare al Museo. Infine lo studio; conoscere ciò di cui si parla è essenziale
• rapporto con il pubblico: mi sono principalmente relazionata con i bambini e da loro ho appreso quanto sia importante rendere la mediazione il più esperienziale possibile
• attività di laboratorio: ho appreso che ogni laboratorio deve avere un tempo per la restituzione, e ho sperimentato quanto sia essenziale rimanere nelle tempistiche prefissate
• verifica e valutazione: entrambe molto importanti, sono due momenti che permettono di comprendere realmente come è stato vissuto il laboratorio / la visita proposta. Ho capito che le critiche sono essenziali per crescere: le osservazioni iniziali di alcune mamme sul primo laboratorio, infatti, mi hanno permesso di correggermi e di fare un lavoro migliori nei laboratori successivi.