Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
Il progetto “12 narratori in cerca d’autore” si basa sull’esperienza pluriennale maturata da GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea sul fronte delle politiche di sviluppo dell’accesso e di inclusione sociale/culturale, con il coinvolgimento attivo di Mediatori Museali di origine immigrata nella programmazione culturale ed educativa del Museo.
A partire dal 2007 i Servizi Educativi della GAMeC hanno infatti dato vita a un gruppo di 33 mediatori provenienti da diversi Paesi, che nel corso degli anni hanno acquisito una elevata conoscenza della storia dell’arte e competenze tali da permettere loro di condurre non solo visite in lingua madre per migranti o per turisti, ma anche percorsi narrati per progetti interculturali, seminari di alta formazione per studenti universitari, corsi di aggiornamento per docenti, progetti di accessibilità nella casa circondariale o con i disabili.
Questo modello è stato riproposto in altri contesti museali (Pinacoteca di Brera, Accademia Carrara di Bergamo, Museo del Cinema di Torino, Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Pigorini” di Roma) in quanto paradigma di un modo di lavorare con le opere e sulle opere promuovendo la conoscenza dell’arte e l’inclusione sociale e culturale.
A sette anni dalla nascita di questo gruppo, cui la GAMeC ha sempre dedicato particolare attenzione promuovendo costanti occasioni formative, i Servizi Educativi del Museo hanno dato vita a un ulteriore step con il progetto “12 narratori in cerca d’autore”, nell’ambito del quale si è creato un intreccio tra collezioni permanenti, patrimonio culturale immateriale (memorie e tradizioni) e identità culturali (locali, europee e con un’apertura internazionale), che grazie alla collaborazione con il corso di Digital Video della NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano ha consentito di ingaggiare le nuove generazioni in una progettualità creativa.
Per dare una panoramica più esaustiva delle azioni intraprese dal Museo a favore dell’inclusione sociale e dell’intercultura (comprese quelle antecedenti all’avvio del Progetto Mediatori), viene qui di seguito ricostruito in sintesi il percorso effettuato dal 2001 a oggi:
• 2001-2004 – Scuola primaria “Fratelli Calvi”: progetto “Arte, formazione e Intercultura”.
• 2005-2006 – Sollecitato dal Teatro Donizetti, in occasione della stagione “Altri percorsi” incentrata sul tema dello Straniero in tutte le sue declinazioni, il Museo si è interrogato su quale fosse il suo rapporto con i nuovi cittadini di Bergamo. Dal coinvolgimento di una classe di un corso avanzato di italiano del Centro EDA nell’esplorazione del Museo e dei suoi significati – soprattutto quelli legati al concetto di dono – è nato il progetto “OspitiDONOre”, conclusosi con una mostra. Il progetto aveva l’obiettivo di attivare un primo legame tra il Museo e i migranti.
• 2007-2008 – Nuova collaborazione con il Teatro Donizetti nell’ambito del progetto “Tracce straniere”. La GAMeC promuove un bando per i cittadini di origine immigrata di Bergamo e provincia, attiva per loro un corso di formazione (41 adesioni) a conclusione del quale 31 persone superano l’esame finale, diventando Mediatori museali. Loro missione all’interno della GAMeC diventa quella di dar vita a una narrazione che si faccia “ponte”, uscendo dall’ottica dello storico dell’arte per compenetrarsi con quella dell’uomo, delle sue storie, della sua cultura, sostenendo così il diritto di tutti al patrimonio culturale e avvicinando gli adulti migranti al Museo.
• 2008-2009 – Il progetto “L’altra pARTE”, che ha visto coinvolti i mediatori e gli educatori museali nella Scuola secondaria di primo grado “Alberico da Rosciate” (“Il museo dei destini incrociati”) e nelle classi terze dell’ISIS “Galli”, indirizzo operatore turistico (“LOST @ GAMeC”), si è sviluppato intorno ai temi dell’arte contemporanea, dell’intercultura e della cittadinanza.
• 2009-2010 – Il progetto “GAMeChristmas – Le storie dell’arte”, finanziato da Regione Lombardia, ha saputo valorizzare il patrimonio del Museo mettendolo al centro di riflessioni in cui educatori e mediatori museali, migranti e studenti, giovani e adulti hanno condiviso processi e percorsi mirati alla valorizzazione dell’identità e della valenza interculturale e di integrazione del patrimonio europeo.
• 2010 – Il progetto “L’arte di raccontare l’arte”, finanziato da Regione Lombardia, nasce con l’intenzione di far acquisire ai mediatori conoscenze e competenze legate all’educazione al patrimonio culturale, promuovendo l’arte contemporanea attraverso nuovi linguaggi, e più in particolare l’uso della tecnica dello storytelling.
• 2014 – La GAMeC, insieme alla Pinacoteca Nazionale di Brera, all’Accademia Carrara, al Museo del Novecento, Storyville e Tramiteteatro, partecipa come capofila al bando “Che fare” con il progetto “Le altre storie”. Si costituisce così il primo network di istituzioni pubbliche e private con l’obiettivo di formare gruppi di mediatori museali di origine immigrata e di rimuovere le cause di disuguaglianza nella partecipazione alla cultura per il pieno sviluppo della persona. Il progetto si qualifica superando la prima selezione e raccoglie circa 4.000 voti di preferenze.
La restituzione alla Città di tutte queste esperienze ha avuto come importante ritorno anche il coinvolgimento di adulti, familiari e studenti di altre scuole, comunità migranti, che hanno così trovato un canale inedito di accesso e conoscenza della GAMeC e delle opere d’arte.
Gli attori coinvolti – la rete di progetto
• Ente promotore: GAMeC di Bergamo
• Istituzioni partner: NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano; Tramiteteatro, Bergamo.
Gli operatori – l’equipe di progetto
• Giovanna Brambilla, Responsabile Servizi Educativi GAMeC, responsabile di progetto
• Maria Grazia Panigada, Tramiteteatro, esperta di narrazione in contesti museali.
Mediatori Museali
I Mediatori Museali dalla GAMeC coinvolti nel progetto sono persone residenti da anni sul territorio, con un’ottima padronanza della lingua italiana e curriculum personali di tutto rispetto, che comprendono esperienze educative, teatrali, di mediazione linguistica e culturale in campo artistico, culturale, sociale e giudiziario.
La loro conoscenza della storia dell’arte è frutto di sette anni di formazione permanente promossa dal Museo attraverso corsi, lezioni, seminari, nell’ambito dei quali hanno approfondito argomenti di carattere storico-artistico, pedagogia del patrimonio rivolta alla disabilità, pratiche e tecniche di narrazione, competenze interculturali.
Alcuni di loro sono diventati mediatori presso altri musei – Accademia Carrara, Pinacoteca Nazionale di Brera, Museo del Novecento di Milano –, altri hanno conseguito l’abilitazione come guide della Provincia di Bergamo.
Al progetto “12 narratori in cerca d’autore” hanno partecipato: Damaris Cuevas (Cuba), Alzira Maria Da Costa Baia (Brasile), Julinda Doci (Albania), Elena Dorofeeva (Moldavia), Doina Ene (Romania), Anita Gazner (Ungheria), Anahì Gendler (Israele), Joviča Momcilovic (Serbia), Junko Nishimori (Giappone), Ann Cristin Tan (Svezia), Anna Zhang (Cina), Maedeh Ziarati (Iran).
Docenti e studenti della NABA
• Eros Gioietto, docente del corso di Digital Video, Biennio Specialistico in Design della Comunicazione
• Francesco Zaccaria, assistente di Eros Gioietto, per supporto alle riprese video
• studenti del corso di Digital Video.
I destinatari
• pubblico adulto
• giovani (scolarizzati e non)
• migranti, profughi
• scuole secondarie di primo e secondo grado.
Gli obiettivi
• dare forma – visiva e di narrato – alle interpretazioni costruite dai Mediatori Museali su opere della Collezione Permanente, partendo dal presupposto che attraverso l’identità del singolo è possibile creare una narrazione in grado di veicolare a un ampio uditorio non solo informazioni storico-artistiche, ma anche suggestioni legate alla sfera emotiva e relazionale; queste consentono ai fruitori dei percorsi narrati di apprendere una nuova modalità esperienziale di confronto con il patrimonio culturale, mettendosi in gioco in prima persona
• veicolare l’attività dei Mediatori Museali a un pubblico più ampio attraverso il sito del Museo e i social network, dando ai mediatori stessi la possibilità, attraverso link, di far conoscere questa esperienza a migranti di prima e seconda generazione e profughi
• intrecciare la rilettura delle opere da un punto di vista narrativo (Mediatori Museali) a quella da un punto di vista creativo (studenti NABA), al fine di incoraggiare la fruizione partecipata del Museo da parte delle giovani generazioni e dei futuri creativi.
Da quando, per quanto
Il progetto ha avuto inizio nel settembre 2014 e si è concluso nel dicembre 2015.
La formazione
La formazione dei Mediatori Museali si è articolata nelle seguenti fasi:
• analisi dei dati storico-artistici delle opere scelte
• modalità di costruzione di una narrazione
• stesura e rielaborazione del testo
• drammatizzazione
• trasposizione filmica.
Il percorso formativo rientra nell’ambito della life-long learning education; al suo cuore, il potenziamento delle competenze pregresse dei mediatori, una rivisitazione delle collezioni permanenti della GAMeC, il supporto della Responsabile dei servizi educativi e dell’esperta di narrazione in contesti museali.
Come si articola – le fasi di lavoro
Il progetto “12 narratori in cerca d’autore” ha coinvolto 12 Mediatori Museali in un percorso di formazione condotto da Maria Grazia Panigada, esperta in narrazione in contesti museali che aveva già collaborato con GAMeC (cfr. collaborazioni con il Teatro Donizetti e progetto “L’arte di raccontare l’arte” alla voce “Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse”). Il percorso ha portato alla creazione di altrettante narrazioni in lingua italiana e in lingua madre (per l’Europa: albanese, portoghese, romeno, russo, serbo, spagnolo, svedese, ungherese; per l’area internazionale: cinese, ebraico, giapponese, persiano), ognuna delle quali legata a un dipinto della Collezione Permanente e risultante da un intreccio tra avvenimenti storici (macrostoria), dati artistici e vissuti autobiografici, al fine di incoraggiare una nuova modalità di approccio alle opere.
Dopo il lavoro di Maria Grazia Panigada con i mediatori alla costruzione delle narrazioni, queste sono state riprese integralmente in video e rielaborate dagli studenti NABA. Due le particolarità: a) tutte le narrazioni sono state riprese sia in lingua italiana che in lingua madre; b) le riprese sono state fatte davanti all’opera, ma anche davanti a una proiezione a parete della stessa in formato decisamente più grande dell’originale.
Grazie alla condivisione del progetto con i docenti e gli studenti del corso di Digital Video della NABA, vi è stata la possibilità di sperimentare un circolo virtuoso di linguaggi. Le narrazioni sono state costruite non solo per un futuro pubblico “in presenza” al Museo, ma per gli studenti stessi della NABA, che su di esse e sulle opere scelte dai mediatori hanno dovuto lavorare alla realizzazione di un video originale, con un linguaggio proprio. In tal senso, il Museo si è configurato come luogo non solo di promozione della cultura, ma anche di valorizzazione dei talenti emergenti con un’importante opportunità di lavoro.
In occasione del progetto, le schede delle opere costituenti la Collezione Permanente GAMeC sono state aggiornate in una agile guida (al costo contenuto di 3 euro).
Le collezioni del Museo sono articolate nei seguenti nuclei principali:
• la Raccolta Spajani, composta da circa quaranta capolavori di arte moderna (tra le altre, opere di Balla, Boccioni, de Chirico, Kandinskij, Morandi)
• la Collezione Manzù, donata dallo scultore alla città di Bergamo, che comprende sculture, dipinti, disegni e incisioni
• la Raccolta Stucchi, costituita da una ventina di dipinti che fanno il punto sull’arte europea tra gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso, con particolare riferimento ai maestri dell’Informale.
A questi nuclei principali si aggiungono dipinti di maestri degli anni trenta, tra i quali Sironi, e opere di artisti contemporanei: Alviani, Basilico, Beecroft, Cattelan, Cucchi, Fabre, Man, Vitone, Xhafa.
Queste, nel dettaglio, le fasi di lavoro:
• co-progettazione, raccordo e incontri di verifica con i docenti NABA (agosto 2014)
• incontro con i Mediatori Museali coinvolti (settembre 2014)
• incontri di co-progettazione con esperta di narrazione (settembre 2014)
• aggiornamento schede opere della Collezione Permanente GAMeC (settembre 2014)
• creazione delle prime tracce narrative e loro rielaborazione (ottobre-novembre 2014)
• predisposizione dei testi per la realizzazione dei video, lavoro dell’esperta di narrazione sulle modalità espressive (novembre 2014)
• verifica e traduzione schede opere della Collezione Permanente GAMeC (novembre 2014)
• stampa brochure Collezione Permanente (dicembre 2014)
• riprese video e concorso NABA per montaggio video (ottobre-dicembre 2014)
• consegna definitiva video (maggio 2015)
• verifica video dei mediatori e video prodotti dagli studenti NABA (settembre 2015)
• pubblicazione on line dei video (dicembre 2015).
Le strategie e gli strumenti
• incontri sia collettivi che individuali tra i mediatori, la Responsabile dei servizi educativi e l’esperta di narrazione
• incontri tra la Responsabile dei servizi educativi e gli studenti della NABA
• momenti di condivisione del percorso, focus group, verifiche e riformulazioni in itinere
• riprese video, stesura di testi.
La produzione
Le narrazioni dei Mediatori Museali e i video originali creati dagli studenti NABA.
Le riprese video delle narrazioni (disponibili sul Canale Youtube della GAMeC di Bergamo e nella sezione “Video” di questo sito) rappresentano un strumento strategico di avvicinamento alle collezioni per un bacino d’utenza molto ampio: bambini, giovani, adulti e anziani, italiani e stranieri, eliminando le barriere linguistiche (il progetto copre la quasi totalità delle lingue parlate dai “nuovi cittadini” di Bergamo) e culturali nella fruizione delle opere.
La documentazione
La documentazione coincide in questo caso con la produzione.
Altre risorse disponibili
• i testi di tutte le narrazioni sviluppate nell’ambito del progetto sono pubblicati in: Bodo S., Mascheroni S., Panigada M. G. (a cura di), Un patrimonio di storie. La narrazione nei musei, una risorsa per la cittadinanza culturale, Mimesis Edizioni, Milano, 2016.
• le riprese video delle narrazioni (a cura degli studenti della NABA) sono pubblicate nella sezione “Video” di questo sito e sul Canale YouTube della GAMeC.
La verifica e la valutazione
• incontri periodici tra Responsabile dei servizi educativi, esperta di narrazione e Mediatori Museali
• focus group prima della messa on-line dei video
• questionario di autovalutazione sul percorso effettuato dall’equipe di progetto
• intervista ai mediatori dopo la visione dei video, a documentazione della percezione della riuscita del progetto.
La presentazione e la pubblicizzazione
“12 narratori in cerca d’autore” è stato diffuso tramite il sito GAMeC (nel quale è stata attivata una sezione dedicata – v. “Altre risorse disponibili”), i social network e proiezioni dei video nel circuito AMACI – Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani.
Il progetto è stato inoltre veicolato attraverso i Consolati e le Ambasciate dei Paesi di provenienza dei mediatori, e l’Ufficio di Promozione Turistica di Bergamo; comunicato e promosso capillarmente attraverso la diffusione di materiali stampati, con una particolare attenzione a scuole, associazioni, biblioteche, centri culturali.
E’ stata inoltre effettuata una speciale azione di comunicazione redazionale nei confronti dei media classici, attraverso l’intervento di apposito ufficio stampa, e sviluppata un’azione di promozione telematica attraverso l’utilizzo di newsletter e presenza sui social network.
Le risorse finanziarie
Il progetto è stato interamente finanziato da GAMeC.
I punti di forza
• valorizzazione delle competenze, dei saperi e dei vissuti dei mediatori
• valorizzazione delle narrazioni “visive” degli studenti e dell’interazione tra studenti e mediatori
• narrazione che il Museo fa di sé attraverso una pluralità di voci
• promozione dell’intercultura
• utilizzo di nuove tecnologie
• raggiungimento di nuovi fruitori.
Le criticità emerse
• i mediatori hanno incontrato qualche difficoltà quando, per esigenze di ripresa video, è stato loro richiesto di condensare uno sviluppo narrativo che, soprattutto in alcuni casi, richiedeva un tempo lungo di racconto
• la reazione dei mediatori davanti alla macchina da presa non è stata semplice, e la realizzazione dei video ha richiesto tempo e sapienza da entrambi i lati, perché chi filmava ha dovuto rinunciare a una scaletta rigorosa, incompatibile con il portato di umanità che veniva messo in scena, e chi narrava doveva affrontare le proprie incertezze, acquietare la tempesta emotiva di certi ricordi, affrontare l’impaccio che nasce quando si decide di fissare nel tempo, con un video, un evento, la voce narrante, fatta per avere interlocutori vivi, incurante della perfezione lessicale in quanto legata a uno strumento – la voce – mobile e irrecuperabile
• la necessità di lavorare in tempi serrati non ha consentito ai mediatori di rielaborare le narrazioni fra il momento della loro creazione e quello della loro espressione
• sempre per questioni di tempistica, non è stato possibile far precedere alle riprese video la sperimentazione delle narrazioni “in presenza”; questo importante momento di “verifica” avrebbe permesso ai mediatori di avere rimandi dal pubblico e di aggiustare sia il testo della narrazione che le modalità espositive.
Recapiti dell’ente promotore
GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
via San Tomaso, 53 – 24121 Bergamo
www.gamec.it
Referente del progetto
Giovanna Brambilla
Responsabile Servizi Educativi
tel. 035.270272
giovanna.brambilla@gamec.it
Data di pubblicazione della scheda: dicembre 2015