Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
“Brera: un’altra storia. Percorsi interculturali nel museo” nasce dall’impegno congiunto della Pinacoteca di Brera e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale.
Il connubio tra alcuni fattori chiave fa di questo progetto un campo di innovativa sperimentazione:
• le nuove politiche adottate dalla DG Valorizzazione (in parallelo al progetto di Brera, cfr. ad esempio il bando “Promuovere forme innovative di partecipazione culturale”), che hanno garantito il sostegno finanziario necessario per la progettazione e la sperimentazione di nuovi percorsi interculturali nel Museo
• la sensibilità e l’esperienza maturata dalla Pinacoteca, che già nel 2004 ha avviato il progetto “A Brera anch’io. Il museo come terreno di dialogo interculturale”, oggi parte integrante dell’offerta educativa rivolta alle scuole primarie e secondarie di primo grado di Milano e provincia
• il coinvolgimento attivo di un gruppo di mediatori di origine immigrata (tutti con esperienze pregresse nella mediazione del patrimonio in chiave interculturale, cfr. voce “La formazione”) nello sviluppo di nuove narrazioni condivise a partire dalle collezioni
• il contributo di esperti esterni in educazione al patrimonio in chiave interculturale e in tecniche di narrazione applicate a contesti museali.
L’idea di valorizzare le collezioni della Pinacoteca in chiave interculturale nasce dalla convinzione che il museo è uno scrigno di storie: le storie delle opere, di chi le ha realizzate, di chi le ha volute; ma anche le storie di chi le guarda, di chi le sa interrogare, di chi si emoziona davanti ad esse.
Gli attori coinvolti – la rete di progetto
Enti promotori del progetto:
• Pinacoteca di Brera – Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza, Pavia, Sondrio, Varese
• Direzione Generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale – Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Gli operatori – l’equipe di progetto
– Pinacoteca di Brera:
• Emanuela Daffra (Direttore Servizi Educativi) e Paola Strada (Vicedirettore Servizi Educativi)
– Esperte esterne:
• Simona Bodo e Silvia Mascheroni (esperte in mediazione del patrimonio in chiave interculturale)
• Maria Grazia Panigada (esperta in teatro di narrazione e metodo autobiografico applicato alle opere d’arte e ai beni culturali)
• Alessandra Gariboldi (esperta in valutazione dei progetti educativi)
– Mediatori: Francesca Cambielli (Italia), Connie Castro (Filippine), Biljana Dizdarevic (Bosnia), Anita Gazner (Ungheria), Rosana Gornati (Brasile), Dudù Kouate (Senegal), Margaret Nagap (Egitto), Almir San Martin (Perù).
– Ministero per i Beni e le Attività Culturali:
• Erminia Sciacchitano (Responsabile UO Ricerca e sperimentazione, DG per la Valorizzazione del patrimonio culturale).
I destinatari
Tutti i visitatori adulti (dai 16 anni in su) della Pinacoteca, italiani e “nuovi cittadini”.
Gli obiettivi
La sfida più significativa per il gruppo di lavoro, come dimostrano le finalità di “Brera: un’altra storia”, è stata quella di sviluppare un progetto altamente innovativo in un museo storico-artistico statale di antica fondazione:
• favorire l’accesso culturale dei “nuovi cittadini”
• legittimare nuove chiavi di lettura del museo agli occhi del pubblico “autoctono” e abituale
• valorizzare i mediatori come “nuovi interpreti” del patrimonio custodito dalla Pinacoteca
• valorizzare le collezioni del museo in chiave interculturale, facendo emergere quanto le opere d’arte hanno da raccontare a ciascuno di noi
• favorire l’interazione tra visitatori di ogni provenienza culturale
• contribuire alla creazione di una cultura condivisa, grazie a chiavi di lettura inedite in grado di affascinare il pubblico italiano e straniero
• portare i destinatari a riconoscere i segni di altre culture e a cogliere la complessità e la ricchezza di significati delle opere conservate/esposte in Pinacoteca
• rendere il museo un luogo sempre più aperto e attento alla relazione con la collettività.
Di fatto, la rilevanza sociale di “Brera: un’altra storia” risiede nella promozione di diversi livelli di accessibilità: lo sviluppo di una nuova familiarità tra Museo e “nuovi cittadini”, la partecipazione del non-pubblico italiano (in particolare i giovani), la promozione nei visitatori abituali di nuovi punti di vista sulle collezioni e, più in generale, la costruzione di politiche per l’accesso e la partecipazione rivolte a un pubblico interculturale, e non “segmentato” in base all’appartenenza etnica.
Da quando, per quanto
Pre-progettazione: luglio-dicembre 2011.
Formazione, progettazione e sperimentazione dei percorsi narrati: febbraio-dicembre 2012.
Valutazione: ottobre 2012 – gennaio 2013.
Al di là della fase sperimentale (ottobre 2012), i percorsi sono stati regolarmente offerti al pubblico nel 2013 e nel 2014.
La formazione
Guidati dalle referenti della Pinacoteca, dall’esperta di narrazione e dalle esperte in educazione al patrimonio in chiave interculturale, i mediatori hanno seguito un percorso di formazione e ricerca-azione nell’ambito del quale hanno progettato i percorsi narrati intorno a opere da loro scelte.
Tutti i mediatori avevano già preso parte a diversi percorsi formativi nell’ambito della mediazione del patrimonio in chiave interculturale, promossi dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo (Corso di formazione per Mediatori Museali), dalla Fondazione Ismu – Settore Educazione – Progetto Patrimonio e Intercultura (Corso di formazione per mediatori “Educare al patrimonio in chiave interculturale” e “Per-correre Insieme. Incontri di approfondimento per la mediazione del patrimonio in chiave interculturale”) e dal Museo Popoli e Culture del PIME di Milano (progetto “TAM TAM – Tutti Al Museo” 2011 e 2012).
Come si articola – le fasi di lavoro
Pre-progettazione (luglio-dicembre 2011)
• individuazione e declinazione delle finalità e degli obiettivi complessivi del progetto
• individuazione dei destinatari (adulti italiani e migranti) con una riflessione su bisogni e attese, condivise e diversificate
• definizione di ruoli e compiti di ciascun componente del gruppo di lavoro; definizione delle fasi di lavoro, delle modalità e degli strumenti relativi al percorso progettuale
• individuazione dei mediatori tra coloro che già possiedono, grazie a esperienze precedenti in altri musei, una solida formazione di base nell’ambito della mediazione del patrimonio in chiave interculturale (cfr. voce “La formazione”)
• riflessioni preliminari su opere e filoni tematici da proporre ai mediatori per un lavoro di brainstorming
• incontro introduttivo: presentazione del progetto, conoscenza reciproca tra componenti del gruppo di lavoro e mediatori, primo brainstorming su temi/opere proposte.
Laboratori per la progettazione dei percorsi narrati (febbraio-ottobre 2012)
I mediatori museali, le responsabili dei Servizi Educativi di Brera (storiche dell’arte con funzioni anche di curatela delle collezioni e di tutela del territorio per la Soprintendenza) e le esperte esterne hanno sviluppato le narrazioni attraverso un percorso di formazione, progettazione e sperimentazione concertato e condiviso:
– i mediatori hanno scelto le opere con cui confrontarsi (in media 3 a testa) da un punto di vista non solo culturale, ma anche personale ed emotivo; il loro sguardo, di fatto, è il frutto non solo delle rispettive “provenienze culturali”, ma anche di vissuti e sensibilità individuali, della capacità narrativa di cui ciascuno di essi è portatore, e di un costante, rigoroso confronto con il personale scientifico ed educativo della Pinacoteca (v. sotto)
– le storiche dell’arte della Pinacoteca hanno guidato i mediatori in un primo percorso di conoscenza delle collezioni (2 incontri), fornito via via le informazioni più significative e aggiornate riguardanti le opere (e i relativi artisti) selezionate dai mediatori, e supervisionato lo sviluppo delle narrazioni da un punto di vista storico-artistico
– l’esperta in tecniche di narrazione applicate a contesti museali ha assistito i mediatori nello sviluppo di nuove competenze narrative al fine di costruire ponti, creare nuove “risonanze”, rivelare collegamenti inattesi tra la biografia delle collezioni e le biografie delle persone (cfr. voce “Le strategie e gli strumenti”)
– le esperte in educazione al patrimonio in chiave interculturale hanno “accompagnato” l’intero processo ponendo l’enfasi sulle componenti delle narrazioni tese non tanto alla trasmissione di nozioni e contenuti o alla conoscenza delle diversità culturali, quanto all’apertura di spazi dialogici di contaminazione, di ascolto e di apprendimento reciproco, di costruzione e condivisione di significati.
I laboratori hanno sempre avuto luogo negli spazi espositivi, a diretto contatto con le opere.
Sperimentazione dei percorsi narrati (ottobre-novembre 2012)
Le visite in Pinacoteca si sono articolate in:
• percorsi condotti individualmente, dedicati alle opere della Pinacoteca scelte da ciascun mediatore, che spaziano da alcuni capolavori del museo (quali ad esempio il “Cristo morto” di Andrea Mantegna, la “Pala di Montefeltro” di Piero della Francesca, il “Cristo alla colonna” di Bramante e lo “Sposalizio della Vergine” di Raffaello) a dipinti e sculture meno note (come il “Martirio di S. Vitale” di Federico Barocci, i “Pascoli di primavera” di Giovanni Segantini e “La dame à la voilette” di Medardo Rosso)
• percorsi collettivi, condotti in gruppo da più mediatrici e mediatori museali, e incentrati su filoni tematici dalle forti potenzialità evocative, capaci di far dialogare, attraverso lo strumento della narrazione, la storia culturale delle opere d’arte con le storie e i vissuti delle persone: “I momenti importanti della vita”, “Un incontro”, “Luoghi”, “Di madre in figlio”, “Tra terra e cielo”, “Sguardi diversi sulla Predica di S. Marco ad Alessandria d’Egitto di Gentile e Giovanni Bellini”.
I percorsi, gratuiti, si sono rivolti a tutti i visitatori adulti (dai 16 anni in su) della Pinacoteca, italiani e stranieri. Ciascun percorso, della durata di 45-60 minuti circa, è stato aperto a un massimo di 12-15 persone, in modo da facilitare l’interazione tra i partecipanti, le opere e i mediatori. Alla fine di ogni visita è stato distribuito un questionario al pubblico (cfr. voce “La valutazione”).
Editing e stesura definitiva dei testi delle narrazioni (settembre-novembre 2012)
Prima e durante la sperimentazione dei percorsi di visita, le esperte esterne e le storiche dell’arte della Pinacoteca hanno svolto un attento lavoro di editing e revisione delle tracce scritte predisposte dai mediatori per le loro narrazioni. Questo lavoro era propedeutico alla registrazione dei percorsi narrati, che sarebbero andati a costituire nuovi sussidi permanenti alla visita (audioguida in Pinacoteca e file mp3 scaricabili dal sito del museo) poi non realizzati.
Riprese video di alcuni percorsi narrati (dicembre 2012 – gennaio 2013)
La documentazione visiva del progetto è stata affidata a un operatore esterno (video-maker professionista), che ha realizzato le riprese video di un percorso narrato per ciascun mediatore (8 opere).
Altre riprese sono state successivamente effettuate da Storyville (Tiziana Cipelletti e Stefano Conca Bonizzoni), che ha ideato e prodotto un trailer e un cortometraggio/documentario dedicati al progetto (cfr. voce “Altre risorse consultabili”).
Verifica e valutazione del progetto (ottobre 2012 – febbraio 2013)
La verifica e la valutazione sono state affidate a un’esperta esterna che ha seguito il progetto nel suo svolgersi (partecipando a gran parte dei laboratori di narrazione e di progettazione), predisposto le strategie e gli strumenti necessari a mettere sotto lente di ingrandimento il processo e i suoi esiti, elaborato i risultati (cfr. voci “La verifica e la valutazione”, “I punti di forza”, “Le criticità emerse”).
Ricerca di nuove risorse per includere i percorsi di visita guidati dai mediatori nell’offerta culturale della Pinacoteca
Anche alla luce delle numerose richieste di nuove visite che continuano a giungere da singoli visitatori, scuole secondarie di secondo grado, scuole di italiano per stranieri, associazioni varie, la Pinacoteca si è attivata per reperire le risorse necessarie a garantire la continuità del progetto grazie all’inclusione dei percorsi di visita guidati dai mediatori (compresi nel costo del biglietto di ingresso) nell’offerta culturale ordinaria del Museo. Nel 2014, questo è stato reso possibile grazie a un finanziamento di Fondazione Cariplo.
Le strategie e gli strumenti
Al cuore del progetto “Brera: un’altra storia” vi è la scelta di utilizzare la narrazione quale strumento chiave per “rimettere in circolo” le storie custodite in ogni opera.
Il narrare è un elemento fondamentale della relazione umana: si narra per il bisogno e per il desiderio di comunicare i propri vissuti, i propri pensieri, le proprie fantasie; vi è poi chi utilizza il narrare per raccontare storie. Questa esperienza attraversa la storia umana nei tempi e nei luoghi geografici più disparati, dai griot africani agli attori-narratori del teatro occidentale.
Raccontare è un atto incompleto e per questo aperto all’incontro, perché le parole lasciano spazio all’allargarsi della realtà nell’immaginazione. Ciò che ascoltiamo s’intreccia ed entra in “risonanza” con i nostri ricordi e le nostre sensazioni. Tutto ciò è molto vicino a quanto si prova davanti all’opera d’arte, dove le conoscenze si intrecciano alle emozioni, dove le esperienze dell’artista si incontrano con i vissuti dell’osservatore.
Da queste premesse nasce la scelta di utilizzare lo strumento narrativo in un museo d’arte quale la Pinacoteca di Brera, per dare vita a percorsi museali dove l’imprescindibile contenuto conoscitivo, di natura storico-artistica, si intreccia alla dimensione del racconto.
La scelta di coinvolgere un gruppo di mediatori museali provenienti da diverse parti del mondo quali attori chiave del progetto amplifica le potenzialità narrative grazie all’intreccio fra saperi diversi e alla proposta di chiavi di lettura nuove per interpretare la complessità e la ricchezza di significati delle opere contenute nel Museo.
In una prima fase si è lavorato sulla descrizione dei dipinti attraverso una serie di esercizi in cui si è cercato di dilatare le abilità di osservazione, strumento indispensabile per l’approccio all’opera d’arte. In un secondo momento, lo strumento narrativo è stato applicato specificamente alle opere della Pinacoteca scelte dai mediatori, in quanto particolarmente vicine alla loro sensibilità e ai loro vissuti.
La formazione e la progettazione sono procedute costantemente in due direzioni, intrecciate fra loro: lo studio storico-artistico dell’opera, dell’artista e della sua epoca (con il supporto delle referenti della Pinacoteca), e un percorso mirato a rintracciare legami fra le opere scelte e i ricordi, le esperienze di vita, gli elementi portanti della cultura di provenienza dei mediatori (con il supporto dell’esperta in narrazione e delle esperte in mediazione del patrimonio in chiave interculturale).
Il percorso di ricerca personale si è svolto sempre all’interno del gruppo, in modo da permettere una condivisione costante degli approfondimenti e degli approdi. Anche l’individuazione di alcuni filoni tematici dalle forti potenzialità evocative ha contribuito a creare una coralità di esperienze e di punti di vista.
In sintesi, ecco le strategie e gli strumenti adottati per ciascuna fase del progetto.
Per la formazione dei mediatori:
• percorsi di esplorazione della Pinacoteca e approfondimento della specificità delle collezioni con riferimento ad alcuni temi individuati dal gruppo di progetto e integrati/arricchiti grazie al contributo dei mediatori
• dialogo diretto con le opere negli spazi espositivi
• laboratori di narrazione contestuali alla progettazione dei percorsi.
Per l’individuazione delle opere:
• confronto tra i componenti del gruppo di progetto sulle opere da includere nei percorsi in base alle loro potenzialità narrative, evocative e interculturali, nonché alla loro capacità di far dialogare, attraverso lo strumento della narrazione, la storia culturale delle opere d’arte con le storie e i vissuti delle persone.
Per la progettazione dei percorsi narrati:
• incontri periodici di supervisione dell’equipe di progetto (in Pinacoteca, sempre a contatto diretto con le opere) per la verifica dello stato dei lavori
• “prove” dei percorsi tematici/collettivi e individuali (cfr. voce “La produzione”) prima della fase di sperimentazione.
Per la realizzazione dei percorsi di visita sperimentali:
• ingresso gratuito per tutti i visitatori adulti (dai 16 anni in su) della Pinacoteca, italiani e stranieri
• apertura di ciascun percorso, della durata di 45-60 minuti circa, a un massimo di 12-15 persone
• offerta di percorsi tematici/collettivi e individuali (cfr. voce “La produzione”).
Per la verifica e la valutazione:
• verifica e valutazione degli itinerari realizzati, analizzando i processi attivati e i risultati conseguiti in diversi ambiti (formazione, progettazione, relazione, produzione…) tramite incontri periodici del gruppo di progetto (verifica in itinere), interviste individuali ai mediatori, un focus group collettivo finale sia con i mediatori, sia con le referenti della Pinacoteca e le esperte esterne (valutazione ex post)
• indagine sul pubblico che ha preso parte ai percorsi attraverso questionari somministrati al termine della visita e interviste telefoniche approfondite a 1/2 mesi di distanza.
La produzione
I percorsi narrati progettati dai mediatori, articolati in:
• percorsi tematici, condotti in gruppo da più mediatori : “I momenti importanti della vita”, “Un incontro”, “Luoghi”, “Tra terra e cielo”, “Di madre in figlio”, “Sguardi diversi sulla Predica di S. Marco ad Alessandria d’Egitto di Gentile e Giovanni Bellini”
• percorsi condotti individualmente, dedicati alle opere della Pinacoteca scelte da ciascun mediatore.
La documentazione
La documentazione, a cura del gruppo di lavoro, ha interessato l’intero percorso progettuale, e comprende materiale scritto (corrispondenza interna, report degli incontri preliminari, testi preparati dai mediatori come tracce per i percorsi narrati, trascrizione delle interviste ai mediatori, questionari compilati dai partecipanti ai percorsi di visita sperimentali…), fotografico (laboratori di narrazione e progettazione) e video (riprese di 8 percorsi narrati e video riepilogativo di presentazione del progetto).
Altre risorse consultabili
• Tutte le narrazioni sviluppate nell’ambito del progetto sono pubblicate in: Bodo S., Mascheroni S., Panigada M. G. (a cura di), Un patrimonio di storie. La narrazione nei musei, una risorsa per la cittadinanza culturale, Mimesis Edizioni, Milano, 2016
• E. Daffra, P. Strada, “Il museo, la città dove (anche) si scambiano le memorie”, in Bodo S., Mascheroni S., Panigada M. G. (a cura di), Un patrimonio di storie cit., pp. 93-105
• Documentario “Brera: un’altra storia”, a cura di Storyville
• Trailer del progetto, a cura di Storyville
• S. Bodo, E. Daffra, «Sinergie per pubblici nuovi. Il caso di “Brera: un’altra storia”», in BB.CC. Beni Culturali Beni Comuni. Educare alla partecipazione, Atti della XVI Giornata Regionale di studio sulla Didattica Museale (Concordia Sagittaria, Sala Consiliare Comune, 26 novembre 2012), Regione del Veneto, 2014, pp. 29-43
La verifica e la valutazione
La valutazione è stata concepita come un processo multidimensionale, partecipato e continuativo (ex ante, in itinere, ex post) mirato a includere le diverse prospettive e aspettative:
• del gruppo di lavoro
• dei partecipanti ai percorsi di visita sperimentali
• della Direzione e dello staff del Museo.
Al fine di garantire l’efficacia di questo approccio, la valutazione è stata affidata a un’esperta esterna, coinvolta in tutte le fasi del progetto.
L’esperta ha utilizzato una varietà di strumenti, finalizzati a conseguire diversi obiettivi valutativi, e al tempo stesso adeguati a riflettere la complessità del progetto:
• un’indagine qualitativa sul pubblico (256 partecipanti tra coloro che hanno seguito i 20 percorsi narrati sperimentali): distribuzione di un questionario alla fine della visita, predisposto in modo da acquisire dati e indicazioni non solo di natura anagrafica, ma anche e soprattutto relative all’esperienza vissuta (apprezzamento dell’approccio narrativo, elementi chiave sotto il profilo cognitivo, emotivo, sociale …)
• interviste telefoniche a un campione di 15 partecipanti, effettuate a uno o due mesi di distanza dalla visita: le domande si sono concentrate sull’impatto di medio termine dei percorsi narrati, al fine di verificare come e in quale misura i partecipanti siano stati colpiti dall’esperienza vissuta a Brera (le loro riflessioni e le loro sensazioni riguardo alla visita sono rimaste sostanzialmente le stesse, e sono maturate nel tempo? i partecipanti hanno condiviso l’esperienza parlandone ad altre persone? ecc.)
• interviste individuali in profondità agli 8 mediatori museali, finalizzate a valutare sia il processo, sia gli esiti: quali le specificità di “Brera: un’altra storia” rispetto ad altri progetti di mediazione del patrimonio in chiave interculturale? quali le potenzialità del metodo autobiografico e della narrazione rispetto ad altre modalità di mediazione del patrimonio artistico? quale l’impatto del progetto sul proprio modo di rapportarsi come fruitore alle opere d’arte e al museo in generale? quali gli elementi di forze e di criticità del progetto?
• focus group collettivo con tutti i mediatori, volto a comprendere, in una prospettiva di ricerca-azione, come l’intera esperienza progettuale sia stata percepita e vissuta, e a discutere in che modo risolvere alcune delle criticità emerse nel corso del progetto
• focus group con le referenti della Pinacoteca e le esperte esterne, anch’esso finalizzato a far emergere riflessioni sull’esperienza e sui suoi elementi di forza e di criticità
• analisi dei tempi di lavoro
• partecipazione dell’esperta a gran parte dei percorsi di visita sperimentali, al fine di osservare il comportamento dei partecipanti e di monitorare eventuali problemi di natura organizzativa.
Gli ambiti di verifica e valutazione (in itinere ed ex post) sono quindi stati:
• il processo: comprendere e valutare l’adeguatezza del tempo e delle risorse dedicate al progetto, le dinamiche relazionali all’interno del gruppo, l’efficacia dei flussi di lavoro ….
• gli esiti: comprendere e valutare – sia pure nel breve periodo – il conseguimento delle finalità e degli obiettivi del progetto, in particolare rispondendo ai seguenti quesiti: la Pinacoteca è riuscita a coinvolgere nuovi pubblici? il Museo nel suo complesso ha cambiato la propria percezione riguardo al potenziale interculturale delle collezioni? il Museo è stato capace di promuovere in tutti i visitatori (abituali o potenziali, italiani o migranti) nuovi punti di vista sulle collezioni?
La presentazione e la pubblicizzazione
• una prima occasione di presentazione del progetto alla città è stata la conferenza stampa del 10 ottobre 2012 per il lancio dei percorsi di visita sperimentali
• a livello internazionale, “Brera: un’altra storia” è stato prescelto quale caso di studio esemplare nell’ambito dei lavori dell’OMC (Open Method of Coordination) Working Group on Intercultural Dialogue promosso dalla DG Educazione e Cultura della Commissione Europea (cfr. Report on the role of public arts and cultural institutions in the promotion of cultural diversity and intercultural dialogue, Unione Europea, 2014; dello stesso Rapporto è disponibile anche una sintesi in italiano), nonché del progetto pluriennale europeo “MeLa – European Museums and Libraries in/of the age of migrations” (2011-2015).
Le risorse finanziarie
Il progetto è stato finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale.
I punti di forza
• “Brera: un’altra storia” è il risultato di una collaborazione feconda tra esperti interni ed esterni alla Pinacoteca, grazie a un processo di progettazione partecipata che ha consentito a tutti i componenti del gruppo di lavoro di mettere in dialogo, attraverso lo strumento della narrazione, le proprie diverse prospettive, esperienze e conoscenze, e di sviluppare nuove competenze condivise per la mediazione del patrimonio in chiave interculturale, cruciali per l’ideazione e la realizzazione di progetti futuri
• ogni componente del gruppo di lavoro ha vissuto il progetto come una significativa occasione di crescita e arricchimento non solo professionale, ma anche personale (cfr. anche voce “Le criticità emerse”) grazie alla condivisione, alla coralità e all’ascolto reciproco. Una delle mediatrici, Anita Gazner, ha osservato: “Io sento che si è creato un ‘noi’ tra di noi, protagonisti del progetto. Dobbiamo stare attenti su di noi e mantenere un equilibrio in cui tutti si riconoscono ma trovano anche il proprio posto specifico, di riconoscimento. Si vedono le differenze nel fare, nel pensare, nel modo di essere … ma la mediazione, la nostra ‘bandiera’, deve essere presente per tutti … Tutto il percorso che abbiamo fatto fino adesso e quello che faremo nel futuro costruisce dei legami (tra di noi, tra noi e gli altri, tra istituzioni…) che sono anche terapeutici, almeno io lo vivo cosi, che mi portano a fare molta attenzione agli altri, ma nel noi emerge anche l’io (di ognuno di noi), quindi c’è un forte bisogno di rispetto come base sicura su cui costruire”
• attraverso le loro narrazioni, i mediatori hanno aiutato tutti i visitatori, italiani e stranieri, a interpretare la complessità e la ricchezza di significati delle opere contenute nel museo, non solo rendendo la Pinacoteca più accessibile a migranti di differenti provenienze, ma svelando nuovi significati al pubblico autoctono e abituale. Dai questionari compilati dai 256 partecipanti ai percorsi narrati sperimentali è emerso un significativo apprezzamento delle nuove chiavi di lettura delle collezioni di Brera sollecitate dal progetto, in particolare da parte del pubblico italiano. A differenza di quest’ultimo, molti dei partecipanti di origine immigrata (provenienti da 26 diversi paesi) non hanno vissuto l’approccio narrativo e autobiografico come particolarmente innovativo, sia perché per alcuni di loro (8%) si trattava della prima visita a un museo, e quindi non avevano altri termini di paragone, sia perché per molti la tradizione orale e la narrazione rappresentano un elemento costitutivo delle rispettive culture di origine. In ogni caso, tutti hanno vissuto molto positivamente l’esperienza della visita come un’opportunità di entrare in contatto con la bellezza delle opere d’arte, di sentirsi accolti dalla Pinacoteca come ospiti di riguardo (in particolare un gruppo di rifugiati e alcune classi di italiano per stranieri) e di prendere parte attiva a un’attività culturale
• più in generale, i percorsi sperimentali compiuti con il pubblico hanno evidenziato come il connubio tra le conoscenze artistiche, iconografiche, storiche da un lato e l’approccio narrativo dall’altro amplifichi la percezione nel visitatore e promuova una sua presenza maggiormente attiva e partecipata. L’essere presi per mano e condotti attraverso le sale della Pinacoteca da racconti che sono parte della vita dei mediatori genera spesso in chi ascolta il desiderio di proseguire il percorso, di tornare, di avvicinare la propria esperienza alle opere. Il museo “perde” così il suo aspetto formale e distante, per divenire luogo da attraversare insieme e casa comune da abitare.
• la Pinacoteca ha fatto tesoro dell’esperienza vissuta con “Brera: un’altra storia” ideando e realizzando un nuovo progetto, #raccontamibrera (2013-2014), che attraverso il linguaggio della narrazione ha arricchito e valorizzato le professionalità interne, coinvolgendo gli addetti ai servizi di accoglienza e vigilanza che abitualmente collaborano con i Servizi Educativi. Per estratti dalle narrazioni e brevi video (sempre realizzati da Storyville) si rimanda alla pagina dedicata al progetto sul sito Un Patrimonio di Storie.
Le criticità emerse
• la gestione di un progetto così complesso e impegnativo sotto il profilo del tempo richiesto e delle competenze da mettere in campo è stata una vera e propria sfida per le referenti della Pinacoteca; è di importanza cruciale fare una stima adeguata e realistica del tempo e dell’impegno richiesti al personale del Museo per coordinare e gestire il progetto. Sulla base di questa consapevolezza sarebbe necessario un mandato preciso dalla Direzione e un’acquisizione del progetto a livello istituzionale, con conseguente rimodulazione degli altri incarichi
• di fatto, la progettazione e la realizzazione di “Brera: un’altra storia” non sarebbero state possibili senza il sostanziale contributo delle esperte esterne; qualsiasi museo statale (dove i funzionari svolgono una pluralità di funzioni tra museo e territorio), o senza un Servizio Educativo strutturato, sia interessato a promuovere un progetto simile deve tenere questi aspetti nella dovuta considerazione, e verificare se le risorse disponibili consentano di coinvolgere esperti esterni, con quali ruoli e responsabilità
• rispetto ad altri progetti di educazione al patrimonio, l’enfasi posta sulla creazione di percorsi narrati basati sull’intersezione tra le biografie personali dei mediatori e la biografia culturale delle opere selezionate ha comportato un coinvolgimento significativo dell’intero gruppo di progetto (mediatori museali, storiche dell’arte della Pinacoteca, esperte esterne) non solo in quanto professionisti, ma anche in quanto persone, richiedendo tempo, delicatezza di tratto, attenzioni anche sul versante dei rapporti personali. Questo aspetto del progetto ha rappresentato una straordinaria ricchezza e una “palestra” insostituibile, perché ha imposto in primo luogo alle referenti del Museo e alle esperte esterne l’adozione di un atteggiamento di ascolto; ma, visto in termini di efficienza progettuale e rapidità di azione, ha causato senza dubbio un rallentamento dei tempi inizialmente previsti e alcune criticità nella gestione delle dinamiche di gruppo
• un’altra criticità collegata al forte coinvolgimento personale di tutto il gruppo di lavoro è rappresentata dalle difficoltà che le referenti della Pinacoteca e le esperte esterne hanno incontrato nel trovare il giusto equilibrio tra “empatia” e chiarezza su ruoli, saperi e competenze professionali (il mediatore, lo storico dell’arte e l’educatore, l’esperto in narrazione, l’esperto in educazione al patrimonio in chiave interculturale). I mediatori, inoltre, hanno ricevuto una formazione specifica sulle collezioni, ma non sul contesto istituzionale di Brera nel suo complesso, con i suoi punti di forza e i suoi vincoli. Questi aspetti hanno portato ad alcuni malintesi e tensioni rispetto al grado di interazione tra l’expertise storico-artistica e le biografie personali dei mediatori, e quindi rispetto alla questione dell’“autorialità”. In particolare, una sfida impegnativa per le storiche dell’arte è stata quella di non “tradire” le opere e la loro storia spostando eccessivamente l’enfasi sulla narrazione personale, e nel contempo non “tradire” il punto di vista dei mediatori, il che ha richiesto una attenta ponderazione di osservazioni e parole sia nella predisposizione delle tracce narrative per i percorsi di visita, sia nella stesura definitiva dei testi per la registrazione delle audioguide
• una difficoltà particolarmente sentita dai mediatori è stata quella linguistica: pochi di loro avevano le competenze adeguate a procedere in autonomia nella stesura delle tracce narrative e dei testi per le audio guide; si è perciò determinato un senso di spaesamento – e in alcuni casi di “tradimento” dei significati – nel momento in cui le esperte esterne sono intervenute sull’italiano. A questa criticità si sarebbe potuto ovviare con un lavoro personale “in presenza” con ogni mediatore (invece che per posta elettronica, come è accaduto, verificando di volta in volta con ciascun mediatore le versioni in progress delle loro tracce narrative), che però non è stato reso possibile dall’eccessivo carico di lavoro determinato dal numero di narrazioni da seguire
• sempre a causa del forte coinvolgimento e della motivazione personale di ogni componente del gruppo di lavoro, le risorse finanziarie disponibili non sono state trattate come un vincolo per la progettazione (che cosa è realistico fare con queste risorse?), e l’impegno richiesto a ciascuno è stato di gran lunga superiore a quanto inizialmente previsto.
Gran parte delle difficoltà incontrate sono dovute soprattutto al fatto che “Brera: un’altra storia” è un progetto del tutto nuovo per la Pinacoteca e senza precedenti in altri musei statali di arte antica, e quindi in certa misura imprevedibile.
Recapiti degli enti promotori
– Pinacoteca di Brera
Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza, Pavia, Sondrio, Varese
via Brera, 28 – 20121 Milano
http://www.brera.beniculturali.it/
– Direzione Generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
via del Collegio Romano, 27 – 00186 – Roma
http://valorizzazione.beniculturali.it/
Referenti del progetto
Per la Pinacoteca di Brera:
– Emanuela Daffra
Direttore Servizi educativi
tel. 02. 72263.227
emanuela.daffra@beniculturali.it
– Paola Strada
Vicedirettore Servizi educativi
tel. 02.72263.262
paola.strada@beniculturali.it
Per la DG Valorizzazione:
– Arch. Erminia Sciacchitano
Responsabile OU Ricerca e sperimentazione
tel. 06.6965.4203
erminia.sciacchitano@beniculturali.it
Data di pubblicazione della scheda: marzo 2013 (aggiornamento maggio 2016)