“Come si dice?” | Un laboratorio di italiano L2 al Museo Popoli e Culture

Museo Popoli e Culture del PIME | Milano

2020

Dove ha avuto origine – le azioni pregresse
Il Museo Popoli e Culture, trasferito in una nuova sede dal settembre 2019 e completamente riallestito,  si trova nelle immediate vicinanze di un quartiere ricco e variegato dal punto di vista culturale: i residenti stranieri nel quartiere rappresentano circa il 50% della popolazione e rappresentano 85 nazionalità.
La finalità primaria del Museo è quella di promuovere una riflessione sulle altre culture e sulla diversità in un’ottica interculturale, con l’obiettivo di contribuire a migliorare la vita delle persone creando esperienze inclusive e significative per tutti i pubblici, in particolare per le comunità che hanno un accesso limitato ai musei per diversi motivi.
All’interno di questa cornice di riferimento, il Museo ha sviluppato il progetto “TAM TAM – Tutti al Museo” (edizione 2011 e edizione 2012), per il quale abbiamo chiesto a partecipanti di diversa estrazione culturale e sociale, di origine immigrata e non,  di sviluppare narrazioni che collegassero oggetti museali e oggetti personali. Da allora, abbiamo implementato la progettazione di proposte educative volte a rendere il Museo un luogo di benessere, accessibile e dove le persone si sentano sicure.
In linea con questi obiettivi, nel 2019 abbiamo sviluppato “Come si dice?”, un laboratorio rivolto a studenti di italiano L2 provenienti da diversi contesti formativi, con una particolare attenzione ai migranti (adulti e bambini) che hanno bisogno di acquisire le conoscenze di base della lingua italiana.
Le fondamenta per l’avvio di questa specifica esperienza sono state gettate con la partecipazione del personale dipendente del Museo al corso di formazione “I laboratori di italiano a stranieri al museo” –  tenuto da Fabiana Fazzi e Claudia Meneghetti, responsabili scientifiche del progetto MILE (Museums and Innovation in Language Education) del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati, Università Ca’ Foscari di Venezia.

Gli attori coinvolti – la rete di progetto

  • Ente promotore: Museo Popoli e Culture del PIME, Milano
  • Istituzioni partner: Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Progetto di ricerca MILE (Museums and Innovation in Language Education).

Gli operatori – l’équipe di progetto

  • Paola Rampoldi, curatrice del Museo Popoli e Culture del PIME, responsabile del progetto
  • Francesca Moretti, referente delle attività educative del Museo Popoli e Culture del PIME
  • 5 educatrici museali del Museo Popoli e Culture del PIME
  • Fabiana Fazzi e Claudia Meneghetti, responsabili scientifiche del Progetto di ricerca MILE (Museums and Innovation in Language Education) del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati, Università Ca’ Foscari di Venezia.

I destinatari
Studenti di italiano come lingua seconda di livello A1-A2, provenienti da diversi contesti formativi.

Le finalità
La finalità principale del progetto è quella di rendere accessibile la collezione del Museo dal punto di vista linguistico.

Per i destinatari:
– conoscere una realtà culturale del nuovo Paese in cui si sono trasferiti
– partecipare alla vita culturale del nuovo Paese in cui si trovano a vivere
– sperimentare un’esperienza di benessere
– migliorare l’utilizzo della lingua italiana attraverso l’apprendimento di nuovi vocaboli e nuove strutture linguistiche in un contesto non-formale
– stimolare uno sguardo interculturale attraverso la promozione di discussioni e confronti attorno al tema individuato, e così aiutare i partecipanti ad acquisire codici e valori relativi a nuove culture, comparati con quelli dei loro Paesi di origine e quelli italiani.

Per il Museo:
– fornire una formazione specifica allo staff del museo (sia al personale dipendente, sia ai collaboratori)
– ampliare il livello di accessibilità dei contenuti del museo
– ampliare i pubblici coinvolti.

Da quando, per quanto

Da fine 2018 a giugno 19: progettazione.
Ottobre 2019: formazione del personale del Museo.
Ottobre-dicembre 2019: sperimentazione del laboratorio.
Da febbraio 2020, il laboratorio entra a far parte dell’offerta permanente del Museo.

La formazione
Il Museo ha organizzato un corso di formazione per il proprio staff con lo scopo di fornire le conoscenze e competenze necessarie alla realizzazione del laboratorio. La conduzione di questo percorso formativo è stata affidata a Fabiana Fazzi e Claudia Meneghetti, formatrici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Il corso è stato anche occasione per mettere a punto, insieme alle esperte esterne, la scheda del percorso e i materiali da utilizzare durante il laboratorio.

Come si articola – le fasi di lavoro

  • Progettazione del laboratorio a cura del personale dipendente del Museo, grazie alle conoscenze e competenze acquisite durante la formazione a Venezia (cfr. “Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse) e alla collaborazione informale di una insegnante di italiano in una scuola americana e di un’altra partecipante al percorso formativo in Ca’ Foscari.
  • Corso di formazione ad hoc per lo staff del museo (cfr. voce “La formazione”).
  • Sperimentazione del laboratorio, offerto gratuitamente grazie al co-finanziamento di Regione Lombardia; abbiamo scelto di rivolgerci in particolare a scuole o associazioni e gruppi che insegnano italiano ai migranti. In questa fase abbiamo coinvolto 33 gruppi, per un totale di circa 200 persone.
  • Diffusione degli esiti della sperimentazione attraverso il seminario “Il Museo come luogo di relazioni e di apprendimento per i nuovi cittadini” (Museo Popoli e Culture, 31 gennaio 2020), rivolto in particolare a professionisti museali e insegnanti di italiano L2.
  • Da febbraio 2020, il laboratorio entra a far parte dell’offerta permanente del Museo, che si che si impegna a contattare e coinvolgere altre scuole e istituti che si occupano dell’insegnamento della lingua italiana a stranieri. Il lockdown e le aperture parziali del Museo dovute alla pandemia di COVID-19 hanno causato la temporanea interruzione di questa attività.

Le strategie e gli strumenti

Per la scelta del tema del laboratorio – le feste – l’équipe di progetto ha seguito i seguenti criteri:
– il legame con la vita delle persone
– la possibilità di fornire vocaboli, modi di dire e strutture linguistiche spendibili nella vita quotidiana
– l’essere attivatore di scambio tra diversi background culturali per nuove personali acquisizioni.

Per la selezione degli oggetti del Museo (Uchikake, l’abito da sposa tradizionale del Giappone; i tamburi Klu dal Myanmar; il pannello dedicatorio in seta dalla Cina),  sempre a cura dell’équipe di progetto, sono stati seguiti i seguenti criteri:
– il forte legame con il tema
– la disposizione degli oggetti in spazi sufficientemente ampi da permettere ai partecipanti di muoversi facilmente e di sentirsi a loro agio.

Per la progettazione delle attività legate a ciascun oggetto abbiamo adottato un approccio action-oriented , seguendo una metodologia strutturata in tre task e i relativi passaggi:
pre-task, che introduce il vocabolario e il tema dell’attività
task, che prevede la realizzazione di un prodotto a fronte dell’osservazione e del confronto con l’oggetto selezionato
post-task, che conduce gli studenti verso un ulteriore approfondimento e una riflessione sui contenuti e sul linguaggio acquisiti nei passaggi precedenti. Questo ultimo passaggio è stato in alcuni casi demandato al lavoro in aula nei rispettivi contesti di formazione linguistica, con l’obiettivo di fornire strumenti in grado di rafforzare le conoscenze apprese anche a distanza di tempo dalla visita. A tal fine, il Museo ha predisposto un kit da inviare agli insegnanti contenente una breve descrizione del laboratorio, le immagini degli oggetti selezionati, un elenco delle parole e delle frasi utili durante il laboratorio, e dei suggerimenti di attività da svolgere in aula post-laboratorio.

Più in particolare, in relazione all’Uchickake, come task principale chiediamo ai partecipanti di lavorare in gruppi composti da tre persone al massimo. Ciascun gruppo deve comporre brevi frasi che descrivono tre azioni che la sposa compie per completare la vestizione dell’abito. A ciascun gruppo viene consegnato un kit con alcune immagini che riproducono gli accessori di un abito nuziale giapponese e una scheda su cui incollare le immagini selezionate e scrivere le frasi. Il post-task si svolge in Museo, dove la guida chiede di condividere racconti e descrizioni relative agli abiti da sposa dei paesi di provenienza dei partecipanti e contribuisce raccontando le tradizioni italiane legate alla festa nuziale.

I tamburi Klu, suonati in Birmania in occasione delle cerimonie per invocare la pioggia all’inizio della stagione delle piogge (cfr. la narrazione di Rosana Gornati nell’ambito del progetto “TAM TAM – Tutti Al Museo”), offrono l’opportunità di parlare delle feste di comunità. Il task principale legato a questo oggetto si basa sul gioco dei mimi: i partecipanti devono mimare alcune parole che si riferiscono all’oggetto, e gli altri indovinare di quale parola si tratta. Successivamente, i partecipanti lavorano in gruppi nella ricomposizione di una narrazione legata ai tamburi che viene loro fornita sotto forma di singole frasi che devono essere comprese e ordinate nella corretta successione.

Infine, si passa al pannello dedicatorio in seta per affrontare il tema dei compleanni e dei legami famigliari, essendo esso stesso un regalo di compleanno. Il task principale prevede che i partecipanti lavorino a coppie. A ciascuna viene fornita una scheda che riporta il nome di un parente (zio, zia, nonno, fratello, sorella, mamma, papà…) con la richiesta di disegnare cosa gli/le regalerebbero per il suo compleanno. Allo scadere del tempo, ciascuna coppia mostra agli altri il disegno e lo commenta. Il post-task è affidato al lavoro in aula, dove gli studenti dovranno realizzare un biglietto di auguri per una persona da loro scelta.

Ciascuno degli oggetti scelti offre la possibilità di un confronto interculturale sulle singole feste e cerimonie individuate. Durante la fase di sperimentazione del laboratorio, abbiamo riscontrato che spesso i partecipanti hanno iniziato a raccontare le tradizioni e le usanze delle loro culture di provenienza senza sollecitazioni da parte della guida.

La produzione
Le competenze linguistiche acquisite dai partecipanti.

La documentazione
Documentazione fotografica del laboratorio.

La verifica e la valutazione
In itinere: osservazioni dei laboratori, a cura del personale del Museo.
Ex-post: somministrazione di questionari agli insegnanti al termine della visita; interviste di follow-up ai partecipanti; focus group al termine della prima tranche di sperimentazioni con le guide museali che hanno condotto i laboratori.

La presentazione e la pubblicizzazione
Per presentare gli esiti della sperimentazione del laboratorio, il Museo Popoli e Culture ha organizzato un seminario dal titolo “Il Museo come luogo di relazioni e di apprendimento per i nuovi cittadini” (Museo Popoli e Culture, 31 gennaio 2020) , rivolto in particolare a professionisti museali e docenti di italiano L2. Il seminario, coordinato da Simona Bodo, ricercatrice e consulente in problematiche di diversità culturale e inclusione sociale nei musei, è stato inoltre occasione per ampliare la riflessione attraverso il coinvolgimento del Museo Egizio di Torino e dei Musei Civici di Venezia che hanno attivato proposte nello stesso ambito, in un’ottica di scambio reciproco e di confronto tra tutti i partecipanti.

Le risorse finanziarie
La realizzazione del progetto è stata possibile grazie a fondi interni del Museo e al co-finanziamento di Regione Lombardia.

I punti di forza

  • attivazione del ruolo del Museo come luogo non-formale di apprendimento linguistico
  • coinvolgimento di visitatori che normalmente non avrebbero visitato il Museo in autonomia
  • potenziamento delle competenze dello staff museale in tema di mediazione del patrimonio grazie al contributo delle formatrici esterne, che ha permesso al Museo di realizzare una proposta realmente efficace per i destinatari
  • creazione di una nuova rete di interlocutori: insegnanti di italiano L2, scuole di italiano L2, centri formativi, gruppi informali
  • collaborazione fattiva con gli insegnanti che hanno aderito alla proposta, sia in fase di preparazione sia durante l’attività in presenza.

Le criticità emerse

  • copertura economica: il co-finanziamento di Regione Lombardia, legato a un preciso arco temporale, ci ha permesso di proporre gratuitamente la proposta solo per un periodo circoscritto e per un numero limitato di gruppi; al fine di proseguire nell’offerta gratuita a pubblici con particolari difficoltà economiche, il museo si farà carico di cercare nuovi fondi
  • la presenza di altri gruppi in contemporanea dentro al Museo ha talvolta reso più difficile la concentrazione dei partecipanti
  • nei casi in cui non è stato possibile lavorare in aula con il materiale inviato in preparazione al laboratorio, i partecipanti hanno dimostrato una minore confidenza con i vocaboli e i contenuti, portando a un rallentamento nello svolgimento dei task.

Recapiti dell’ente promotore
Museo Popoli e Culture del PIME
via Monte Rosa, 81 – 20149 Milano
museo@pimemilano.com
www.museopopolieculture.it

Referenti del progetto
Paola Rampoldi – curatrice del Museo Popoli e Culture
rampoldi@pimemilano.com

Data di pubblicazione della scheda: novembre 2020

 

Destinatari

Studenti di italiano come lingua seconda di livello A1-A2, provenienti da diversi contesti formativi

Partner

Centro di Ricerca sulla Didattica delle Lingue del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati – Università Ca’ Foscari | Venezia

Esiti/Prodotti

- le nuove competenze linguistiche acquisite dai partecipanti
- il potenziamento delle competenze dello staff museale in tema di mediazione del patrimonio
- un kit predisposto per gli insegnanti, da utilizzare sia durante il laboratorio, sia in aula post-laboratorio