Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
Con questa denominazione il Museo e Villaggio Africano indica le attività didattiche ordinarie rivolte alle scuole primarie e secondarie e legate alla Sala Arte, avviate con l’anno scolastico 2014/2015.
Non si tratta pertanto di un progetto definito nel tempo, nei contenuti e nelle forme, ma di una piattaforma in continua espansione ed evoluzione, secondo un approccio costruttivista.
Il presupposto di partire dal vissuto personale di ogni partecipante per giungere solo in una seconda fase all’osservazione e riflessione sulle opere esposte nasce dalla convergenza di tre esperienze:
• il modello offerto dal progetto “TAM TAM – Tutti Al Museo” del Museo Popoli e Culture del Pime di Milano
• il lavoro di ricerca e documentazione della nuova collezione, con interpretazioni mutevoli dell’identità dei soggetti rappresentati e delle funzioni delle opere
• l’attività di insegnamento di un educatore con competenze informatiche in un istituto professionale, insegnamento caratterizzato dal metodo “flipped classroom” (“classe capovolta”).
Gli attori coinvolti – la rete di progetto
Ente promotore: Museo e Villaggio Africano
Gli operatori – l’equipe di progetto
• per il Museo: Flavio Pessina, responsabile Servizi Educativi
• per la progettazione dell’infrastruttura informatica e la consulenza sulla progettazione e la realizzazione delle attività didattiche: Marcello Cenati, educatore e artigiano digitale, libero professionista.
I destinatari
Pubblico scolastico secondo i diversi ordini e gradi di scuola, dalla 3^ classe della scuola primaria alla 3^ della scuola secondaria di primo grado.
Gli obiettivi
Per i partecipanti
• far emergere i vissuti di ognuno e condividerli nel gruppo
• privilegiare la collaborazione alla competizione
• stimolare la produzione creativa di documenti digitali
Per i docenti
• aumentare la conoscenza reciproca tra gli alunni
• permettere il confronto e le riflessioni anche dopo la visita
Per il Museo e Villaggio Africano
• innovazione nei metodi e nelle strategie educative attraverso il contributo di tecnologie digitali e analogiche
• riproducibilità del modello in altri ambienti, anche a scuola
• contenimento dei costi di investimento e di gestione; nessuna App ad hoc.
Da quando, per quanto
Progettazione: gennaio-marzo 2014
Sperimentazione dei percorsi di visita: aprile-agosto 2014
Diffusione: da fine settembre 2014 ad oggi, a tempo indefinito.
La formazione
La scelta di non costruire nessuna App ad hoc ha costretto il responsabile dei Servizi Educativi e il consulente tecnico esterno ad adottare sistematicamente loro stessi un approccio costruttivista: ogni volta occorre definire quali strumenti rendere disponibili ai partecipanti!
Per tale ragione ogni percorso richiede la costruzione di slides di plenaria iniziale e finale ogni volta diversi, secondo gli argomenti trattati e le diverse età dei destinatari.
Come si articola – le fasi di lavoro
Novembre 2013: ideazione progetto, definizione del concept.
Dicembre 2013: partecipazione a Bando Musei L.R. 39/74 per anno 2013.
Gennaio 2014: analisi e scelta modello di tablet da acquistare.
Febbraio-marzo 2014: ricerca e definizione delle applicazioni da utilizzare.
6 aprile 2014: test pubblico per 1° percorso in occasione dell’inaugurazione ufficiale della nuova Sala Arte.
Maggio-giugno 2014: adozione approccio costruttivista nella implementazione dei percorsi.
21 agosto 2014: 2° test con utenti finali, il primo con nuovo approccio (*).
Settembre 2014: costruzione dei primi percorsi con Google+, tre per la scuola primaria, tre per la scuola secondaria di primo grado.
30 settembre 2014: per la prima volta una scuola fa uso dei tablet in Sala Arte.
Gennaio 2015: passaggio da Google+ a Google Keep.
(*) Le attività in Sala Arte si svolgono con tablet in piccoli gruppi con tre fasi principali:
1. Partiamo dalle nostre conoscenze
2. Una guida interattiva ci porta a nuove scoperte
3. Davanti alla lavagna multimediale condividiamo il sapere che si è esplorato.
Gli ambiti – le aree disciplinari
Per la scuola primaria: educazione all’immagine, geografia.
Per la scuola secondaria di primo grado: storia dell’arte, storia, geografia, religione.
Tematiche affrontate:
Scuola primaria
– AMBIENTI (cl. 3^- 4^): rapporto tra habitat (savana e foresta) e oggetti d’arte utilizzati
– MASCHERE (tutte le classi): materiali, identità e usi delle maschere presenti in sala
– FIGURE UMANE (cl. 4° – 5°): principi della statuaria africana, simbologia del corpo umano e animismo
– SEMBRARE E ESSERE (cl. 5°): confronti tra ciò che le opere sembrano e ciò che sono.
Scuola secondaria di primo grado
– ARTE E VALORI (cl. 1^): valori veicolati dalle opere osservate e loro attualità, là e qui per i giovani d’oggi.
– ARTE E POTERE (cl. 1^): differenze e analogie tra Europa Mediterranea e Ovest Africa nel significato dei segni, dei rapporti tra strutture di potere e prodotti artistici.
– PERCEZIONE E REALTÀ (cl. 1^-2^): confronti tra le impressioni dei partecipanti e le identità ed i significati delle opere.
– MASCHI E FEMMINE (cl. 1^-2^): analogie e differenze tra culture occidentali ed africane nell’educazione di genere.
– SIMBOLI (cl. 2^- 3^): le fatiche del riconoscimento dei segni come metafora delle sfide della convivenza in una società multiculturale
– CONCETTI (cl. 2^-3^): decodificazione dei messaggi espressi da alcuni dettagli delle opere e interrogativi per un confronto interculturale
– ARTI NEGRE E NOVECENTO EUROPEO (cl. 3^): l’apporto del primitivismo alle avanguardie artistiche europee, tra innovazione e meticciamento dei generi.
Le strategie e gli strumenti
Approccio pedagogico
Costruttivismo sociale:
• rottura dello schema per cui la guida museale detiene le conoscenze da trasmettere a giovani menti vuote
• focus sul processo e priorità alle metacompetenze dei ragazzi rispetto ai saperi e all’apprendimento
• le opere esposte e le informazioni ad esse relative sono il pretesto per un esercizio di co-creazione di senso e di sapere.
Metodologia
Si lavora raccontando storie, provando a costruire ipotesi, saperi, scoperte per confrontarsi con tradizioni e culture diverse dalla propria attraverso l’esplorazione e l’esperienza diretta, da condividere in piccolo gruppo (a coppie o terne), per e con la classe.
Strumenti
– 16 Tablet Android con:
• fotocamera e videocamera
• Google Keep e Google +
• Google Ricerca Immagini
• guida del Museo online
• siti web selezionati
• canale Youtube del Museo
• lettore Qr e Answergarden
– 1 LIM per plenaria iniziale e finale
– Rete wifi 20MB.
Ambiente
• ogni applicazione è all’interno del software di protezione e controllo Kidoz, installato su ogni tablet
• la presentazione iniziale e finale in plenaria è distribuita dal software Nearpod.
Come si svolgono i percorsi (durata 60-90 minuti)
Forniti a coppie o terne di studenti, i tablet permettono di scoprire identità e funzioni degli oggetti esposti attraverso percorsi ad hoc che, a partire dalle conoscenze pregresse dei partecipanti, giungono alla libera e autonoma acquisizione di nuovi saperi.
All’interno di un ambiente digitale protetto, i bambini della scuola primaria interagiscono passo passo con la guida/facilitatore attraverso disegni, domande, filmati e siti web; quelli della scuola secondaria utilizzano anche macchina fotografica e cinepresa per condividere ricerche ed emozioni vissute.
A entrambe le fasce d’età viene anche chiesto di valutare l’attività svolta attraverso moduli che possono essere inviati ai docenti per la ripresa delle tematiche affrontate in classe; la condivisione dei risultati sulla LIM permette poi di riflettere insieme sulle conoscenze acquisite.
La produzione
Disegni, foto e note postate e indirizzate sulla bacheca virtuale del museo in Google+ e/o Google Keep, mostrate in plenaria con la LIM e, previo consenso dei docenti, accessibili anche dalla classe.
La documentazione
• tracce del lavoro di progettazione e implementazione sono conservate nei file e nei messaggi di posta elettronica, ma solo per uso interno; per l’accesso occorre produrre richiesta scritta
• ogni nota prodotta e condivisa dai partecipanti è archiviata nelle bacheche virtuali di Google+ e Google Keep del Museo Africano; in rispetto alle norme sulla privacy, sono accessibili solamente ai docenti delle scuole che hanno vissuto l’esperienza.
Altre risorse consultabili
Un estratto del progetto in formato .pdf è reperibile online alle pagine Linkedin dei due progettisti esecutori, Flavio Pessina e Marcello Cenati.
La verifica e la valutazione
Per i partecipanti
In molte lezioni l’ultimo punto delle consegne prevede la produzione di un breve video di commento dell’attività svolta con condivisione sulla bacheca Google+ del Museo.
Per i docenti
• un modulo predisposto con domande qualitative aperte e quantitative chiuse è stato compilato in formato digitale sugli stessi tablet
• durante e al termine dell’attività la guida ha chiesto una valutazione attraverso domande non strutturate.
Per lo staff del Museo
Autovalutazione mensile non strutturata da parte del Responsabile Servizi Educativi su tutti i percorsi attivati per valutare in particolare gli aspetti didattici coinvolti, gli elaborati dei partecipanti, la tempistica, eventuali disguidi tecnici.
Valutatore esterno
In occasione dei primi percorsi proposti alle scuole il progettista Marcello Cenati ha assunto anche la funzione di osservatore.
La presentazione e la pubblicizzazione
• Open Day rivolto a docenti e famiglie del territorio (12 aprile 2015)
• partecipazione a 1° #Dit Call e successivo riconoscimento con menzione speciale
• depliant inviati alle scuole.
Le risorse finanziarie
Bando di finanziamento 2013 Regione Lombardia L. 39/74 per allestimenti museali + risorse interne.
I punti di forza
• per i destinatari, riconoscere parte del loro mondo e legittimarlo con un’attività didattica ha generato spesso sorpresa ed entusiasmo, perché si sono sentiti capiti e accolti, soprattutto dal momento che il punto di partenza è sempre il loro vissuto, o le loro percezioni e impressioni
• capiscono al volo il linguaggio iconico e una slide di istruzioni basta loro per capire come usare un nuovo programma (per esempio come condividere con Google+ o Google Keep)
• l’assenza di competizione stupisce spesso positivamente i partecipanti, abituati a veder misurare le proprie prestazioni in termini quantitativi o qualitativi.
Le criticità emerse
• i destinatari sono così attratti dal tablet che fanno fatica ad aspettare, ad ascoltare le spiegazioni sulle modalità d’uso e sui possibili errori; hanno una voglia innata di provare, di sperimentare, di imparare facendo, per tentativi ed errori, cliccando qua e là per vedere l’effetto che fa
• hanno l’ansia di concludere, sono più portati a fare tutto che a fare e presto piuttosto che bene; di qui la tendenza a restare in superficie nel testo scritto, a non andare oltre al modello “Tweet” più per brevità e fretta che per incapacità di sintetizzare
• in generale sono così poco abituati a collaborare che fanno fatica tanto a suddividersi i compiti quanto a commentare i post altrui, benché possano farlo in ogni momento
• nella plenaria finale sono più interessati a vedere i risultati dei compagni che ad ascoltare una riflessione sui loro elaborati
• sono abituati in famiglia alla proprietà individuale dello strumento; quando viene loro chiesto di condividere il tablet in coppia o terne, alcuni fanno fatica e non riescono a collaborare per produrre un testo o un disegno
• nel caso delle classi con presenze di alunni stranieri nati in Italia o arrivati da poco, nei vissuti condivisi non entra il loro mondo, la loro storia pregressa; sembra in atto un forte processo di “integrazione per assimilazione”.
Recapiti dell’ente promotore
Museo e Villaggio Africano
Via Mons. G. B. Peruzzo, 142 – loc. Basella – 24059 Urgnano (BG)
tel. 035.894670
www.museoafricano.it
info@museoafricano.it
Referente del progetto
Flavio Pessina – Responsabile Servizi Educativi
tel. 035.894670 – 035.19966723
flavio@museoafricano.it
Data di pubblicazione della scheda: dicembre 2015