“Culture Mixture / Impasto di culture”

Accademia Albertina di Belle Arti | Torino

2009

Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
L’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, formata dalla scuola e dalla Pinacoteca, fu fondata nel 1778. Le collezioni della Pinacoteca sono parte integrante dell’Istituzione accademica, in quanto nascono per la formazione dei giovani artisti. Il progetto “Culture Mixture / Impasto di culture”, che si propone di dare risposta alla crescente presenza di allievi stranieri all’Accademia, è stato creato sulla base di questo connubio.
Da pochi anni anche l’Accademia Albertina, come l’Università, usufruisce dei progetti Erasmus, e i professori dell’Accademia creano delle piccole mostre per rendere visibili e far conoscere le opere degli studenti stranieri a conclusione dell’ anno accademico.


Gli attori coinvolti – la rete di progetto

· Ente promotore del progetto: Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino
· Istituzioni partner: Istituto Statale d’Arte “Aldo Passoni”; auroraMeccanica studio audiovisivi.

Gli operatori – l’equipe di progetto
L’equipe di progetto è formata da:
· Beatrice Zanelli, collaboratrice esterna
· Marco Govoni, collaboratore volontario.
I tre artisti studenti dell’Accademia Albertina, Baci Dogan, Moisi Guga (che ha anche curato la grafica dell’intera iniziativa) ed Emanuel Rata, hanno lavorato con 17 allievi dell’Istituto Statale d’Arte “Aldo Passoni”.
Lo studio di audiovisivi auroraMeccanica, formato da Roberto Bella e Carlo Riccobono, ha collaborato all’allestimento dell’esposizione finale e ha creato due videoinstallazioni a tema.
Infine, tre studenti di grafica all’Accademia Albertina (Mattia Macchieraldo, Flavio Palasciano e Francesco Del Conte) hanno collaborato alla realizzazione delle fotografie e all’organizzazione della mostra.

I destinatari
Giovani artisti stranieri iscritti all’Accademia (che nel contempo sono stati veri e propri attori del progetto, sviluppando nuove competenze organizzative, relazionali e collaborative); gruppo di allievi dell’Istituto Statale d’Arte “Aldo Passoni”

Gli obiettivi
· promuovere il dialogo interculturale attraverso l’espressività artistica
· promuovere esperienze nuove e condivise
· stimolare la discussione intorno a temi sociali emergenti e irrisolti
· sperimentare nuove forme di comunicazione artistica
· dare voce e visibilità all’esperienza dei propri studenti stranieri.

Da quando, per quanto
Nel novembre 2008 è iniziata la progettazione, seguita nei primi mesi del 2009 dalla selezione degli artisti stranieri iscritti all’Accademia; tra marzo e aprile si è svolto il workshop, e a maggio è stata allestita la mostra negli spazi espositivi dell’Accademia Albertina.

La formazione
Questo progetto è stato l’occasione per compiere la prima esperienza di approfondimento sul dialogo interculturale, legato al linguaggio artistico contemporaneo. I due referenti, provenienti da formazioni diverse (storia dell’arte e scienze politiche), hanno cercato di rendere complementari intenti e metodi di intervento, rendendo possibile diverse letture del dialogo interculturale.


Come si articola – le fasi di lavoro
“Culture Mixture / Impasto di culture” è uno dei sette progetti pilota torinesi selezionati nell’ambito del progetto europeo “MAP for ID – Museums as Places for Intercultural Dialogue”
.
Il progetto è partito dalla selezione di tre giovani artisti stranieri iscritti all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, specializzati in diverse tipologie artistiche che rispecchiano i corsi di pittura, scultura, grafica: Baci Dogan (Turchia), Emanuel Rata (Romania), e Moisi Guga (Albania).
I tre artisti hanno tenuto nei locali dell’Accademia Albertina un workshop della durata di 15 ore, suddivise in cinque pomeriggi, con i ragazzi più giovani dell’Istituto d’Arte “Passoni”, intervenendo con la loro esperienza artistica ai lavori ed elaborando una serie di opere insieme.
Il progetto si è concluso con la mostra temporanea “Impasto di Culture / Culture Mixture”, aperta al pubblico dal 12 al 19 maggio 2009, alla quale i video artisti Roberto Bella e Carlo Riccobono di auroraMeccanica hanno partecipato con due installazioni, una sulle esperienze vissute dai tre studenti dell’Accademia e l’altra a introduzione della mostra, con la metafora del muro di spago che si deve distruggere per vedere oltre.
Le opere dei tre giovani artisti rimarranno parte integrante delle collezioni dell’Accademia Albertina, testimonianza di un percorso di integrazione dei nuovi cittadini.

Gli ambiti – le aree disciplinari
· storia dell’arte contemporanea
· linguaggio espressivo artistico (scultura, grafica, pittura, performance)
· narrazione per immagini (fotografia e video).

Le strategie e gli strumenti
La selezione dei tre artisti è avvenuta tramite colloqui aperti a tutti gli stranieri iscritti alla scuola, nei quali veniva richiesto ai candidati di presentare un progetto di opera finale e idee sulle modalità di collaborazione con i giovani studenti dell’Istituto Statale d’Arte “Passoni”.
Il laboratorio è stato introdotto da una conferenza sui temi dell’immigrazione affrontati dall’artista albanese Adrian Paci, tenuta dalla critica d’arte e insegnante di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia, Lea Mattarella, al fine di offrire stimoli ai ragazzi prima della progettazione creativa.
L’attività collaborativa del workshop, moderato dai curatori del progetto, ha prodotto una serie di lavori sul tema dell’immigrazione accanto alle tre opere dei giovani artisti dell’Accademia, le quali, con modalità e tecniche diverse (grafica, pittura e scultura/performance), hanno rielaborato e “tradotto” il dialogo instauratosi durante gli incontri (cfr. “La produzione”).
I tre giovani artisti hanno presentato la loro idea di progetto finale e la tecnica esecutiva ai ragazzi iscritti all’Istituto d’Arte, ai quali è stato successivamente chiesto di scegliere a quale progetto partecipare.
Ogni artista ha agito singolarmente con il gruppo a lui/lei affidato, interagendo in maniera differente: Baci Dogan ha iniziato la sua opera finale in condivisione con il gruppo che, attraverso la partecipazione attiva, non solo ha sentito più suo il progetto, ma ha maturato altre due nuove idee di opere; Moisi Guga ha inteso il workshop come momento in cui era possibile descrivere il suo progetto attraverso l’esperienza vissuta, e poi creando attraverso il dialogo dei singoli temi a misura dei diversi componenti del gruppo (ad esempio ha affrontato con una ragazza non udente il tema dell’incomunicabilità); Emanuel Rata ha coinvolto il gruppo con l’idea di due opere, una performance e un’opera compartecipata (quest’ultima è nata attraverso il dialogo).

La produzione
Le diverse sensibilità dei tre artisti coinvolti hanno dato luogo a opere che, ancora una volta, confermano l’universalità del linguaggio espressivo artistico.
La grande tela “Ombre Poetiche” di Baci Dogan indica, nelle parole della critica Lea Mattarella, «senza incertezza una speranza, una possibilità di conciliazione» (dove lo sfondo sfumato rappresenta l’impasto di culture).
Nella sua opera grafica, Moisi Guga riporta i versi del poeta albanese Naim Frashri: «lavora giorno e notte per vedere un po’ di luce», frase utilizzata dal regime comunista e qui reinterpretata verso un’idea di speranza.
Emanuel Rata, nella sua scultura/performance, risponde attraverso il titolo “Amo la mia vita” alla domanda che sorge spontanea nel vedere le difficoltà della condizione migratoria attraverso la contrapposizione del giaciglio candido ai cartoni utilizzati dai senzatetto.
Durante gli incontri è stata inoltre realizzata una ricca produzione fotografica, che documenta il lavoro di workshop.
Delle due videoinstallazioni dello studio auroraMeccanica, la prima (“Experimentum Artificis”), che doveva essere solo una documentazione del progetto, è diventata una presentazione dei tre artisti, del loro primo impatto in Italia e del significato delle loro opere finali.

La documentazione
La documentazione del progetto è stata tenuta dagli stessi curatori, che grazie alla fotografia e ai video hanno potuto  registrare prove “tangibili” dello svolgimento del progetto e delle reazioni dei partecipanti; schizzi delle opere poi realizzate nel workshop sono documentazione del dialogo intercorso tra i giovani artisti e gli studenti dell’Istituto d’Arte “Passoni”.

Altre risorse consultabili
· il filmato “Impasto di culture/Culture mixture”, composto da “Experimentum Artificis” e da alcune immagini attestanti il workshop e le opere finali degli artisti
· pubblicazione finale del progetto “MAP for ID”: S. Bodo, K. Gibbs, M. Sani (a cura di), I musei come luoghi di dialogo interculturale: esperienze dall’Europa (2009).

La verifica e la valutazione
Un’azione di verifica è stata condotta attraverso:
· incontri dei curatori del progetto con gli artisti coinvolti, con l’obiettivo di discutere sulla partecipazione degli studenti e sui lavori finali che cambiavano attraverso il dialogo avvenuto nei giorni di workshop
· verbali scritti per informare il Direttore dell’andamento del progetto.


La presentazione e la pubblicizzazione
· mostra temporanea “Impasto di Culture/Culture Mixture” (Accademia Albertina, 11-19 maggio 2009)

· depliant/cataloghino della mostra “Impasto di Culture/Culture Mixture”
· presentazione del progetto nell’ambito di diversi seminari, convegni e giornate di lavoro nazionali e internazionali (tra cui la conferenza “Io e l’altro nei musei di Torino. Narrazioni intorno alle collezioni e dialoghi interculturali” al Salone del Libro 2009, e il convegno conclusivo del progetto europeo “MAP for ID” a Madrid, dal 14 al 16 ottobre 2009).

Le risorse finanziarie
“Impasto di Culture” è stato realizzato con fondi “MAP for ID”.

I punti di forza
Il progetto ha avuto ricadute positive sui partecipanti in termini di:
· crescita personale (esito di un’esperienza umana e collaborativa)
· conoscenza di realtà culturali diverse
· acquisizione di competenze organizzative
· visibilità del lavoro degli studenti stranieri dell’Accademia.
“Culture Mixture” ha inoltre arricchito le collezioni contemporanee della Pinacoteca con opere di giovani artisti.
Il punto di forza centrale dell’intero progetto è stata la collaborazione di persone esterne che volontariamente hanno sentito l’esigenza di contribuire all’iniziativa.

Le criticità emerse
Il partenariato tra l’Istituto d’Arte “Passoni” e l’Accademia Albertina ha fatto emergere la necessità di definire meglio ruoli e responsabilità rispettive nell’ambito di progetti futuri, nonché di migliorare la comunicazione tra insegnanti e curatori.
Sotto il profilo logistico/organizzativo, sono state apportate modifiche a giorni e orari a causa della difficoltà di apertura dei laboratori di scultura; inoltre durante il workshop gli studenti dell’Istituto “Passoni” hanno richiesto due incontri in più rispetto al calendario di inizio progetto per concludere i lavori.


Recapiti dell’ente promotore
Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino
via Accademia Albertina, 6 – Torino
tel. 011.889020
Info@accademialbertina.torino.it
www.accademialbertina.torino.it


Referente del progetto
Beatrice Zanelli, collaboratrice esterna
beatrice.zanelli@hotmail.it

Data di pubblicazione della scheda: dicembre 2009

Destinatari

Giovani artisti stranieri iscritti all’Accademia; gruppo di allievi dell’Istituto Statale d’Arte “Aldo Passoni”

Partner

Istituto Statale d’Arte “Aldo Passoni”; auroraMeccanica studio audiovisivi

Esiti/Prodotti

- tre opere realizzate dai giovani artisti, che hanno arricchito le collezioni contemporanee della Pinacoteca
- prodotti di formazione (nuove competenze organizzative, relazionali e collaborative acquisite dai giovani artisti)