Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
La città di Ancona è da sempre città di frontiera, mutevole, atipica e per molti aspetti sorprendente per la sua capacità di accoglienza. Tuttavia, non più di dieci anni fa, sarebbe stato difficile immaginare come Ancona oggi potesse sperimentare alcune questioni che allora si rivelavano cruciali in altre città europee, quali quelle legate all’integrazione culturale.
Attualmente nella scuola di base anconetana – infanzia, primaria e secondaria di 1° grado – gli alunni stranieri sono sempre più numerosi. Se nell’anno scolastico 2000-2001 erano 209 su 8.180 studenti, oggi sono ben 1.323 su 9.235 (ovvero il 14,3%). Anche nelle scuole secondarie di 2° grado gli studenti stranieri sono numerosi, ma a differenza delle elementari e delle medie, frequentate soprattutto da bambini nati in Italia da genitori immigrati, in questo caso gran parte dei ragazzi sono nati nei paesi d’origine, e giunti in Italia in seguito a ricongiungimenti familiari.
Recentemente le amministrazioni locali hanno avviato anche sul territorio di Ancona azioni volte a promuovere l’accesso positivo dei minori stranieri nella scuola e nei servizi educativi, a rimuovere gli ostacoli sul cammino dell’integrazione, a tutelare situazioni di maggiore vulnerabilità e difficoltà. Le esperienze sinora realizzate, tese soprattutto a dare risposta alle situazioni di maggiore criticità e all’integrazione linguistica, hanno costituito la base per costruire un percorso durevole di relazione e di tutela delle diverse culture. Ora il nuovo obiettivo delle politiche pubbliche deve essere quello di sperimentare nuovi percorsi educativi e formativi, rispettosi delle necessità di crescita dei bambini e dei ragazzi, capaci di valorizzare le differenze culturali come risorsa per lo sviluppo culturale del territorio tenendo conto della complessità etnografica della comunità contemporanea.
In questa direzione si muove il progetto “Io vivo qui (e la vedo così)”, che ha scelto di operare attraverso e all’interno della scuola perché questa rappresenta un laboratorio fondamentale per l’integrazione sociale sia per il suo ruolo di formazione linguistica, sia per l’impegno nell’educare ai valori di cittadinanza.
Gli attori coinvolti – la rete di progetto
· Ente promotore e finanziatore: Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali (progetto finanziato con il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati (anno 2007)
· Ente realizzatore: Comune di Ancona – Assessorato alle Politiche Sociali, alla Cultura e alla Pubblica Istruzione
· Istituzioni coinvolte: II Circoscrizione di Ancona, Istituto Comprensivo “Ancona Posatora Piano Ovest” (Scuola Secondaria di 1° grado “F. Podesti”), Istituto Comprensivo “Ancona Archi Cittadella Sud” (Scuola Primaria “L. da Vinci” e Scuola Secondaria di 1° grado “Donatello”), ITIS “Vito Volterra”, ISTVAS “Vanvitelli Stracca Angelini”, Istituto Professionale per i Servizi Commerciali e Turistici, della Pubblicità e Sociali “F. Podesti”, Liceo Scientifico “L. Cambi” (Falconara M.).
Gli operatori – l’équipe di progetto
– Coordinamento amministrativo: Grazia Mosciatti, Francesco Paesani
– Comitato scientifico: Giorgio Cingolani (antropologo), Alessandra Panzini (architetto), Franco Pesaresi (Dirigente Servizi sociali, educativi e sanità del Comune di Ancona), Maria Grazia Conti (funzionaria servizi educativi del Comune di Ancona)
– Gruppo di lavoro per i laboratori: Walter Angelici (docente di pittura ed arte applicate), Giorgio Cingolani (antropologo e docente di cinematografia), Luca Luzi (docente di fotografia e regia cinematografica), Sara Eugeni (tutor), Sabrina Maggiori (tutor), Edelvais Cesaretti (insegnante), Tiziana D’Amico (insegnante), Mario Brutti (insegnante)
– Mediatori linguistico-culturali: Neli Isaj, Syed Zeaul Karim, Farhana Mon Mon (Associazione ANOLF Ancona)
– Segreteria: Elena Feggi, Daniela Gaetani
– Allestimenti e comunicazione visiva: Marchingegno s.r.l.
– Ufficio stampa: In3 comunicazione.
I destinatari
Destinatari diretti: bambini e ragazzi italiani e migranti di seconda generazione della fascia di età compresa tra i 6 e i 19 anni, provenienti dalle scuole cittadine, per un totale di 60 partecipanti.
Destinatari indiretti: educatori e insegnanti della scuola pubblica, associazionismo culturale e sociale, operatori pubblici e privati del settore culturale e sociale, amministratori pubblici, cittadini.
Gli obiettivi
· stimolare nei partecipanti ai laboratori una riflessione profonda sulla propria cultura di appartenenza come base e valore per un nuovo senso di cittadinanza
· agire sul bagaglio di capacità e motivazione dei partecipanti, promuovendo in loro la sicurezza di sé e stimolando la presa di coscienza delle proprie capacità anche attraverso l’acquisizione delle tecniche artistiche
· stimolare, attraverso percorsi di ascolto e dialogo, un protagonismo sociale e culturale dei bambini e degli adolescenti partecipanti in un’ottica di sviluppo di una comunità integrante
· promuovere forme più stimolanti di contatto con la cultura di arrivo, operando attraverso un confronto diretto, e non mediato, con le persone e i luoghi portatori di quella stessa cultura
· promuovere occasioni di confronto, coinvolgendo gli operatori e le associazioni culturali presenti sul territorio e creando iniziative ed eventi interculturali estesi alla cittadinanza
· offrire agli insegnanti nuovi stimoli di riflessione per la prassi didattica nel campo dell’educazione interculturale
· promuovere all’interno delle pubbliche amministrazioni e delle istituzioni culturali locali una cultura più aperta e accogliente.
Da quando, per quanto
Da dicembre 2008 a gennaio 2009: definizione degli obiettivi e delle metodologie, avvio delle attività del comitato scientifico, incontri di sensibilizzazione e promozione del progetto con i dirigenti delle scuole coinvolte, incontri pubblici all’interno delle scuole e diffusione di materiale informativo per l’individuazione dei destinatari per i singoli laboratori creativi.
Da febbraio a maggio 2009: svolgimento dei tre laboratori creativi (30 ore ciascuno) con attività guidate in aula e sul territorio di Ancona.
Da ottobre a novembre 2009: mostra alla Mole Vanvitelliana con i risultati dei laboratori.
Novembre 2009: convegno nazionale “La città che cambia. Patrimonio culturale e identità locali” per la diffusione dei risultati del progetto e lo scambio di buone prassi.
Da gennaio ad aprile 2010: sono previsti un corso di aggiornamento delle competenze interculturali rivolto agli insegnanti, e la pubblicazione dei risultati del progetto e degli atti del convegno.
La formazione
· analisi di case-histories e partecipazione a incontri in sede di comitato scientifico e gruppo di lavoro dei laboratori
· incontri preliminari per valutare e conoscere il contesto di riferimento, sulla base anche delle rilevazioni del Comune di Ancona, della Provincia e del Provveditorato agli Studi
· esperienze pregresse degli educatori e degli artisti coinvolti nelle pratiche interculturali.
Come si articola – le fasi di lavoro
· Attività di informazione e sensibilizzazione: nella fase di lancio del progetto è stata avviata una campagna di informazione mirata ai destinatari principali e alle loro famiglie, attraverso la distribuzione di materiali promozionali all’interno delle scuole, dei centri di aggregazione e in altri spazi ritenuti strategici rispetto ai target di riferimento.
· Attività preparatorie per i laboratori: in questa fase sono avvenute la selezione dei partecipanti al laboratorio (in accordo con dirigenti e i docenti delle scuole di appartenenza), l’allestimento degli spazi di laboratorio, l’acquisizione delle dotazioni strumentali necessarie e dei materiali di laboratorio, l’elaborazione dei materiali didattici, l’organizzazione di escursioni sul territorio urbano.
· Laboratori creativi: sono stati realizzati 3 laboratori della durata di 30 ore ciascuno. I laboratori si sono svolti all’interno dei plessi scolastici di provenienza degli studenti, in orari extra-scolastici concordati sulla base delle diverse esigenze dei partecipanti. I bambini della scuola primaria hanno partecipato al laboratorio di disegno e arti applicate; i ragazzi della scuola secondaria di 1° grado al laboratorio di fotografia, gli studenti della scuola secondaria di 2° grado al laboratorio di tecnica audio-video, di indirizzo sia documentaristico (reportage) che narrativo (cortometraggi). Nel caso del laboratorio di pittura e di quello di audio-video è stato necessario programmare, in accordo con i partecipanti e le rispettive famiglie, incontri aggiuntivi in relazione all’avanzamento del lavoro individuale e di gruppo.
· Attività di monitoraggio e fine-tuning: l’attività di monitoraggio e valutazione del processo di realizzazione e dei risultati finali delle attività laboratoriali è stata svolta nel corso dei laboratori, nel periodo compreso tra febbraio e maggio 2009.
· Sviluppo della partecipazione: attraverso focus groups, le associazioni degli immigrati e le associazioni culturali cittadine già radicate nel contesto socio-culturale locale, le famiglie dei partecipanti, i rappresentanti delle scuole e gli amministratori pubblici hanno potuto avviare un dialogo costante, aperto e propositivo tra le parti, allo scopo non solo di essere informati e valutare il reale perseguimento degli obiettivi del progetto, ma anche di suscitare nuove proposte per la prosecuzione e lo sviluppo futuro del progetto stesso.
· Attività di post-produzione ed eventi conclusivi: nella fase finale del progetto sono stati realizzati un’esposizione pubblica delle opere realizzate nei laboratori e un convegno di livello nazionale (cfr. “Da quando, per quanto”); nei primi mesi del 2010 sarà realizzato un corso di aggiornamento rivolto agli insegnanti delle scuole anconetane per lo sviluppo delle competenze interculturali.
Gli ambiti – le aree disciplinari
Interpretazione e narrazione per immagini dei luoghi urbani (pittura e modellazione, fotografia, audiovisivo).
Le strategie e gli strumenti
Il progetto è stato realizzato attivando all’interno dell’Amministrazione proponente un tavolo di lavoro comune tra Assessorato alla Cultura, Assessorato ai Servizi Sociali e Assessorato alla Pubblica Istruzione. La sinergia tra i diversi Assessorati e i relativi Servizi ha consentito la messa in atto di azioni integrate che hanno garantito una maggiore efficacia, durabilità e sostenibilità delle azioni, agendo su diversi aspetti della relazione tra soggetti destinatari e contesto dell’ambiente sociale. Il coordinamento tecnico/scientifico del progetto è stato affidato a un’èquipe di esperti (interni ed esterni all’amministrazione) con competenze interdisciplinari quali: antropologia, sociologia, mediazione linguistica e culturale, pedagogia, patrimonio culturale e sviluppo locale.
Si è scelto di operare attraverso e all’interno della scuola perché questa rappresenta un laboratorio fondamentale per l’integrazione sociale sia per il suo ruolo di formazione linguistica, sia per l’impegno nell’educare ai valori di cittadinanza. La scelta di non coinvolgere bambini e giovani stranieri esterni ai percorsi scolastici (perché in situazioni di irregolarità o marginalità) è stata invece dettata dalla necessità di studiare l’esperienza di ragazzi inseriti in processi di formazione e socializzazione del paese di arrivo, processi che passano in gran parte proprio attraverso la scuola; in questo modo è stato possibile mettere a confronto esperienze di vita assimilabili, rintracciando comuni denominatori come base di relazione.
La pratica artistica è stata scelta come strumento privilegiato delle attività laboratoriali per la sua capacità di penetrazione a livello di comunicazione ed espressività. Essa ha consentito un coinvolgimento attivo e gratificante dei giovani, facendo sì che anche temi complessi potessero essere affrontati attraverso azioni capaci di emozionare e divertire. Inoltre la pratica artistica ha permesso di entrare in relazione anche con persone che per varie difficoltà, prima di tutto linguistiche, generalmente possono risultare poco penetrabili con i tradizionali metodi di indagine, e ha offerto nello stesso tempo ai partecipanti l’occasione di mettersi alla prova facendo emergere le proprie capacità espressive.
All’interno dei tre laboratori i partecipanti hanno lavorato sotto la guida di un artista-mediatore, supportati da un docente della scuola ospitante, da un tutor e assistiti quando necessario da mediatori linguistico-culturali. Dopo un’introduzione dedicata alle tecniche del mezzo espressivo e alle tecniche di narrazione, ogni partecipante ha fatto propri gli strumenti artistici per elaborare personali “visioni” urbane attorno a una selezione di luoghi pubblici rappresentativi della quotidianità, operando all’interno del gruppo dei pari attraverso un processo di ascolto, condivisione, interpretazione e narrazione. L’indagine sugli spazi urbani è stata al centro del confronto all’interno di ciascun gruppo di lavoro a partire dal presupposto che ciò che intendiamo per “luogo” è la rappresentazione sociale e culturale di quello stesso luogo. Si è cercato quindi di promuovere una riflessione sulle “identità” e sulle “appartenenze” non individuando a priori, quale campo di indagine, un luogo “simbolico” – riconosciuto e/o riconoscibile come tale (es. centro storico, monumento, ecc.) –, ma tarandosi di volta in volta sulle sensibilità e sul patrimonio di conoscenze già insite nei partecipanti, nel loro bagaglio di esperienze, che spesso, soprattutto per i più piccoli, è riconducibile piuttosto al quartiere, al porto, al mercato, al parco, al centro ricreativo: il “museo del quotidiano”. I partecipanti non sono quindi stati indotti a visitare chiese, palazzi, piazze della città cercando di trasferir loro, in un tempo necessariamente breve, una serie di informazioni di carattere culturale; piuttosto si è cercato di offrire loro gli strumenti per una lettura critica e interpretativa del proprio ambiente vitale, lasciandoli liberi di chiedere approfondimenti, di confrontarsi sulle forme, sul modo di vedere e di vivere una piazza, un mercato, ecc.
Nel corso dei laboratori il confronto tra le diverse culture non è emerso mai in modo immediato, soprattutto tra gli adolescenti. Per portare la riflessione sui temi cardine sono stati quindi utilizzati strumenti diversi, quali: ricerche individuali e di gruppo; testimonianze in aula di soggetti estranei al gruppo di lavoro e portatori di interesse; visione e condivisione di selezioni iconografiche, di opere fotografiche, audiovisive, ecc.
Nelle “creazioni d’arte” dei partecipanti, individuali e collettive, i rimandi alle culture d’origine emergono in maniera più o meno evidente, assieme ai riferimenti a repertori iconografici della cultura “globalista” contemporanea. I lavori realizzati non hanno il senso di un lavoro compiuto, ma piuttosto sono il risultato di un processo complesso, delicato, non sempre lineare, su cui durante i laboratori si è più volte riflettuto e discusso dal punto di vista del metodo e dell’approccio.
La mostra conclusiva, realizzata negli spazi espositivi della Mole Vanvitelliana, è stata molto attesa dai partecipanti e dalle loro famiglie, un momento importante del progetto quanto tutto il percorso di laboratorio, che si è trasformato in un’occasione di festa e di socializzazione. La mostra ha inoltre rappresentato anche per i cittadini di Ancona un’opportunità per comprendere che la diversità (all’interno dei gruppi mai percepita come barriera) può essere un’opportunità di crescita per tutta la comunità. Importanti sono stati anche i diversi incontri collaterali alle attività laboratoriali, come quelli per la condivisione degli obiettivi del progetto con i ragazzi e le loro famiglie, nonché i focus groups che hanno creato nuove relazioni tra persone provenienti da ambiti culturali differenti e hanno dato adito a diverse ipotesi per il proseguimento del progetto nel futuro. Tra queste ultime, quella di realizzare un corso di aggiornamento rivolto agli insegnanti delle scuole cittadine per lo sviluppo delle competenze interculturali.
La produzione
· una serie di foto-sequenze narrative realizzate dai ragazzi sui diversi temi della vita urbana
· una serie di autoritratti fotografici e testuali, dove un partecipante della scuola secondaria di 1° grado ha rappresentato se stesso e la propria famiglia attraverso oggetti e luoghi affettivi
· videoclip (mini cortometraggi) di autopresentazione e di racconto delle proprie percezioni rispetto ai luoghi urbani, realizzate dai ragazzi delle scuole superiori
· un cortometraggio narrativo ambientato ad Ancona e realizzato dai ragazzi delle scuole superiori
· una serie di burattini policromi, che hanno permesso ai bambini della scuola primaria di esprimere attraverso il gioco le esperienze legate al proprio vissuto, alla propria famiglia, alle proprie origini
· disegni realizzati dai bambini della scuola primaria con diverse tecniche grazie ai quali emerge, attraverso gli occhi e i commenti testuali dei piccoli autori, una lettura critica ed affettiva del proprio quartiere.
La documentazione
Tutte le fasi di lavoro delle attività laboratoriali (gli incontri in aula, le uscite nei quartieri, le riprese del corto ecc.) sono state monitorate dal comitato scientifico e documentate attraverso riprese audio-video e fotografiche, confluite in un reportage/documentario conclusivo fruibile all’interno del percorso espositivo della mostra.
La verifica e la valutazione
Il monitoraggio e la valutazione delle attività laboratoriali sono stati svolti nel periodo compreso tra febbraio e maggio 2009 attraverso la somministrazione ai partecipanti di un questionario ex ante, uno in itinere e uno ex post, allo scopo di rilevare il loro grado di soddisfazione/insoddisfazione rispetto a:
– contenuti dei laboratori
– metodologie e materiali didattici
– performance del gruppo di lavoro
– apprendimenti
– organizzazione dei laboratori
– funzionamento delle attrezzature didattiche.
In estrema sintesi l’obiettivo generale dell’attività di monitoraggio era di far emergere punti di forza e di debolezza di un progetto sperimentale. I questionari, ad eccezione della scuola primaria, sono stati somministrati durante l’orario di laboratorio. A prescindere dalla fascia d’età presa in considerazione e dalla tipologia specifica di ogni laboratorio, il dato che risulta più interessante è la constatazione di un effettivo coinvolgimento e di una partecipazione anche emotiva dei ragazzi al progetto, che li ha posti su un piano molto importante di condivisione degli obiettivi che il gruppo di lavoro si era proposto.
Inoltre i partecipanti hanno dimostrato una straordinaria attitudine al confronto interiore con se stessi e con gli altri, desiderosi e consapevoli di proporre una “messa in scena” del sé utile ad aprire nuovi punti di congiunzione con l’intera cittadinanza.
Il monitoraggio e la valutazione in progress del percorso compiuto sono avvenuti anche grazie ai numerosi incontri tra comitato scientifico e gruppo di lavoro per i laboratori, che hanno permesso di adeguare e adattare di volta in volta le attività alle necessità dei partecipanti e agli obiettivi del progetto.
La presentazione e la pubblicizzazione
La promozione del progetto è avvenuta attraverso molteplici canali di comunicazione:
– un DVD contenente tutto il materiale video relativo al progetto (cortometraggio e videoclip prodotti durante il laboratorio di tecnica audio-video, video reportage di progetto), distribuito ai partecipanti dei laboratori, alle scuole che hanno aderito al progetto e alle principali istituzioni culturali locali
– conferenze stampa e comunicati stampa realizzati per la veicolazione delle diverse fasi di avanzamento del progetto
– esposizione temporanea alla Mole Vanvitelliana dei lavori realizzati nel corso dei laboratori
– convegno conclusivo “La città che cambia. Patrimonio culturale e identità locali” per diffondere i risultati e metterli a confronto con le esperienze italiane più significative. Si prevede anche la pubblicazione degli atti del convegno.
Le risorse finanziarie
Il progetto è stato promosso e finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali con il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati (anno 2007), e realizzato dal Comune di Ancona.
I punti di forza
· promozione di relazioni interpersonali tra i partecipanti e creazione di gruppi coesi, grazie ai laboratori e ai momenti di incontro
· maggiore conoscenza della città e consapevolezza del proprio rapporto con essa da parte dei giovani italiani e migranti
· consolidamento e/o sviluppo di un nuovo legame con il territorio
· apprendimento di tecniche artistiche e sviluppo dei talenti individuali dei partecipanti
· opportunità di espressione del sé e della propria percezione rispetto ai luoghi urbani
· opportunità di confronto e condivisione di esperienze e sub-strati culturali differenti non solo tra i partecipanti ai laboratori, ma anche tra i partecipanti agli incontri collaterali (focus groups, ecc.)
· ribaltamento del ruolo che i giovani migranti rivestono all’interno dei processi socio-culturali cittadini, trasformandoli da semplici utenti e “beneficiari” in soggetti-attori che agiscono in prima persona sulla società
· incremento delle competenze interculturali degli insegnanti e del team di lavoro
· diffusione dell’educazione interculturale e dell’educazione alla diversità tra tutte le componenti sociali del territorio anche grazie agli eventi pubblici finali.
Le criticità emerse
· tempi troppo concentrati per lo svolgimento dei laboratori creativi; occorrerebbe prevedere tempi più lunghi per facilitare la conoscenza reciproca, la comprensione del contesto da parte del gruppo di lavoro, l’approfondimento del lavoro sui contenuti e sull’espressione del sé (gli incontri previsti per due dei laboratori, ad esempio, non sono stati sufficienti a completare i percorsi intrapresi, pertanto è stato necessario effettuare ulteriori incontri nel corso dell’estate)
· periodo dell’anno scolastico particolarmente impegnativo per i partecipanti: per questioni amministrative i laboratori sono stati avviati a febbraio e sono terminati tra fine maggio e i primi di giugno, in un periodo particolarmente denso di impegni scolastici, rendendo difficoltosa la frequenza a tutti gli incontri dei laboratori da parte dei giovani studenti
· necessità di definire in modo chiaro gli obiettivi e le azioni del progetto al fine di rendere più consapevoli sia i partecipanti ai laboratori che il team di progetto
· difficoltà dei partecipanti ad esprimere le proprie idee ed esperienze personali e loro tendenza a sminuire il valore del proprio contributo alle attività
· necessità di una maggiore cura del rapporto e della comunicazione con le istituzioni scolastiche coinvolte
· difficoltà di coinvolgimento delle famiglie: quelle italiane in particolare spesso dimostrano “insofferenza” rispetto ad attività promosse dall’amministrazione locale e dalla scuola a favore dei ragazzi di origine immigrata
· necessità di accrescere la formazione specifica per gli operatori.
Recapiti dell’ente promotore
Comune di Ancona
Largo XXIV Maggio, 1 – 60123 Ancona
tel. 071.2225019
Referenti del progetto
– Alessandra Panzini
architetto, Marchingegno s.r.l.
tel. 071.872484, cell. 339.7607295
a .panzini@marchingegno.it
– Giorgio Cingolani
antropologo, professionista esterno
cell .348.7401308,
giorgio.cingolani@gmail.com
– Maria Grazia Conti
Comune di Ancona, Servizio Pubblica Istruzione
tel. 071.2225006
mariagrazia.conti@comune.ancona.it
– Francesco Paesani
Comune di Ancona, Servizio Cultura
tel. 071.2225013
francesco.paesani@comune.ancona.it
Data di pubblicazione della scheda: marzo 2010