“Lingua contro Lingua”. Una mostra collaborativa

Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino | Centro Piemontese di Studi Africani | Torino

2009
Lingua contro Lingua

Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
La proposta progettuale “Lingua contro lingua” (il titolo si ispira a un brano dei Radiodervish, edizioni Il Manifesto, 2005) è l’esito dello stage svolto da Tiziana Nosek presso il CSA – Centro Piemontese Studi Africani di Torino (cfr. tesi finale del master) e della collaborazione con il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino.
Il progetto-pilota “Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa” è il risultato di una parziale rielaborazione della proposta progettuale e dei contributi apportati dai referenti del Centro Studi Africani, del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino e di HoldenArt – Formule di narrazione.
“Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa” raccoglie non solo l’eredità culturale del progetto del CSA “Migranti e Patrimoni culturali”, ma anche le risorse umane che nel suo ambito si sono formate, ovvero i mediatori culturali che hanno preso parte al Corso di formazione per Mediatori dei Patrimoni Interculturali, così come i referenti del CSA e di HoldenArt.

Gli attori coinvolti – la rete di progetto
· Ente promotore del progetto: Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino
· Ente coordinatore: CSA – Centro Piemontese di Studi Africani (Torino)
· Ente partner: HoldenArt – Formule di narrazione (Torino)
· Istituzione partner: “Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa” è un’esperienza pilota realizzata nell’ambito del progetto europeo “MAP for ID – Museums as Places for Intercultural Dialogue”, con il coordinamento e il sostegno della Città di Torino – Settore Educazione al Patrimonio Culturale.

Gli operatori – l’équipe di progetto
· per il CSA: Costanza Prada (Direttore), Anna Maria Pecci (responsabile scientifica e coordinatrice del progetto), Chiara Maggiore (assistente e coordinatrice delle attività educative), Tiziana Nosek (proposta progettuale e coordinamento delle attività educative)
· per il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino: Prof.ssa Emma Rabino Massa (responsabile scientifico), Gianluigi Mangiapane (divulgatore scientifico), Donatella Minaldi (divulgatrice scientifica)
· per Holden Art: Alberto Jona (Direttore), Emiliano Amato (docente e tutor), Laura Carle (collaboratrice)
· mediatori e mediatrici: Desiré Chasinga Bakorongotane, Abderrahim Benradi, Rita Catarama, Marcelin Enascut, Stefania Giustat, Justin Laoumaye, Bushiri Mutangi, Rangou Samb Ndiaye, Fabio Pettirino
· consulenti ed esperti: Andrea Perin (architetto museografo; progetto di allestimento, docente e tutor), Donata Testa (esperta in comunicazione e docente).

I destinatari
· del corso di formazione: un gruppo di mediatori e mediatrici culturali di prima e seconda generazione migratoria, provenienti da Ciad, Italia, Marocco, Repubblica Democratica del Congo, Romania e Senegal; i responsabili e gli educatori del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino, invitandoli ad assumere una visione inclusiva dell’istituzione che rappresentano, basata su una partecipazione attiva del pubblico (italiano e straniero) che permetta di trasformare il Museo in “zona di contatto”
· della mostra: studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori di Torino e provincia, pubblico usuale e non-pubblico (es. giovani e cittadini stranieri) del Museo.

Gli obiettivi
· realizzare in partenariato interistituzionale una proposta museografica innovativa, attraverso un percorso di formazione, progettazione e sperimentazione concertato e condiviso da mediatori culturali, responsabili/educatori museali e referenti di enti locali
· valorizzare le collezioni del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino in un’ottica di comunicazione interculturale, proponendo il Museo come una “zona di contatto” tra identità culturali diverse e tra passato e presente
· offrire a migranti e mediatori culturali di prima e seconda generazione la possibilità di fruire dei patrimoni materiali e immateriali in termini di auto-rappresentazione e ri-appropriazione culturale
· formare figure specializzate (i mediatori) che possano interpretare e narrare i beni conservati nel Museo di Antropologia ed Etnografia alla luce dei saperi e delle storie che costituiscono i “propri” patrimoni culturali
· formare il personale del Museo al dialogo interculturale
· offrire a un pubblico eterogeneo la possibilità di “leggere” gli oggetti esposti attraverso molteplici punti di vista
· realizzare, con e nelle scuole secondarie di secondo grado di Torino e provincia, una proposta innovativa di educazione interculturale al patrimonio
· realizzare una buona pratica culturale che ogni mediatore potrà replicare e rielaborare sia nella propria realtà lavorativa, sia negli ambiti di progettazione che interessano i patrimoni culturali.

Da quando, per quanto
Settembre 2008 (corso di formazione) – gennaio 2009 (conclusione della mostra).

La formazione
Al cuore del progetto vi è il Corso di formazione per Mediatori dei Patrimoni Interculturali, che ha inteso riproporre – seppure con alcuni contenuti e modalità opportunamente adattati alle finalità specifiche del progetto di mostra collaborativa – l’iter formativo compiuto nel progetto “Migranti e Patrimoni Culturali” (settembre- dicembre 2007), conclusosi con la realizzazione del ciclo di percorsi narrati “Oggetto di incontro. Storie di viaggi, Paesi, persone, culture” (gennaio-febbraio 2008).
Il percorso formativo si è articolato in sei moduli, attuati nel periodo 6 settembre – 15 novembre 2008:
– Modulo A: Il contesto di riferimento: prime “chiavi di accesso” al sapere e al saper fare
– Modulo B: La mediazione interculturale dei patrimoni: sguardi ed esperienze a confronto
– Modulo C: La narrazione come strumento di mediazione dei patrimoni (in questa parte si è proceduto alla selezione degli oggetti appartenenti alle collezioni etnografiche del Museo di Antropologia ed Etnografia)
– Modulo D: Laboratori di progettazione dei percorsi narrati e della mostra (in questa parte si è svolto anche il lavoro di programmazione degli incontri propedeutici in aula, in partenariato con le scuole interessate)
– Modulo integrativo: La comunicazione efficace
– Modulo E: Allestimento della mostra.

Come si articola – le fasi di lavoro
I mediatori e le mediatrici formati dal CSA hanno concepito e realizzato un allestimento multivocale in collaborazione con i referenti del Museo e con un architetto museografo. La lingua del Museo – istituzionale, scientifica, didascalica – dialoga con la lingua dei mediatori e delle mediatrici – autobiografica, evocativa, emozionale –, interpreti di un patrimonio di cui non si è inteso stabilire alcuna verità, ma offrire diverse chiavi di lettura (da qui il riferimento al brano dei Radiodervish).
Ogni mediatore e mediatrice ha scelto uno o più oggetti dalle collezioni etnografiche del Museo sulla base del proprio sentire emozionale e culturale. È stato/a cioè libero/a di relazionarsi a quelle testimonianze materiali – non necessariamente provenienti dal suo stesso Paese o prodotte nel suo contesto culturale – che più di altre hanno evocato legami con la propria storia di vita, passata o presente, o con memorie e saperi incorporati, trasmessi di generazione in generazione e bagaglio/patrimonio imprescindibile del percorso migratorio.
Alla scelta degli oggetti ha fatto quindi seguito la fase di ideazione dei percorsi narrati dei patrimoni, alla quale hanno preso parte anche i referenti del Museo.
Gli oggetti sono stati infine esposti in vetrine che costituiscono delle “installazioni autobiografiche”, in cui hanno trovato spazio anche i patrimoni soggettivi (intimi e spesso domestici) dei mediatori e delle mediatrici: souvenir, fotografie, abiti, libri…
Dal 17 novembre 2008 al 31 gennaio 2009 la mostra è stata aperta su prenotazione e resa fruibile attraverso percorsi narrati dialogici che, solamente per il pubblico scolastico, venivano preceduti da attività educative propedeutiche, svolte in aula o direttamente in museo. La finalità degli incontri, della durata media di 1 ora, è stata di creare una relazione di avvicinamento tra persone che per ruolo, formazione e cultura appartengono ad ambiti diversi (gli insegnanti, gli studenti, i mediatori culturali), ma che si pongono su uno stesso livello di dialogo e interazione. I mediatori dei patrimoni hanno dapprima introdotto gli studenti alla mediazione interculturale, richiamandosi direttamente alla personale esperienza professionale e di migrazione; successivamente hanno illustrato il progetto “Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa”; quindi hanno stimolato, attraverso la tecnica del brainstorming, una riflessione di gruppo sulle parole chiave “assegnate” ai rispettivi percorsi narrati (musica, abbigliamento, rappresentazione, linguaggio, antenati, rituali, tradizione, cucina, scrittura). I risultati del brainstorming sono stati riportati su dei poster che sono stati poi collocati alla base delle diverse vetrine in modo da integrarsi concettualmente e fisicamente ad esse e costituire tanto una restituzione quanto una appropriazione di patrimoni soggettivi e musealizzati.
Nei percorsi di visita narrata proposti nel Museo, i visitatori sono stati accompagnati da un educatore museale e da un mediatore culturale, i quali, dialogando tra di loro e interagendo con il pubblico, hanno proposto una molteplice lettura degli oggetti esposti: l’educatore museale ha raccontato i “viaggi” geografici e d’interpretazione/musealizzazione che le testimonianze materiali esposte hanno compiuto, ed è stato aiutato dal mediatore a contestualizzarle, vale a dire a sottolineare quanto la loro storia, gli usi, le interpretazioni, nonché l’utilizzo ideologico e culturale che di esse è stato fatto, siano stati determinati dalle modalità di acquisizione.
Attraverso la narrazione, gli oggetti appartenenti alle collezioni etnografiche del Museo – talvolta in dialogo, anch’essi, con oggetti personali dei mediatori – sono diventati protagonisti di storie che, alla luce di frammenti di vite vissute e punti di vista differenti, si rivelano portatori di una pluralità di significati in una prospettiva interculturale.

Gli ambiti – le aree disciplinari
Scuole secondarie di secondo grado: Materie letterarie; Lingua e letteratura francese; Geografia generale, economica e turistica; Storia; Storia dell’arte; Moda e costume; Educazione all’immagine.

Le strategie e gli strumenti
La progettazione partecipata è stata prevista per tutte le fasi di lavoro: la pre-progettazione, la formazione dei mediatori e dei responsabili/educatori museali, la scelta degli oggetti da proporre al pubblico e le modalità di visita offerte, la comunicazione dell’evento e la verifica della buona riuscita del progetto.
Tutti gli incontri di pre-progettazione e di progettazione sono documentati da report.
I moduli formativi sono stati condotti da esperti e professionisti in maniera non frontale ma laboratoriale e interattiva, con il supporto di dispense e di materiali audiovisivi. In alcuni casi sono state svolte esclusivamente attività in aula, in altri casi ai partecipanti è stato chiesto di produrre degli elaborati a casa. Il Modulo D ha previsto la progettazione condivisa, parallela e trasversale dei percorsi narrati e degli allestimenti, pur nel rispetto della creazione soggettiva e autobiografica. Il Modulo Integrativo ha compreso la simulazione di un incontro propedeutico in aula con gli studenti. Il Modulo E, infine, si è svolto in una sola giornata, nel Museo di Antropologia ed Etnografia, ed è consistito nell’allestimento, anch’esso collaborativo e partecipato, delle vetrine.
Alcune attività educative propedeutiche e percorsi narrati dialogici sono stati documentati con riprese audiovisive.

La produzione
· i “prodotti di formazione”, ovvero le competenze, gli strumenti e le abilità di mediazione acquisite dai partecipanti e applicate nello svolgere il ruolo di “interpreti” del patrimonio culturale
· l’allestimento, curato dagli stessi mediatori in collaborazione con l’architetto museografo
· i percorsi dialogici e narrati.

La documentazione
Un catalogo “dialogico” della mostra, distribuito alle scolaresche e al pubblico in visita, raccoglie e mette a confronto le schede scientifiche relative agli oggetti del Museo (parzialmente riprodotte e adattate) con citazioni tratte dai percorsi narrati ideati e condotti dai mediatori, evidenziando la valenza interculturale del progetto.


Altre risorse consultabili

– Per il primo corso di formazione per Mediatori dei Patrimoni Interculturali promosso dal CSA e i percorsi narrati “Oggetto di incontro”, cfr. la sezione “Video” di questo sito e A. M. Pecci (a cura di), Patrimoni in migrazione. Accessibilità, partecipazione, mediazione nei musei, FrancoAngeli, Milano, 2009.

– Il progetto è inoltre documentato nella pubblicazione finale del progetto “MAP for ID”: S. Bodo, K. Gibbs, M. Sani (a cura di), I musei come luoghi di dialogo interculturale: esperienze dall’Europa (2009).

La verifica e la valutazione
La valutazione in itinere e finale è stata condotta con strumenti qualitativi. Ai partecipanti al corso di formazione sono stati distribuiti questionari o proposte tracce di riflessione al termine di ogni incontro formativo. Alcuni docenti hanno predisposto strumenti ad hoc; altri hanno utilizzato un questionario formulato dal CSA. È stato inoltre distribuito un questionario di valutazione generale relativo al percorso formativo nel suo insieme.
Al pubblico sono invece stati somministrati questionari differenti, pensati appositamente per gli studenti, per le insegnanti e per il pubblico generico. Lo spoglio è in corso.
I referenti degli enti partner di progetto stanno inoltre procedendo all’autovalutazione con il supporto della scheda predisposta dai coordinatori e consulenti di “MAP for ID”.

La presentazione e la pubblicizzazione
Inaugurazione della mostra: 17 novembre 2008, Aula Magna, Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo – Università degli Studi di Torino.

Presentazione del progetto nell’ambito degli incontri “MAP for ID”:
– Torino, 16 settembre 2008, Galleria Civica d’Arte Moderna
– Bologna, 16 febbraio 2009, Istituto Beni Culturali (IBC) dell’Emilia Romagna .

Altre presentazioni:
– Milano, 4 marzo 2009: Convegno “Il patrimonio risorsa per l’educazione interculturale. La scuola, il museo, il territorio”, organizzato dalla Fondazione ISMU e dalla Provincia di Milano in collaborazione con Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia. Cfr. slides intervento di Anna Maria Pecci su questo stesso sito.
– Bologna, 31 marzo 2009: Incontro di formazione su musei e dialogo interculturale, organizzato dalla Commissione ICOM “Educazione e mediazione” in collaborazione con IBC Regione Emilia Romagna.

– Madrid, 14-16 ottobre 2009: convegno conclusivo del progetto europeo “MAP for ID”.

Le risorse finanziarie
Progetto europeo “MAP for ID – Museums as Places for Intercultural Dialogue”.

I punti di forza
· diversamente dall’iter progettuale solitamente adottato nella realizzazione di mostre, l’architetto ha preso parte a tutte le fasi di progettazione, svolgendo il triplice ruolo di museografo, “facilitatore” e “traduttore”, in un processo di condivisione di conoscenze
· il progetto ha previsto la realizzazione non solo di percorsi narrati dialogici, curati e condotti dai mediatori e dagli educatori museali, ma anche di un allestimento museale di tipo “collaborativo”, che ha visto cioè coinvolti i destinatari e gli attori di progetto in una piena condivisione della sua concezione, definizione e realizzazione, “mettendo in gioco” le rispettive competenze in uno scambio dialogico e negoziale di ipotesi e soluzioni
· la narrazione è stata intesa come strumento di mediazione non in senso linguistico, ma in quanto: condivisione di saperi e punti di vista sia soggettivi sia istituzionali; creazione o potenziamento di un legame sociale tra musei e pubblico; stimolo a un impegno/coinvolgimento culturale dei “nuovi cittadini”
· l’approccio autobiografico ha inoltre consentito di introdurre il vissuto personale, anche migratorio, dei mediatori, e di “restituire” gli oggetti al pubblico e al Museo come testimonianza appropriate e ri-appropriate di storie di vita
· sono stati avviati un confronto e un rapporto più stretti tra museo e scuola, con l’introduzione in aula dell’educazione interculturale attraverso i patrimoni
· l’inserimento di “Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa” nel progetto europeo “MAP for ID – Museums as Places for Intercultural Dialogue” ha consentito di confrontarsi direttamente con altre realtà museali impegnate sul fronte dell’intercultura, acquisendo conoscenze più ampie e diversificate relative, ad esempio, a missioni e visioni istituzionali, professionalità museali, strumenti e strategie da impiegare nel raggiungimento delle finalità, punti di forza e criticità. L’opportunità di prendere parte all’iniziativa europea ha inoltre costituito per il Museo di Antropologia ed Etnografia un importante incentivo per valorizzare le proprie collezioni attraverso una modalità innovativa, inclusiva e dialogica, che, essendo ripetibile, potrà essere “capitalizzata” ed eventualmente riproposta; inoltre, l’occasione professionalizzante, in chiave interculturale, offerta da “MAP for ID”, potrà diventare un “patrimonio” istituzionale, oltre che soggettivo (perché vissuta in prima persona dagli educatori museali), spendibile in futuro.

Le criticità emerse
· non è stata prevista/predisposta una restituzione adatta ed efficace dell’offerta educativa e la sua ricaduta sulle attività scolastiche post-museo
· il destino professionale dei mediatori
· non sono stati previsti/predisposti strumenti ad hoc per una valutazione della figura del mediatore professionale, in termini sia di riscontro autoriflessivo, sia della percezione che il pubblico ha avuto del suo apporto all’allestimento e all’offerta educativa (anche se l’analisi dei questionari consentirà di acquisire informazioni utili in tal senso).
Altre criticità potranno emergere al termine della fase di valutazione ex post.

Recapiti dell’ente promotore
Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino
via Accademia Albertina, 17 – 10123 Torino
tel. 011.6704550
www.museounito.it/antropologia/

Recapiti dell’ente coordinatore
CSA – Centro Piemontese di Studi Africani
via Vanchiglia 4/e – 10124 Torino
tel. 011.4365006
www.csapiemonte.it
segreteria@csapiemonte.it

Referenti del progetto
– Anna Maria Pecci
antropologa museale, responsabile scientifica e coordinatrice del progetto
annamaria.pecci@libero.it
– Gianluigi Mangiapane
divulgatore scientifico, Museo di Antropologia ed Etnografia
gianluigi.mangiapane@unito.it

Data di pubblicazione della scheda: marzo 2009

Destinatari

- del corso di formazione: mediatori culturali di prima e seconda generazione migratoria; conservatori/educatori del Museo
- della mostra: studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori di Torino e provincia; pubblico usuale e non-pubblico (es. giovani e cittadini stranieri) del Museo

Partner

HoldenArt – Formule di narrazione

Esiti/Prodotti

- prodotti di formazione (nuove conoscenze e competenze acquisite dai mediatori e dagli operatori del museo)
- allestimento di vetrine autobiografiche, curato dai mediatori
- percorsi dialogici e narrati tra mediatori e operatori del museo