“Lingua Mamma”. Un percorso artistico-linguistico con la comunità bangladese di Roma

Biblioteca “Dino Penazzato" | Roma

2013

Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
“Lingua Mamma. Un percorso artistico-linguistico con la comunità bangladese di Roma / Un percorso artistico-linguistico attraverso l’interculturalità a Roma” ha avuto origine da una convergenza di obiettivi fra la ricerca delle artiste Sara Basta e Mariana Ferratto, ideatrici del progetto, e la collaborazione avviata già nei due anni precedenti da Sala 1 Centro Internazionale d’Arte Contemporanea con la comunità bangladese di Roma, che ha permesso la definizione di un’area di incontro tra tutti i soggetti coinvolti e lo sviluppo di un programma di attività basato su ambiti culturali di reale interesse per i destinatari.
Questa convergenza di obiettivi ha incontrato in primo luogo il favore della Biblioteca comunale “Dino Penazzato” di Roma, desiderosa di promuovere un progetto che intervenisse nel processo di integrazione di una delle comunità più presenti nella propria area urbana di riferimento, comunità già attiva e partecipe di altre iniziative realizzate nella biblioteca. Successivamente, il progetto ha ottenuto la collaborazione della Scuola primaria “Carlo Pisacane”, situata nello stesso municipio.
L’altro elemento chiave all’origine del progetto è il
Premio “Arte, Patrimonio e Diritti Umani”, che il progetto “Lingua Mamma” ha vinto ex aequo nel 2011. Il premio, promosso dall’associazione Connecting Cultures e dalla Fondazione Ismu – Settore Educazione – Patrimonio e Intercultura, si propone di favorire la collaborazione fra artisti e istituzioni culturali nella realizzazione di progetti che promuovano il dialogo fra individui portatori di sensibilità culturali differenti in specifici contesti urbani o di comunità, generando nuove consapevolezze e relazioni.

Gli attori coinvolti – la rete di progetto
• Istituzione promotrice: Biblioteca comunale “Dino Penazzato”, Roma
Nasce nel 1980 nel quartiere Casilino. Oltre a essere un punto nodale per l’informazione, la consultazione di libri e lo studio, la biblioteca è impegnata nella promozione di attività culturali rivolte agli abitanti del quartiere e nel favorire l’integrazione culturale dei cittadini stranieri. Proprio a loro si rivolge da sempre con più di 500 libri in lingua e con l’organizzazione di corsi gratuiti di italiano. Nel giugno 2010 la biblioteca ha inaugurato, in collaborazione con l’associazione Roma Multietnica, la nuova sezione di libri in lingua bangla.
• Istituzione partner: Scuola primaria “Carlo Pisacane”, Roma
Situata nel cuore di Torpignattara, rispecchia la composizione multietnica del quartiere, ospitando la percentuale più alta di alunni stranieri, circa il 97%.
• Ente organizzatore: Sala 1 Centro Internazionale d’Arte Contemporanea
È una associazione culturale fondata a Roma negli anni Sessanta dall’artista Tito Amodei, diretta da Mary Angela  Schroth con la cura di Emanuela Termine. Impegnata da tempo in progetti di promozione del dialogo interculturale, negli ultimi due anni Sala 1 ha avviato una collaborazione di scambio artistico-culturale con la comunità bangladese di Roma e con l’Ambasciata del Bangladesh.
• Collaborazione, supporto e mediazione culturale: Ambasciata del Bangladesh a Roma
Tra Sala 1 e l’Ambasciata del Bangladesh è attiva dal 2010 una collaborazione di scambio e sostegno reciproco nell’organizzazione di eventi legati alla promozione della cultura bangladese. L’Ambasciata ha offerto al progetto il proprio supporto nella realizzazione delle attività, assumendo un fondamentale ruolo di intermediario fra gli operatori e i destinatari del progetto.

 

Gli operatori – l’equipe di progetto
– artiste: Sara Basta, Mariana Ferrato
– curatrice: Emanuela Termine
– personale della Biblioteca “Penazzato”: Marisa Valentini
– mediatori linguistico/culturali: Associazione culturale Shapla
– docenti della Scuola primaria “Pisacane”: Vania Borsetti, Valeria Manconi.

 

I destinatari
Il progetto si è rivolto alla comunità bangladese dei quartieri Torpignattara e Casilino di Roma – in particolare ai bambini dai 6 ai 10 anni di età e ai loro genitori, soprattutto le mamme – e ai residenti autoctoni, aprendosi poi, nel corso delle attività, anche ad altre comunità di immigrati presenti nella stessa area urbana.

 

Gli obiettivi
• promuovere e valorizzare la cultura dei cittadini immigrati residenti nei quartieri Torpignattara e Casilino, e favorirne l’integrazione attraverso uno scambio culturale con i residenti autoctoni basato sull’apprendimento della lingua
• attivare una serie di sinergie tra istituzioni già attive nell’ambito dell’integrazione degli immigrati per potenziarne l’azione attraverso la creazione di una rete di connessione e supporto reciproco, che possa incentivare lo scambio, il confronto e la condivisione continuativa di idee e di progetti
• intervenire su problemi concreti legati al rapporto tra contesto urbano e abitanti, e alle difficoltà di “vicinato”, per attivare un dibattito/dialogo che punti alla consapevolezza del valore della diversità culturale come fonte di crescita personale e collettiva
• stimolare la creatività, la socievolezza e il confronto tra i partecipanti, coinvolgendoli direttamente in attività artistico-culturali volte a mediare la comunicazione con l’altro e a incentivare la reciproca conoscenza
• aiutare il naturale apprendimento della lingua nei bambini e il potenziale “passaggio” attraverso di loro nelle madri.

 

Da quando, per quanto
Il progetto ha avuto inizio nel febbraio 2012 e si è concluso con una serie di presentazioni a giugno 2013.
La collaborazione tra gli operatori dell’equipe di progetto e la scuola primaria “Pisacane” è tutt’ora attiva, con l’obiettivo di dare continuità e sviluppo al progetto nel nuovo anno scolastico.

 

Come si articola – le fasi di lavoro
1. Incontri fra le artiste, la referente della Biblioteca “Penazzato” e i rappresentanti di tutti gli enti partner al fine di coordinare le attività attraverso una strategia condivisa; in questa fase è stato particolarmente importante il ruolo della responsabile della Biblioteca nel coinvolgimento della comunità bangladese, grazie alla relazione con essa avviata già da diversi anni.

 

2. Partecipazione delle artiste e di tutti i rappresentanti degli enti coinvolti alla festa della Lingua Madre e al National Children’s Day, organizzati ogni anno dalla comunità bangladese di Roma, con il lancio e la presentazione del progetto alla comunità stessa. In particolare, per il National Children’s Day è stato organizzato un evento alla Biblioteca “Penazzato” che ha rafforzato ulteriormente i rapporti tra le artiste, la comunità bangladese e l’Ambasciata del Bangladesh, e in occasione del quale si è deciso di attivare un partenariato con la scuola primaria “Pisacane”, frequentata da gran parte dei bambini presenti all’evento.

3. Inizio della collaborazione con la scuola: grazie a una serie di incontri con le maestre, che hanno riportato le esigenze della scuola e dei loro alunni, “Lingua Mamma” è stato riformulato e adattato alle necessità delle classi coinvolte; è in questa fase che il progetto è stato ampliato ed esteso dalla comunità bangladese a tutte quelle rappresentate dai bambini (nelle classi coinvolte erano presenti 10 nazionalità differenti).

4. Lancio e illustrazione del progetto alla comunità bangladese e ai residenti autoctoni attraverso le biblioteche coinvolte e le scuole di quartiere; realizzazione di un blog e di una pagina facebook per la comunicazione delle attività.

 

5. Svolgimento di attività laboratoriali articolate in tre fasi:
• I fase – Presentazione ed esplorazione dello spazio della biblioteca della scuola attraverso esperienze corporee. I bambini hanno misurato la loro altezza aiutandosi l’un l’altro: dopo essere diventati “metri di corpo”, hanno esplorato lo spazio della biblioteca con un lavoro lungo e dettagliato: mensole, tavoli, sedie sono stati misurati con le loro braccia, gambe, teste; i bambini hanno quindi riempito la biblioteca di adesivi su cui erano state scritte le parti del corpo con cui avevano misurato gli oggetti, fino ad arrivare all’ultima misurazione: i libri.
• II fase – Costruzione di un vocabolario multilingue del corpo. I bambini si sono divisi in gruppi e hanno riunito delle tessere per comporre un puzzle di diverse forme e dimensioni; ogni gruppo ha così formato una parte del corpo su cui era stata scritta la parola corrispondente in dieci lingue. Hanno poi rielaborato il puzzle disegnando le varie parti del corpo per comporre un ulteriore vocabolario da portare a casa.
• III fase – Scambio madri-figli nello spazio pubblico condiviso nella scuola, attraverso un’attività di gruppo incentrata sul canto delle ninne nanne tradizionali di differenti culture. Come prima proposta, le artiste hanno chiesto ai bambini di insegnare alle mamme una ninna nanna in italiano che conoscevano perché precedentemente imparata a scuola. Per alcune mamme la comprensione è stata molto difficile –  alcune parlavano poco o per nulla l’italiano – ma sono state comunque molto disponibili e curiose. Per favorire uno scambio tra lo spazio privato dei bambini e lo spazio condiviso nella scuola, le artiste hanno quindi chiesto alle mamme di insegnare ai bambini una ninna nanna nella loro lingua d’origine. Divisi in piccoli gruppi, guidati da una o due mamme, i bambini hanno imparato ninne nanne in bangladese, spagnolo, arabo, portoghese, francese e italiano. Dopo aver imparato le varie ninne nanne, i gruppi si sono riuniti e le hanno cantate agli altri compagni.
Le attività laboratoriali, condotte dalle artiste, si sono svolte all’interno dell’orario scolastico in piena autonomia, ma con la partecipazione attiva delle insegnanti, che sono state utili mediatrici nel primo momento di conoscenza con i bambini e con le mamme.

6. Elaborazione della documentazione audio, video e grafica realizzata durante i laboratori e produzione di materiali consultabili da differenti pubblici.

7. Presentazione finale del progetto e dei lavori prodotti attraverso la partecipazione a diversi eventi presso la scuola “Pisacane” (Giornata di Azione Globale Contro il Razzismo), la Biblioteca “Penazzato” (presentazione alla comunità bangladese), il MAXXI B.A.S.E. di Roma (presentazione all’interno del dipartimento di didattica), la Triennale di Milano (nell’ambito di “Arte, Patrimonio e Intercultura. Riflessioni e indagini sul diritto alla cittadinanza culturale”, giornata di studi promossa da Connecting Cultures e Fondazione Ismu – Patrimonio e Intercultura) e mostra presso The Gallery Apart di Roma.

 

Gli ambiti – le aree disciplinari
Arte, disegno, lettura, storia delle tradizioni, lingue, canto.

 

Le strategie e gli strumenti
Il progetto si focalizza sulla relazione madre-figlio come vettore principale per la costruzione di un’identità comune alle due culture, bangladese e italiana: i bambini, infatti, sono i principali “mediatori” per le donne e le famiglie bangladesi in Italia nell’apprendimento della nuova lingua; attraverso di loro, le madri possono avviare i primi passi verso l’integrazione.
Le strategie gli strumenti utilizzati sono stati mirati principalmente a rendere familiare lo spazio della biblioteca della scuola, rompere l’imbarazzo dei bambini di origine immigrata a parlare nella propria lingua madre in un contesto scolastico italiano, far nascere un rapporto tra mamme italiane e straniere, condividere il proprio patrimonio familiare e culturale.
Più in particolare:
– l’idea di appoggiarsi alla Biblioteca “Penazzato”, specializzata in tematiche interculturali, e di utilizzare il suo patrimonio (i libri utilizzati dalle artiste nel corso del progetto) per collaborare con la scuola “Pisacane” e valorizzarne la biblioteca ancora in costruzione è nata dalla convinzione che, creando un ponte diretto tra questi due spazi, i bambini e le madri potessero giungere più agevolmente a percepire entrambi come luoghi da “abitare” e utilizzare”;
– la scelta di misurare la biblioteca attraverso il corpo è stata il pretesto per prendere confidenza con il suo spazio e per vivere l’esperienza della lettura come attività non puramente intellettuale, ma che coinvolge tutto l’essere;
– il puzzle, inteso come mezzo per costruire un vocabolario multilingue, è stato utilizzato per far ritrovare a ogni bambino la sua lingua madre e confrontarla con gli altri attraverso un gioco di gruppo; i bambini hanno poi disegnato a loro modo i vari elementi del corpo (occhi, naso, bocca, orecchie, mani, piedi, ecc.), creando un vocabolario multilingue da portare a casa e condividere con le proprie famiglie, ma anche da utilizzare in classe;
– la scelta di chiedere ai bambini di insegnare alle mamme una ninna nanna in italiano è nata dalla resistenza riscontrata nei bambini a parlare nella propria lingua madre. Sono state quindi le mamme a rompere l’imbarazzo e a cantare nella propria lingua; in questo modo i bambini si sono sentiti a loro agio nello scambiare e condividere ognuno qualcosa del proprio mondo privato: per la prima volta hanno cantato una canzone nella loro lingua d’origine, aprendosi e mostrando la loro diversità senza vergogna;
– i libri, l’arte, il canto, il gioco, sono stati il patrimonio condiviso che ha consentito di superare le difficoltà linguistiche di ognuno.

 

La produzione
Il materiale prodotto nell’ambito del progetto si compone di:
• Fais Dodò, video 3’
• Apo, video loop
• un vocabolario del corpo
• una serie di disegni del corpo fatti dai bambini che compongono un vocabolario multilingue
• le stampe dei vocabolari multilingue
• un cd audio con tutte le ninne nanne cantate dalle mamme.

 

La documentazione
La documentazione è stata realizzata dalle artiste e dalla curatrice; è pubblicata e consultabile sul blog e sulla pagina Facebook del progetto.

 

La verifica e la valutazione
Al termine di ogni fase laboratoriale si sono tenuti incontri fra le artiste, i partecipanti e i rappresentanti degli enti per discutere e confrontare esperienze, opinioni, risultati raggiunti.

 

La presentazione e la pubblicizzazione
Il progetto è stato presentato in tre differenti contesti:
– scolastico: ai genitori e ai docenti in occasione della festa di fine anno
– della Biblioteca “Penazzato”: agli utenti e alle famiglie residenti nel quartiere
– istituzionale: al pubblico specializzato presso il Dipartimento educazione della Fondazione MAXXI, la Triennale di Milano e The Gallery Apart, Roma.

 

Le risorse finanziarie
Premio assegnato nell’ambito del concorso “Arte, Patrimonio e Diritti Umani”, promosso da Connecting Cultures (agenzia di ricerca per l’arte e il territorio) e Fondazione ISMU – Patrimonio Intercultura con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

 

I punti di forza
Il progetto ha avuto effetti positivi sul gruppo classe sotto il profilo dell’interazione tra gli alunni, ma anche tra le loro mamme: i bambini hanno condiviso l’identità culturale di famiglia, percependola come un valore; le mamme hanno potuto relazionarsi fra di loro, conoscersi e avviare iniziative comuni.
Inoltre, attraverso il progetto molte delle mamme coinvolte si sono accostate per la prima volta all’arte contemporanea, scoprendone il potenziale sociale e comunicativo, ma avvicinandosi anche a luoghi deputati come musei e gallerie (ad esempio, la presentazione finale del progetto al MAXXI B.A.S.E. di Roma ha portato all’organizzazione di una visita guidata negli spazi museali).
Un secondo punto di forza del progetto è stato quello di creare e avviare una rete di comunicazione e supporto fra le diverse istituzioni coinvolte, che si è rivelata continuativa indipendentemente dalla durata delle attività del progetto. L’ambasciata del Bangladesh ha accolto l’invito della scuola a partecipare all’evento da loro organizzato per celebrare la seconda giornata di “Azione Globale Contro il Razzismo”, in occasione della quale le artiste hanno esposto il materiale prodotto nell’ambito di “Lingua Mamma”; a partire da questo evento si è creato un ponte tra la scuola e l’Ambasciata. Allo stesso modo, si è creato un ponte diretto tra le due biblioteche, quella scolastica e quella del quartiere.
Un ulteriore punto di forza del progetto, infine, consiste nel carattere di trasferibilità dell’esperienza in altre biblioteche e in contesti culturali diversi: il metodo elaborato dalle artiste nell’ambito di “Lingua Mamma” può facilmente essere riadattato alle esigenze e agli interessi di altri destinatari.

 

Le criticità emerse
• difficoltà organizzative nella realizzazione dei laboratori, dovute ai lunghi tempi burocratici necessari alle istituzioni coinvolte per approvare e dare avvio alle attività previste
• difficoltà a reperire ulteriori fondi di sostegno necessari a coprire l’intero budget di spesa preventivato.

 

Recapiti dell’ente promotore
Biblioteca comunale “Dino Penazzato”
via Dino Penazzato, 112 – 00177 Roma
penazzato@bibliotechediroma.it

 

Referente del progetto
Emanuela Termine, curatrice del progetto
tel. 340.5536626
emanuela.termine@email.it

 

Data di pubblicazione della scheda: maggio 2014

Destinatari

Comunità bangladese dei quartieri Torpignattara e Casilino, in particolare i bambini dai 6 ai 10 anni di età e le loro mamme; residenti autoctoni; altre comunità di immigrati presenti nella stessa area urbana

Partner

Scuola primaria “Carlo Pisacane”, Sala 1 Centro Internazionale d’Arte Contemporanea, Ambasciata del Bangladesh a Roma

Esiti/Prodotti

Vocabolario multilingue del corpo realizzato dai bambini; CD audio le ninne nanne cantate dalle mamme; video "Fais dodò"