Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
- 2001-2004: cinque educatori della GAMeC (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo) hanno seguito per l’arco di tre anni scolastici cinque classi (1^, 2^, 3^, 4^, 5^) della Scuola Primaria “Fratelli Calvi” di Bergamo, una scuola che ha più del 50% di alunni stranieri. Il progetto, dal titolo “ARTE, FORMAZIONE E INTERCULTURA”, prevedeva interventi degli operatori su base quindicinale.
- 2005: il 18 maggio, in occasione della giornata internazionale dei Musei, dal tema “Museums bridging cultures”, i Servizi Educativi hanno organizzato un incontro a porte chiuse con i referenti della cooperativa culturale Kinesis, per valutare i possibili percorsi e collegamenti tra la GAMeC e le comunità dei migranti.
Chi sono gli attori coinvolti – la rete di progetto
- Ente promotore del progetto: Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, in collegamento con una serie di iniziative promosse dal Teatro Donizetti di Bergamo in occasione della stagione di prosa “Altri percorsi”, dedicata al tema “Tracce straniere”.
- Istituzione partner: Centro EDA di Redona.
Chi sono gli operatori – l’équipe di progetto
– Giovanna Brambilla Ranise, responsabile Servizi educativi
– Sara Rubbi, educatore museale
– Giuliana Speziali, educatore museale
– Paola Nevola, stagista (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Master “Servizi educativi del patrimonio artistico, dei musei di storia e di arti visive”)
– Giusi Berardi, docente della classe del Centro EDA di Redona
– Alfonso Modonesi, fotografo professionista.
I destinatari
Pubblico adulto (ma erano presenti anche due ragazzi che frequentavano le scuole superiori).
Gli obiettivi
- avvicinare gli adulti migranti al museo (dove non erano mai stati prima)
- trovare nel concetto di “dono” (visto che tutte le collezioni del museo sono frutto di donazioni di cittadini) una piattaforma di dialogo a partire dalla quale riflettere sul senso del museo
- utilizzare l’incontro con il museo come luogo di integrazione, di conoscenza e di arricchimento linguistico
- mettere in gioco i partecipanti chiedendo loro di diventare protagonisti del processo creativo: questo obiettivo è stato raggiunto costruendo insieme a loro un “nuovo museo”; i partecipanti sono stati invitati a scegliere degli oggetti che rappresentassero il loro rapporto (di appartenenza/distacco, inclusione/esclusione, amore/disamore) con la città. Questi oggetti sono stati fotografati da Alfonso Modonesi, corredati da una didascalia che ne raccontasse il senso, scritta nella lingua madre di ciascuno (e tradotti in tutte le lingue dei corsisti), ed esposti in una mostra presso la GAMeC.
Da quando, per quanto
Da gennaio 2006, sei incontri con cadenza settimanale (e interruzioni per le festività); la mostra ha avuto luogo dal 5 maggio al 21 maggio 2006.
La formazione
- partecipazione all’incontro del 18 maggio 2005
- esperienze pregresse degli educatori museali coinvolti con la tematica dei migranti
- incontri preliminari con Giusi Berardi, l’insegnante del corso EDA, per valutare e conoscere il contesto in cui si andava ad operare.
Come si articola – le fasi di lavoro
- analisi della situazione dei migranti sul territorio, grazie anche alle rilevazioni del Provveditorato e della Provincia
- prima ipotesi di creazione di un gruppo eterogeneo, basata sull’adesione dei singoli al progetto; questa ipotesi prevedeva anche la presenza di un mediatore culturale
- l’ipotesi viene scartata in quanto risulta più funzionale, per il progetto pilota, lavorare su un gruppo omogeneo e già formato
- contatti con il Centro EDA per valutare la fattibilità del coinvolgimento di una classe; il Centro EDA dà la disponibilità a sostituire una delle due lezioni settimanali con la frequenza ai nostri incontri
- la figura del mediatore culturale viene sostituita da quella dell’insegnante di italiano del corso (Giusi Berardi)
- condivisione con l’insegnante Berardi, con gli educatori e con la tirocinante della individuazione delle fasi di articolazione del progetto
- allestimento dello spazio museale con sedie in una sala espositiva per entrare nel vivo delle collezioni
- attivazione del percorso: il progetto si è articolato in cinque incontri di due ore e mezza ciascuno, che si sono svolti con cadenza settimanale all’interno della GAMeC. Durante il primo incontro, gli educatori hanno spiegato l’origine delle collezioni Stucchi, Spajani e Manzù, tutte e tre donate da privati alla città di Bergamo, come patrimonio per la collettività; si è insistito molto sul concetto di dono, alla ricerca di un significato condiviso del termine e delle sue diverse declinazioni. Nella seconda e terza lezione sono state analizzate e interpretate insieme ai partecipanti le opere delle collezioni, riflettendo anche sulle diverse interpretazioni relative alle culture dei paesi di provenienza. Negli ultimi incontri gli educatori hanno richiesto alla classe un apporto più attivo, invitando i partecipanti a individuare un oggetto che esprimesse il loro rapporto con la città di Bergamo e facendone dono simbolico
- momenti di riflessione in itinere sull’andamento del percorso
- stesura di relazioni di documentazione a cura della tirocinante al termine di ogni incontro
- condivisione con i partecipanti dell’idea e del significato della mostra e scelta degli oggetti da fotografare ed esporre in museo
- allestimento della mostra
- somministrazione di un questionario di valutazione
- riunione del gruppo di lavoro per riflettere sull’iniziativa quando questa si è conclusa.
Gli ambiti – le aree disciplinari
Antropologia, museologia, storia dell’arte, italiano.
Le strategie e gli strumenti
- interventi in museo come sostituzione di lezioni di italiano per creare un maggior vincolo alla presenza e una maggiore motivazione (sono persone che difficilmente seguono tutti gli interventi)
- incontri nelle sale espositive del museo
- compresenza degli educatori museali e dell’insegnante di italiano
- interventi basati sul dialogo e non sulla lectio frontalis.
La produzione
- fotografie per la mostra
- testi a corredo della mostra scritti dai partecipanti
- resoconti degli interventi (ad uso interno).
La documentazione
La documentazione è stata predisposta dalla tirocinante e verificata dalla Responsabile dei Servizi Educativi.
La verifica e la valutazione
- incontri periodici tra la Responsabile dei Servizi Educativi e gli educatori museali per la verifica degli apprendimenti
- questionari somministrati ai partecipanti a fine progetto per valutare l’incidenza del percorso sulla loro formazione e sul loro rapporto con il museo.
La presentazione e la pubblicizzazione
Mostra finale “OspitiDONOre” presso lo Spazio ParolaImmagine della GAMeC dal 5 al 21 maggio 2006.
Le risorse finanziarie
- finanziamento (80%) della Fondazione per la Comunità Bergamasca
- fotografie scattate gratuitamente da Alfonso Modonesi
- finanziamento parziale della GAMeC (20%) per allestimento e guardiania.
I punti di forza
- lavorare con un gruppo già costituito, all’interno di un corso istituzionale di italiano (il che ha consentito di inserirsi in una iniziativa che aveva per i migranti un marchio di credibilità)
- avere educatori museali preparati e coinvolti
- fare gli incontri non in una sala conferenze ma nelle sale espositive del museo per avere un dialogo diretto con gli spazi e le opere
- coinvolgere i partecipanti nella valorizzazione del loro percorso con l’ideazione, la creazione e la preparazione della mostra.
Le criticità emerse
- del gruppo iniziale solo la metà ha portato a termine il percorso; si tratta di una situazione genericamente diffusa nelle iniziative rivolte ai migranti che non siano denotate da un carattere di immediata “spendibilità”, come un titolo professionale, un posto di lavoro
- la gratuità dell’iniziativa non faceva sentire i partecipanti vincolati ad un impegno.
Recapiti dell’ente promotore
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
via S. Tomaso, 52 – 24121 Bergamo
tel. 035.270272
www.gamec.it
Referente del progetto
Giovanna Brambilla
Responsabile Servizi Educativi
tel. 035.270272
giovanna.brambilla@gamec.it
Data di pubblicazione della scheda: aprile 2007