Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
Il Museo Popoli e Culture del PIME ha tra le sue finalità principali quella di porsi come uno strumento educativo al servizio della comunità civile. In quest’ottica ha iniziato dal 2006 un cammino che lo ha portato ad essere un museo riconosciuto dalla Regione Lombardia, ad istituire un Servizio Educativo interno e a ridefinire il proprio Regolamento e una Carta dei Servizi. La collaborazione con la Fondazione Ismu nell’ambito di un progetto di mediazione del patrimonio in chiave interculturale è stato dunque un approdo e un ulteriore passo nella definizione del Museo come un luogo vivo di conoscenza, incontro e formazione, da frequentare con interesse e apertura perché se ne avvantaggi il singolo e, di conseguenza, l’intera società.
Gli attori coinvolti – la rete di progetto
• Enti promotori del progetto: Museo Popoli e Culture del PIME (Milano), Fondazione Ismu – Settore Educazione – Patrimonio e Intercultura (Milano).
Gli operatori – l’equipe di progetto
• per il Museo Popoli e Culture: Padre Massimo Casaro (Direttore), Lara Fornasini (Curatrice e Responsabile Servizi Educativi), Paola Rampoldi (Curatrice e Responsabile Comunicazione), Francesca Cambielli, Isabel Ciceri e Manuel Ferro (educatori)
• per la Fondazione Ismu: Simona Bodo e Silvia Mascheroni (responsabili progetto “Patrimonio e Intercultura”)
• mediatrici: Connie Castro, Rosana Gornati, Alejandra Villafaña.
I destinatari
• del percorso di formazione e ricerca-azione “Progettare insieme per un patrimonio interculturale: il Museo Popoli e Culture del PIME”: un gruppo di mediatrici culturali provenienti da Filippine, Brasile e Messico; i responsabili e un gruppo di educatori del Museo Popoli e Culture
• dei percorsi di visita “TAM TAM”: pubblico adulto, dai 16 anni in su (singoli, gruppi familiari e comunità al di fuori di contesti formativi strutturali).
Gli obiettivi
Con riferimento agli operatori che hanno preso parte al percorso formativo:
• esplorare modalità e strumenti innovativi per la progettazione e la valutazione di programmi e attività nell’ambito dell’educazione al patrimonio in chiave interculturale
• attivare una riflessione tra i rappresentanti di diversi contesti istituzionali e professionali (gli operatori museali e i mediatori), in modo da integrare prospettive, testimonianze, competenze professionali differenti
• valorizzare le competenze del personale del Museo Popoli e Culture in relazione a un nuovo pubblico (pubblico adulto vs. scolaresche) e al potenziale interculturale delle collezioni, sviluppando nuovi approcci e modalità di interpretazione
• offrire alle mediatrici culturali di origine immigrata la possibilità di approfondire la conoscenza dei patrimoni culturali rappresentati nelle collezioni del Museo, nonché di acquisire conoscenze e abilità nell’ambito della mediazione del patrimonio, sostenendo la loro cittadinanza culturale e rendendole protagoniste del processo di apertura e di accessibilità del Museo stesso.
Con riferimento al Museo Popoli e Culture:
• adeguare il progetto educativo del Museo ai mutamenti sociali in atto nel territorio di riferimento
• fare del Museo non solo un territorio culturale di confronto, ma anche un luogo di progettazione condivisa e partecipata
• valorizzare le collezioni del Museo in un’ottica di educazione e mediazione interculturale.
Con riferimento ai destinatari dei percorsi di visita “TAM TAM – Tutti Al Museo”, testati nella fase di sperimentazione:
• aprirsi al confronto con l’alterità
• avvicinarsi ai percorsi proposti in maniera dialogica, riflessiva e critica
• comprendere punti di vista diversi e saperli interpretare
• attivare la capacità critica e di racconto in riferimento al proprio vissuto
• conoscere il museo quale contesto e ambito delle tematiche affrontate
• acquisire “consapevolezza del patrimonio”
• comprendere il ruolo del museo per la memoria individuale e collettiva.
Da quando, per quanto
Pre-progettazione: dicembre 2010-gennaio 2011.
Formazione condivisa: febbraio-marzo 2011.
Laboratori di progettazione, messa a punto di attività e percorsi di visita: marzo-settembre 2011.
Sperimentazione di attività e percorsi di visita: ottobre-novembre 2011.
Diffusione: dicembre 2011.
Per l’anno 2012 il Museo ha predisposto un progetto di messa a regime di “TAM TAM – Tutti Al Museo”.
La formazione
Nel 2009-2010 la Fondazione Ismu ha promosso il corso di formazione per mediatori “Educare al patrimonio in chiave interculturale”, con l’obiettivo di formare figure specializzate nella mediazione dei patrimoni culturali musealizzati o diffusi sul territorio. Il “patrimonio” di nuove conoscenze e competenze acquisite dai mediatori che hanno partecipato al corso Ismu ha rappresentato una indubbia risorsa e un importante punto di partenza per il progetto in partenariato con il Museo Popoli e Culture, da integrare con un nuovo percorso formativo (dal titolo “Progettare insieme per un patrimonio interculturale: il Museo Popoli e Culture del PIME”) condiviso da mediatrici, responsabili ed educatori del Museo affinché potessero, insieme:
• acquisire i risultati più innovativi della ricerca nell’ambito dell’educazione al patrimonio in chiave interculturale
• apprendere corrette e adeguate modalità di progettazione, documentazione, valutazione e successiva promozione di iniziative volte a incoraggiare il dibattito e la comprensione interculturale tra pubblici misti (per provenienza, background sociale e culturale), offrendo a ciascuno una concreta opportunità di auto-rappresentazione
• predisporre itinerari e materiali/sussidi spendibili all’interno del Museo Popoli e Culture.
La formazione comune ha previsto 4 incontri formativi collegiali (con cadenza settimanale, durata 3 ore ciascuno), il cui intento è stato di:
• presentare al gruppo di progetto le collezioni del Museo Popoli e Culture e approfondirne la specificità con riferimento ad alcuni temi prescelti dalle responsabili del Museo (“Un tempo ci fu – miti e leggende”; “Il linguaggio del corpo: ornamenti etnici e linguaggio sociale non verbale”; “La condizione femminile”; “Il cibo come elemento culturale e cultuale”)
• offrire spunti di riflessione su alcune metodologie ritenute importanti ai fini della costruzione di itinerari/materiali di educazione al patrimonio del museo in chiave interculturale, in primis la narrazione.
Come si articola – le fasi di lavoro
1. Pre-progettazione: l’analisi di contesto è stata effettuata grazie a un incontro del gruppo di lavoro con alcuni interlocutori abituali del Museo, da cui sono emerse caratteristiche, bisogni e attese culturali dei destinatari individuati per il progetto (pubblico adulto, dai 16 anni in su, al di fuori di contesti formativi strutturali). Sono stati coinvolti il referente della Pastorale dei Migranti di Milano, genitori e insegnanti (in particolare di scuola secondaria di II grado) attivi in contesti sociali ed educativi marcatamente multiculturali, gli stessi educatori/mediatrici che fanno parte del gruppo di lavoro.
La fase di pre-progettazione, a cura delle responsabili del Museo e delle esperte della Fondazion Ismu, ha quindi previsto l’individuazione di risorse e vincoli interni al Museo e la definizione degli obiettivi complessivi del progetto, delle fasi di lavoro, delle modalità e degli strumenti relativi al percorso progettuale.
2. Formazione condivisa (v. sopra).
3. Laboratori di progettazione partecipata: organizzazione di 7 incontri di progettazione (con cadenza bisettimanale, durata 3 ore ciascuno), seguiti da tutor esperti (le referenti della Fondazione Ismu), per ideare attività di educazione e mediazione del patrimonio del Museo in chiave interculturale.
– Primo incontro: brainstorming su alcune tematiche chiave individuate per il progetto (memoria, origine, famiglia); idea di far portare ai partecipanti un oggetto (materiale/immateriale) per poter parlare di sé (il museo “accoglie” queste testimonianze); brainstorming sul titolo dei percorsi (“TAM TAM – Tutti Al Museo”).
– Secondo incontro: impostazione del percorso, con l’ipotesi di articolarlo in tre incontri; emerge anche l’idea di predisporre due schede da far compilare ai partecipanti: una scheda “narrativa” (una sorta di schema di come raccontare l’oggetto personale) e una scheda di catalogazione articolata sulla falsariga di quella utilizzata per le collezioni del Museo.
– Terzo incontro: revisione dell’articolazione degli incontri (cfr. punto 5); si incomincia a lavorare a una matrice di responsabilità (chi, cosa, come, quando).
– Quarto incontro: mediatrici ed educatori presentano al gruppo di lavoro il loro oggetto personale. Emergono due punti di attenzione: come rendere il racconto personale in forma scritta (scheda “narrativa”)? Presentare prima l’oggetto del Museo e poi quello personale, o viceversa? Messa a fuoco dei temi sottesi ai percorsi di visita: memoria, legami, radici.
– Quinto incontro: revisione scheda “narrativa”, revisione volantino per la diffusione del progetto, discussione delle modalità di diffusione, con chi testare i percorsi? (uno/due educatori del PIME, un insegnante di CTP, le persone coinvolte nell’incontro dedicato all’analisi di contesto, l’esperta di narrazione che ha preso parte alla formazione). Primo test dei percorsi negli spazi espositivi.
– Sesto incontro: nuovo test dei percorsi negli spazi espositivi (inclusa la presentazione degli oggetti del Museo associati agli oggetti personali).
– Settimo incontro: pre-sperimentazione: i percorsi vengono testati con osservatori esterni (cfr. sopra); verifica di volantino e scheda “narrativa”.
4. Verifica e valutazione del percorso formativo: ogni incontro di progettazione si è concluso con un momento dedicato ad acquisizioni e riflessioni sul progetto e sul gruppo di progetto (verifica in itinere); alla fine del percorso formativo, le esperte della Fondazione Ismu hanno somministrato alle responsabili del Museo, agli educatori e alle mediatrici un questionario di valutazione ex post per mettere sotto lente di ingrandimento il processo (gli incontri di formazione, gli incontri di progettazione, il percorso nel suo complesso, le relazioni attivate) e gli esiti (i “prodotti di formazione” e il progetto “TAM TAM – Tutti Al Museo”).
5. Sperimentazione di itinerari e sussidi presso il Museo Popoli e Culture: tra ottobre e novembre 2011, il gruppo di lavoro ha sperimentato il progetto “TAM TAM” con un gruppo di 6 adulti (a regime, i gruppi coinvolti saranno di max. 10 partecipanti ciascuno), italiani e di origine immigrata. I tre incontri si sono articolati come segue:
• primo incontro: le mediatrici e gli educatori conducono il pubblico in un percorso di visita scandito dal confronto tra i loro oggetti “oggetti di affezione” e gli oggetti del Museo; l’obiettivo è di far emergere la ricchezza delle “narrazioni” contenute nelle collezioni e di offrire spunti ai partecipanti per scegliere a loro volta un oggetto (ad esempio: il “tamburo delle rane” birmano viene associato al tema della fatica quotidiana nella cultura contadina, ma anche della semplicità, della capacità di cogliere l’aspetto essenziale delle cose, attraverso il ricordo del racconto di una nonna mondina; il Kammavaca, un testo sacro buddhista, al tema della crescita personale attraverso la scoperta di un libro)
• secondo incontro: i partecipanti portano al Museo il proprio “oggetto di affezione” (non necessariamente oggetti tangibili, ma anche una poesia, una danza, una leggenda…), condividono la sua storia e lo accostano a un oggetto del Museo; consegnano ai responsabili del progetto la scheda “narrativa” e compilano la scheda di catalogazione del loro oggetto insieme a un educatore/mediatrice
• incontro collettivo finale: nuovi percorsi di visita e le riprese video del secondo incontro, montate e riversate su due monitor touchscreen collocati negli spazi espositivi, permettono ai partecipanti di condividere la propria esperienza con altri visitatori (familiari, amici…).
6. Analisi finale degli elementi di forza e di criticità di itinerari e sussidi realizzati.
In corso.
7. Diffusione e condivisione (cfr. “Presentazione e pubblicizzazione”).
Le strategie e gli strumenti
Il progetto ha previsto, come momento qualificante, una formazione comune, al fine di offrire al gruppo di lavoro uno scenario di riferimento e un linguaggio condiviso su cui lavorare nei successivi incontri di progettazione. Gli incontri previsti nell’ambito del percorso formativo sono stati impostati in modo dialogico, sollecitando la partecipazione e l’interazione.
Strategie e strumenti per la formazione:
• incontri condotti da esperti, con il supporto di dispense e di materiali audiovisivi
• percorsi di esplorazione del Museo del PIME, dialogo diretto con le opere negli spazi espositivi
• condivisione tra i partecipanti di esperienze, strumenti e risorse per la costruzione di progetti di educazione al patrimonio in chiave interculturale.
La progettazione partecipata e continua è stata uno degli aspetti di specificità del progetto, poiché tutte le attività e i materiali prodotti nella fase di ricerca-azione (laboratori di progettazione) sono stati l’approdo di un confronto e di una condivisione costanti tra i componenti del gruppo di lavoro, oltre che di un’analisi dei bisogni e delle attese dei destinatari. La metodologia della ricerca-azione è stata prescelta come strumento per trovare soluzioni ai problemi della prassi quotidiana e nel contempo per potenziare le competenze progettuali del gruppo di lavoro in una logica di cooperazione.
Strategie e strumenti per la ricerca-azione e la progettazione:
• predisposizione di un questionario di autovalutazione per aiutare i partecipanti a mappare bisogni, vincoli e risorse del proprio contesto, ricomporre la storia progettuale e interculturale dell’istituzione di appartenenza, declinare l’ipotesi progettuale in relazione alla specifica realtà istituzionale e territoriale
• utilizzo della scheda di progetto non solo come modello strutturale per ripercorrere gli snodi del percorso progettuale nel suo complesso ed effettuare un costante lavoro di auto-valutazione, ma anche come “check-list” durante il processo di sviluppo del progetto stesso
• lavoro di gruppo coordinato da conduttori esperti (referenti Fondazione Ismu)
• momenti di intergruppo.
Una delle caratteristiche più significative dei percorsi di visita narrati “TAM TAM – Tutti Al Museo” è quella di agire in controtendenza rispetto alle consuete modalità di fruizione museale, sovente superficiali e frettolose, proponendo un progressivo avvicinamento dei partecipanti alle collezioni, attivando un dialogo tra gli “oggetti da museo” e gli “oggetti d’affezione”, e creando un patrimonio di storie e di vissuti condiviso da individui portatori di esperienze e di sensibilità culturali diverse (non solo i partecipanti, ma gli stessi educatori, le mediatrici e lo staff del Museo).
I destinatari del progetto diventano così a loro volta narratori/attori, mediatori del patrimonio museale e del proprio vissuto, in una logica di circolarità.
Strategie e strumenti per i percorsi di visita “TAM TAM”:
• utilizzo della narrazione per “rimettere in circolo” le storie custodite in ogni opera, oggetto o testimonianza con valenza patrimoniale
• predisposizione di una scheda “narrativa” per consentire ai partecipanti (ma anche agli educatori/mediatrici) di ricomporre riflessivamente il percorso che li ha portati a scegliere il proprio oggetto di affezione
• predisposizione di una scheda di catalogazione da far compilare ai partecipanti per sottolineare la “dignità” e il significato che i singoli oggetti di affezione, accostati alle collezioni negli spazi espositivi, rivestono agli occhi del Museo
• integrazione delle testimonianze dei partecipanti (video) nell’allestimento del Museo, grazie alla collocazione di monitor touchscreen accanto alle vetrine dove sono esposti alcuni degli oggetti del Museo accostati agli oggetti personali.
La produzione
• le conoscenze e le competenze acquisite dall’equipe di progetto nell’ambito del percorso di formazione e ricerca-azione (“prodotti di formazione”), che vanno a costituire un patrimonio spendibile dal Museo in progetti futuri
• gli itinerari di visita “TAM TAM – Tutti Al Museo”, le schede “narrative” e le schede di catalogazione degli oggetti di affezione di mediatrici, educatori e partecipanti.
La documentazione
Tutti gli incontri di progettazione sono documentati da report a cura delle esperte di Fondazione Ismu.
La documentazione fotografica e video sono state parte integrante del progetto, andando ad alimentare una sorta di “archivio” dei percorsi narrati (a cura sia degli educatori e delle mediatrici, sia dei partecipanti) consultabile negli spazi espositivi del Museo su monitor touchscreen collocati accanto alle vetrine.
Altre risorse consultabili
– tutte le narrazioni sviluppate nell’ambito del progetto sono pubblicate in: Bodo S., Mascheroni S., Panigada M. G. (a cura di), Un patrimonio di storie. La narrazione nei musei, una risorsa per la cittadinanza culturale, Mimesis Edizioni, Milano, 2016
– per l’archivio video dei percorsi narrati, cfr. la sezione “Video” di questo sito e il Canale Youtube del Museo Popoli e Culture
– scheda “narrativa” (esempio 1, esempio 2, esempio 3)
– scheda di catalogazione (esempio 1, esempio 2, esempio 3)
– volantino “TAM TAM” (invito alla sperimentazione dei percorsi).
La verifica e la valutazione
La complessità del lavoro da svolgere ha richiesto di predisporre, fin dalla prima fase di progettazione, procedure e strumenti per storicizzare, porre “sotto lente di ingrandimento”, comunicare e diffondere il processo attivato, i prodotti e i servizi realizzati, i risultati conseguiti.
Strategie e strumenti per la verifica e la valutazione (a cura delle esperte di Fondazione Ismu):
• supervisione dei conduttori esperti
• stesura di report dei singoli incontri di progettazione
• momenti di intergruppo dedicati a riflessioni e acquisizioni sul progetto e sul gruppo di progetto
• predisposizione di un questionario per la valutazione ex post del percorso formativo da parte del gruppo di progetto
• focus group finale con i partecipanti per la valutazione ex post dei percorsi di visita “TAM TAM – Tutti Al Museo”.
La presentazione e la pubblicizzazione
Gli esiti del progetto saranno diffusi tramite:
• il sito web del Museo Popoli e Culture
• il sito web “Patrimonio e Intercultura”
• la presentazione alla città dei percorsi attivati, con un invito aperto alla cittadinanza a partecipare ai percorsi e alle attività esito del progetto (Museo Popoli e Culture, 11 dicembre 2011).
Le risorse finanziarie
Il progetto è stato co-finanziato con risorse interne della Fondazione PIME, cui il Museo Popoli e Culture fa capo, e il Bando musei ex L.R. 39/1974 emanato dalla Regione Lombardia per l’anno 2010.
I punti di forza
La valutazione del percorso formativo effettuato insieme (“Progettare insieme per un patrimonio interculturale: il Museo Popoli e Culture del PIME”) ha consentito al gruppo di lavoro di enucleare alcuni punti di forza:
• la consapevolezza di aver compiuto un percorso che ha permesso di mettersi in gioco”, di avere una visione “altra”, di acquisire diverse prospettive e modi di pensare e di raccontare, senza che per questo venisse meno il valore attribuito ai saperi e alle capacità/competenze di ciascuno. Tutta l’esperienza è stata vissuta come un’opportunità arricchente, stimolante, senza alcun disagio nel confrontarsi con diverse prospettive, dunque con un approccio interculturale “interiore”
• questo è dovuto anche all’atmosfera che si è creata durante il percorso e al “setting” degli incontri di progettazione, curato in modo da valorizzare il contributo di ognuno, sollecitare la partecipazione, non penalizzare gli errori, aver sempre presente il “compito”, ma senza procurare l’ansia di prestazione
• riconoscimento dell’efficacia e della pertinenza della ricerca-azione per conseguire risultati concreti; il processo della progettazione è stato vissuto cogliendone il significato più pertinente: “procedere”, ponendo attenzione agli esiti parziali, sforzandosi di mirare ogni step all’interno della visione d’insieme, del risultato da conseguire (il compito, il prodotto finale).
Quanto alla sperimentazione dei percorsi di visita “TAM TAM”, i partecipanti:
• hanno colto il senso più profondo del progetto, quello di dare un senso più familiare e intimo a degli oggetti che sembrano tanto lontani da noi, sia fisicamente sia culturalmente, ma che sono invece capaci – se mediati in modo opportuno – di entrare in risonanza con i vissuti di ciascuno
• si sono messi in gioco con grande spontaneità, inserendosi perfettamente in un ambiente, il museo, che “magicamente è appartenuto anche a loro” nel momento in cui hanno potuto far sentire la loro voce
• hanno trovato l’esperienza “terapeutica” in quanto sono stati sollecitati a riflettere sui propri sentimenti verso le rispettive memorie, appartenenze, legami in un modo che, a loro stessa sorpresa, li ha fatti “sentire parte di qualcosa di intenso, in cui ciascuno ha donato agli altri qualche cosa di sé”.
Le criticità emerse
• per come è strutturato, il progetto “TAM TAM” può raggiungere un piccolo gruppo di partecipanti alla volta
• il percorso articolato in tre incontri permette da un lato un avvicinamento graduale al Museo e la creazione di una progressiva conoscenza e sintonia tra partecipanti, educatori e mediatrici; d’altra parte, proprio la necessità di partecipare a tutti gli incontri, che sono consequenziali e progressivi, e il conseguente impegno richiesto in termini di tempo, possono scoraggiare l’adesione
• il primo incontro del percorso (a cura di educatori e mediatrici) è stato pensato con una successione di richiami interni che collegano i vari oggetti, ed è strettamente legato alle coppie mediatore-educatore museale; questa struttura narrativa e connettiva costituisce sia un punto di forza, sia un punto di criticità, perché rende piuttosto rigida la struttura dell’incontro, in prospettiva di una sua replicabilità e modificabilità
• mediatrici ed educatori hanno inizialmente incontrato qualche difficoltà a far emergere la dimensione e la suggestione narrativa non solo per gli oggetti di affezione, ma anche per quelli del Museo.
Punti di forza e criticità rilevate hanno informato il processo di revisione e messa a regime del progetto “TAM TAM”, che dal 2012 è entrato a far parte dell’offerta educativa ordinaria del Museo.
Recapiti degli enti promotori
– Museo Popoli e Culture del PIME
via Mosè Bianchi, 94 – 20149 Milano
tel. 02.43822379/8
museo@pimemilano.com
http://www.museopopolieculture.it/
– Fondazione Ismu
Settore Educazione – Patrimonio e Intercultura
via Copernico, 1 – 20125 Milano
tel. 02.67877940/1
http://patrimonioeintercultura.ismu.org
patrimonio@ismu.org
Referenti del progetto
Per il Museo Popoli e Culture:
– Lara Fornasini (Responsabile Servizi Educativi)
fornasini@pimemilano.com
– Paola Rampoldi (Responsabile Comunicazione)
rampoldi@pimemilano.com
Per la Fondazione Ismu:
– Simona Bodo e Silvia Mascheroni (responsabili progetto “Patrimonio e Intercultura”)
patrimonio@ismu.org
Data di pubblicazione della scheda: novembre 2011