“Un patrimonio di tutti – Incontri interculturali nella città di Siena”

Polo Museale della Toscana - Pinacoteca Nazionale di Siena | Siena

2017

Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
Il Polo Museale della Toscana ha partecipato al progetto “MuSST – Musei e sviluppo di sistemi territoriali” finanziato dal MiBACT, che si è proposto di sostenere i Poli museali regionali nella promozione di reti territoriali, nella valorizzazione partecipata e nella creazione di percorsi culturali integrati.
Declinato a livello territoriale, uno degli obiettivi del MuSST è stato quello di diffondere la conoscenza del patrimonio culturale di Siena presso pubblici diversi e non abituali, tra cui adulti, adolescenti, disabili visivi. Nell’ambito di questo obiettivo il Polo Museale ha deciso di realizzare delle attività rivolte anche ai “nuovi cittadini” in una prospettiva interculturale, di cui vi erano scarsi precedenti a livello locale.

Gli attori coinvolti – la rete di progetto
• Ente promotore: Polo Museale della Toscana – Pinacoteca Nazionale di Siena
• Istituzioni partner: Comune di Siena – Complesso di Santa Maria della Scala (partner di progetto MuSST);  Associazione Rumeni a Siena e Amici; Oxfam Italia Intercultura; associazione LiMo.

Gli operatori – l’equipe di progetto
Polo Museale della Toscana
Stefano Casciu (Direttore); Anna Maria Guiducci (Pinacoteca Nazionale di Siena, ideazione e progettazione MuSST); Irene Sbrilli (storica dell’arte, collaboratrice MuSST).
Marzia Minore (storica dell’arte, insegnante e ricercatrice esperta in educazione del patrimonio e intercultura): ideazione e coordinamento del progetto, educatrice.

Comune di Siena – Santa Maria della Scala
Daniele Pitteri (direttore); Debora Barbagli (archeologa, conservatrice).

Associazione Rumeni a Siena e Amici
Mariana Denisa Grapa (presidente, mediatrice culturale).

Oxfam Italia Intercultura
Maria Grazia Krawczyk (coordinatrice), Jacopo Braghini, Bianca Nardini, Massimiliano Careddu (operatori).

Associazione LiMo
Ida Ferrari (docente di Italiano L2).

I destinatari
• donne di nazionalità rumena che lavorano a Siena come badanti
• adulti italiani che partecipano alle attività dell’Associazione Rumeni a Siena e Amici
• richiedenti asilo adulti di origine africana (Burkina Faso, Mali, Senegal, Ghana) inseriti nel percorso di accoglienza di Oxfam: un gruppo di 12 persone ca., presenti in Italia da 6-12 mesi, che frequentano un corso di italiano L2.

Gli obiettivi
Obiettivi comuni
• promuovere la conoscenza del patrimonio culturale di Siena per pubblici di diverse provenienze e culture
• contribuire a una migliore conoscenza della città e delle sue strutture culturali, anche in vista di una fruizione autonoma
• favorire il confronto interculturale tra italiani e nuovi cittadini attraverso la condivisione di un’esperienza di scoperta del patrimonio e l’attivazione di un dialogo intorno a oggetti e immagini di diverse culture
• favorire la connessione emotiva con aspetti della propria storia e del proprio patrimonio culturale

Obiettivi specifici per target
a) Per le donne rumene:
• offrire un’occasione di aggregazione, svago e apprendimento a persone che svolgono un lavoro spesso alienante.
b) Per i richiedenti asilo:
• presentare alcuni elementi di cultura e di civilizzazione del paese che  accoglie, in particolare inerenti i concetti di patrimonio e museo, e alcuni aspetti del patrimonio storico-artistico senese
• migliorare la conoscenza dell’italiano L2, in particolare riguardo al lessico e alle capacità di descrizione  (produzione orale e scritta)
• rafforzare l’autostima e le relazioni positive all’interno del gruppo-classe.

Da quando, per quanto
Preprogettazione e progettazione: gennaio-settembre 2017
Attuazione: ottobre-dicembre 2017 (sette incontri).

La formazione
In collaborazione con il PEZ (Progetto Educativo Zonale) è stato  organizzato un incontro di formazione per insegnanti e operatori culturali e museali della durata di 3 ore:  “L’educazione ai patrimoni in chiave interculturale per giovani in formazione e comunità cittadine” (formatrici Simona Bodo, Silvia Mascheroni e Maria Grazia Panigada).
L’incontro è stato concepito sia ai fini della formazione di progetto che in una prospettiva più ampia, per instaurare un dialogo tra diversi enti e professionalità (scuola, beni culturali, enti che si occupano dell’accoglienza degli stranieri) in vista di progetti futuri.

Come si articola – le fasi di lavoro
Pre-progettazione
• Due incontri educatrice/Polo Museale per definire le linee generali del progetto.
• Ricerca su esperienze di educazione al patrimonio in chiave interculturale già realizzate, utili a fornire spunti trasferibili nel contesto senese; ricognizione delle associazioni territoriali che si occupano di accoglienza e immigrazione e associazioni referenti per le diverse comunità; interviste preliminari ai referenti.

Progettazione
Tre incontri tra i partner di progetto per individuare destinatari, fabbisogni e obiettivi, contenuti e modalità organizzative (hanno partecipato anche il Circolo Arci Blue Train di Poggibonsi e l’Associazione Siena Perù, che per motivi organizzativi non hanno poi aderito al progetto).

Attuazione
1. Incontro di formazione “L’educazione ai patrimoni in chiave interculturale per giovani in formazione e comunità cittadine” (cfr. sopra).

2. Due sottoprogetti per destinatari specifici:

2.1. “Incontri interculturali alla Pinacoteca Nazionale di Siena”
Percorso di scoperta di 2 ore la domenica mattina per un gruppo di 8 persone, in prevalenza donne rumene che lavorano come badanti e alcuni italiani che partecipano alle attività dell’Associazione Rumeni a Siena e Amici. Inizialmente era previsto un secondo incontro con l’Associazione Siena Perù, cancellato per problemi organizzativi.
La Pinacoteca comprende opere di arte senese, per la maggior parte di soggetto religioso, dal sec. XIII al XVIII, con un nucleo importante di fondi oro. Si è individuato un numero ristretto di dipinti, in parte coincidenti con il nuovo percorso MuSST, delineato dal Polo Museale attraverso pannelli e una app con il filo conduttore della rappresentazione del paesaggio e della vita quotidiana (scelti dal MuSST in quanto temi adatti per interessare e coinvolgere anche pubblici diversi e non abituali).
Il percorso in Pinacoteca si è svolto sotto forma di dialogo: per ogni dipinto l’educatrice ha fornito alcune informazioni base, soffermandosi in particolare su tessuti, cibi, oggetti, e sollecitando quindi libere associazioni e riflessioni delle partecipanti. La presenza di elementi culturali comuni (i temi religiosi, l’influenza stilistica dell’arte bizantina) ha favorito il confronto con il patrimonio del proprio paese, che è stato continuamente chiamato in causa. Il percorso è stato quindi un’occasione di arricchimento e scambio culturale reciproco.

2.2. “L’arte che accoglie” (per richiedenti asilo africani)
Il percorso è stato inserito come modulo all’interno del corso di Italiano L2, seguito da circa 12 migranti africani. Tra i luoghi della cultura di Siena si è individuato il complesso di Santa Maria della Scala, ospedale medievale musealizzato, per la sua centralità nella storia cittadina e per la sua vocazione storica di luogo di accoglienza. In particolare, si sono scelti gli affreschi quattrocenteschi della Sala del Pellegrinaio, che presentano in modo evidente scene di vita quotidiana senza eccessive implicazioni religiose. Gli affreschi hanno costituito il centro di un percorso di conoscenza e di dialogo interculturale: partendo da elementi di conoscenza obiettivi, il dialogo intorno agli affreschi ha attivato nei partecipanti emozioni, ricordi, connessioni personali; i partecipanti hanno quindi individuato e descritto un oggetto del “proprio” patrimonio al fine di realizzare un museo immaginario della classe.

Primo incontro: in classe
Conoscenza del gruppo, presentazione del progetto,  esplorazione dei concetti di patrimonio e di museo. L’educatrice mostra oggetti personali per introdurre le idee di oggetto di affezione e di museo. Seguono proiezioni su schermo di immagini e parole chiave: sono mostrate alcune tecniche artistiche fondamentali, opere, tra cui alcune del patrimonio museale senese (es. dipinto a fondo oro, vaso in ceramica, rilievo funerario) e immagini di musei, sollecitando domande e curiosità. L’attività è funzionale ad esplorare le  preconoscenze e le aspettative dei destinatari, la loro capacità di “leggere” immagini e tecniche, il loro atteggiamento rispetto a immagini di culture (anche religiose) diverse dalla propria.

Secondo incontro: nel museo
Percorso mediato dall’educatrice nel complesso di Santa Maria della Scala  Esterno, piazza del Duomo: collocazione del complesso rispetto alla città; coordinate cronologiche e storiche essenziali. Esplorazione di alcune parti del sito (percorso dell’acqua, Museo Archeologico).  Sosta nella Sala del Pellegrinaio, dove si guardano con attenzione tre affreschi quattrocenteschi che rappresentano la vita quotidiana nell’Ospedale (la cura e l’educazione dei bambini orfani, il matrimonio, la distribuzione del cibo ai poveri, la cura degli ammalati), con un approccio dialogico, incoraggiando i partecipanti a osservare, a porre domande,  a fotografare col cellulare quello che più colpisce. Oltre ai richiedenti asilo, partecipano alla visita come destinatari anche i tre operatori Oxfam che si occupano dell’accoglienza.Terzo incontro: in classe
Consolidamento del lessico specifico in italiano, mappa dei nuovi vocaboli appresi al museo. Partendo dalle foto realizzate, ogni partecipante è chiamato a comunicare cosa lo ha colpito di più della visita con brevi e semplici frasi. Le risposte innescano una conversazione interculturale, guidata dalla docente di italiano e dall’educatrice, che coinvolge tutto il gruppo. Sono chiamati in causa aspetti del patrimonio culturale dei diversi paesi di origine (tra i temi emersi: l’acqua e la ceramica per mangiare e per bere; la malattia e la cura), con momenti di forte coinvolgimento emotivo, dove emergono vissuti personali e ricordi.

Quarto incontro: in classe
Ogni partecipante sceglie un oggetto patrimoniale da presentare, con un’immagine che lo rappresenta e un breve testo scritto, per la costruzione del museo immaginario della classe. Si chiede di pensare a un oggetto della propria storia /cultura che sia ritenuto affettivamente importante, e che si vorrebbe conservare e fare conoscere. Tra gli oggetti scelti vi sono vestiti cerimoniali, siti religiosi, strumenti musicali, sculture. Anche la docente di italiano L2, l’educatrice e gli operatori Oxfam partecipano, scegliendo i propri oggetti. La docente supporta i partecipanti nella ricerca internet, nella stampa delle immagini e nella costruzione delle frasi in italiano,  su cui lavoreranno anche nei giorni successivi.

Quinto incontro: in classe
Realizzazione di un cartellone che presenta, in forma di collage, il museo immaginario della classe, con oggetti scelti da partecipanti di diverse provenienze: vari paesi dell’Africa, Italia (operatori), USA (studentessa uditrice). Brevi presentazioni orali individuali degli oggetti, domande e osservazioni della classe. Festa conclusiva con rinfresco.

Le strategie e gli strumenti
Modalità di interazione e di apprendimento diversificate (esercizi linguistici sul lessico e la grammatica, dialogo libero con la guida dell’educatrice, produzione orale e scritta, creazione collettiva di un collage).
Lungo tutto il corso: compresenza e collaborazione tra la docente di italiano L2 e l’educatrice.
Percorsi di scoperta dialogati dei luoghi di patrimonio con la mediazione dell’educatrice.
Presentazioni introduttive in powerpoint.
Uso del telefono cellulare per scattare foto e per ricerche Internet.
Uso di oggetti nelle visite e in classe (es. oggetti quotidiani di affezione, oggetti legati a tecniche specifiche, come pennello e pietre dure).

La produzione
“L’arte che accoglie”: realizzazione del museo immaginario, un cartellone-collage a cui i partecipanti hanno contribuito presentando una foto di un oggetto della propria cultura e un breve testo scritto esplicativo.

La documentazione
L’esperienza è documentata su alcuni dei siti web dei partner di progetto: cfr. ad esempio  il sito del Polo Museale della Toscana.
Banca data di immagini consultabili presso gli organizzatori.

La verifica e la valutazione
– Valutazione in itinere: dopo ogni incontro i vari operatori (educatrice, docente di lingua, operatori Oxfam) si sono confrontati attraverso brevi incontri o discussioni per mettere a punto l’incontro successivo.
– Valutazione ex-post: discussione dell’esperienza tra gli operatori; verifica degli apprendimenti linguistici specifici (test) e dell’apprezzamento dell’esperienza tra i destinatari (discussione orale) nell’ambito del corso di italiano L2.

La presentazione e la pubblicizzazione
“Un patrimonio di tutti” è stato presentato insieme alle altre attività del MuSST in occasione di una conferenza stampa del Polo Museale della Toscana.
Il progetto e i suoi vari appuntamenti sono stati comunicati, così come le altre attività del MuSST, tramite un’agenzia esterna incaricata, con comunicati stampa ripresi dalla stampa locale. Sono stati inoltre diffusi tramite il sito web del MuSST e la pagina Facebook della Pinacoteca Nazionale di Siena.
Al progetto “L’arte che accoglie” è stato dedicato un servizio del TG nazionale di Radio Rai (Gr1 delle 13.00 e Gr3 delle 16.45, 4 dicembre 2018).

Le risorse finanziarie
Le attività sono state finanziate dal Progetto MuSST del MiBACT.

I punti di forza
• Dedicare una parte importante del lavoro alla progettazione, con interviste mirate e pianificazione attenta delle attività, ha permesso di focalizzare gli incontri sugli obiettivi specifici.
• Fattore essenziale è stata la progettazione svolta insieme alle associazioni che si occupano di immigrati e richiedenti asilo: questo ha permesso di calibrare il progetto sulle preconoscenze (linguistiche e culturali) e sui fabbisogni reali dei destinatari, rendendo il progetto, per quanto limitato nel tempo, proficuo e interessante per i due gruppi coinvolti.
• Le modifiche in corso d’opera, anche grazie agli stimoli offerti dall’incontro formativo destinato agli attori coinvolti (cfr. voce “La formazione”), hanno comportato una maggiore presenza attiva di partecipanti italiani, realizzando di fatto non tanto attività educative per un pubblico “separato”, quello dei migranti, quanto un dialogo all’interno di un gruppo misto di persone con diverse provenienze e culture. In particolare, per i richiedenti asilo, la visita al museo e la produzione del museo immaginario hanno visto la partecipazione di circa 12 richiedenti asilo africani, 5 italiani (operatori Oxfam, educatrice, docente di italiano L2) e una studentessa americana (la scuola di italiano è ospitata in una scuola privata per studenti USA): ognuno, incluse docente ed educatrice, ha parlato del proprio oggetto, sollecitando domande e curiosità.
• Altro fattore essenziale per i richiedenti asilo è stata la progettazione insieme alla docente di italiano L2, che ha permesso di ricalibrare e ridefinire le attività inizialmente proposte dalla coordinatrice/educatrice. L’inserimento delle attività di “Un patrimonio di tutti” come modulo all’interno del corso di lingua ha fatto sì che esse fossero percepite con una duplice valenza: come momento di apprendimento linguistico, finalizzato al percorso di integrazione, e insieme come attività nuova e interessante, alternativa alla lezione tradizionale. Secondo la docente, in un momento di scoraggiamento e scarsa motivazione del gruppo-classe, tale attività è stata percepita dai destinatari come motivante e stimolante.
• Gli aspetti emozionali legati agli oggetti patrimoniali sono stati un fattore determinante di successo per entrambi i gruppi. Partire da un oggetto per raccontare frammenti della propria storia e della propria cultura ha attivato emozioni a volte  forti; in particolare per i richiedenti asilo ha permesso, in una fase delicata del percorso di integrazione, di riconnettere parti diverse della propria esistenza e di condividere la dimensione del ricordo e dell’appartenenza culturale.
Nell’insieme, le attività hanno suscitato un forte apprezzamento sia da parte delle donne rumene che da parte dei richiedenti asilo africani. Per entrambi i gruppi era la prima occasione di contatto strutturato con i musei della città. È emerso un  desiderio di conoscere la storia e il patrimonio di Siena che ha sorpreso gli stessi operatori; entrambi i gruppi hanno chiesto di potere svolgere di nuovo attività simili.

Le criticità emerse
• La discontinuità nella frequenza ai corsi dei richiedenti asilo è apparsa subito come una potenziale criticità; tuttavia nel complesso la presenza è stata abbastanza costante.
• Una criticità strutturale è stata la limitatezza temporale: la struttura stessa del progetto MuSST (durata, finanziamenti) non ha consentito di organizzare un’attività continuativa durante l’anno.
• Un altro importante aspetto critico è la possibilità di dare continuità a questo tipo di progetti, al di là del finanziamento ad hoc. “Un patrimonio di tutti” ha suscitato l’interesse delle associazioni, che auspicherebbero una sua prosecuzione: al momento questa possibilità è in fase di studio, anche in funzione di bandi o canali di finanziamenti specifici.
• La continuità è resa difficile anche dell’assenza nel Polo Museale di un servizio educativo, e quindi di personale dedicato ad attività di mediazione culturale.  Nel progetto “Un patrimonio di tutti”, infatti, si è ricorso per il coordinamento ad una consulente esterna specializzata in educazione al patrimonio e intercultura.
• Altro aspetto da migliorare è la visibilità a livello cittadino; nonostante la buona comunicazione del progetto, sarebbe auspicabile coinvolgere più attivamente la cittadinanza in progetti simili per avere un maggiore impatto sui processi di integrazione.

Recapiti dell’ente promotore
Polo Museale  della Toscana
Lungarno Anna Maria Luisa de’ Medici, 4 – 50122 Firenze
Tel.  05527189759/833
pm-tos@beniculturali.it

Referente del progetto
Marzia Minore
Consulente esterno (storica dell’arte, insegnante ed esperta in educazione al patrimonio culturale)
marzia.minore@gmail.com

Data di pubblicazione della scheda: aprile 2019

Destinatari

Donne di nazionalità rumena che lavorano a Siena come badanti; adulti italiani che partecipano alle attività dell’Associazione Rumeni a Siena e Amici; adulti richiedenti asilo di origine africana inseriti nel percorso di accoglienza di Oxfam

Partner

Comune di Siena - Complesso di Santa Maria della Scala; Associazione Rumeni a Siena e Amici; Oxfam Italia Intercultura; associazione LiMo

Esiti/Prodotti

Due sottoprogetti per destinatari specifici: “Incontri interculturali alla Pinacoteca Nazionale di Siena” (percorso di visita come occasione di arricchimento e scambio culturale reciproco) e “L’arte che accoglie” (realizzazione del museo immaginario, un cartellone-collage a cui i partecipanti hanno contribuito presentando una foto di un oggetto della propria cultura e un breve testo esplicativo)