“Windwörtern – Parole al Vento”

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo | Torino

2010

Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
“Parole al Vento” è un workshop che la Fondazione ha presentato nell’ambito del progetto “Zonarte. Lo spazio e il tempo dove il pubblico incontra l’arte contemporanea”
, evento in cui, nel corso di un’intera settimana, i Dipartimenti Educativi di sei istituzioni piemontesi legate all’arte contemporanea hanno proposto attività rappresentative del proprio percorso di ricerca.
Il workshop si è ispirato a un progetto dell’artista Rupprecht Matthies, conosciuto grazie all’intervento di Christina Kreps (Associate Professor, University of Denver) durante la conferenza finale del progetto europeo “MAP for ID – Museums as Places for Intercultural Dialogue” (Madrid, Museo de America, ottobre 2009).

Gli attori coinvolti – la rete di progetto
Dipartimento Educativo della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

Gli operatori – l’équipe di progetto
– l’intero staff del Dipartimento Educativo della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: Elena Stradiotto (responsabile), Francesca Togni (coordinamento), Alessia Palermo e Annamaria Cilento (operatrici e mediatrici culturali d’arte contemporanea)
– l’artista Rupprecht Matthies
– Nadia Tozzoli, mediatrice culturale d’arte contemporanea e insegnante.

I destinatari
Un pubblico adulto eterogeneo, formato da:  studenti e insegnanti di CTP di Torino e Biella, studenti della Scuola Holden di Torino, mediatori culturali, traduttori, artisti, studenti dell’accademia, famiglie, residenti del quartiere.

Gli obiettivi
Il laboratorio mirava a sollecitare la partecipazione attiva e a valorizzare il portato culturale di ogni partecipante. Creare uno spazio di ricerca dove confrontarsi sull’utilizzo delle parole attraverso i linguaggi dell’arte, partendo dalla domanda: qual è la parola della tua lingua madre che ti manca di più utilizzare? Quella che non trova un equivalente in italiano, che non può essere restituita con lo stesso senso, che non ha la stessa sfumatura? Quella che esprime un concetto o una sensazione altrimenti inesprimibile?

Da quando, per quanto
Due incontri di 4 ore l’uno, tenuti nel mese di aprile 2010, nell’ambito del progetto “Zonarte. Lo spazio e il tempo dove il pubblico incontra l’arte contemporanea”.

La formazione
La formazione del gruppo di lavoro si è articolata in:
· confronto e dialogo a distanza con l’artista che per primo ha realizzato il progetto, Rupprecht Matthies, che ha fornito la sua consulenza e una serie di indicazioni e linee guida
· confronto preliminare con alcuni insegnanti di CTP e mediatori culturali
· lettura e analisi di testi
· ricerca bibliografica
· ricerca sugli artisti contemporanei che utilizzano la parola come elemento integrante del loro lavoro.

Come si articola – le fasi di lavoro
Il workshop si è articolato in due incontri così strutturati:

1° incontro
· Presentazione ai partecipanti, attraverso immagini e letture, di alcuni progetti di arte pubblica di Rupprecht Matthies, in particolare del progetto Windwörtern – Parole al vento, che ha già coinvolto in Europa molti cittadini di origine immigrata e non. Connessione dell’artista tramite il blog.
· Discussione e raccolta di parole emerse dall’esperienza di vita di ognuno dei partecipanti. Il percorso è stato inteso come un laboratorio esperienziale, dove competenze specifiche e sensibilità diverse si incontrano. Durante questa fase si è previsto l’utilizzo di internet, dizionari e libri/testi scelti dagli stessi partecipanti, presentati come patrimonio da cui attingere parole.
· Prima fase di rielaborazione. Lavoro sul suono e la forma della parola. Le “parole-madre” trovano un nuovo spazio: ritmi parlati, scritture su differenti segni e supporti, oggetti/scultura. Questa fase ha previsto un lavoro a coppie o piccoli gruppi.

2° incontro
· Prosecuzione della rielaborazione delle parole attraverso differenti modalità.
· Confronto e discussione sui significati e le forme emerse, sul concetto di traduzione e di passaggio da un linguaggio all’altro, oltre che da una lingua all’altra.
· Collocazione virtuale delle parole nella città: dove vorrei installare la mia parola/oggetto nel quartiere? In un angolo per indicare l’incrocio di più strade? Sul tetto di una casa per segnalare la direzione del vento? Scritta sul muro di una ex fabbrica? …
· Caricamento dei testi e delle immagini prodotte sul blog di zonArte, in condivisione con l’artista.

Tutte le parole individuate ed elaborate sono costituite da una forma e da un suono. Ogni parola può essere motivo di discussione, ma anche esperienza concreta, poiché ognuna può essere pronunciata, sussurrata, urlata, e può avere la forza che si sceglie per lei e che meglio ne veicola il contenuto.
Le parole possono anche diventare tridimensionali, fatte di materiali diversi: parole-cuscino, parole fatte di pane, parole trasparenti, ecc.

Le strategie e gli strumenti
· utilizzo di esempi concreti tratti dall’arte contemporanea, dal cinema, dalla letteratura, ecc.
· utilizzo di suggestioni fornite direttamente dall’artista, legate al suo lavoro e alla sua esperienza
· dialogo diretto con l’artista grazie al blog di Zonarte
· utilizzo di una serie di domande, dalle quali si è partiti per attivare la discussione e il confronto:
a) Quali sono le parole che ami di più nella tua lingua d’origine? Parole di cui ami il significato, parole importanti. Possono essere parole importanti per tutti o solo per te, per la tua vita privata, legate a un ricordo o a un’emozione.
b) Qual è la parola o le parole che tradotte in italiano perdono qualcosa, che non ti  trasmettono più la stessa sensazione, che non hanno più la stessa sfumatura?
c) Ci sono parole nella tua lingua d’origine che sono difficilmente traducibili in italiano? Per esempio una parola che per essere tradotta ha bisogno di molte parole in italiano. d) Pensa ai termini usati in momenti particolari come la nascita, la morte, il matrimonio o in situazioni rituali, religiose e feste o ancora modi di dire, proverbi e poesie o canzoni…

La produzione
· Un elenco di parole, frutto della discussione e del confronto tra i partecipanti. Qui di seguito un estratto dagli elaborati dei partecipanti:

“Ho scelto la parola YEMMA. Yemma è la parola che mi manca di più, significa ‘madre’ nella mia lingua. Esiste la traduzione in italiano, ma quando Samir mi chiama mamma non è la stessa cosa, sento gioia ma allo stesso tempo… come posso dire… nostalgia, mancanza di quel suono profondo e vero: Yemma. Mia madre è Yemma per me; per Samir, che è nato qui, io sono la mamma. Allora a casa ogni tanto gli dico di chiamarmi Yemma, ma Samir fa quella faccia, come quando gli chiedi qualcosa che non capisce, ma lo fa lo stesso facendo finta di capire”. (Fatima)

“Ho scelto la parola OBOWEE. Obowee è il nostro saluto del mattino, in Nigeria lo diciamo a tutti, sempre. È un segno di rispetto, di bene, di amore (…) non solo per la persona che si incontra, è il rispetto per la giornata, per tutte le persone. Per noi è molto importante, poi ci fermiamo anche un po’ di tempo a parlare. È per questo che sgrido Asabe quando entra a scuola senza salutare la maestra, non è possibile”. (Nafisah)

“Abbiamo  scelto le parole HYALA e IZVINI. Quale parola ti piace di più della tua lingua? Quale ami? Quale ti manca? Noi abbiamo scelto HYALA (grazie) e IZVINI (scusa) perché sono due parole importanti per vivere. Sono importanti nella vita quotidiana, in casa, tra noi e anche nella vita pubblica. Noi ci siamo sposati, siamo io serba e mio marito croato, e siamo venuti qui, dove è nata Anja. Vogliamo regalare alla nostra bambina, alle nostre città e ai nostri paesi queste parole, perché mancano o non ci sono mai abbastanza”. (Jadranka e Nikola)

· Un racconto scritto da due partecipanti al workshop, che mette insieme tutte le parole uscite dal confronto tra i partecipanti (consultabile sul blog di Zonarte)
· Disegni, appunti, dipinti, trasposizioni tridimensionali di parole fatte con diversi materiali
· Documentazione on-line sul blog di Zonarte.


La documentazione
Video Windwörtern, a cura di Elena Maria Olivero.

Altre risorse consultabili
Il blog di “Zonarte”, sia nella versione italiana che in quella inglese, conserva traccia della corrispondenza in diretta con Rupprecht Matthies, e il racconto in tempo reale dello svolgimento del workshop:
http://zonarte2010.wordpress.com/category/fondazione-sandretto-re-rebaudengo/
http://zonarte2010english.wordpress.com/category/fondazione-sandretto-re-rebaudengo/
Una scheda sul workshop “Parole al vento” è stata pubblicata nel volume MAP for ID. Esperienze, Sviluppi e Riflessioni, a cura di Manuela Pereira, Antonella Salvi, Margherita Sani, Luca Villa
.


La presentazione e la pubblicizzazione
Gli esiti di “Parole al Vento” sono stati presentati nelle seguenti occasioni:
· conferenza internazionale “MuMAE. Museums meet Adult Educators”, Copenhagen, 23-24 Settembre 2010
· Workshop internazionale “Multicultural Society, Intercultural Dialogue and European Museums” (Bertinoro, 21-24 Ottobre 2010).

· Corso di Teoria dell’Allestimento (prof.ssa Cornelia Lauf), Facoltà di Arti e Design, Università IUAV di Venezia, 30 novembre 2010.
Inoltre
un workshop “Parole al Vento” di aggiornamento per insegnanti nell’ambito del progetto “Education Lab” si è tenuto il 25 marzo 2011 presso La Fabbrica del Vapore a Milano.

Le risorse finanziarie
Il workshop è stato realizzato nell’ambito di “Zonarte. Lo spazio e il tempo dove il pubblico incontra l’arte contemporanea”, evento interamente finanziato da Fondazione CRT per l’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.


Recapiti dell’ente promotore
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
via Modane, 16 – 10141 Torino
www.fsrr.org


Referenti del progetto
– Elena Stradiotto, Responsabile Progetti Educativi
– Francesca Togni, Coordinamento Progetti Educativi
tel. 011.3797631
dip.educativo@fsrr.org

Data di pubblicazione della scheda: giugno 2011

Destinatari

Pubblico adulto eterogeneo: studenti e insegnanti di CTP di Torino e Biella, studenti della Scuola Holden di Torino, mediatori culturali, traduttori, artisti, studenti dell’accademia, famiglie, residenti del quartiere

Partner

Dipartimenti Educativi di sei musei/istituzioni piemontesi legate all’arte contemporanea nell’ambito del progetto “Zonarte”

Esiti/Prodotti

Laboratorio mirato a valorizzare la partecipazione e il portato culturale di ogni partecipante: un racconto scritto da due partecipanti al workshop, utilizzando le parole scaturite dal confronto tra i partecipanti; disegni, appunti, dipinti, trasposizioni tridimensionali di parole realizzate con diversi materiali