“A Vision of My Own”

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo | Torino

2008

Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
Le origini del progetto si possono rintracciare nella partecipazione del dipartimento educativo della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo al progetto europeo “Museums Tell Many Stories”
, un percorso formativo che si è proposto di sviluppare le competenze del personale che si occupa di educazione al patrimonio e di mediazione culturale, nonché di sostenere l’apprendimento interculturale tramite l’elaborazione e lo sviluppo di metodologie con cui si possano interpretare e rendere accessibili al pubblico le collezioni e gli oggetti appartenenti ad altre culture (narrazione, story-telling…).
Una delle idee principali del progetto era quella che ogni istituzione partecipante potesse raggiungere l’autonomia scientifica necessaria all’attivazione di progetti sperimentali interni, o in collaborazione con altre istituzioni (musei, gallerie, fondazioni… ) o singoli (artisti, ricercatori… ). Nel caso specifico di “A Vision of my own”, la volontà interna di dare continuità al percorso formativo di “Museums Tell Many Stories” e la fase preliminare di ricerca e di progettazione hanno coinciso con una richiesta specifica di collaborazione da parte di un’insegnante del CTP “Drovetti” di Torino.

Gli attori coinvolti – la rete di progetto
L’ente promotore del progetto è la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, istituzione no-profit che opera nel campo dell’arte contemporanea a livello nazionale e internazionale.
Il progetto è sostenuto e finanziato dalla Divisione Educazione al Patrimonio Culturale della Città di Torino.

Gli operatori – l’équipe di progetto
L’équipe di progetto è formata da:
– lo staff del Dipartimento Educativo della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Elena Stradiotto, Francesca Togni)
– le insegnanti del CTP “Drovetti” di Torino (Ornella Costan, Alessia Bergero, Anna Largaiolli)
– l’artista e regista Gianluca De Serio
con la collaborazione dei mediatori culturali d’arte della Fondazione e con il supporto scientifico dello staff della Divisione Educazione al Patrimonio Culturale della Città di Torino, in particolare nella persona del dirigente, Dott. Vincenzo Simone.

I destinatari
Un gruppo di 25 giovani studenti stranieri del CTP “Drovetti”, tutti tra i 16 e i 18 anni.

Gli obiettivi
Il percorso di laboratorio si rivolge a un pubblico di giovani che in un luogo della cultura cercano sia il rapporto diretto con il patrimonio e con gli strumenti per la lettura delle opere, sia la possibilità di partecipare a esperienze di fruizione del museo personali e appassionanti e gli stimoli per mettersi in gioco con sperimentazioni creative. L’obiettivo è quello di lavorare nell’ottica di una piena accessibilità e fruizione da parte di persone appartenenti a diverse tradizioni culturali, concependo lo spazio espositivo come luogo di dialogo, contenitore e insieme produttore di saperi e culture, un luogo “altro” e quotidiano allo stesso tempo.

Da quando, per quanto
Il progetto, che ha preso avvio nell’anno 2007, è stato concluso e presentato nel 2008.
Sia da parte della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo che del CTP “Drovetti” c’è la volontà di portare avanti la collaborazione nei prossimi anni, magari coinvolgendo più gruppi, anche di adulti e non solo di giovani e adolescenti.

La formazione
La formazione degli operatori interni della Fondazione è stata fatta in larga parte attraverso la condivisione e  l’esperienza di chi ha partecipato al progetto “Museums Tell Many Stories”.
Per quanto riguarda gli insegnanti, si segnala un’esperienza particolare avvenuta in itinere: la partecipazione al workshop “Il cono del silenzio”, a cura del duo di artisti australiani “A Constructed World” (Jeoff Lowe e Jacqueline Riva), presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nel mese di febbraio 2008. Il workshop, basato su dinamiche relazionali, ha coinvolto persone provenienti dal mondo dell’arte e non, di età e ambiti professionali diversi, evidenziando, attraverso la metafora del cono del silenzio, il margine di consapevolezza/non consapevolezza, detto/non detto all’interno del quale ci muoviamo – non solo da un punto di vista sociale, culturale e politico, ma anche personale e intimo. Una performance, presentata la sera dell’inaugurazione della mostra “Greenwashing” – di cui l’opera “Il cono del silenzio” di Riva e Lowe fa parte, ha concluso l’esperienza. Due insegnanti del CTP hanno partecipato e condiviso con gli studenti il momento dell’inaugurazione e della performance, alla quale essi stessi sono intervenuti, fotografandola e prendendovi parte.

Come si articola – le fasi di lavoro
Avvalendosi del linguaggio video, il progetto ha indagato e sperimentato, attraverso un percorso articolato in visite alle mostre in corso alla Fondazione e attività di laboratorio, le seguenti tematiche correlate agli eventi espositivi:
– l’identità (ritratto e autoritratto)
– il viaggio
– l’esperienza della distanza e della prossimità
– la riflessione sul presente e sulla storia (collettiva e personale).
Il linguaggio video si è rivelato particolarmente adatto a questo tipo di sperimentazione, perché caratterizza la cultura contemporanea, è vicino all’utenza dei giovani e può contribuire alla formazione di uno sguardo critico, attivo, estetico.
Il progetto ha preso avvio da una fase di confronto con gli insegnanti del CTP e lo staff della Divisione Educazione al Patrimonio Culturale della Città di Torino, che ha portato alla stesura del progetto in forma definitiva da parte del dipartimento educativo della Fondazione.
Scansione degli incontri con i destinatari del progetto:
– visita delle mostre “Stop&Go”, “Segni di Vita” e “Greenwashing”
– laboratorio “set video”, sperimentazione sull’immagine in movimento a partire dai concetti di luce, ombra, corpo e movimento
– incontro con l’artista, presentazione del suo lavoro e della sua ricerca
– laboratorio di scrittura e narrazione, scelta della modalità di racconto delle storie di ognuno (che cosa dire, che cosa nascondere e fare solo intuire, qual è l’immagine più forte o che rimane più impressa… )
– riprese
– fase di montaggio a cura dell’artista
– presentazione ufficiale al pubblico

Gli ambiti – le aree disciplinari
Le aree disciplinari coinvolte possono essere considerate quelle più prettamente legate all’immagine e alla comunicazione e alla narrazione visiva.

Le strategie e gli strumenti
Il lavoro è stato svolto all’interno della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, nello specifico negli spazi espositivi e nell’aula didattica, attraverso visite alle mostre in corso e laboratori. Gli studenti hanno acquisito grande familiarità con gli spazi della Fondazione e disinvoltura nel viverli e nel sentirli come propri, nell’approccio alle opere d’arte contemporanea e nella relazione con i mediatori culturali d’arte.
È interessante segnalare che, lungo il tragitto dalla sede scolastica alla Fondazione, che si trovano nello stesso quartiere di Torino (Borgo San Paolo), le insegnanti hanno regolarmente condotto un percorso di scoperta delle opere d’arte contemporanea presenti sull’ex passante ferroviario, nello specifico quelle di Per Kirkeby, Mario Merz e Giuseppe Penone. Gli studenti hanno inoltre visitato l’Ecomuseo della Circoscrizione 3 della Città, approfondendo la conoscenza di Torino e del quartiere attraverso un percorso storico che idealmente trova la sua prosecuzione nell’attività e nel ruolo della Fondazione nell’ambito della cultura contemporanea.
Durante il percorso, oltre alle opere video viste in mostra, gli studenti hanno avuto modo di vedere anche una selezione dei cortometraggi di Gianluca De Serio, artista e regista che ha collaborato alla conduzione dei laboratori e alla realizzazione dei video. Questi cortometraggi, realizzati da Gianluca e da suo fratello Massimiliano, hanno come tema principale l’identità, e spesso sono ritratti di migranti a Torino. La visione è servita a dare ai ragazzi un’idea più chiara di che cosa si intende per “video-ritratto”, e di che cosa significa raccontare una storia – la propria, quella di qualcun altro, quella di un luogo – attraverso le immagini.

La produzione
Il prodotto finale del percorso sono i tre video realizzati dai ragazzi con Gianluca De Serio: “Sotto la neve”, “Raccontami la tua storia” e “Il primo giorno di scuola”.


La documentazione
Documentazione fotografica, realizzata sia internamente dallo staff del dipartimento educativo, che dalla fotografa professionista e insegnante del CTP Anna Largaiolli.

Altre risorse consultabili
Cfr. “A vision of my own, diario di bordo” nella sezione “Approfondimenti e testimonianze”

La verifica e la valutazione
La verifica è avvenuta in modo periodico e costante, attraverso confronti e valutazioni dello staff del dipartimento educativo con gli insegnanti su buoni esiti e criticità, sulla partecipazione più o meno attiva degli studenti, sulla modalità e possibilità di intervento dove ce ne fosse necessità.
Lo staff si è inoltre confrontato costantemente con l’artista.
Alla fine del progetto e prima della presentazione ufficiale, la responsabile dei progetti educativi della Fondazione, Elena Stradiotto, ha condotto un focus group a scuola con gli studenti coinvolti, ragionando insieme a loro e agli insegnanti sugli esiti dell’intera esperienza e sull’imminente presentazione al pubblico dei video.
Un’ulteriore verifica è stata proprio quella della presentazione pubblica, che ha ottenuto ottimi riscontri da parte di colleghi e professionisti di numerose istituzioni culturali.

La presentazione e la pubblicizzazione
La presentazione al pubblico del progetto “A Vision of my Own” è avvenuta il 17 aprile 2008 nell’auditorium della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, alla presenza degli studenti e delle loro famiglie, di molti colleghi provenienti da diverse istituzioni culturali, come HoldenArt, Museo del Cinema, Fondazione Merz, Fondazione Fitzcarraldo, Città di Torino, Fondazione Ismu e Centro Studi Africani, oltre che di ricercatori e professionisti nell’ambito dell al patrimonio in chiave interculturale.

Le risorse finanziarie
Il progetto è stato finanziato dalla Divisione Educazione al Patrimonio Culturale della Città di Torino e sostenuto internamente dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.

I punti di forza
– il dialogo con l’artista, la sua presenza stabile e il suo mettersi in gioco in prima persona nel rapporto con gli studenti
– la qualità estetica e tecnica degli elaborati video
– la partecipazione costante e appassionata degli studenti
– la disponibilità all’ascolto e alla sperimentazione da parte degli insegnanti e del gruppo di lavoro
– la possibilità data dalla Fondazione di lavorare liberamente all’interno degli spazi espositivi, dove le opere sono diventate riferimento per la progettazione dei video e set delle riprese

Le criticità emerse
– l’iniziale difficoltà degli studenti nell’esporre le proprie idee e esperienza personali
– la tendenza iniziale degli studenti inseriti da poco, e con una minore padronanza della lingua e delle consuetudini culturali, a non dare sufficiente valore al proprio contributo personale


Recapiti dell’ente promotore
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Via Modane, 16 – 10141 Torino
tel. 011.3797600
fax 011.3797601
www.fsrr.org


Referenti del progetto
– Elena Stradiotto
Responsabile progetti educativi
– Francesca Togni
Coordinamento progetti educativi
tel. 011-3797631
fax. 011-3797601
dip.educativo@fsrr.org

Data di pubblicazione della scheda: giugno 2008

Destinatari

Giovani studenti di origine immigrata del CTP Drovetti (fascia di età 16-18 anni)

Partner

Città di Torino - Settore Educazione al Patrimonio Culturale; Centro Territoriale Permanente Drovetti

Esiti/Prodotti

Tre video realizzati dai ragazzi con l’artista/regista Gianluca De Serio