Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
Il progetto è nato dalla volontà di valorizzare il rapporto che il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” e il Museo Nazionale d’Arte orientale “Giuseppe Tucci” intrattengono da tempo con i rispettivi pubblici di riferimento attraverso forme partecipate di progettazione e di azione socio-educativa.
Nello specifico, si è voluto sperimentare un modello di fruizione dei contenuti museali alternativo a quello delle ordinarie visite guidate. Il progetto ha quindi puntato sul coinvolgimento attivo di alcune categorie di visitatori esemplari (studenti, artisti, migranti, rifugiati, disabili, esperti), come era già stato sperimentato in altri progetti di respiro europeo cui ha preso parte il Museo Pigorini: “READ-ME 1” e “[S]oggetti Migranti – READ ME 2”.
Di fatto, il progetto “Al museo con” può essere interpretato come una ripresa del dialogo già avviato con le diaspore, altre volte invitate a collaborare per la costruzione multivocale dei contenuti culturali presentati in mostre e attività educative (si veda, oltre alle esprienze di “READ-ME 1” e “READ-ME 2”, il progetto “Saperci fare. Educazione e comunicazione interculturale al museo”), rilanciando la collaborazione sul piano di un progetto nazionale e con una partnership inedita allargata ad altre tipologie di pubblico. In definitiva, le esperienze che precedono “Al museo con” hanno messo in luce tre elementi metodologici fondamentali, che meritavano di essere ripresi e sviluppati in un nuovo progetto: 1) l’attenzione alla partecipazione come pratica di ascolto del pubblico, 2) la centralità della dimensione laboratoriale come fucina per la costruzione di un valore contemporaneo del patrimonio, 3) l’importanza della narrazione come strumento indispensabile per avvicinare il pubblico e comunicare i contenuti delle collezioni.
Gli attori coinvolti – la rete di progetto
• Ente promotore del progetto: Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”
• Istituzioni partner:
– Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci” (MNAO)
– Comunità Peruviana di Roma – CPR
– FOCUS “Casa dei Diritti Sociali”
– Istituto Comprensivo Statale “Daniele Manin”
– Kel’Lam – Associazione Culturale Onlus
– Kiasso – Turismo Internazionale per Sordi Onlus
– Tso Pema Non Profit
– Istituto Istruzione Superiore Roberto Rossellini
– Scuola Internazionale di Comics
– Ente Nazionale per la Protezione e l’Assistenza dei Sordi Onlus
– DASTU – Dipartimento Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, “MeLa Project – European Museums in an age of migrations”
– ICOM Italia – Commissione tematica “Accessibilità museale”
Gli operatori – l’equipe di progetto
• un coordinatore generale del progetto: Vito Lattanzi (Museo Pigorini)
• un co-coordinatore per il Museo nazionale d’arte orientale ‘G. Tucci’: Paola D’Amore (MNAO)
• due responsabili dei servizi educativi del museo: Gabriella Manna (MNAO), Alessandra Serges (Museo Pigorini)
• 6 collaboratori esterni: un designer e progettista web, Alessandro Flemma; due antropologhe esperte in mediazione del patrimonio, Rosa Anna Di Lella e Irene Salerno; una storica dell’arte esperta in accessibilità LIS, Miriam Mandosi; un sociologo esperto in autobiografia e metodologie per la narrazione, Andrea Ciantar; una specialista in islamistica, Serena Autiero
• 2 esperti bio-archeologi: Luca Bondioli (Museo Pigorini) e Claudio Cavazzuti (collaboratore Museo Pigorini)
• 2 esperti di comunicazione e web: Gianfranco Calandra (Museo Pigorini), Caterina Paola Venditti (MNAO)
• 2 responsabili degli Archivi fotografici: Mario Mineo (Museo Pigorini), Oscar Nalesini (MNAO)
• un responsabile dei Servizi informatici: Antonio Falcone (Museo Pigorini)
• un responsabile amministrativo: Maria Corso (Museo Pigorini)
• 2 fotografi: Fabio Naccari (Museo Pigorini), Valeria Corazza (MNAO)
• un responsabile per la sicurezza: Claudio Giacinti (Museo Pigorini)
• 2 allestitori: Luca Gabioli, Amedeo Abate (Museo Pigorini)
• una stagista: Lorenza Messina.
• 17 narratori (studenti, migranti, rifugiati, persone con disabilità) coinvolti nei laboratori di narrazione e scrittura e nella realizzazione di percorsi narrati: Ghandy Yepez (Comunità Peruviana di Roma), Njiock Ngana (Kel’Lam – Associazione Culturale Onlus), Ali Hasani, Abdullatif Sharif (FOCUS “Casa dei Diritti Sociali”), Anna Argentieri, Valentina Agnello (Kiasso – Turismo Internazionale per Sordi Onlus), Cecilia Augello, Elisa Balloi, Juvy Ii Benliro Bagares, Hazel Vivien Bocar, Letizia Antonella Chuquipoma Valdez, Carla Ricci, Flavia Ricci, Ljusinda Vokrri (Istituto Comprensivo “Daniele Manin”), Marisa Burns, Geshe Soepa, Dechen Dolkan (Tso Pema Non Profit).
• 5 collaboratori mediatori nelle attività educative e nei laboratori di narrazione e scrittura: Mollin Di Chiara, Amalia Romano, Luigi Ugolini (FOCUS “Casa dei Diritti Sociali”), Angela Plateroti (Kel’Lam – Associazione Culturale Onlus), Beatriz Doris Ochante (Comunità Peruviana di Roma), Giulia Castello (tibetologa).
• 4 mediatori linguistici LIS: Cristina Cuccurullo, Gianna Paolini, Anna Argentieri, Valentina Agnello (Kiasso – Turismo Internazionale per Sordi Onlus)
• 6 persone sorde, educatori e consulenti nella LIS, coinvolti nella co-progettazione e realizzazione del glossario in Lingua dei segni: Valentina Agnello, Anna Argentieri, Carlo di Biase, Violante Nonno, Gianna Paolini, Giulia Peracchio.
• Consulenti sui temi dell’accessibilità: Dario Scarpati (ICOM Italia – Commissione tematica “Accessibilità museale”), Corrado D’Aversa, Carlo Colarossi, Luigi Di Cuiom Vittorio Corsini, Rosario De Caro, Carlo Loi, Francesca Riglietti, Carmen Di Lascio, Cristiano Iacoangeli (ENS Onlus).
• Un architetto esperto in musei e allestimenti museali, coinvolto nella consulenza nell’allestimento degli ambienti interni del Museo Pigorini e nella co-progettazione della struttura narrativa dei percorsi: Marinella Brenna (DASTU Politecnico di Milano, “MeLa Project – European Museums in an age of migrations”).
• 3 dirigenti/direttori scolastici: Maria Letizia Ciferri (Istituto Comprensivo Statale “Daniele Manin”); Maria Teresa Marano (Istituto d’Istruzione Superiore “Roberto Rossellini”); Roberto Dal Pra’ (Scuola Internazionale di Comics)
• Insegnanti e studenti degli istituti scolastici coinvolti nelle diverse attività del progetto, in particolare:
– per l’Istituto Comprensivo Statale “Daniele Manin” coinvolto nei laboratori di narrazione e scrittura: Referente: Michele Marinaccio; Coordinamento: Claudia Mele; Partecipanti: gli studenti delle classi 2^ e 3^ – Sezione C
– per l’Istituto d’Istruzione Superiore “Roberto Rossellini”, coinvolto nella co-progettazione e realizzazione contenuti audiovisivi originali: Referente: Giovanni Gervasi; Coordinamento riprese e set: Quirino Di Paolo, Piero Tirabassi; Troupe: Andrea Acone, Adriano Facchini e Alessio Lorelli (che hanno dato un contributo fondamentale al progetto). Hanno seguito fattivamente il lavoro seguendo la macchina, il ciak, la cura del virtual set e/o l’audio: Ludovico Riganti, Valerio Casini, Luca Santirocchi, Francesca Ferrante, Giulia D’Ambrosio e Paloma Goycoolea. Con la collaborazione di: Francesca Astolfi, Michela Bergamaschi, Mattia Cicinelli, Damiano Cioeta, Nicole De Angelis, Giulia Nocerino, Damiano Ortenzi, George Pedol, Daniele Petraccini, Alessia Pietromarchi, Daniele Pistonesi, Giacomo Polverari, Lorenzo Poniciappi, Marco Romeo, Sara Ruggieri, Martina Sbardella, Giordano Servino, Giulia Tarantini, Matteo Umana, Lorenzo Vielli
– per la Scuola Internazionale di Comics, coinvolta nella co-progettazione e realizzazione delle illustrazioni e tavole disegnate originali: Referente: Francesco Moriconi; Comunicazione: Francesca Torlone; Disegni di: Ramona Pepegna, Stefano Garau, Enrico Carnevale, Barbara Mazzei, Elena Costa, Roccatani Graziano, Alessandra Le Caselle, Mattia De Iulis, Giulia D’Ottavi.
I destinatari
Destinatari diretti del progetto sono stati:
• scuole primarie e secondarie e università, che sono già fidelizzati alle attività dei due Musei grazie a programmi differenziati per fasce di età
• famiglie, alle quali sono state dedicate alcune attività specifiche
• appassionati e cultori della materia, che vedono nel museo un luogo di conoscenza e approfondimento.
Il progetto, inoltre, ha voluto costruire uno strumento per la mediazione al patrimonio rivolto al pubblico occasionale, rappresentato da:
• cittadini e turisti attratti da iniziative estemporanee e speciali, organizzate d’intesa con altri istituti e luoghi della cultura
• adulti, che cercano nel Museo un luogo di apprendimento non formale e permanente.
Il progetto è stato orientato al coinvolgimento del pubblico potenziale che negli ultimi decenni i due Musei hanno cercato di avvicinare in attività di media e lunga durata. Di questo pubblico fanno parte:
• i migranti, anche attraverso associazioni per la promozione dell’intercultura (partner e non del progetto)
• le persone con disabilità e le associazioni dedicate.
Accanto al cosiddetto pubblico centrale, occasionale e potenziale, il progetto si è rivolto direttamente a:
• gli studenti degli istituti scolastici coinvolti nelle fasi di progettazione e realizzazione; questi hanno potuto beneficiare di un percorso formativo articolato e integrato con il programma scolastico che ha permesso loro di avvicinarsi e dialogare con le istituzioni museali e le diverse realtà territoriali partner del progetto
• tutte le risorse umane coinvolte attivamente nell’implementazione del progetto, ovvero i curatori dei Musei MNAO e Pigorini e i referenti per ciascun soggetto partner.
Infine, destinatari indiretti delle azioni del progetto sono stati tutte le risorse umane presenti negli organici dei Concessionario dei Servizi aggiuntivi che hanno visto incrementate e arricchite, all’interno dell’opera di mediazione del patrimonio, le modalità di interazione con il pubblico.
Gli obiettivi
Il progetto ha avuto come obiettivi principali la soluzione di fondamentali problemi relativi: 1) all’accesso, al fine di rendere più democratica la conoscenza del patrimonio; 2) alla partecipazione, per coinvolgere pubblici differenziati nelle politiche istituzionali; 3) alla rappresentazione, per la costruzione e diffusione di narrative alternative e plurali.
A partire da questo quadro generale, si è cercato di raggiungere i seguenti obiettivi:
• rinforzare i legami di collaborazione tra i Musei proponenti e i diversi pubblici di riferimento, con una attenzione particolare a target fragili e marginali
• valorizzare forme di comunicazione museale interattive e approcci critici alle collezioni per favorire nel pubblico la presa di coscienza del patrimonio come veicolo di appartenenza, dialogo e conoscenza
• investire sulle importanti risorse umane del territorio per proporre al pubblico del museo un “altro” sguardo sulle collezioni e una nuova modalità di narrazione del patrimonio da affiancare ai linguaggi specialistici
• incrementare forme di partecipazione e cittadinanza attiva mediante una migliore conoscenza del ruolo del museo e del patrimonio culturale
• permettere lo scambio di esperienze e approcci tra professionalità operanti nei musei, negli istituti scolastici, nelle università e nelle associazioni rappresentative dei pubblici attuali e potenziali dei Musei stessi
• costruire una piattaforma di confronto a livello nazionale per l’ampliamento del vocabolario della lingua LIS e per la facilitazione della comprensione dei linguaggi disciplinari e specialistici.
Da quando, per quanto
Fase di progettazione e di realizzazione: 15 mesi (marzo 2013 – giugno 2014).
Fase di sperimentazione e di valutazione con specifico questionario: 6 mesi (luglio 2014 – gennaio 2015).
I risultati del progetto (applicazione web e percorsi narrati) sono tutt’oggi attivi e hanno avuto una fruizione continuativa nel tempo.
Attualmente, i percorsi sono fruibili nella prima versione della release dell’applicazione “Al museo con”. È in fase di realizzazione una nuova release, che fa tesoro dei risultati del questionario somministrato al pubblico.
La formazione
Oltre a prevedere una specifica fase di formazione del personale dei due Musei coinvolti, il progetto è stato costruito su una metodologia di formazione informale e orizzontale che ha permesso lo scambio di esperienze e know-how all’interno della complessa e articolata rete di partner del progetto. I diversi soggetti coinvolti nelle diverse fasi hanno potuto incontrarsi e lavorare insieme, costruendo inedite forme di collaborazione.
Come si articola – le fasi di lavoro
Analisi preliminare (maggio – giugno 2013)
Una prima fase di analisi preliminare ha previsto lo svolgimento di:
• attività di analisi del contesto, finalizzate alla realizzazione di una indagine sulle caratteristiche e i fabbisogni dei gruppi target individuati
• una riunione plenaria per inaugurare il processo di progettazione partecipata e l’organizzazione preliminare del lavoro, tenutasi nell’aprile 2013
• attività di brainstorming di confronto partecipativo con la partnership al fine di definire in dettaglio le modalità di realizzazione del progetto. Il gruppo di lavoro dei due Musei ha affrontato la selezione degli oggetti e dei contesti espositivi, condividendo le scelte con i membri delle associazioni rappresentative delle categorie di visitatori individuate come protagonisti del prodotto da realizzare, vale a dire: insegnanti e studenti dell’Istituto Comprensivo “Daniele Manin”, mediatori e rifugiati afghani dell’associazione FOCUS (Federazione delle Organizzazioni dei Consumatori Utenti e dei Diritti Sociali “Casa dei Diritti Sociali”), mediatori e cittadini migranti delle associazioni Kel’Lam e Comunidad Peruana di Roma, membri delle associazioni KIASSO (Turismo Internazionale per Sordi Onlus) e CREI (Cooperativa Sociale di Interpretariato, Ricerca, Formazione LIS).
Realizzazione di 12 laboratori di narrazione e di scrittura, 6 per ciascun Museo (ottobre 2013 – gennaio 2014)
Fase propedeutica alla progettazione dei “percorsi narrati”, i laboratori hanno permesso di produrre i contenuti della visita e progettare le modalità di traduzione dei contenuti stessi nelle adeguate forme comunicative. A partire dalla presentazione di sezioni e oggetti delle sale permanenti, i partecipanti sono stati sollecitati a costruire un ipotetico percorso per tappe all’interno delle diverse sezioni dei Musei. Sono state raccolte storie personali collegate agli oggetti o semplicemente brevi nuclei narrativi, pensieri e spunti di riflessione.
Disponibile documentazione video e documentazione fotografica dei laboratori.
Redazione e realizzazione degli apparati didattici per la costruzione dei “percorsi narrati” (febbraio – marzo 2014)
I racconti e le scelte emerse durante la fase precedente sono state ulteriormente elaborate per la costruzione di una sceneggiatura definitiva, costituita da interviste audio/video relative ai racconti dei partecipanti e da altri contenuti multimediali.
Progettazione e realizzazione del Glossario LIS (settembre 2013 – maggio 2014)
Uno specifico “Glossario di termini disciplinari paletnologici e antropologici in Lingua dei Segni Italiana” è stato realizzato attraverso un ciclo di incontri con referenti accreditati della comunità nazionale sorda.
Costruzione di 6 percorsi “percorsi narrati”, 3 per ogni Museo (febbraio – giugno 2014)
La fase di realizzazione dei diversi percorsi è stata scandita da diversi momenti di lavorazione:
• Produzione e post-produzione delle clip narrative. I diversi narratori hanno registrato le tappe dei propri percorsi narrati in brevi clip, registrate presso i teatri di posa dell’Istituto Istruzione Superiore “Roberto Rossellini”, dove insegnanti e studenti hanno prestato la loro professionalità tecnica per realizzare le riprese video.
• Produzione e raccolta di materiali testuali, fotografici e video per l’approfondimento su oggetti e temi. Il personale scientifico dei due Musei e lo staff di progetto hanno lavorato alla preparazione e alla redazione di schede di approfondimento sugli oggetti e sui temi affrontati nei percorsi narrati. Alle clip sono stati affiancati materiali testuali e iconografici di varia natura – tra i quali si distinguono le tavole disegnate dagli allievi della Scuola Internazionale di Comics S.A.S. di Alfredo Caterini & C. – che arricchiscono il prodotto finale di contenuti extra a disposizione del visitatore.
• Produzione dell’applicazione multimediale. Lo staff di comunicatori web e designer ha lavorato alla costruzione dell’applicazione multimediale, condividendo le scelte con l’intero staff di progetto e costruendo così il contenitore dei percorsi audio-video dei due Musei. I percorsi narrati sono stati realizzati con l’utilizzo di tecnologie di ultima generazione nell’ambito del visual design, con particolare riferimento a software di rappresentazione in realtà aumentata per la gestione delle “aree sensibili” individuate nei due Musei. La tecnologia impiegata consiste nel sovrapporre, attraverso specifici comparti software/hardware, informazioni digitali perfettamente aderenti agli spazi tridimensionali presenti nella realtà; a seconda del punto specifico in cui il visitatore è posizionato, e grazie alla necessaria infografica prevista nei musei, ciascun percorso è dunque strutturato in maniera tale da prevedere la comparsa, sullo schermo del tablet, di interazioni touchscreen, contributi audio-video, animazioni 2d/3d e aree di testo, concepiti come film interattivi e per questo definiti in ogni loro parte da una sceneggiatura.
Formazione del personale (maggio – giugno 2014)
La realizzazione del progetto ha previsto la formazione del personale interno dei due Musei e di almeno una risorsa degli enti partner, per un totale di 4 giornate presso ciascun Museo proponente.
Presentazione dei risultati e giornata di studi (giugno 2014)
Due giornate di disseminazione e riflessione sono state organizzate presso i due Musei coinvolti nel progetto, con la partecipazione di esperti nei temi della comunicazione e dell’accessibilità museale. L’11 giugno 2104, i protagonisti del progetto hanno raccontato il processo partecipativo e hanno dialogato con altri professionisti museali che hanno dato testimonianza di importanti progetti di mediazione del patrimonio all’interno della giornata di studi “Il museo che cambia: mediazione, partecipazione, accessibilità” (12 giugno 2014). Durante le due giornate i percorsi narrati sono stati presentanti per un primo feedback al pubblico presente.
Lancio dell’applicazione e dei percorsi narrati (luglio 2014)
I percorsi realizzati, insieme all’applicazione “AL MUSEO CON”, sono stati resi disponibili ai visitatori del Museo Pigorini e del MNAO a partire dal 16 luglio su tablet forniti gratuitamente all’ingresso dei due Musei.
Valutazione (luglio 2014 – gennaio 2015)
Uno specifico questionario è stato preparato per la valutazione del gradimento da parte del pubblico del prodotto e dei percorsi narrati dopo il lancio dell’app “AL MUSEO CON”.
Lancio della nuova release (in itinere)
Una nuova release, che tiene conto dei risultati della valutazione, è in fase di preparazione. Nella nuova versione lo staff sta ridefinendo il design dell’applicazione “AL MUSEO CON”, rendendola più semplice e immediata, migliorando la resa tecnica della realtà aumentata e modificando la gerarchia di presentazione dei contenuti.
Gli ambiti – le aree disciplinari
Educazione al patrimonio, musicologia, islamistica e orientalistica, storia dell’arte, storia delle religioni, antropologia culturale.
Le strategie e gli strumenti
• L’approccio narrativo. I laboratori di narrazione, finalizzati alla costruzione di “percorsi narrati”, hanno permesso agli oggetti del Museo di “riacquistare voce” e di avvicinare l’istituzione museale all’esperienza emotiva e intellettiva delle persone coinvolte, dando valore ai punti di vista soggettivi degli interlocutori. Attraverso l’approccio narrativo e la metodologia “Circolo di storie”, già sperimentata in altri progetti europei (v. ad esempio “DIAMOND – Dialoguing Museums for a New Cultural Democracy”), si è cercato di arricchire le forme classiche della rappresentazione museale, rendendo vivo e contemporaneo il patrimonio.
• L’approccio partecipativo. Questa strategia ha consentito la costruzione dialogica e relazionale dei significati patrimoniali e delle modalità di comunicazione museale, gettando un ponte tra soggetti e interlocutori che difficilmente trovano spazi comuni di confronto. Ciò ha permesso lo sviluppo di forme inedite di partnership, un accesso più democratico e inclusivo, e l’accrescimento di forme di patrimonializzazione condivisa.
• La ricerca-azione. L’analisi dei bisogni dei pubblici di riferimento si è basata sia su una raccolta e comparazione di dati provenienti delle più recenti indagini svolte nell’ambito dei visitor studies, sia a partire da una ricerca-azione avvenuta in collaborazione con i diversi soggetti e professionalità coinvolte (sessioni di incontri con il metodo del focus group).
• Forme comunicative innovative. La fruizione dei percorsi narrati prevede l’applicazione di forme comunicative innovative, tra cui la realtà aumentata, che costituisce, ad oggi, un espediente audiovisivo di largo utilizzo, e l’integrazione avanzata di hardware in crescente diffusione quali i tablet. Grazie al pieno utilizzo di soluzioni multimediali di dimostrato impatto, si è costruito un modello di comunicazione museografica in grado di rivolgersi a diverse fasce di pubblico.
La produzione
• Percorsi narrati. I laboratori di narrazione e scrittura hanno portano alla costruzione e all’elaborazione di sei percorsi di visita alle sale espositive: Al museo con Dechen, Geshe Soepa e Giulia: Ritorno in Tibet (MNAO); Al museo con Sharif e Alì: Il mio Islam (MNAO); Al museo con Hazel, Juvi, Flavia e i compagni dell’Istituto “Manin”: L’oriente in armonia (MNAO); Al museo con Ndjock e Ghandy: Mondi segreti (Museo Pigorini); Al museo con Giulia e Valentina: Il segno e la parola (Museo Pigorini); Al museo con Claudio: Questioni di morte, questioni di vita (Museo Pigorini).
• Applicazione “AL MUSEO CON”. I percorsi sono stati inseriti nell’applicazione mobile “AL MUSEO CON” scaricabile su tablet (quest’ultimo anche disponibile presso l’info-point dei due Musei). L’applicazione dà accesso a 6 percorsi guidati (3 per ciascun Museo), che possono essere fruiti in autonomia dal pubblico. Chi utilizza questo servizio può visitare le collezioni permanenti accompagnato da una guida “speciale” e trovare approfondimenti testuali, fotografici e audiovisivi su alcuni nuclei tematici presentati nelle sale espositive dei due Musei.
• Glossario in LIS: “Preistoria in Segni”. Il progetto ha portato all’elaborazione di un glossario di termini tecnici strettamente connessi al museo preistorico etnografico, in modo da partire dall’esperienza dei sordi e creare un codice di accessibilità valido per tutti gli utenti del Museo. Al fine di ampliare la base di dibattito è stata istituita una commissione tecnico-scientifica, coordinata da Kiasso per la parte linguistica e dal Museo Pigorini per la parte scientifica, di cui hanno fatto parte paletnologi, antropologi, esperti di accessibilità museale, linguisti LIS e sei persone sorde provenienti da diverse regioni d’Italia, esperti di comunicazione in segni e divulgazione del patrimonio culturale.
La documentazione
Una documentazione fotografica e video è stata realizzata durante tutte le fasi di progetto (v. sezione “Gallery” del sito www.almuseocon.beniculturali.it).
Altre risorse disponibili
Cfr. Bodo S., Mascheroni S., Panigada M. G. (a cura di), Un patrimonio di storie. La narrazione nei musei, una risorsa per la cittadinanza culturale, Mimesis Edizioni, Milano, 2016, per le narrazioni di Ndjock Ngana e Ghandy Yepez, e per il contributo di Lattanzi V., Di Lella R. A., “Al museo con. Patrimoni narrati per musei accoglienti”
La verifica e la valutazione
Uno specifico questionario è stato preparato per valutare il gradimento del pubblico per quanto riguarda sia l’applicazione che i diversi percorsi narrati. Particolare enfasi è stata data alla valutazione del coinvolgimento emotivo del pubblico rispetto ai contenuti dei percorsi narrati.
Durante tutto l’arco del progetto, inoltre, incontri periodici tra la partnership hanno permesso di condurre un monitoraggio dei risultati attesi del progetto.
La presentazione e la pubblicizzazione
La disseminazione e la promozione dei risultati del progetto sono state assicurate da:
• un sito web dedicato al progetto, che ha permesso di dare ampia diffusione al lavoro svolto in tutte le sue fasi di realizzazione
• comunicati, video-racconti e brochure
• organizzazione di due giornate di presentazione e di studio
• lancio di una campagna informativa sui social network, che ha consentito di promuovere il nuovo servizio offerto al pubblico
• presentazione del progetto in incontri e convegni (ad esempio “Raccontare il museo. Testimonianze” – Laboratori dal Basso).
Le risorse finanziarie
Il progetto è stato finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale attraverso il bando “Promuovere forme innovative di partecipazione culturale” (Circolare n. 7/2012).
I punti di forza
Tra le caratteristiche innovative del progetto possono essere segnalate:
• la collaborazione tra due Musei nazionali che non avevano sinora condiviso attività rivolte alla valorizzazione
• la natura multidisciplinare delle competenze esterne coinvolte in qualità di esperti e mediatori
• la costruzione di un partenariato ampio e differenziato: il concorso di partner pubblici e privati nella condivisione del progetto ha rivelato la sua piena efficacia dando a ciascuno la possibilità di partecipare per sua competenza alle diverse fasi di lavoro
• l’adozione di un approccio narrativo nella comunicazione museale: il progetto ha scelto di insistere soprattutto sul valore strategico della narrazione, sia quale mezzo utile al coinvolgimento emotivo della memoria dei migranti, sia quale strumento di inclusione e di accesso al patrimonio in prospettiva interculturale, integrando il discorso museografico con storie e spunti narrativi alternativi, senza con questo disarticolare il percorso delle sale permanenti ma inserendo “pillole narrative” di voci “altre” in dialogo con gli oggetti
• l’impiego funzionale e contestuale, dunque non distrattivo rispetto al focus della visita reale, dei mezzi tecnologici: il prodotto piega le potenzialità offerte dalle più recenti tecnologie multimediali (realtà aumentata, tablet) all’esigenza di rendere viva, immersiva e contestuale l’esperienza del visitatore, mediando un approccio interattivo, partecipato e multi-vocale alle collezioni esposte.
Le criticità emerse
Tra le criticità emerse si segnalano:
• Difficoltà collegate all’ampiezza e all’eterogeneità della partnership di progetto: i prodotti finali sono stati il risultato della condivisione e della partecipazione di tutti i partner al processo realizzativo; tale aspetto, di grande importanza per le politiche di accesso e partecipazione dei pubblici alle attività di istituzioni museali, ha determinato l’insorgenza di criticità in alcune fasi di lavoro, sia dal punto di vista della comunicazione interna di intenti e finalità, sia da un punto di vista prettamente logistico e organizzativo.
• Problematicità nella mediazione dei contenuti scientifici e nella comunicazione tra i diversi attori in campo: i laboratori di narrazione e scrittura sono stati un momento di scambio e ascolto delle storie e delle interpretazioni dei protagonisti narratori coinvolti; la complessità della metodologia e l’articolazione delle interazioni implicate avrebbero però meritato tempi più distesi, così da rendere tutti i soggetti dell’azione più consapevoli dell’oggetto e del metodo operativo adottato. Una maggiore condivisione dei temi e delle strategie metodologiche tra curatori dei musei e tutor dei laboratori avrebbe permesso di amplificare la dimensione narrativa di alcuni percorsi.
• Difficoltà nel trovare il giusto equilibrio tra expertise disciplinare e narrazione personale: le storie raccontate o scritte durante i laboratori di narrazione e scrittura non sempre avevano una fortissima attinenza con gli oggetti e i temi presentati dai curatori; in alcuni casi il collegamento con l’oggetto era di tipo metonimico o oppositivo, in altri, costituiva un semplice spunto evocativo di storie e narrazioni anche molto lontane dai contesti etnografici o archeologici propri degli oggetti. A volte i curatori hanno avuto difficoltà a riconoscere i collegamenti tra oggetto patrimoniale e narrazione individuale, o a considerare tali collegamenti appropriati per la presentazione e la comunicazione al pubblico dei contenuti dell’oggetto patrimoniale. Il peso della responsabilità istituzionale di garantire rigore e scientificità alla comunicazione museale ha pertanto procurato imbarazzo nei curatori, comprensibilmente poco disposti ad allontanarsi dai significati “originari” dell’oggetto.
Recapiti dell’ente promotore
Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”
Piazza Guglielmo Marconi, 14 – 00144 Roma
tel. +39 06 549521
www.pigorini.beniculturali.it
s-mnpe@beniculturali.it
Referente del progetto
Vito Lattanzi
Direttore Coordinatore Demoetnoantropologo
vito.lattanzi@beniculturali.it
Data di pubblicazione della scheda: settembre 2015