Corso di formazione per mediatori “Educare al patrimonio in chiave interculturale”

Fondazione Ismu – Iniziative e Studi sulla Multietnicità – Settore Educazione | Milano

2010

Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
Il corso di formazione, ideato e organizzato dalla Fondazione Ismu, si colloca all’interno delle azioni condotte in partenariato con la Provincia di Milano – Settore Cultura al fine di promuovere il patrimonio culturale come nuova frontiera per l’integrazione. Tali azioni si sono articolate da un lato nel progressivo potenziamento del sito “Patrimonio e Intercultura”, dall’altro nella promozione di paradigmi progettuali e operativi all’avanguardia nell’ambito dell’educazione al patrimonio in chiave interculturale: corso di formazione e ricerca-azione “Patrimonio culturale e integrazione: quale dialogo con la scuola e il territorio?” (2005-2006); pubblicazione Progettare insieme per un patrimonio interculturale (a cura di S. Bodo, S. Cantù e S. Mascheroni, Quaderno Ismu 1/2007); convegno “Progettare insieme per un patrimonio interculturale” (Milano, 5 febbraio 2007); convegno “Il patrimonio risorsa per l’educazione interculturale. La scuola, il museo, il territorio” (Milano, 4 marzo 2009).
Il percorso formativo si inserisce inoltre in un filone di ricerca e operatività altamente innovativo, avviato con le esperienze esemplari promosse dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo 
e dal Centro Piemontese di Studi Africani a Torino.

Gli attori coinvolti – la rete di progetto
· Ente promotore del progetto: Fondazione Ismu – Iniziative e Studi sulla Multietnicità, Milano
· Istituzioni partner (ente finanziatore): Provincia di Milano – Settore Cultura.

Gli operatori – l’équipe di progetto
Per la Fondazione Ismu (Settore Educazione), il gruppo di lavoro è stato composto da:
· Simona Bodo, ricercatrice in problematiche di diversità culturale e inclusione sociale nei musei
· Silvia Mascheroni, esperta nell’ambito dell’educazione al patrimonio culturale
· Mara Clementi, esperta in pedagogia e didattica interculturale.

I destinatari
Mediatori culturali di origine italiana e straniera (25 partecipanti, tra mediatori linguistico-culturali, educatori museali, animatori culturali e guide turistiche).
Anche se il percorso formativo ha individuato quali destinatari principali i mediatori migranti (provenienti da 14 paesi: Argentina, Azerbaijan, Bosnia, Brasile, Egitto, Filippine, Iran, Iraq, Israele, Perù, Romania, Serbia, Spagna, Ungheria), si è ritenuto proficuo coinvolgere anche un certo numero di mediatori ed educatori museali autoctoni, per fare in modo che persone di culture e lingue diverse sperimentassero un approccio interculturale all’interno del gruppo stesso dei destinatari.

Gli obiettivi
Il corso si è posto l’obiettivo di formare figure specializzate nella mediazione dei patrimoni culturali musealizzati o diffusi sul territorio, grazie all’acquisizione di nuove conoscenze e abilità esperte relative a:
· i risultati più innovativi della ricerca nell’ambito dell’educazione al patrimonio in chiave interculturale
· le corrette e adeguate modalità di progettazione, documentazione, valutazione e successiva promozione di iniziative volte a incoraggiare il dibattito e la comunicazione interculturale tra pubblici misti (per provenienza, background sociale e culturale), offrendo a ciascuno una concreta opportunità di auto-rappresentazione
· la predisposizione di itinerari e materiali/sussidi spendibili nei rispettivi contesti professionali.
Un ulteriore e fondamentale obiettivo del percorso formativo è stato quello di sostenere la cittadinanza culturale dei mediatori di origine immigrata, rendendoli protagonisti del processo di apertura e di accessibilità dei musei e del patrimonio locale.

Da quando, per quanto
Ottobre 2009 – maggio 2010.

Come si articola – le fasi di lavoro
Il percorso formativo (v. programma) si è articolato in tre fasi fondamentali:


1. Incontri formativi collegiali
(con cadenza settimanale, da ottobre 2009 a gennaio 2010) finalizzati a offrire spunti di riflessione su alcune tematiche ritenute importanti ai fini della costruzione di itinerari/materiali di educazione al patrimonio in chiave interculturale:
· che cosa significa lavorare con un approccio interculturale in un museo (dialogo interculturale come fine o come processo?)
· educazione interculturale e scuola: i concetti chiave
· il contesto scolastico, dalla scuola primaria alla scuola secondaria di secondo grado: specificità, bisogni di apprendimento e formazione, stili e caratteristiche degli adolescenti, il rapporto in aula, problematicità dell’educazione interculturale
· i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA); il pubblico adulto e l’educazione permanente
· il metodo autobiografico per l’educazione al patrimonio in chiave interculturale
· il ruolo del mediatore, “nuovo interprete” del patrimonio.
A questi primi incontri, tesi a fornire un quadro teorico e metodologico di riferimento, sono seguiti diversi sopralluoghi a musei che hanno realizzato progetti/percorsi di educazione al patrimonio in chiave interculturale, tra cui la Pinacoteca di Brera, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (Mi), le Civiche Raccolte Extraeuropee del Castello Sforzesco.
Gli incontri collegiali si sono conclusi con una riflessione condivisa sul percorso formativo compiuto (valutazione in itinere) e con l’individuazione di alcuni elementi chiave per la progettazione educativa in chiave interculturale.


2. Laboratori di progettazione
(da gennaio ad aprile 2010): i mediatori sono stati divisi in tre gruppi, cui è stato affidato il compito di individuare una testimonianza del patrimonio (sia all’interno di un museo, sia nell’ambito del patrimonio diffuso) intorno alla quale progettare un percorso/attività di mediazione in chiave interculturale.

3. Monitoraggio, riprogettazione e valutazione degli itinerari e dei materiali/sussidi messi a punto dai corsisti (da febbraio a maggio 2010):
· monitoraggio intermedio dei gruppi di progettazione
· presentazione dell’impianto progettuale predisposto dai tre gruppi; condivisione e discussione
· sperimentazione dei percorsi/progetti di mediazione del patrimonio (visite guidate dai tre gruppi e indirizzate ai compagni di corso)
· revisione e riprogettazione condivisa dei percorsi/progetti
· valutazione del percorso formativo attraverso un questionario
· autovalutazione e valutazione partecipata.

Gli ambiti – le aree disciplinari
I progetti messi a punti dai partecipanti al percorso nella fase di ricerca-azione hanno interessato le seguenti aree disciplinari: storia, storia dell’arte, storia delle religioni, letteratura, educazione alla cittadinanza, educazione e comunicazione interculturale.

Le strategie e gli strumenti

Per la formazione dei mediatori:
· interventi formativi a cura di esperti, con il supporto di dispense e di materiali audiovisivi
· visite ad alcuni istituti museali a cura dei rispettivi responsabili (curatori, educatori museali)
· visite condotte da esperti a monumenti e siti di interesse storico/culturale
· testimonianze di mediatori formati in altri contesti
· bibliografia, sitografia e contributi di approfondimento.

Per i laboratori di progettazione:
· predisposizione di una scheda di progetto con delineati i principali elementi di progettazione, consegnata ai mediatori per guidarne il lavoro di gruppo
· incontri periodici di supervisione dell’équipe di progetto per la verifica dello stato dei lavori
· presentazione dei percorsi in presenza del patrimonio (visite guidate a cura dei tre gruppi).

Per la verifica e la valutazione:
· incontro intermedio per una riflessione condivisa sul percorso formativo compiuto (alla fine degli incontri collegiali)
· questionario finale e test di autovalutazione
· restituzione dei risultati e momento finale di interscambio tra i partecipanti al corso e l’équipe di progetto.

Particolare attenzione è stata posta a sottolineare le caratteristiche fondamentali di un approccio interculturale alla mediazione del patrimonio: in particolare, una concezione dinamica, dialogica di “patrimonio culturale” come risorsa che può essere autenticamente condivisa da tutti, e non solo conservata e trasmessa, ma continuamente rimessa in gioco, resa viva dall’esperienza di ognuno; l’educazione al patrimonio in chiave interculturale come un processo bi-direzionale che coinvolge individui autoctoni e di origine immigrata su un piano di parità e di reciprocità, ed è “generativo” (mette in moto nuovi saperi e relazioni) per entrambe le parti; l’importanza di non puntare esclusivamente sulla trasmissione di contenuti e sull’acquisizione di nozioni da parte dei destinatari, ma anche e soprattutto sullo sviluppo di competenze relazionali e “interculturali”; la messa in gioco dei vissuti personali dei destinatari non tanto come estemporanea espressione di sé, quanto come strumento di lavoro e di riflessione sul patrimonio e sul museo.

La produzione
· le conoscenze e competenze acquisite dai mediatori nell’ambito del percorso di formazione e ricerca-azione (“prodotti di formazione”), che vanno a costituire un patrimonio spendibile nei rispettivi contesti professionali
· i percorsi di mediazione del patrimonio messi a punto dai tre gruppi: “Il dono in cammino. Le reliquie dei Re Magi nella Basilica di S. Eustorgio”; “Milano ieri, oggi e domani” (percorso tra il Museo di Milano e alcuni luoghi chiave della città); “Via Padova vista dal Parco Trotter. Un percorso interculturale e sensoriale”.

La documentazione
Presso la Fondazione Ismu, Settore Educazione, è consultabile su richiesta un dossier predisposto dall’equipe di progetto che raccoglie tutti i documenti relativi al percorso formativo, tra cui: i supporti audiovisivi e i materiali predisposti dagli esperti che hanno condotto gli incontri formativi; le presentazioni e i materiali predisposti dai tre gruppi di ricerca-azione; i questionari di valutazione del percorso formativo.

La verifica e la valutazione
L’équipe ha messo a punto un questionario finale e un test di autovalutazione per verificare e valutare in particolare:
· l’impianto progettuale, la sua validità, la ricaduta formativa
· i processi e le relazioni attivate nel lavoro di gruppo (laboratori di progettazione)
· il raggiungimento degli obiettivi, la corrispondenza con le aspettative iniziali, la generazione di nuovi bisogni
· i desiderata rispetto a come dare continuità all’esperienza.

Le risorse finanziarie
Il percorso formativo è stato cofinanziato dalla Fondazione Ismu e dalla Provincia di Milano – Settore Cultura.

I punti di forza
– Oltre a riconoscere significative le conoscenze e le competenze apprese, relative all’ambito oggetto del corso (consapevolezza della specificità del patrimonio quale ambito di educazione interculturale; acquisizione di un linguaggio condiviso – cos’è “patrimonio”, cos’è “intercultura”; capacità di riflessione consapevole su progetti realizzati da altri; saper elaborare una proposta progettuale in tutti i suoi snodi principali; lavorare in gruppo), diversi partecipanti hanno sottolineato come il percorso sia stato occasione preziosa per approfondire e riorganizzare le conoscenze e dare un nuovo senso e utilità al proprio bagaglio professionale in ambito interculturale (es. “progetto lavorativo messo positivamente in subbuglio”; difficoltà a tradurre e trasformare le competenze progettuali acquisite in precedenza; diverso e nuovo rapporto con il territorio e il museo…).
– Un altro elemento di riflessione è che l’apprendimento di conoscenze (saperi teorici) durante la prima fase formativa ha predisposto in modo coerente ed efficace i corsisti alla seconda parte di laboratorio progettuale perché:
· hanno potuto usufruire di informazioni di esperti e di materiali bibliografici, riconosciuti essere utili e strutturati in modo comprensibile e trasmessi con chiarezza e semplicità
· hanno potuto attingere a un repertorio di nuove progettualità “realmente attuate e di grande qualità”
· hanno sviluppato una migliore comprensione della pratica progettuale e della scheda di progetto
· hanno avuto “il coraggio di affrontare tematiche che potevano essere riservate solo ad autoctoni”.
– I percorsi di mediazione hanno assunto per i corsisti la valenza di paradigma operativo, spendibile – in tutto e/o in parte – nella propria realtà di riferimento, e non come semplice “esercitazione” valida solo per l’apprendimento di competenze.
Si sottolinea quindi l’efficacia di un percorso di formazione ricerca-azione coerente nelle diverse parti e strutturato nel segno della continuità.

Le criticità emerse
– Mentre non sono state espresse difficoltà nel lavorare in gruppo come metodo, le criticità dichiarate dai partecipanti nella compilazione dei questionari fanno riferimento alla storia e alla vita diversa dei tre gruppi. In due casi l’esperienza è stata ritenuta molto positiva (condivisione, disponibilità, coinvolgimento, apporto di ognuno secondo le sue conoscenze e abilità…), anche se non del tutto priva di problematicità (ad es. difficoltà a condividere alcuni “principi di base”). Nel terzo gruppo, per contro, l’abitudine a lavorare individualmente (pur essendo un gruppo già collaudato) e la messa in discussione delle modalità operative, delle acquisizioni e degli approcci di volta in volta adottati sono stati vissuti quali elementi destabilizzanti e generatori di disagio (“purtroppo l’idea di intercultura e sperimentazione di intercultura è parzialmente fallita fra noi stessi”; “mancanza d’ascolto attivo e di gestione dei conflitti”; riluttanza ad abbandonare le propri idee per accogliere quelle degli altri).
– È peraltro significativo rilevare come tutti i corsisti, nonostante le difficoltà rilevate, abbiano colto nel lavoro di gruppo alcuni elementi innovativi: particolarmente apprezzata l’opportunità di “diminuire il solito individualismo” e di mettersi in gioco; la diversità come ricchezza; l’emergere di “nuove idee e nuove finestre”; le difficoltà incontrate come fonte di ispirazione per il lavoro di progettazione; “un’esperienza impegnativa ma formativa”.
– Un altro elemento di problematicità è stato la mancanza di tempo: per l’approfondimento personale delle tematiche affrontate nel corso, delle problematiche connesse e dei materiali offerti dagli esperti e dall’équipe di progetto; per il lavoro di progettazione, per lo scambio e il confronto tra i componenti (un dato costante e rilevabile in altri progetti di formazione e ricerca-azione, che dipende dalla complessità del percorso).

Recapiti dell’ente promotore
Fondazione Ismu – Iniziative e Studi sulla Multietnicità
Settore Educazione
via Copernico, 1 – 20125 Milano
tel. 02.67877940-1
scuolaformazione@ismu.org
www.ismu.org

Referenti del progetto
– Simona Bodo e Silvia Mascheroni
patrimonio@ismu.org
– Mara Clementi
m.clementi@ismu.org

Data di pubblicazione della scheda: ottobre 2010

Destinatari

Mediatori linguistico-culturali, insieme ad alcuni educatori museali, animatori culturali e guide turistiche

Partner

Provincia di Milano – Settore Cultura (ente finanziatore)

Esiti/Prodotti

- prodotti di formazione (le conoscenze e competenze acquisite dai partecipanti al corso)
- percorsi di mediazione messi a punto dai tre gruppi di progettazione, dedicati a luoghi di vita / del patrimonio culturale di Milano