Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
Il progetto partecipato “L’arte di fare la differenza – Arte relazionale: pensieri, percorsi, opere e luoghi delle interconnessioni con la contemporaneità artistica e sociale” nasce con l’obiettivo principale di dare continuità e di implementare l’impegno del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino in materia di accessibilità e mediazione culturale attraverso la valorizzazione dei patrimoni. A partire dagli esiti raggiunti con il progetto pilota “Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa” (2008-2009), di cui il Museo si è fatto promotore nell’ambito dell’iniziativa europea “MAP for ID – Museums as Places for Intercultural Dialogue”, è stata formulata l’ipotesi di guardare alle collezioni etnografiche e di Art Brut come pretesti, “luoghi” e strumenti per (far) riflettere sulle dinamiche di inclusione ed esclusione sociale e culturale, attualmente in corso nella società, attraverso i linguaggi dell’arte. Il progetto si è inoltre proposto come pratica formativa e artistica a sfondo sociale finalizzata a promuovere e sostenere le pari opportunità di genere e le pari opportunità per tutti/e.
Affinché il progetto potesse essere sviluppato e candidarsi al bando “Generazione Creativa” indetto dalla Compagnia di San Paolo, è stato creato un partenariato con enti che presentano esperienze pregresse negli ambiti della mediazione interculturale, dell’arte relazionale e dell’educazione. In particolare Beatrice Zanelli, Presidente dell’Associazione culturale Arteco (ente promotore), ha ideato e curato il progetto “Impasto di culture / Culture Mixture”, anch’esso realizzato nell’ambito di “MAP for ID”.
Inoltre, al percorso di formazione che si è svolto attraverso un Laboratorio interdisciplinare (16 febbraio – 4 aprile 2012), hanno preso parte, in qualità di docenti, Abderrahim Benradi, Mina Boulam, Rita Catarama e Marcelin Enascut, mediatori formati nell’ambito del “Corso di formazione per Mediatori dei Patrimoni Interculturali” (2008) e del progetto “Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa” (2008-2009).
Gli attori coinvolti – la rete di progetto
• Ente promotore del progetto: Associazione culturale Arteco (con funzione di curatela del progetto)
• Istituzioni partner: Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi; Città di Torino, Direzione Centrale Politiche Sociali e Rapporti con le Aziende Sanitarie, Servizio Disabili; Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino.
Durante lo svolgimento del Laboratorio interdisciplinare sono state inoltre coinvolte le seguenti istituzioni:
• Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso”
• Laboratorio “La Galleria” – Circoscrizione 8 / Città di Torino
• Fondazione Merz
• Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino (GAM)
• Centro Territoriale Permanente (CTP) “Gabelli”.
Per la realizzazione della mostra diffusa sul territorio urbano (19 ottobre – 20 novembre 2012), sono stati interessati i seguenti spazi espositivi:
• Galleria Rizomi_Art Brut
• Spazio Bianco
• InGenio Arte Contemporanea
• nb: Nota Bene
• Cecchi Point Hub Multiculturale.
Per l’individuazione di scuole dell’infanzia nelle Circoscrizioni 1 e 8, destinatarie di attività di mediazione e educazione all’arte: Città di Torino, Servizio Sistema Educativo Integrato 0-6 anni. Referente: il Dirigente Vincenzo Simone.
Gli operatori – l’equipe di progetto
• per l’Associazione Arteco: Fabio Cafagna, Erika Cristina, Beatrice Zanelli (storici dell’arte e curatori)
• per il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino: Prof.ssa Emma Rabino Massa (Direttore), Rosa Boano (Vicedirettore), Gianluigi Mangiapane (assegnista di ricerca, referente di progetto)
• per la Città di Torino, Direzione Centrale Politiche Sociali e Rapporti con le Aziende Sanitarie, Servizio Disabili: Tea Taramino (artista, arte terapeuta, educatrice)
• per il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino: Valentina Porcellana (antropologa culturale, ricercatrice)
• Anna Maria Pecci (antropologa museale, ideatrice e coordinatrice scientifica del progetto).
Partecipanti: Simone Bubbico, Caterina Cassoni, Maria Grazia Chieppi, Marcello Corazzi, Ario Dal Bò, Michela Depetris, Cheikh Diop, Mirko Dragutinovic, Giulia Gallo, Virginia Gargano, Daniela Leonardi, Giulia Manzo, Isabella Mazzotta, Enrico Partengo, Marius Pricina, Beatrice Rosso, Arianna Uda.
Formatori esterni al progetto (nel Laboratorio interdisciplinare): Elena Volpato (storica dell’arte, conservatore), Abderrahim Benradi, Mina Boulam, Rita Catarama e Marcelin Enascut (mediatori dei patrimoni interculturali).
Gli altri formatori sono: Gianluigi Mangiapane, Anna Maria Pecci, Tea Taramino, Fabio Cafagna, Valentina Porcellana.
I destinatari
• del percorso formativo (Laboratorio interdisciplinare) e creativo (ideazione e realizzazione delle opere): giovani italiani e migranti under 35: artisti/e emergenti; artisti outsider (persone in situazioni di marginalità, disagio o svantaggio sociale e/o psico-fisico e relazionale); educatrici, in formazione ed esperte
• delle attività laboratoriali “Vuoi fare la differenza?”, realizzata nell’ambito del Bando Generazione Creativa – Fase 2/Arte in corso promosso dalla Compagnia di San Paolo (Cortile del Maglio, 21 giugno 2012), e “L’arte di fare la differenza. Parole, segni e disegni”, realizzata nell’ambito della manifestazione “La salute in comune” (Polo Cittadino della Salute, 1 e 17 luglio 2012): la cittadinanza
• della mostra finale diffusa in cinque sedi espositive torinesi (19 ottobre – 20 novembre 2012) nel centro di Torino e nei quartieri di Porta Palazzo e San Salvario: il pubblico più ampio ed eterogeneo, residente a Torino e non
• delle attività di mediazione ed educazione all’arte correlate alle mostre: il pubblico più ampio; una serie di attività sono state ideate e condotte da Tea Taramino per bambine e bambini della scuola dell’infanzia
• della Giornata Internazionale di Studi a conclusione del progetto (14 dicembre 2012): studenti universitari, dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e di altri istituti d’arte; decisori politici; amministratori locali; esperti/appassionati di arte relazionale, arte irregolare (Art Brut, Outsider art), arte contemporanea in generale; operatori sociali e culturali; artisti; educatori; arte terapeuti; galleristi; curatori; esperti e studiosi nei campi della storia dell’arte e dell’antropologia.
Gli obiettivi
• realizzare in partenariato interistituzionale una proposta di valorizzazione delle collezioni etnografiche e di Art Brut del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino attraverso un percorso partecipato di formazione, ideazione e produzione artistica condiviso da referenti istituzionali e partecipanti (come indicato nell’equipe di progetto)
• valorizzare e promuovere giovani creativi in un processo che facilita e sostiene:
– accesso e partecipazione a uno spazio condiviso di creatività quale strumento di cittadinanza attiva
– protagonismo culturale
– accrescimento del proprio capitale culturale in termini di: a) acquisizione o incremento di competenze trasversali nell’ambito della creatività; b) sviluppo di una competenza interculturale; c) acquisizione e/o implementazione di strumenti e linguaggi della (auto)rappresentazione creativo/artistica in un’ottica di consapevolezza civica e democratica
• sensibilizzare alle tematiche della diversità culturale e dell’esclusione sociale attraverso azioni artistiche relazionali, critiche e riflessive
• incoraggiare la riflessione sul ruolo sociale dell’arte e sul potenziale dell’arte relazionale quale mezzo di critica sociale e strumento di integrazione sociale
• sviluppare una rete interistituzionale che:
– costruisce coesione sociale attraverso un processo creativo, intersettoriale e relazionale
– è collegata in maniera diretta a decisori politici ed esperti nel contesto socio-culturale di riferimento
– include organizzazioni motivate a incorporare e implementare i risultati del progetto in attività educative, formative, culturali e artistiche – giovanili e non – a livello locale, contribuendo alla comunità di pratiche e di ricerca nazionale e internazionale sulle tematiche affrontate dal progetto
– è in grado di sviluppare e rafforzare la capacità di dare vita a produzioni culturali “esportabili” e di partecipare a circuiti che superano i confini della sfera locale
– capitalizzi l’esperienza progettuale e di rete.
Da quando, per quanto
Gennaio – dicembre 2012.
Il progetto è stato concepito in un’ottica di implementazione, replicabilità, trasferibilità a livello nazionale e internazionale.
Tra gli impegni in programma per il 2013:
– “Nonostante” – Museo Regionale di Scienze Naturali (Torino, 10 dicembre 2012 – 6 gennaio 2013). Accanto alla mostra di Arte Irregolare, a cura di Tea Taramino, erano visibili due video realizzati da Ario Dal Bò (“L’arte di fare la differenza”) e Maurizio Lo Sardo per documentare il processo partecipato di ideazione e realizzazione delle opere e il loro allestimento
– “Imaga Nova Mondo” – Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” di Roma (29 gennaio – 12 febbraio 2013). Nell’ambito dello spazio “Idee Migranti” sono state riproposte le opere “La città” di Mirko Dragutinovic, Virginia Gargano ed Enrico Partengo, e “Ricordi di viaggio” di Simone Bubbico, Cheikh Diop e Beatrice Rosso, in un allestimento che ha rinnovato i contenuti e le finalità del progetto alla luce delle tematiche affrontate nella mostra internazionale “[S]oggetti migranti” (20 settembre 2012 – 2 aprile 2013)
– Kermesse internazionale “Arte Plurale” (Torino, autunno 2013). Nell’ambito della kermesse verranno riproposte le cinque opere e sarà presentato il progetto in occasione del previsto convegno. Programma in via di definizione.
La formazione
La fase del progetto dedicata alla formazione e all’empowerment culturale è stata avviata il 16 febbraio 2012 con il Laboratorio interdisciplinare, che si è concluso il 4 aprile. Snodandosi tra musei, CTP, laboratori di attività e servizi sociali, sedi espositive presenti in varie circoscrizioni torinesi, il percorso formativo si è distinto per un costante dislocamento fisico che ha stimolato, e richiesto, un altrettanto costante decentramento di sguardi in tutti i partecipanti.
Il metodo formativo si è ispirato all’empowered peer education ed è consistito in un trasferimento bidirezionale di competenze e saperi, tra giovani e adulti, che ha inteso generare e sostenere uno spazio condiviso di creatività, perno della successiva fase di produzione.
Nell’ambito del Laboratorio sono state infatti composte delle “triadi”, ossia dei gruppi di lavoro formati da un/a giovane artista, un artista outsider, un’educatrice in formazione e, ove previsto, un’educatrice esperta referente del Servizio Disabili della Città di Torino. Le triadi hanno partecipato, in maniera collaborativa, alla ideazione e realizzazione di opere che sono state esposte in una mostra diffusa sul territorio.
Le attività del Laboratorio hanno inteso:
– avvicinare i partecipanti alle collezioni etnografiche e di Art Brut del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino, favorendo una (prima) esperienza di accesso e partecipazione al patrimonio culturale
– stimolare un pensiero riflessivo, critico e creativo sul tema della diversità culturale e sul relativismo culturale e storico delle categorie di identità/differenza, normalità/devianza, centro/margine, inclusione/esclusione, ecc.
– adottare linguaggi e tecniche dell’arte al fine di appropriarsi del patrimonio del Museo e delle tematiche culturali e sociali di cui esso è portatore, reinterpretandole attraverso un percorso relazionale e condiviso di empowerment e di rappresentazione culturale che si è distinto per approcci autobiografici
– fornire gli strumenti, concettuali e tecnici, utili per la progettazione partecipata delle opere, della mostra diffusa e del catalogo partecipato L’arte di fare la differenza, a cura di Arteco e Tea Taramino.
Come si articola – le fasi di lavoro
1) Il progetto partecipato ha preso avvio con una fase di Pre-progettazione, o progettazione preliminare, in cui è stato indagato il contesto di riferimento e sono stati analizzati i bisogni degli attori di progetto, ossia l’ente promotore e i partner esterni. Hanno fatto seguito la selezione dei destinatari del progetto e l’analisi dei loro bisogni, fondamentale per procedere all’attuazione della progettazione partecipata.
2) La fase di Formazione ed empowerment culturale ha previsto l’ideazione e realizzazione di un Laboratorio interdisciplinare (cfr. voce “La formazione”) finalizzato alla progettazione collaborativa delle opere.
3) La fase di Produzione ha condotto alla realizzazione condivisa:
– delle opere
– dell’allestimento della mostra diffusa
– del catalogo partecipato L’arte di fare la differenza.
Tutte le fasi hanno previsto lo svolgimento di azioni di valutazione (ex-ante, in itinere ed ex-post) e di monitoraggio.
4) La fase di Post-produzione è finalizzata alla restituzione pubblica dei risultati della valutazione in itinere ed ex-post e dell’autovalutazione nell’ambito della Giornata Internazionale di Studi (Torino, 14 dicembre 2012). Sono inoltre previste attività di comunicazione e disseminazione, a breve e lungo termine, mirate a garantire visibilità, accessibilità e utilizzo del progetto e dei suoi risultati in un’ottica di sostenibilità, replicabilità e implementazione, anche in contesti diversi dal territorio torinese.
Le strategie e gli strumenti
Le metodologie che caratterizzano il progetto hanno prevalentemente un carattere processuale, multidisciplinare e intersettoriale.
La principale peculiarità del progetto consiste nell’approccio partecipativo per cui gli attori di progetto sono stati, oltre ai referenti degli enti coinvolti, gli stessi destinatari. Il gruppo di lavoro si è impegnato a definire congiuntamente ogni singola fase, utilizzando come basi la pluralità dei linguaggi, la circolarità e la condivisione delle rispettive competenze, beneficiando del potenziale di creatività prodotto dalla collaborazione (dialogo, confronto, scambio). L’iniziativa si è cioè avvalsa della progettazione partecipata anche come metodo generativo di creatività condivisa e pluralità artistica.
Altro elemento di originalità del progetto è il metodo formativo adottato nel Laboratorio interdisciplinare orientato alla cooperazione e al lavoro di gruppo e ispirato alla empowered peer education, che si è offerta come opportunità per i giovani di sperimentare le proprie competenze e abilità e di lavorare su obiettivi cooperativi. Il potenziamento delle loro capacità non ha costituito solo l’oggetto dell’intervento, ma anche il presupposto sul quale si è fondato il loro coinvolgimento nelle attività di definizione, progettazione e valutazione: da destinatari a ideatori, realizzatori, valutatori delle azioni creative.
La mostra diffusa ha inoltre previsto un allestimento collaborativo inteso come una “messa in gioco”, e quindi in relazione, delle abilità e delle competenze di ogni beneficiario.
Altra peculiarità metodologica è l’approccio valutativo di tipo antropologico parzialmente adottato in itinere. Questa parte di valutazione, svolta da Valentina Porcellana, si è focalizzata sulla dimensione socio-culturale dell’intervento. Essa si è avvalsa di metodi qualitativi che hanno inteso restituire un’immagine complessa della rete di relazioni e di esperienze attivate dal progetto stesso. Si è privilegiata, dunque, la prospettiva etnografica, che consente di cogliere dall’interno le dinamiche relazionali tra i diversi attori coinvolti e gli elementi che strutturano il contesto progettuale. È stata pertanto condotta l’osservazione partecipante del processo di empowerment culturale dei soggetti coinvolti e sono stati strutturati momenti di confronto e di verifica tra i soggetti coinvolti (attraverso focus groups e interviste in profondità).
L’approccio antropologico è stato accompagnato dalla valutazione qualitativa e dal monitoraggio svolti dalla coordinatrice scientifica ex-ante, in itinere ed ex-post.
A questi strumenti si è infine integrato un metodo autovalutativo. L’utilizzo di un “diario di bordo” personale, quale strumento di autovalutazione adottato dalle educatrici, oltre a favorire l’esercizio di un costante sguardo riflessivo da parte dei destinatari sui propri fabbisogni formativi ed espressivi, ne ha sostenuto e rafforzato il protagonismo. È infatti diventato al contempo un ulteriore prodotto creativo che ha trovato spazio e visibilità nel blog – strumento comunicativo pensato per restituire il work in progress e il processo relazionale di ideazione e realizzazione delle opere – e nel catalogo partecipato L’arte di fare la differenza.
La produzione
• i prodotti di formazione: le competenze, gli strumenti e le abilità artistiche, relazionali e di mediazione acquisite dai partecipanti e applicate nelle azioni collaborative (in “triade”) di ideazione, realizzazione e (auto)rappresentazione delle opere (post nel blog e contributi partecipati nel catalogo)
• documentazione e (auto)rappresentazione del processo relazionale creativo prodotta dai partecipanti e pubblicata (postata) nel blog del sito
• le cinque opere con le relative installazioni: “La città” di Mirko Dragutinovic, Virginia Gargano, Enrico Partengo (Galleria Rizomi_Art Brut, 19 ottobre – 12 novembre 2012); “Quotidiana aspirazione ad una personale idea di normalità” di Caterina Cassoni, Ario Dal Bò, Arianna Uda (Spazio Bianco, 19 ottobre – 12 novembre 2012); “Il multioggetto e le “71” ombre” di Marcello Corazzi, Giulia Gallo, Isabella Mazzotta (“i 71”) (InGenio Arte Contemporanea, 26 ottobre – 15 novembre 2012); “Ricordi di viaggio” di Simone Bubbico, Cheikh Diop, Beatrice Rosso (nb:Nota Bene, 26 ottobre – 15 novembre 2012); “Uno su uno / Progetto provvisorio con pennarello indelebile” di Michela Depetris, Daniela Leonardi, Marius Pricina (Cecchi Point Hub Multiculturale, 30 ottobre – 20 novembre 2012).
• contributi raccolti nel catalogo partecipato L’arte di fare la differenza
• video “L’arte di fare la differenza”, prodotto da Maurizio Lo Sardo durante la fase di realizzazione delle opere
• video “L’arte di fare la differenza”, realizzato da Ario Dal Bò durante lo svolgimento delle inaugurazioni.
La documentazione
Il progetto presenta una documentazione consistente in:
• report delle riunioni tra partner di progetto redatti dalla coordinatrice scientifica
• videoriprese, seppure non effettuate con regolarità, degli incontri mensili di verifica in itinere dell’intera equipe di progetto
• dati raccolti attraverso la valutazione in itinere (focus groups, interviste, questionari). Gli esiti sono pubblicati nei saggi raccolti nel volume Arte dei margini. Collezioni di Art Brut, creatività relazionale, educazione alla differenza a cura di Gianluigi Mangiapane, Anna Maria Pecci, Valentina Porcellana (FrancoAngeli, Milano 2013): “Tra arte e antropologia: pratiche collaborative di creatività nel progetto L’arte di fare la differenza”, di Anna Maria Pecci; “Il ruolo del giovane curatore: punti di vista e criticità”, di Beatrice Zanelli; “Educare alla differenza. Per una valutazione antropologica del progetto AFD”, di Valentina Porcellana
• video e audiointerviste realizzate da Sabina Giorgi nell’ambito di una ricerca etnografica condotta con gli artisti outsider. Gli esiti sono pubblicati nel medesimo volume nel saggio “Tra disagio e differenza. Dalle collezioni di Art Brut al progetto L’arte di fare la differenza: l’incontro con gli artisti outsider”, di Sabina Giorgi. In occasione della mostra “Imaga Nova Mondo” (cfr. voce “Da quando, per quanto”), l’autrice ha prodotto il video “La casa grande” che, come spiega, “racconta la storia di un incontro e di una creazione. L’incontro è fra due artisti, Mirko Dragutinovic ed Enrico Partengo, intorno al progetto comune ‘La città’. La costruzione narrata nel video è quella di una casa, una delle 300, una delle più grandi, l’unica con il comignolo”
• il progetto è stato oggetto della tesi di Caterina Cassoni, educatrice partecipante al progetto, la quale ha condotto interviste in profondità con gli attori di progetto.
Altre risorse consultabili
• video “Caos e ordine”, realizzato da Ario Dal Bò per l’opera “Quotidiana aspirazione ad una personale idea di normalità”
• servizio “Uno sguardo d’arte su precarietà e relazioni”, realizzato da Chiara Maggiore per CitTV – canale video cittadino; contiene un’intervista a Daniela Leonardi, educatrice, coautrice dell’opera “Uno su uno / progetto provvisorio con pennarello indelebile”
• intervista “CONVERSAZIONI – L’arte di fare la differenza. Una Giornata Internazionale di Studi che pone al centro la pluralità come possibilità”: intervista di Stefania Crobe a Tea Taramino per il Giornale delle Fondazioni edizione online, 8 dicembre 2012
• “Una nuova generazione creativa”, scheda a cura della redazione, in Africa e Mediterraneo, n. 76 Dossier “L’arte crea legami”, 2012, pp. 60-61.
La verifica e la valutazione
• La valutazione ex-ante si è svolta nell’ambito della fase di pre-progettazione attraverso l’analisi dei bisogni dei referenti degli enti partner e dei destinatari. Sono stati organizzati colloqui individuali e riunioni plenarie.
• La valutazione in itinere ha adottato differenti approcci e strumenti qualitativi:
– Sabina Giorgi, antropologa culturale, è stata invitata a contribuire al volume Arte dei margini con una riflessione sul rapporto tra disagio e differenza nella produzione di opere di Art Brut e arte outsider. A tal fine, ha condotto una ricerca etnografica sul campo con l’utilizzo di video e audiointerviste rivolte agli artisti outsider protagonisti del progetto. Il suo lavoro costituisce un contributo valutativo esterno
– Valentina Porcellana ha utilizzato metodi antropologici conducendo un’osservazione partecipante dell’intero iter partecipato e focus group con le educatrici e gli artisti emergenti nella fase conclusiva della realizzazione delle opere (agosto – settembre 2012)
– Beatrice Zanelli ha condotto interviste con gli artisti emergenti contestualmente ai focus group organizzati da Valentina Porcellana
– Anna Maria Pecci ha utilizzato questionari di valutazione dell’esperienza formativa, distribuiti a tutti i partecipanti al termine del Laboratorio interdisciplinare, e coordinato incontri mensili di verifica con i partecipanti nel periodo maggio – settembre 2012
– è stato organizzato un incontro di restituzione delle criticità del progetto (11 ottobre 2012) da parte dei partecipanti
– le riunioni dei partner di progetto sono documentate in report che svolgono anche la funzione di strumenti di (auto)valutazione,
• La valutazione ex-post, tutt’ora in corso, è stata condotta con questionari di valutazione della ricezione delle opere, degli allestimenti, delle attività di mediazione, somministrati al pubblico.
Il 29 novembre 2012 è stato organizzato da Tea Taramino un incontro di presentazione del progetto presso il PAV – Parco d’Arte Vivente di Torino nell’ambito del quale Orietta Brombin (curatore delle attività educative e formative), Claudio Cravero (curatore) e Andrea Caretto (artista) hanno “interrogato” gli esiti del processo relazionale, offrendo in tal modo un’occasione di riflessione e valutazione a posteriori dell’esperienza.
• L’autovalutazione è stata condotta dai partecipanti attraverso i diari di bordo delle educatrici e i post pubblicati sul blog del progetto (non più attivo).
La presentazione e la pubblicizzazione
• 13 dicembre 2011 – Sala Conferenze della sede della Compagnia di San Paolo, Torino: incontro di presentazione del bando “Generazione Creativa” – Presentazione del progetto (incontro a porte chiuse)
• 18 gennaio 2012 – Centro Palatino, Torino: Bando Generazione Creativa della Compagnia di San Paolo: arte e sociale convivono nei progetti vincitori. Presentazione dei 12 progetti vincitori del bando
• 21 giugno 2012 – Cortile del Maglio, Torino: laboratorio “Vuoi fare la differenza?”, realizzato nell’ambito del Bando Generazione Creativa – Fase 2/Arte in corso promosso dalla Compagnia di San Paolo
• 1 e 17 luglio 2012 – Polo Cittadino della Salute, Torino: laboratorio “L’arte di fare la differenza. Parole, segni e disegni”, realizzato nell’ambito della manifestazione La salute in comune, organizzata dalla Città di Torino
• 9 novembre 2012 – Artissima / Internazionale d’Arte Contemporanea, Torino: Generazione Creativa. Un’esperienza nell’arte contemporanea, a cura di Compagnia di San Paolo
• 14 dicembre 2012 – Sala Conferenze del Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino: Giornata Internazionale di Studi “L’arte di fare la differenza”. A conclusione del progetto, presentazione del percorso e restituzione dei primi risultati.
Le risorse finanziarie
Il progetto è risultato vincitore del bando “Generazione Creativa” della Compagnia di San Paolo ed è stato realizzato con il relativo finanziamento e con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Sponsor tecnici: Cartiera Paudice Nereo; Coop – Sezione Soci Coop Torino.
I punti di forza
• l’interdisciplinarietà e la trasversalità delle competenze messe in campo da antropologi (fisici, culturali, museali), storici dell’arte e curatori, educatori, artisti, mediatori dei patrimoni interculturali in un rapporto intergenerazionale hanno consentito la realizzazione di un progetto multisettoriale valutato positivamente da tutti i partecipanti (dati emersi dal questionario di valutazione post Laboratorio interdisciplinare)
• le collezioni etnografiche e di Art Brut del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino sono state valorizzate in un processo di appropriazione e re-interpretazione che ha utilizzato i linguaggi dell’arte in una prospettiva tesa ad indagare le connessioni con la contemporaneità sociale. In tal senso, il ruolo civico del Museo è stato rinnovato e confermato dopo l’esperienza pilota di “Lingua contro Lingua. Una mostra collaborativa”. Inoltre, attraverso le cinque mostre diffuse, il Museo ha potuto ovviare ai vincoli imposti dalla sua chiusura al pubblico “uscendo” dai depositi e disseminando, attraverso immagini fotografiche, parte del suo patrimonio nel territorio urbano
• in generale, il Laboratorio interdisciplinare ha consentito di conoscere, oltre al Museo di Antropologia, patrimoni e collezioni d’arte in relazione con le produzioni, poco note, di Art Brut, arte irregolare, arte outsider
• attraverso la costituzione delle “triadi”, il metodo partecipativo e cooperativo ha incoraggiato i partecipanti a (ri)scoprire, costruire e (ri)significare il proprio potere di azione e consapevolezza. Questa pratica ha consentito loro di attivare passaggi di esperienze, competenze e appartenenze culturali, nonché di sviluppare e condividere: un pensiero riflessivo, critico e creativo; empatia, ossia capacità di “decentrarsi” per riconoscere l’Altro/a; efficacia personale; efficacia collettiva; linguaggi e strumenti espressivi, artistici, autorappresentativi
• nell’integrare creatività contemporanea, coesione sociale e contrasto alla marginalità, il progetto ha rivolto una particolare attenzione al diritto alla cultura valorizzando e affermando giovani talenti artistici, in un’ottica che ha favorito la compartecipazione di uomini e donne, autoctoni e migranti, con e senza disabilità
• il progetto ha inoltre favorito il ruolo della creazione artistica quale agente di democratizzazione culturale e di empowerment in merito all’esercizio di una cittadinanza attiva e responsabile, mediante il riconoscimento del valore della cultura e dell’arte nel rendere consapevoli delle differenze.
Le criticità emerse
• i partecipanti hanno riscontrato due criticità nel percorso formativo:
– lacune nella preparazione al lavoro cooperativo e relazionale richiesto dalle “triadi”: sarebbe risultato utile un maggiore training al rapporto interpersonale
– eccessiva frontalità nella conduzione dei moduli formativi, a scapito dell’approccio partecipativo.
• alcuni partecipanti hanno sostenuto che la durata del periodo di ideazione e realizzazione delle opere in “triade” (maggio – ottobre 2012) abbia “diluito” troppo il processo creativo e artistico, che sarebbe invece stato facilitato da un impegno più intensivo e concentrato nel tempo; questa posizione non è stata tuttavia pienamente condivisa da coloro che hanno invece riscontrato nella lunga durata la possibilità di stabilire relazioni umane e creative più intense e proficue
• il progetto, reso attuabile e sostenuto da finanziamenti contingenti e non ripetibili, pur ideato in una prospettiva di replicabilità e trasferibilità, non può essere garante della sua sostenibilità nel tempo. Per le stesse ragioni, e per il futuro ancora incerto del Museo di Antropologia (chiuso al pubblico e in via di trasferimento nel Polo Museale Scientifico dell’Università di Torino), il progetto “L’arte di fare la differenza” conferma l’interesse del Museo nell’ambito della valorizzazione dei patrimoni in un’ottica di accessibilità, partecipazione, mediazione interculturale, ma non può ancora essere considerato un impegno strutturale a lungo termine.
Recapiti dell’ente promotore
Associazione Culturale Arteco
corso Francia, 161 – 10139 Torino
associazione.arteco@gmail.com
www.associazionearteco.it
Referente del progetto
Anna Maria Pecci
Antropologa museale, ideatrice e coordinatrice scientifica
annamaria.pecci@libero.it
Data di pubblicazione della scheda: marzo 2013