Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
L’impulso principale all’ideazione e alla realizzazione di “Map for Torino” è stata l’esigenza e la volontà di rivolgere l’offerta educativa a nuovi pubblici rispetto a quelli che abitualmente partecipano alle attività formative e culturali del Museo Nazionale del Cinema. L’esperienza del Museo con il pubblico dei nuovi cittadini è iniziata circa un anno prima dell’inizio delle attività per “Map for Torino” con il progetto “Ti racconto la Mole”, rivolto a un gruppo di ragazzi stranieri di seconda generazione, già impegnati nel servizio civile presso il Comune di Torino. Con loro il Museo del Cinema ha organizzato un evento in cui le collezioni e la Mole Antonelliana (edificio simbolo della città che ospita il Museo) sono stati raccontati dai nuovi cittadini torinesi a tutti i visitatori che hanno preso parte alla serata. L’esperienza è servita per focalizzare difficoltà e risorse della collezione in una prospettiva di rilettura interculturale. Inoltre, la partecipazione a un precedente progetto europeo, “Museums Tell Many Stories”, è stata di forte stimolo per l’avvio di un’esperienza pilota che utilizzasse il racconto audiovisivo per dare voce ai “nuovi cittadini”.
Gli attori coinvolti – la rete di progetto
· Ente promotore del progetto: Museo Nazionale del Cinema – Fondazione Maria Adriana Prolo, Torino
· Istituzioni partner: CTP “Saba” e “Parini”; Istituto Professionale Statale “Albe Steiner”; Istituto di Istruzione Superiore per le Arti Grafiche e Fotografiche “Bodoni-Paravia”; Primo Liceo Artistico (progettazione grafica per l’interfaccia multimediale su cui sono confluiti i progetti “Map for Torino” e “City Telling”); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (collaborazione alla realizzazione della piattaforma per l’interfaccia multimediale su cui sono confluiti i progetti “Map for Torino” e “City Telling”); agenzia di comunicazione Ars Media; Città di Torino – Settore Educazione al Patrimonio Culturale.
· Orchestra di Porta Palazzo: ha fornito le musiche utilizzate per le colonne sonore dei cortometraggi.
· Scuola d’Infanzia “Bovetti”: sono stati coinvolti nelle riprese di uno dei quattro cortometraggi.
Gli operatori – l’equipe di progetto
· staff dei Servizi Educativi del Museo Nazionale del Cinema (Paola Traversi, Roberta Zendrini)
· insegnanti dei CTP e delle scuole secondarie coinvolte: CTP “Saba” (Maresa Giacone); CTP “Parini” (Teresa Alberto); Istituto Professionale Statale “Albe Steiner” (Armando Rubino, Raffaella Rizzi, Vittoria Castagneto); Istituto di Istruzione Superiore per le Arti Grafiche e Fotografiche “Bodoni-Paravia” (Monica Falco, Giancarlo Miroglio); Primo Liceo Artistico (Giancarlo Povero).
I destinatari
Studenti di Centri Territoriali Permanenti e di scuole secondarie di secondo grado di Torino (indirizzo audiovisivo/multimediale), coinvolti nella realizzazione di quattro cortometraggi:
· CTP “Saba”: gruppo classe/laboratorio a cui i partecipanti (adulti stranieri) erano liberi di iscriversi
· CTP “Parini”: classe serale in ore curricolari, con studenti stranieri prevalentemente adulti
· Istituto Professionale Statale “Albe Steiner” (indirizzo tecnico Industria Audiovisiva), classe IV
· Istituto di Istruzione Superiore per le Arti Grafiche e Fotografiche “Bodoni-Paravia” (con sperimentazione in Linguaggi multimediali), classe II.
Gli obiettivi
· dare voce a vissuti ed esperienze dei partecipanti, attraverso cortometraggi ispirati ai luoghi della città e alle collezioni del Museo del Cinema
· utilizzare il laboratorio audiovisivo come strumento di coesione in classi caratterizzate da differenze culturali
· far acquisire conoscenze di base sul cinema e i suoi processi realizzativi (sceneggiatura, storyboard, casting, riprese, montaggio)
· stimolare il coinvolgimento attivo e costante dei partecipanti (insegnanti e studenti) nelle varie fasi: progettuale, realizzativa e divulgativa
· rendere il Museo del Cinema un luogo accessibile e aperto al dialogo tra le culture.
Da quando, per quanto
La progettazione ha preso avvio nel luglio del 2008 e i lavori sono stati avviati con l’inizio dell’anno scolastico. Le scuole superiori hanno iniziato le attività nel mese di ottobre 2008, mentre nei CTP il progetto è stato avviato nel mese di dicembre (le attività didattiche nei CTP seguono tempistiche differenti). I lavori si sono conclusi per tutti i partecipanti in concomitanza con la chiusura dell’anno scolastico (giugno 2009); la presentazione finale ha avuto luogo il 7 novembre 2009 (cfr. “La presentazione e la pubblicizzazione”).
La formazione
La partecipazione del Museo del Cinema al progetto europeo “Museums Tell Many Stories” negli anni 2006 e 2007 è stata la prima occasione di formazione istituzionale specifica nell’ambito del dialogo interculturale.
Lo staff dei Servizi Educativi ha inoltre partecipato ad alcuni dei seminari di formazione e aggiornamento promossi dall’IBC Regione Emilia-Romagna e da ICOM Italia, Gruppo di lavoro della Commissione tematica “Educazione e mediazione”, sul tema dell’educazione al patrimonio in chiave interculturale.
Le conoscenze acquisite in sede formativa sono state utilizzate per la produzione dei materiali didattici utilizzati durante il percorso.
Come si articola – le fasi di lavoro
“Map for Torino” è uno dei sette progetti pilota torinesi selezionati nell’ambito del progetto europeo “MAP for ID – Museums as Places for Intercultural Dialogue”.
Ciascun gruppo di partecipanti è stato coinvolto nelle seguenti fasi di lavoro:
· riunioni di coordinamento dello staff educativo del Museo con gli insegnanti
· incontro preliminare a scuola per la presentazione del progetto
· visita al Museo e ritratto fotografico di un oggetto scelto dalla collezione
· incontri introduttivi sui concetti di intercultura, identità dinamica, seconde generazioni, a partire da un montaggio di sequenze cinematografiche appositamente realizzato dallo staff del Museo
· elaborazione individuale dei soggetti
· condivisione dei soggetti con l’intera classe
· laboratori di sceneggiatura in classe sul soggetto scelto
· stesura del piano di lavorazione e casting
· riprese
· condivisione del cortometraggio in attività organizzate dalla scuola.
Gli ambiti – le aree disciplinari
· narrazione scritta e orale (italiano)
· narrazione per immagini (linguaggio audiovisivo, riprese)
· espressione corporea/vocale
· comunicazione/espressione visiva
Le strategie e gli strumenti
“Map for Torino” ha coinvolto i partecipanti nella realizzazione di cortometraggi sul tema del dialogo interculturale a partire da un duplice presupposto: la narrazione di sé e la rilettura in chiave interculturale delle collezioni museali. Queste ultime sono state centrali nello sviluppo delle storie: se in due dei quattro prodotti finali esse hanno svolto una funzione più illustrativa, i due corti realizzati dai CTP sono esempi di nuova attribuzione di significato (utilizzo dell’anamorfosi in “Il Muccale”; rielaborazione di una comica di inizio secolo del muto torinese in “Gregorio’s cut”).
Il progetto è stato sviluppato in ambiti formativi diversi per raccogliere, confrontare e condividere, in un unico prodotto, punti di vista differenti per età, origine e background culturale.
La partecipazione a “Map for Torino” è stata proposta agli insegnanti sia in occasioni di presentazioni pubbliche che attraverso contatti diretti. La selezione è stata effettuata in modo da coinvolgere sia classi con studenti stranieri adulti che ragazzi delle superiori con indirizzo audiovisivo/multimediale, in modo che il progetto rientrasse pienamente nella loro attività curricolare.
Dopo un primo incontro di presentazione in classe, l’attività didattica ha preso avvio con la visita guidata al Museo. A tutti i partecipanti è stato chiesto di scegliere e fotografare un oggetto tra quelli esposti, da inserire nella sceneggiatura del cortometraggio come parte integrante della storia narrata.
A scuola, utilizzando come spunto la visione di sequenze cinematografiche scelte dall’equipe di progetto in base a specifici temi (integrazione, conflitti interculturali, migrazione, etc.), si è avviato un confronto sul tema dell’intercultura che potesse essere di ispirazione per le narrazioni dei partecipanti e occasione di espressione del proprio pensiero nella collettività della classe.
A seconda delle classi, il lavoro sulla narrazione è stato impostato in modo diverso, anche in base alle differenti problematicità che si venivano a creare. Il ruolo degli insegnanti è stato fondamentale, sia nella progettazione che nella realizzazione: insieme sono state definite e valutate le fasi di attuazione e le metodologie didattiche per adeguare l’attività proposta alle esigenze dei diversi contesti formativi.
Dopo aver raccolto le storie scritte dai partecipanti si è valutato insieme, per ciascuna classe, quali fossero più idonee per un adattamento cinematografico. Anche per la fase di trattamento e sceneggiatura sono state adottate strategie differenti a seconda dei contesti. Una volta effettuato il casting, si sono avviate le riprese.
È risultato strategico coinvolgere un gruppo musicale emergente (l’Orchestra di Porta Palazzo) per realizzare le musiche dei cortometraggi. Inoltre le sceneggiature hanno previsto location e personaggi che è stato necessario individuare al di fuori dei diretti partecipanti; questo ha permesso al progetto di uscire dai propri confini e dialogare in modo più ampio con la realtà esterna. Parallelamente, è stato coinvolto un quinto gruppo classe (Primo Liceo Artistico) che si è occupato dello sviluppo della progettazione grafica del supporto multimediale di presentazione dei cortometraggi e della documentazione prodotta (v. “Altre risorse consultabili”).
La produzione
I cortometraggi realizzati:
– “Gregorio’s cut” (C.T.P. “Saba”): un grande e famoso stilista, un idraulico imbranato e una nobildonna rivivono in tono farsesco un episodio di discriminazione contemporanea. Girato ispirandosi alle comiche dei primi del Novecento, il corto è costruito sui meccanismi classici della comicità: fraintendimento e scambio di personaggi (il servo prende il posto del padrone e la nobildonna è vittima dei suoi stessi pregiudizi).
– “Il muccale” (C.T.P. “Parini”): Aya è una bambina di 5 anni. Suo padre e sua madre, che vengono rispettivamente dal Marocco e dalla Colombia, litigano spesso per questioni legate alla propria cultura d’origine. Aya non comprende le questioni complicate, ma ha capito che il problema di fondo è il maiale. Dopo aver assistito all’ennesima lite tra i genitori decide di trovare una soluzione, e durante una visita al Museo del Cinema trova il modo di metterli d’accordo…
– “We are not alone” (Istituto Professionale Statale “Albe Steiner”): un ragazzo si aggira malinconico per le vie di Torino; appare strano agli occhi di molti perché ama indossare il suo mantello di Superman, con il quale si sente protetto, ma percepisce la solitudine e gli occhi degli altri che lo guardano con sospetto. Un giorno decide che tutto questo deve cambiare e finalmente trova ciò che ha sempre desiderato…
– “Indovina chi viene a cena” (Istituto di Istruzione Superiore per le Arti Grafiche e Fotografiche “Bodoni-Paravia”): Ronny da grande vuole fare l’astronauta, Manuela la stilista di moda. Hanno la stessa età, ma non si conoscono, compiono quotidianamente gli stessi gesti. Ronny è in Italia da qualche anno, Manuela è nata a Torino. Manuela tenta invano di combattere contro i pregiudizi delle persone, ma alla fine è meno faticoso far finta di nulla; Ronny è spesso vittima di pregiudizio, ma è meglio non dar peso a queste cose per vivere meglio.
La documentazione
La documentazione del progetto è stata realizzata dagli operatori didattici del Museo Nazionale del Cinema tramite:
· riprese video di alcuni incontri di formazione
· raccolta delle sceneggiature e dei materiali elaborati in classe
· riprese di back-stage
· fotografie.
Tutto il materiale è stato inserito nel DVD-ROM che raccoglie sia la documentazione di realizzazione, sia i quattro cortometraggi. Il DVD è fruibile sia da DVD player che da PC (se è installato un DVD player); nella fruizione da PC sono consultabili anche tutti i materiali di lavoro.
Altre risorse consultabili
– I quattro cortometraggi prodotti dai partecipanti rappresentano per il Museo un nuovo strumento per stimolare un confronto sul tema dell’intercultura. Per facilitarne la fruizione, essi sono stati resi disponibili su una piattaforma multimediale, progettata da una classe del Primo Liceo Artistico di Torino in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (v. anche scheda del progetto pilota “City Telling”), e su DVD.
– Il progetto “Map for Torino” è inoltre documentato nella pubblicazione finale di “MAP for ID”: S. Bodo, K. Gibbs, M. Sani (a cura di), I musei come luoghi di dialogo interculturale: esperienze dall’Europa (2009).
La verifica e la valutazione
Per tutto il periodo di attività del progetto si sono svolte riunioni con gli insegnanti (sia con i singoli insegnanti per concordare le attività delle rispettive classi, sia in una riunione di coordinamento intermedio in cui lo staff dei Servizi Educativi ha sottoposto un questionario di valutazione). Periodicamente sono stati redatti resoconti sullo stato dei lavori, condivisi con i coordinatori del progetto, lo staff dei Servizi Educativi e gli insegnanti.
Alla chiusura del progetto, nella giornata di presentazione, è stato richiesto agli insegnanti di presentare le attività svolte insieme e di riflettere sulle ricadute del progetto sulla loro attività didattica.
La presentazione e la pubblicizzazione
Il progetto è stato presentato nell’ambito di diversi seminari, convegni e giornate di lavoro nazionali e internazionali, tra cui:
· 15 maggio 2009, Salone del Libro, conferenza “Io e l’altro nei musei di Torino. Narrazioni intorno alle collezioni e dialoghi interculturali”
· 17 settembre 2009, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, presentazione di “City Telling”
· dal 14 al 16 ottobre 2009, Madrid, convegno conclusivo del progetto europeo “MAP for ID”
· 7 novembre 2009, Torino Cinema Massimo, proiezione dei quattro cortometraggi
· 10 novembre 2009, Torino, convegno Fnism “La scuola nella società multiculturale”
· 22 novembre 2009: in occasione della manifestazione “In Piazza s’impara”, verranno proiettati i contributi video del progetto.
I cortometraggi e il materiali di lavoro verranno utilizzati a fini didattici, in occasione di lezioni o incontri sul tema, come spunto per l’avvio di esperienze simili.
Inoltre i prodotti video saranno presentati a future rassegne e festival cinematografici nazionali e internazionali.
Le risorse finanziarie
Il progetto è stato realizzato con fondi “MAP for ID” (Programma Lifelong Learning della Commissione Europea) e con il contributo della Regione Piemonte destinato ai Servizi Educativi del Museo del Cinema.
I punti di forza
· l’utilizzo in chiave interculturale delle sequenze cinematografiche è stato un punto di forza: un linguaggio diretto in grado di suscitare reazioni emotive forti da cui partire per avviare il confronto sulle tematiche interculturali e stimolare la narrazione di sé;
· il processo di produzione audiovisiva, a cui i gruppi hanno partecipato attivamente, ciascuno con competenze differenti, si è dimostrato un valido strumento per coinvolgere pubblici eterogenei difficilmente conciliabili. Il lavoro con l’immagine cinematografica, facile e immediata, è stato infatti utile per attenuare le barriere linguistiche (che spesso rappresentano un motivo di “esclusione” delle comunità immigrate dalle attività didattiche tradizionali del museo), promuovere processi complessi di rinegoziazione culturale, e affrontare in modo “più leggero” tematiche importanti e spesso controverse della società contemporanea;
· attraverso la scelta dell’oggetto, i dibattiti in classe, l’elaborazione condivisa della storia, si è cercato di rendere attivi tutti i partecipanti, rinunciando talvolta a trasferire contenuti (sul museo, sul patrimonio) e stimolando il racconto di sé.
È importante sottolineare come, da un punto di vista creativo, le narrazioni più interessanti siano emerse dai contesti didattici più difficili (per motivi organizzativi o di tensioni interne al gruppo). L’esperienza fatta è stata fondamentale per capire meglio come lavorare con gruppi complessi, in cui è necessario, più che con altri, gestire problemi di carattere organizzativo o disciplinare. La massima disponibilità all’adattamento delle strategie didattiche è essenziale in questi tipi di contesti, e si acquisisce grazie all’esperienza.
Le criticità emerse
La principale difficoltà è stata quella di attuare lo stesso progetto in classi molto diverse tra loro.
Nelle classi delle scuole superiori, utenti abituali del Museo, sono emerse problematiche inaspettate che hanno rallentato la tempistica (gestione dei rapporti con gli insegnanti, provvedimenti disciplinari); anche dal punto di vista qualitativo, i contesti apparentemente meno complessi hanno prodotto narrazioni meno efficaci.
– CTP “Parini”: la classe si è dimostrata inizialmente molto disponibile al dialogo, ma il montaggio sequenze, che affrontava in modo esplicito i problemi relativi alla migrazione, ha messo in luce quanto, per alcuni partecipanti, fosse difficile accettare il punto di vista degli altri e arrivare a una mediazione sui temi affrontati. Si sono create situazioni di tensione sia interne al gruppo che con l’operatore. I soggetti scritti dalla classe presentavano situazioni di conflitto non risolto derivante da diversità culturali (ad esempio matrimoni misti in cui si creavano tensioni per le scelte educative dei figli). Si è deciso di elaborare insieme una storia di finzione sul tema di un matrimonio misto (incontrando svariati contrasti e difficoltà nel definire le due nazionalità “conciliabili”): il risultato è il cortometraggio “Il muccale”.
– CTP “Saba”: in principio, al laboratorio si è unita una classe di minori (ragazzi italiani con situazioni problematiche). Questa sembrava un’ottima occasione per creare un gruppo misto (italiani e stranieri), ma nel concreto l’equipe di progetto si è trovata davanti a un contesto didattico troppo variegato per essere produttivo. Oltre a episodi di mancanza di rispetto degli orari e difficile continuità didattica, si sono sommati problemi di carattere disciplinare tipici dei ragazzi adolescenti. Questo ha rallentato molto il trasferimento di contenuti alla classe, e alle soglie delle festività natalizie si è concordato con l’insegnante di proporre il progetto a una nuova classe sotto forma di laboratorio extra-scolastico. Inaspettatamente, il nuovo gruppo è stato il più veloce di tutti nella comprensione dei contenuti, nell’elaborazione della storia e nella realizzazione del cortometraggio.
– Istituto di istruzione Superiore “Bodoni-Paravia”: fin dall’inizio si è presentata come una classe problematica (la maggior parte degli studenti è ripetente). Nelle discussioni in classe sono emersi conflitti difficilmente risolvibili, e molti ragazzi hanno manifestato un atteggiamento apertamente discriminatorio. Al momento della scrittura del soggetto sono stati presentati racconti “buonisti” che per nulla rispecchiavano le discussioni avute in classe. Si è deciso quindi di impostare la scrittura in modo più guidato, affinché i ragazzi potessero descrivere i propri vissuti in un contesto di docu-fiction.
– Istituto Professionale Statale “Albe Steiner”: il gruppo è stato il primo a sviluppare la storia, ma c’è stato un rallentamento dei lavori dovuto al fatto che il progetto non è stato seguito sempre dallo stesso insegnante, e a metà anno scolastico sono subentrate due docenti del laboratorio di ripresa dell’Istituto. A partire dalla fase delle riprese il lavoro è stato condotto in maniera autonoma dagli insegnanti, e il ruolo del Museo è stato quello di coordinamento e monitoraggio.
Più in generale, benché inizialmente si fosse deciso di operare all’interno di quattro classi differenti con la stessa metodologia e gli stessi strumenti, le attività didattiche sono state modificate continuamente per adattarsi alle diverse esigenze delle classi.
Recapiti dell’ente promotore
Museo Nazionale del Cinema – Fondazione Adriana Prolo
via Montebello, 15 – 10124 Torino
www.museocinema.it
Referenti del progetto
– Paola Traversi, Responsabile dei Servizi Educativi
tel. 011. 8138517
traversi@museocinema.it
– Roberta Zendrini, collaboratrice presso i Servizi Educativi
zendrini@museocinema.it
Data di pubblicazione della scheda: dicembre 2009