Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
Il quartiere di San Salvario, situato in una zona nevralgica di Torino, è rappresentativo di una situazione sociale molto complessa. A fianco di palazzi storici abitati dalla borghesia torinese, altri edifici danno alloggio a una crescente comunità immigrata, portatrice innanzitutto di diversità, e talvolta di conflitti.
Nel 1996 il 70% degli iscritti alla Scuola dell’Infanzia Municipale “Bay” era di provenienza extraeuropea, un aspetto che costituiva un motivo di forte disagio per le insegnanti che, prive di strumenti educativi e culturali adeguati, incontravano molte difficoltà sia nelle relazioni interpersonali alunno/alunno, sia nei rapporti con le famiglie. Le insegnanti si sono dunque rivolte al Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli per dare avvio a una sperimentazione interculturale originata dalla conoscenza diretta dell’arte contemporanea – vista dal vero al Museo e nei suoi spazi espositivi –, ponendo in atto una strategia educativa innovativa sia per quanto attiene all’ambito pedagogico e culturale, sia per l’impianto metodologico.
La collaborazione tra scuola e Museo era stata avviata nell’ambito di una specifica formazione dedicata all’arte contemporanea, destinata a insegnanti ed educatori delle Scuole della Città di Torino, e promossa dai Laboratori Territoriali della Città di Torino.
I primi studi sulla microsocietà scolastica realizzati dall’equipe di progetto hanno evidenziato un problema di comunicazione che interessava tre livelli: il primo riguardava il rapporto tra i bambini di origine immigrata e italiani (la percezione di essere differenti gli uni dagli altri provocava nei bambini reazioni intense legate al concetto di “etnia” e di “patrimonio identitario” da difendere); il secondo era relativo alla comunicazione tra bambini immigrati e adulti (operatori, educatori, famiglie); il terzo interessava in modo specifico gli adulti (la questione dello “straniero”, del “diverso da”). Il progetto ha dunque preso forma a partire dalla necessità riscontrata sul campo di favorire i contatti tra allievi, insegnanti e genitori, e nel contempo educare alla valorizzazione e al rispetto della differenza.
Gli attori coinvolti – la rete di progetto
- Ente Promotore: Dipartimento Educazione Castello del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
- Istituzioni partner: Assessorato al Sistema Educativo (oggi Risorse Educative) della Città di Torino, Scuola dell’Infanzia Municipale “Bay”.
Nel corso del suo sviluppo, il progetto ha aggregato i seguenti soggetti:
· tutte le scuole del quartiere San Salvario: Istituto Comprensivo Statale “Manzoni”, Liceo Psico-Pedagogico “Regina Margherita”, Istituto Professionale Statale “Giulio” indirizzo Servizi Turistici
· Compagnia di San Paolo – Fondazione per la Scuola
· Circoscrizione VIII di Torino
· Laboratorio dell’Immagine di via Millelire – Città di Torino
· Laboratorio Il Trillo – Città di Torino
· Settore Politiche Giovanili Progetto Murarte – Città di Torino
· Divisione Servizi Educativi Progetto Famiglia – Città di Torino
· Associazione a.titolo Torino e Reporting System Milano.
Gli operatori – l’equipe di progetto
– Anna Pironti, Responsabile Capo Dipartimento Educazione Castello di Rivoli
– Paola Zanini, Referente per le attività di laboratorio Dipartimento Educazione Castello di Rivoli
– Marica Marcellino, Responsabile Nido e Scuola dell’Infanzia Municipale “Bay”
– Franca Saraco, Educatrice Scuola dell’Infanzia Municipale “Bay”
– Prof. Bernardo Ascoli, Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo Statale “Manzoni”
– Claudia Bornengo, Insegnante Istituto Comprensivo Statale “Manzoni”
– Prof. Masuelli, Dirigente Scolastico Istituto Professionale Statale “Giulio”
– Amilcare Acerbi, Pedagogista, Direttore dei Servizi Educativi Città di Torino dal 1997 al 2002
– Domenico Chiesa, Docente, ex Presidente CIDI Nazionale
– Carla Bonino, Dirigente Settore Integrazione Educativa, Divisione Servizi Educativi – Città di Torino.
Destinatari
Educatori, insegnanti, gli allievi delle scuole del quartiere San Salvario e loro famiglie.
Gli obiettivi
- ricercare e sperimentare inedite modalità comunicative e relazionali mediate dai linguaggi artistici contemporanei
- favorire la comunicazione non verbale all’interno della scuola soprattutto tra i bambini di diversa provenienza geografica, utilizzando l’arte contemporanea come dispositivo per facilitare altre forme di comunicazione
- creare le migliori condizioni per esprimere il nuovo tessuto sociale del quartiere San Salvario, utilizzando le metodologie didattiche connesse alle pratiche artistiche contemporanee e alla metafora del tappeto volante
- promuovere significativi rapporti sociali tra i bambini, tra i bambini e gli adulti, tra gli adulti (genitori, insegnanti, abitanti del quartiere)
- favorire l’inclusione sociale attraverso la conoscenza dell’arte contemporanea, capace di esprimere e contenere la complessità del tempo presente a dispetto della sua apparente natura elitaria.
Da quando, per quanto
Il progetto denominato “Intorno al Tappeto Volante”, ancora attivo, nasce nel 1996; nel 1999 viene ridefinito un nuovo impianto intitolato “Sul Tappeto Volante”; nell’anno scolastico 2002/2003 nasce il Patto Territoriale sempre denominato “Sul Tappeto Volante”, sottoscritto tra i seguenti soggetti:
– Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
– Scuola dell’Infanzia Municipale “Bay” (via Principe Tommaso 25, Torino)
– Assessorato al Sistema Educativo della Città di Torino
– tutte le scuole del quartiere San Salvario: Istituto Comprensivo Statale “Manzoni” (scuola dell’infanzia, scuola elementare, scuola media), Liceo Psico-Pedagogico “Regina Margherita”, Istituto Professionale Statale “Giulio” indirizzo Servizi Turistici
– Laboratorio dell’Immagine di Via Millelire
– Compagnia di San Paolo Fondazione per la Scuola.
La formazione
Agli educatori e agli insegnanti coinvolti nel progetto sono stati riservati momenti di formazione (cfr. anche “Le strategie e gli strumenti”) articolati in:
- corsi di aggiornamento
- attività al Museo
- seminari di formazione
- convegni/presentazioni
- progettazione condivisa
- incontri di verifica.
Come si articola – le fasi di lavoro
· Nei primi tre anni del progetto, il tappeto – rivisto come spazio reale e simbolico di intreccio – è stato il fil rouge delle attività teorico-pratiche realizzate tra scuola (a cadenza settimanale per l’intero anno scolastico) e museo (nuclei tematici e percorsi di ricerca, una volta al mese); al termine di ogni anno scolastico è stata allestita una mostra con le opere dei bambini e sono state organizzate con l’Associazione Genitori della scuola feste multietniche aperte a tutto il quartiere.
· Il progetto così strutturato è durato dal 1996 al 1999, anno in cui comincia a definirsi un più ampio e organico impianto progettuale, promosso dalla Divisione Servizi Educativi della Città di Torino e finanziato dalla Fondazione per la Scuola – Compagnia di San Paolo. Rinominato “Sul Tappeto Volante”, il progetto ha incluso tra i suoi obiettivi lo stimolo della capacità di collaborazione tra le scuole di San Salvario per meglio corrispondere ai bisogni formativi, e l’attivazione di una rete tra le agenzie e le associazioni del quartiere. Nel momento in cui il progetto è stato esteso all’intero quartiere, si è deciso di costituire un comitato tecnico di lavoro, inizialmente composto dagli operatori del Castello di Rivoli, i rappresentanti delle scuole comunali e statali fino alla scuola secondaria di primo grado del quartiere, l’Agenzia per lo Sviluppo Locale di San Salvario, un rappresentate del Ministero della Pubblica Istruzione esperto in problematiche interculturali, un rappresentante dell’Università di Torino, alcune associazioni di quartiere, l’assessore e i dirigenti delle istituzioni scolastiche coinvolte. È iniziato dunque un periodo di intensa collaborazione, fondata sulla co-progettazione e sull’analisi dell’ambito sociale, delle difficoltà e degli elementi positivi. Il gruppo di lavoro, riunitosi ogni due settimane per tre anni, aveva individuato tra gli obiettivi del progetto «il miglioramento della qualità del processo insegnamento-apprendimento, della dimensione multiculturale dell’educazione e dell’integrazione con il territorio» (Chiesa, 2003).
· Alla fine del 2002 la rete di progetto ha firmato un Patto territoriale di quartiere, che segna il passaggio definitivo dalla fase “sperimentale” a quella di consolidamento del progetto, ed è finalizzato «allo sviluppo della cittadinanza, della comunicazione e della creatività, così come al riconoscimento della molteplicità culturale, nelle scuole di San Salvario». Tra i propri obiettivi, il Patto indica: il potenziamento dell’iter formativo mediante le attività legate all’area dell’espressività, delle competenze linguistiche e multimediali; lo sviluppo dell’insegnamento della lingua inglese; la valorizzazione delle attività svolte nel territorio da agenzie non scolastiche (doposcuola, interventi di recupero motivazionale, di promozione di attività culturale…) finalizzate al miglioramento dell’apprendimento scolastico; lo sviluppo di forme di aggregazione tra famiglie, grazie all’attività delle associazioni di genitori. Chiamati a fornire competenze specifiche nelle differenti aree espressive, sono intervenuti numerosi Laboratori Territoriali, quali il Laboratorio dell’Infanzia comunale “Il Trillo” (specializzato nella progettazione di attività educative rivolte alla conoscenza della musica), il Laboratorio dell’Immagine di via Millelire – Città di Torino e il “Gruppo Almateatro” dell’Associazione Almamater.
· Le attività realizzate nell’ultimo decennio, dedicate a nuclei tematici e percorsi di ricerca sempre nuovi, comprendono interventi di riqualificazione degli spazi comuni destinati al gioco nelle scuole del quartiere, laboratori al museo e a scuola, produzione di spettacoli, mostre, video e allestimenti scenografici, attivazione di collaborazioni con artisti per realizzare veri e propri happening, feste in piazza.
Nuclei tematici e percorsi di ricerca
1996: “Il tappeto come luogo dell’intreccio”; dal corpo all’identità (impronte, segni, forme); dai colori primari alla policromia, dalla striscia all’intreccio, la nascita del nuovo spazio.
1997: “La diversità come risorsa”; materia e materiali; eco-giochi; il suono del rifiuto.
1998: “Tra oriente e occidente”; maschere, identità e alterità.
1999: “… e se io dico?”; produzione video in collaborazione con Laboratorio dell’Immagine di Via Millelire a Torino.
2000: “Face to face”, identità e differenza; la struttura e la superficie; modulo e composizione; io/tu/noi/mille.
2001: “Around the world”, primo percorso bilingue italiano/inglese; viaggio, mappa, percorso, bagagli, storia e storie.
2002: “Tra natura e artificio”, secondo percorso bilingue italiano/inglese; giardino e paesaggio tra natura e cultura.
2003: “Image&color”, terzo percorso bilingue italiano/inglese; immagini, colori, moduli, progressione.
2004: “Ritratti di Famiglia”, in collaborazione con Progetto Famiglia Assessorato Sistema Educativo Città di Torino.
2005: “Ritratti di Famiglia in un esterno”.
2006: “Luce per raccontare l’acqua”, evento Olimpico con Walid Maw’ed, UNIDEE Cittadellarte Fondazione Pistoletto.
2007: “Il Fiume della Poesia parole nella corrente”, in collaborazione con Torino Capitale Mondiale del Libro con Roma; “Art & Sound”, percorso pluridisciplinare in collaborazione con Maison Musique Rivoli.
2008: “Alta voracità. Globo, inglobato, globalizzato”, in collaborazione con TASTE Salone del Gusto e delle Idee di Firenze, Modidi Museo dei Bambini di Udine.
2009: “Spazio, luce, colore”, in relazione al lavoro dell’artista Olafur Eliasson.
2010: “Geografie contemporanee”, in relazione al progetto di rete nazionale “Italiae. 150 eventi in piazza per ri-disegnare l’Italia”.
Gli ambiti – le aree disciplinari
Educazione all’immagine, educazione psico-motoria, area linguistica, area scientifico-matematica, musica.
Le strategie e gli strumenti
· La progettazione condivisa e continua costituisce uno degli aspetti di specificità del progetto, poiché tutte le attività educative ideate negli anni sono sempre state l’approdo di un confronto e di una condivisione costanti tra i componenti del gruppo di lavoro, oltre che di un’analisi dei bisogni e delle attese dei destinatari.
· Il progetto ha previsto, come momento qualificante, una formazione comune. Agli educatori e agli insegnanti coinvolti sono stati riservati diversi momenti formativi, articolati in corsi di aggiornamento, attività al museo, seminari di approfondimento, convegni/presentazioni, progettazione condivisa, incontri di verifica. Nel 2002-2003 il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli ha inoltre partecipato a un percorso di formazione e ricerca-azione promosso dalla Città di Torino e dall’IRRE Piemonte e rivolto a un gruppo ristretto di docenti/dirigenti scolastici e direttori ed educatori dei musei di Torino e dell’area metropolitana, impegnati in progetti di partenariato educativo-culturale. Tale percorso formativo ha permesso ai referenti del progetto “Sul tappeto volante”, in rappresentanza del Museo e della Scuola dell’Infanzia “Bay”, di confrontarsi con altri operatori, di aggiornare le conoscenze e le competenze esperte nell’ambito dell’educazione al patrimonio culturale, mettendo a punto modalità e strumenti per la verifica dell’impianto progettuale.
· Lo sviluppo di una cittadinanza responsabile e il miglioramento dei rapporti interpersonali tra i residenti del quartiere sono stati conseguiti grazie alla partecipazione attiva dei destinatari (allievi, famiglie, comunità del quartiere) alle attività educative e alla realizzazione condivisa di interventi di riqualificazione urbana e performance con gli artisti, oltre che all’organizzazione di feste a conclusione dei singoli progetti.
· “Educare all’arte con l’arte” e “il sapere che passa dal saper fare” sono le metodologie fondamentali di approccio ai linguaggi artistici prescelte dal gruppo di lavoro: le visite periodiche al museo, le successive attività di laboratorio (al museo, a scuola, nelle strade del quartiere), il contatto diretto con gli artisti e le altre attività realizzate nel corso dei tredici anni di vita del progetto hanno permesso agli allievi di sperimentare in prima persona i linguaggi e le modalità della produzione artistica, che sono diventate la chiave di accesso privilegiato per la comunicazione tra individui portatori di sensibilità culturali differenti. Per coinvolgere i genitori sono stati organizzati laboratori teatrali madre-figlio e attività di pittura collettiva. La riqualificazione di spazi interni ed esterni agli edifici scolastici e la frequentazione del museo, ma anche di parchi e giardini, sono state impiegate per affrontare in modo creativo questioni legate all’identità, alla differenza, alla convivenza.
La produzione
La documentazione
Progetti, relazioni, schede di valutazione.
L’esperienza è stata pubblicata in:
– A. Pironti (2000), Les ateliers expérimentaux du Castello di Rivoli, atti del convegno “Mediation de l’Art Contemporain, Perspectives Européennes”, Galerie Nationale du Jeu de Paume, Parigi.
– C. Da Milano (2001), Un progetto multiculturale in un museo d’arte contemporanea, in “Economia della Cultura”, Rivista quadrimestrale dell’Associazione per l’Economia della Cultura, n. 3/2001.
– D. Chiesa (2003), “Sul tappeto volante. Un progetto per lo sviluppo della cittadinanza, della comunicazione e della creatività nelle scuole del quartiere San Salvario di Torino”, in Lotta alla dispersione e orientamento. Che cosa c’è di nuovo nelle grandi città europee, atti del convegno “Intrecci e percorsi” (Torino, 11-12 aprile 2002), Compagnia di San Paolo Fondazione per la Scuola, Torino.
– A. Pironti (2004), “Arte come dono del presente”, in Segni e disegni, nero, bianco, colore, edizioni Junior, Bergamo.
– A. Pironti (2005), “Il tappeto volante nel quartiere San Salvario di Torino”, in G. Scardi (a cura di), Voyages croisés Dakar Milano Biella Torino Roma Zingonia, 5 Continents Editions, Fondazione Pistoletto onlus Editore, Biella.
– C. Da Milano, M. De Luca (2006), Attraverso i confini. Il patrimonio culturale come strumento di integrazione sociale, Eccom – Compagnia di San Paolo.
– M. Criscuolo (2007), Il museo come risorsa per il dialogo con le altre culture. Un progetto per il museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo, tesi di laurea, Università degli Studi di Milano, Corso di Laurea Specialistica in Storia e Critica dell’Arte, relatore Prof. Antonello Negri; secondo relatore Prof.ssa Silvia Mascheroni, A.A. 2006-2007.
– AA.VV. (2008), Sul Tappeto Volante: un progetto per lo sviluppo della cittadinanza, della comunicazione e della creatività nelle scuole del quartiere di San Salvario di Torino, a cura del Comitato Tecnico Scientifico, Edizioni Junior, Bergamo.
– S. Bodo, C. Da Milano, S. Mascheroni (2009), Periferie, cultura e inclusione sociale, Fondazione Cariplo, Collana “Quaderni dell’Osservatorio” n. 1, marzo 2009.
– A. Pironti, P. Zanini (a cura di) (2010), Tappeto Volante. L’arte contemporanea nella valorizzazione del contesto sociale, Ananke, Torino.
La verifica e la valutazione
L’azione valutativa è sempre stata una componente imprescindibile di “Sul tappeto volante”, inclusa fin dall’inizio nell’impianto progettuale in modo da sperimentare, sistematizzare, documentare ed eventualmente correggere le premesse su cui si basa il progetto stesso. La valutazione, realizzata dagli educatori museali, dalle insegnanti, dalla logopedista e dall’affettivista, è stata rivolta a differenti categorie di destinatari (allievi, genitori e insegnanti) e ha approfondito molteplici aspetti, quali quello sociale, relazionale e comunicativo. I lavori dei bambini e i cambiamenti comportamentali, gli apprendimenti e la produzione realizzata sono stati oggetto di verifica durante incontri periodici. È stato inoltre importante prendere in considerazione il livello di comunicazione tra i partecipanti al progetto, in quanto migliorare le loro competenze relazionali costituiva uno degli obiettivi principali da conseguire.
Una scheda di valutazione frutto del percorso di ricerca proposto dall’IRRE Piemonte nell’ambito del “Corso di Aggiornamento per insegnanti e operatori museali, progetti di parternariato scuola/museo”, coordinato da Maria Angela Donna, è pubblicata in Didattica dei Musei. La valutazione del progetto educativo, a cura di Maria Angela Donna, Silvia Mascheroni, Vincenzo Simone (FrancoAngeli, Milano 2004).
La presentazione e la pubblicizzazione
- eventi conclusivi al termine di ogni anno scolastico, in occasione di momenti significativi per la vita della scuola e del quartiere;
- feste organizzate in spazi pubblici, piazze, giardini, esterni scuole;
- pubblicazioni;
- partecipazione al Festival Cinema Giovani del video “… e se io dico?”;
- tesi di laurea, ricerche universitarie.
I convegni, i seminari e le giornate di studio in occasione dei quali il progetto è stato presentato (a partire dai più recenti):
2009:
– “Fare spazio. Le relazioni educative nell’arte contemporanea” (XIII Giornata Regionale di Studio sulla Didattica Museale della Regione Veneto);
– “Giornata della Didattica Museale”, organizzato dalla Provincia di Brescia, Brescia;
– “Cultural Learning: making a difference”, organizzato dal Manchester Museum, Manchester, UK;
– “Nuovi pubblici e musei”, organizzato dalla Fondazione Fitzcarraldo, Torino
– “Arte al centro di una trasformazione sociale responsabile”, organizzato dalla Cittadellarte Fondazione Pistoletto, Biella.
2008:
– “Education Forum”, forum di apertura organizzato da Manifesta7, Bolzano;
– “La progettazione didattica”, seminario di studi organizzato dall’Università degli studi di Ferrara, Ferrara;
– “Nell’educazione un patrimonio”, convegno nazionale organizzato dall’Università degli Studi di Bologna col patrocinio di ICOM Italia, Bologna.
2007:
– “Musei e apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Un manuale europeo” (Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna, Bologna);
– “Museums tell many stories” (Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea).
2006:
– “Best practices and new trends in art and museum didactics”, seminario di studi europeo organizzato dal Comune di San Leo (Pesaro – Urbino) e realizzato in collaborazione con il Kunst Museum di Bonn e l’Accademia di Belle Arti di Urbino;
– “Arte – Creatività – Società – Impresa: nuove visioni e prospettive” (Associazione Modidi Museo dei Bambini di Udine, Udine);
– “Nel segno del colore” (Associazione Culturale La Bottega dell’Arte, Fiera di Primiero, Trento);
– “La scuola dei musei. Esempi e progetti di casi educativi emblematici nei Musei Europei” – “Docet. Idee e materiali per la didattica”, in collaborazione con “Artelibro Festival del libro d’arte,” Bologna, e con la partecipazione di Centre Pompidou (Parigi) e Tate Gallery (Londra).
2005:
– “Abilmente. I laboratori didattici museali per l’infanzia: esperienze a confronto” (Ente Fiera di Vicenza);
– “Time to play. Tempo bello: gioco, arte e creatività” (34° Congresso Internazionale dei Ludobus, Torino);
– “Artelibro Festival del Libro d’Arte” (Associazione Artelibro, Aie, Regione Emilia Romagna, Comune e Provincia di Bologna, Università di Bologna, Camera di Commercio Industria e Artigianato di Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, UNICREDIT Group, con il Patrocinio di Ministero degli Affari Esteri, Ministero per i Beni e le attività culturali, ABI, ACRI);
– “Janua – Genova Porta dei Mari. Educazione al Patrimonio culturale” (Assessorato alla Cultura Comune di Genova, Genova Musei, Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, Genova);
– “Aldo. Secondo Salone della Didattica Museale. L’Insegnamento dell’arte nel processo dell’apprendimento” (Regione Marche, Sistema Museale della Provincia di Macerata, Macerata).
2005/2003: “Gioco quindi imparo” (Turismo in Langa, Alba).
2004: “Crossroads. L’arte contemporanea all’incrocio delle comunicazioni possibili” (Galleria d’Arte moderna e contemporanea, Bergamo).
2003:
– “Arte e bambini – sentieri dell’arte” (Settore Servizi Culturali del Comune di Garbagnate Milanese);
– “Scuola – Museo: un rapporto per il futuro” (seminario di studi, Servizio Cultura Provincia di Mantova, Mantova);
2002: “Interpretando Mirò” (Assessorato ai Beni Culturali della Provincia di Catanzaro, Catanzaro).
Le risorse finanziarie
Assessorato Sistema Educativo Città di Torino; Compagnia di San Paolo; Circoscrizione 8 Città di Torino; Sikkens – Alzo Nobel Coatings S.p.a; CiAl Consorzio Imballaggi Alluminio.
I punti di forza
- la scuola come luogo d’incontro del quartiere;
- la sperimentazione di nuove procedure finalizzate a promuovere il senso d’identità e di appartenenza tra tutti i cittadini del quartiere;
- l’arte contemporanea come mondo portatore a sua volta di linguaggi eterogenei, utile per comprendere come nella molteplicità delle espressioni sia racchiusa la complessità dell’esistenza, e come l’approccio all’arte rappresenti l’incontro con l’alterità, con l’altro da sé e il suo mondo;
- il riconoscimento delle singole individualità, indispensabili per declinare i concetti di identità/differenza;
- l’internazionalità;
- l’esperienza plurisensoriale dell’arte;
- educare all’arte con l’arte: il sapere che passa attraverso il saper fare;
- il laboratorio come spazio della conoscenza;
- la frequentazione di musei e spazi espositivi (far incontrare i bambini di San Salvario e le loro famiglie con l’arte contemporanea ha rappresentato una forma di democratizzazione della cultura: il museo è uno spazio pubblico al servizio del pubblico, di tutti i pubblici), ma anche parchi e giardini, per affrontare questioni legate all’identità, alla differenza, alla convivenza;
- l’aumento delle iscrizioni nel corso degli anni alla Scuola dell’Infanzia “Bay”, nonché della lista d’attesa per l’anno scolastico 2008-2009 composta da bambini di famiglie italiane; tale dato risulta ancor più significativo poiché in assoluta controtendenza rispetto al dato nazionale e cittadino riferito alle classi miste.
“Intorno al tappeto volante” si è gradualmente trasformato in un progetto più ampio e articolato – “Sul tappeto volante” – in termini sia di destinatari, sia di partner istituzionali e di stakeholders coinvolti, a testimonianza della capacità generativa dell’impianto progettuale iniziale. Nel Patto territoriale permanente, si afferma di fatto che “Sul tappeto volante” «può essere assunto come il laboratorio per la definizione di un modello di sistema formativo in cui tutti i soggetti di un territorio (ad iniziare dall’Ente locale e dalle scuole) condividono un progetto di sviluppo delle risorse per il miglioramento della qualità dell’educazione».
Giunto al tredicesimo anno di vita, il progetto non solo è entrato da tempo a far parte della programmazione ordinaria del museo, ma ha contribuito a delineare per l’istituzione nel suo complesso uno specifico ruolo sociale, a partire da una attenta analisi di contesto e in concertazione con altri soggetti sul territorio. «Il punto di forza essenziale è stato quello di affrontare una problematica della società con strumenti culturali, piuttosto che attraverso azioni di carattere normativo. […] Si è trattato di lavorare a favore dell’inclusione utilizzando stimoli, riflessioni, modi di fare correlati alle espressioni artistiche contemporanee. Tutto ciò per avviare una re-visione del museo inteso come un luogo inclusivo» (intervista ad Anna Pironti, 2007). Nel corso degli anni, il progetto ha inoltre ispirato l’ideazione di progetti contigui come “Tessere Arte”, “Abi-tanti. La moltitudine migrante” e “Art & Sound, Un mondo di sapori e saperi”.
Le criticità emerse
L’estensione della rete di progetto, che ha consentito di attingere a un pluralità di saperi e competenze e di massimizzare l’impatto sociale del progetto, ha presentato anche qualche criticità. Il nucleo “storico” di “Intorno al Tappeto Volante”, costituito da persone che «per intelligenza, per vocazione, per forma mentis, per adeguatezza ai ruoli, hanno avuto la capacità di incidere maggiormente rispetto a progetti che hanno bisogno di strutture più ampie» (intervista ad Anna Pironti 2007), si è ampliato in seguito all’inclusione nel progetto di altri istituti scolastici del quartiere, rendendo più complessa la collaborazione e la condivisione di esperienze.
La carenza di finanziamenti negli ultimi anni ha inoltre sottratto energia vitale all’organizzazione delle attività del museo legate al processo di integrazione interculturale, in continua evoluzione.
Le azioni per la valorizzazione del progetto da parte delle istituzioni avrebbero dovuto essere più efficaci e costanti, nonostante gli incoraggianti esiti dell’esperienza, ritenuta positiva dalle famiglie e dalla comunità territoriale.
Recapiti dell’ente promotore
Dipartimento Educazione
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
tel. 011.9565213 – fax 011.9565232
educa@castellodirivoli.org
www.castellodirivoli.org
Referente del progetto
Anna Pironti
Responsabile Capo Dipartimento Educazione
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
tel. 011.9565213
educa@castellodirivoli.org
Data di pubblicazione della scheda: giugno 2007 (aggiornamento maggio 2010)