“Fabbriche di Storie. Percorsi narrati alle Gallerie degli Uffizi”

Gallerie degli Uffizi | Firenze

2019

Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse
Nel 2016 il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, ha istituito il Dipartimento di Mediazione culturale e Accessibilità con l’obiettivo di avvicinare al museo sia i cosiddetti “nuovi pubblici” (ad es. i cittadini di origine immigrata), sia quella fascia di potenziali visitatori, non-pubblico o pubblico di prossimità, che per diversi motivi ha difficoltà a frequentare il museo (ad es. persone con disabilità o appartenenti a fasce di popolazione che vivono situazioni di disagio socio-economico).
In questo contesto nasce l’idea di attivare una progettualità dedicata ai nuovi cittadini, che ha preso avvio da un’indagine di tipo qualitativo sui residenti stranieri presenti a Firenze (nella forma non tanto del censimento, quanto del focus group), intrecciando relazioni con le associazioni culturali e di comunità del territorio (stakeholders) per conoscere il loro rapporto con il museo.
Contestualmente è stata raccolta una documentazione su progetti interculturali esemplari già realizzati da altre istituzioni museali italiane, in particolare la Pinacoteca di Brera: i suoi due progetti “Brera: un’altra storia” e “Raccontami Brera” – il primo dedicato alla formazione di mediatori museali di origine immigrata e alla progettazione di percorsi narrati in chiave interculturale, il secondo a promuovere nel personale educativo del museo nuove competenze di mediazione delle collezioni in chiave narrativa – hanno ispirato gli Uffizi nella messa a punto di un percorso in cui il gruppo di narratori sarebbe stato composto sia da nuovi cittadini, sia da operatori museali.
Per arrivare alla composizione di questo gruppo, tuttavia, è stato indispensabile il lavoro preparatorio realizzato nell’ambito del progetto “Sguardi dal mondo”. Finanziato da Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze su bando “Valore Museo”, “Sguardi dal mondo” ha coinvolto il tessuto associativo locale, e può essere considerato un primo approccio da parte degli Uffizi al tema della partecipazione culturale dei migranti: per i partecipanti, originari di quattordici Paesi diversi, è stata l’occasione per avvicinarsi agli Uffizi e contribuire a creare un percorso virtuale che fissa l’istantaneità di emozioni, pensieri, ricordi nati dal confronto con le opere.

Gli attori coinvolti – la rete di progetto
• Ente promotore: Gallerie degli Uffizi

Gli operatori – l’equipe di progetto
• Area Mediazione culturale e accessibilità (Gallerie degli Uffizi): Silvia Barlacchi, Viviana Fanizza e Maria Spanò; coordinamento Anna Soffici
• Esperte esterne (curatrici del progetto): Simona Bodo e Maria Grazia Panigada
• Narratori: Mohammad Aletaha, Silvia Barlacchi, Fabiana Bianchini, Lina Callupe, Eliana Caputo, Viviana Fanizza, Magdy Hassan, Zeinab Kabil, Diana Kong, Samira Lahhane, Kuassi Sessou, Sofia Sessou, Maria Spanò
• Voci (narrazioni in italiano): Giacomo Armaroli, Marco Baliani, Micaela Casalboni, Lella Costa, Laura Curino, Lucilla Giagnoni, Giulia Lazzarini, Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Maria Paiato, Marco Paolini, Ottavia Piccolo, Paola Roscioli, Arianna Scommegna
• Supervisione scientifica delle narrazioni: Laura Donati (Gallerie degli Uffizi), Emanuela Daffra (Polo Museale della Lombardia) e Alessandra Malquori (Università di Firenze)
• Registrazione, montaggio e post-produzione delle tracce audio: Andrea Paolucci, Giacomo Armaroli e Mattia De Luca (Compagnia Teatro dell’Argine, Bologna).

I destinatari
“Fabbriche di storie” si rivolge a tutti: giovani, adulti e anziani; turisti, visitatori abituali e persone che entrano per la prima volta in museo; italiani e nuovi cittadini.

Gli obiettivi
• rendere gli Uffizi un luogo sempre più aperto e attento alla relazione con l’intera collettività cittadina, affrancando il museo dallo stereotipo del luogo elitario dove ci si reca per una fruizione turistica “bulimica” e frettolosa, o per apprendere secondo un modello scolastico e passivo
• potenziare l’offerta culturale per il pubblico della Galleria degli Uffizi, in una logica di differenziazione degli approcci alla conoscenza delle sue collezioni: la narrazione è uno tra questi, particolarmente adatto ad avvicinare pubblici normalmente assenti dal museo, ma anche a sollecitare nuovi punti di vista nei fruitori abituali  (NB. non è un progetto “solo per immigrati”)
• creare nuovi percorsi di visita, dove l’imprescindibile contenuto conoscitivo si intreccia alla dimensione del racconto
• aiutare tutti i visitatori ad accostarsi alle opere degli Uffizi in un modo che li coinvolge personalmente, a prescindere dalle conoscenze pregresse e dalle abitudini (o non-abitudini) di fruizione culturale
• favorire  l’interazione tra visitatori di diverse generazioni e provenienze culturali.

Da quando, per quanto
Formazione preliminare e pre-progettazione: marzo-dicembre 2017.
Laboratorio di narrazione, costruzione delle 12 narrazioni, creazione dell’audio-percorso: gennaio 2018 – aprile 2019.
L’audio-percorso è in dotazione permanente al museo, disponibile sul sito degli Uffizi e sulle maggiori piattaforme podcast (cfr. voce “La produzione”).

La formazione
– Una fase di formazione preliminare è stata dedicata allo staff dell’Area Mediazione culturale e accessibilità nell’ambito del progetto “Sguardi dal Mondo” (primavera 2017, cfr. voce “Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse”): in un breve ciclo di incontri, sono state presentate esperienze esemplari di utilizzo della narrazione in contesti museali con diverse fasce di pubblico, dai cittadini di origine immigrata alle G2, fino al mondo dell’associazionismo e del volontariato (Pinacoteca di Brera, GAMeC di Bergamo, Accademia Carrara, Museo Popoli e Culture del PIME…).
– Una volta avviato il progetto “Fabbriche di storie” e costituito il gruppo di narratori (4 operatrici museali e 9 cittadini, di origine immigrata e non), la formazione condivisa è consistita in un laboratorio intensivo di due giorni (fine gennaio 2018), una sorta di itinerario propedeutico all’utilizzo delle tecniche di narrazione in un contesto museale il cui obiettivo è stato quello di dilatare le capacità di sguardo e di ascolto dei partecipanti, oltre a favorire la coesione del gruppo.

Come si articola – le fasi di lavoro
Pre-progettazione
• “Sguardi dal mondo”: studio preliminare sul pubblico, coinvolgimento del tessuto associativo locale e partecipazione di cittadini di origini diverse (cfr. voce “Da dove ha avuto origine – le azioni pregresse”)
• formazione dedicata al personale dell’Area Mediazione culturale e accessibilità (cfr. voce “La formazione”)
• individuazione e declinazione delle finalità e degli obiettivi complessivi del progetto
• individuazione dei destinatari a partire dall’esperienza di “Sguardi dal mondo”
• definizione di ruoli e compiti di ciascun componente del gruppo di lavoro; definizione delle fasi di lavoro, delle modalità e degli strumenti relativi al percorso progettuale.

Laboratorio di narrazione (gennaio 2018)
Cfr. voce “La formazione”.

Scelta delle opere e costruzione delle narrazioni negli spazi espositivi (febbraio-aprile 2018)
In questa fase si è applicato lo strumento narrativo alle collezioni del museo, approfondendo le opere scelte da operatori museali e nuovi cittadini in base a sensibilità e vissuti di ognuno.

Editing e stesura definitiva dei testi da impiegare per la registrazione delle tracce audio (maggio-ottobre 2018)
Al lavoro davanti alle opere è seguita la stesura dei testi per la predisposizione dell’audio-percorso; in questa fase i narratori sono stati costantemente affiancati dalle esperte esterne.

Registrazione, montaggio e post-produzione delle tracce audio (ottobre 2018 – marzo 2019)
La Compagnia Teatro dell’Argine ha curato questa fase insieme alle due esperte esterne. Per la versione in italiano si è scelto di affidare le narrazioni alla voce di grandi attori e attrici del teatro italiano (cfr. voci “L’equipe di progetto” e “Le strategie e gli strumenti”), mentre quelle in lingua madre sono state lette dai rispettivi autori.

Creazione di sussidi permanenti alla visita: l’audio-percorso “Fabbriche di Storie” (marzo-aprile 2019)
Le tracce audio, scaricabili dal sito web degli Uffizi e dalle maggiori piattaforme di podcasting (Spotify, Anchor, Google Podcast, Apple Podcast), sono in dotazione permanente al museo in un triplo formato:
• la versione integrale delle narrazioni, per chi desideri assaporare la complessità dell’intreccio tra storia dell’opera e racconto autobiografico
• una versione calibrata per una fruizione in museo davanti all’opera che sia più agevole rispetto anche all’affollamento di alcune sale (5-7 minuti ca.), disponibile con sottotitoli in inglese
• la versione integrale in lingua madre, per facilitare l’ascolto sia dei nuovi cittadini di Firenze con competenze linguistiche non ancora sufficienti a comprendere la complessità dei testi, sia dei turisti in visita agli Uffizi da ogni parte del mondo.

Le strategie e gli strumenti
Composizione del gruppo:
Il gruppo dei narratori è composto da persone con esperienze molto diverse: 4 operatrici del museo (di cui tre lavorano nell’Area Mediazione culturale e accessibilità, una è assistente alla vigilanza) e 9 cittadini fiorentini di origine immigrata (tutti con cittadinanza italiana) e non. La scelta di coinvolgere questi ultimi amplifica le potenzialità narrative di “Fabbriche di Storie”, perché favorisce l’intreccio fra saperi e vissuti diversi. Lo sguardo di chi proviene “da altrove”:
• getta una luce nuova sulle cose che a noi possono sembrare più ovvie o talvolta obsolete
• dimostra nel concreto quanto le opere degli Uffizi possano parlare, ancora oggi, a ciascuno di noi.
La scelta di lavorare anche con alcuni operatori del museo, d’altra parte, non è solo finalizzata ad arricchirne la professionalità, ma rispecchia un concreto impegno da parte del museo a creare comunità interpretative eterogenee, allargate, inclusive. Non va infatti dimenticato che sia i “nuovi cittadini”, sia gli operatori museali, sono stati coinvolti innanzitutto come persone in grado di arricchire le opere d’arte di significati attraverso il loro vissuto e il loro sguardo.

Laboratorio di narrazione:
L’esperta di narrazione ha guidato i partecipanti in una serie di esercizi finalizzati a sviluppare la capacità di osservare e descrivere gli oggetti, le persone, i luoghi, e in essi rintracciare ricordi e tracce di vita. Un altro tema portante del laboratorio è stato quello dell’ascolto, elemento primario per la creazione del racconto. Si è inoltre prestata particolare attenzione a creare un clima di accoglienza, tale da favorire le interazioni nel gruppo di operatori museali e nuovi cittadini.

Scelta delle opere e costruzione delle narrazioni:
Lo staff del museo (tre operatrici dell’Area Mediazione culturale e accessibilità e un’assistente alla vigilanza) è stato accompagnato nella individuazione di opere con cui confrontarsi da un punto di vista non solo storico-artistico (come abitualmente per loro accade), ma anche personale ed emotivo. Poiché il loro sguardo nasce da una frequentazione quotidiana delle sale del museo, è stato necessario far precedere alla dimensione storico-artistico dell’opera, di cui sono già esperti, un lavoro mirato alle sensibilità individuali e all’ascolto dei propri vissuti.
Allo stesso modo, i cittadini di origine immigrata sono stati accompagnati nella scelta della “loro” opera in base non tanto alle rispettive “provenienze culturali”, quanto ai vissuti e alle sensibilità individuali, e alla capacità narrativa di cui ciascuno di essi è portatore.
L’unico vincolo alla scelta delle opere è stato quello di circoscrivere “fisicamente” il lavoro di gruppo e il futuro percorso di visita: per questo motivo, le sale interessate dal progetto vanno dalla n. 5 alla n. 31 (opere per lo più del Quattrocento e del primo Cinquecento).
Una volta individuate le opere, le due esperte esterne hanno assistito il gruppo nello sviluppo delle narrazioni, un lavoro che ha sempre avuto luogo negli spazi espositivi, a diretto contatto con le opere.
In questa fase le esperte esterne sono state inoltre costantemente affiancate dal personale degli Uffizi (le operatrici dell’Area Mediazione culturale e accessibilità e una funzionaria storica dell’arte del Gabinetto delle Stampe e dei Disegni) e da due storiche dell’arte esterne, al fine non solo di garantire la correttezza storico-artistica di tutti i materiali prodotti, ma anche di facilitare l’intreccio ottimale (e non la semplice “giustapposizione”) tra racconto personale e storia dell’opera.

La creazione delle tracce audio:
Per la creazione dell’audio-percorso l’equipe di “Fabbriche di Storie” ha scelto di affidarsi a un soggetto con competenze specifiche in ambito teatrale e interculturale, coinvolgendo la Compagnia del Teatro dell’Argine sia per l’accompagnamento dei narratori di origine immigrata nella registrazione dei percorsi in lingua madre, sia per la registrazione degli attori che hanno aderito al progetto, sia per la fase di montaggio e post-produzione.
Quanto al coinvolgimento in “Fabbriche di Storie” di grandi attori e attrici del teatro italiano, le considerazioni che hanno portato a compiere questa scelta in corso d’opera sono state principalmente due:
• inizialmente, il progetto prevedeva che fossero i narratori stessi a registrare le rispettive storie, il che avrebbe comportato un impegnativo lavoro di preparazione alla lettura espressiva da parte dell’esperta di narrazione; con il tempo, tuttavia, il gruppo di lavoro si è reso conto che le registrazioni audio (a differenza di altre esperienze di educazione al patrimonio in chiave interculturale, come ad esempio quella della Pinacoteca di Brera, in cui i narratori accompagnavano di persona i visitatori) avrebbero tratto giovamento da una lettura professionale
• una ulteriore considerazione è stata che un progetto di questa portata meritava il coinvolgimento di grandi attori (che hanno prestato gratuitamente la loro voce) al fine non solo di rendere più prezioso l’ascolto, ma anche e soprattutto di amplificare il valore simbolico di “Fabbriche di Storie”.
I narratori di origine immigrata hanno letto i propri testi in lingua madre.

La produzione
L’audio-percorso “Fabbriche di Storie”, articolato in 12 narrazioni su altrettanti capolavori degli Uffizi, propone al pubblico una visione inedita non solo delle opere, ma anche del museo come inesauribile “cantiere” di storie (con un richiamo voluto alla “fabbrica vasariana”). I racconti, intensi ed evocativi, restituiscono saperi, emozioni e storie al tempo stesso individuali e collettive, toccando temi universali come la famiglia, l’amicizia, la preghiera e il viaggio.
L’audio-percorso è disponibile sul sito degli Uffizi, con tre diverse modalità di accesso:
• sezione “Visite speciali”: file audio
• sezione “IperVisioni”: immagini delle opere in alta definizione e testi delle narrazioni in italiano, inglese e lingua madre dei narratori
• sezione “Opere” (con ricerca per singola opera)
nonché sulle maggiori piattaforme di podcasting: Spotify, Anchor, Google Podcast e Apple Podcast.
I file audio delle narrazioni – in italiano, nella lingua madre di alcuni narratori (arabo, persiano, mandarino, francese e spagnolo) e in inglese (sottotitoli nelle versioni brevi) – possono essere ascoltati da casa o durante la visita al museo con un qualsiasi dispositivo mobile (smartphone o tablet), munendosi di auricolari.

La documentazione
La documentazione, a cura del gruppo di lavoro, ha interessato l’intero percorso progettuale, e comprende materiale scritto (corrispondenza interna, report intermedi per il Direttore, progress dei testi preparati per la registrazione dell’audio-percorso, questionari compilati dai narratori per la valutazione finale), fotografico e video.

Altre risorse consultabili
• testi scritti delle narrazioni consultabili nella sezione “IperVisioni” del sito degli Uffizi: in italiano, nella lingua madre dei narratori (arabo, persiano, mandarino, francese e spagnolo) e in inglese
• videoclip di alcune narrazioni, scaricabili dal canale YouTube delle Gallerie degli Uffizi e pubblicati nella sezione “Video” di questo sito: “Primavera” di Botticelli e “Allegoria Sacra” di Giovanni Bellini.

La verifica e la valutazione
Il progress del progetto è stato costantemente monitorato grazie a un continuo confronto tra i membri del gruppo di lavoro e con le storiche dell’arte e il Direttore, il che ha consentito di rimodulare alcune azioni in corso d’opera al fine di meglio rispondere alla finalità e agli obiettivi del progetto (cfr. voce “Le strategie e gli strumenti”).
Alla fine del percorso, un questionario qualitativo è stato predisposto dalle esperte esterne e somministrato in due versioni distinte alle operatrici museali (con una particolare attenzione alle ricadute del progetto a livello professionale e istituzionale) e agli altri narratori.

La presentazione e la pubblicizzazione
“Fabbriche di Storie” è stato presentato il 13 maggio 2019 in conferenza stampa.
Il 18 maggio, in occasione della Giornata Internazionale dei Musei, c’è stata una prima occasione di accesso agevolato per le persone interessate a sperimentare l’audio-percorso.
L’Area Mediazione culturale e accessibilità sta predisponendo un calendario ad hoc, in base anche alle giornate di gratuità distribuite lungo l’anno.

Le risorse finanziarie
Il progetto, realizzato con fondi delle Gallerie degli Uffizi, ha ottenuto un co-finanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali nell’ambito di un bando per sostenere le attività a livello nazionale in occasione dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018.

I punti di forza
Dal punto di vista delle operatrici museali (crescita personale e professionale, cambiamento istituzionale):
• il coinvolgimento attivo dei “nuovi cittadini” nella rilettura delle collezioni del museo
• lo sviluppo di nuovi percorsi di visita che resteranno in dotazione permanente al Museo
• l’utilizzo della narrazione quale strumento di mediazione e di rilettura delle collezioni
• lo sviluppo di nuovi punti di vista sulle opere d’arte attraverso un’osservazione paziente e attenta, che sa darsi tempo e porre attenzione ai particolari, senza farsi condizionare da filtri interpretativi preesistenti
• la valorizzazione delle collezioni del museo come risorsa per la crescita personale, la cittadinanza attiva e il confronto interculturale
• la valorizzazione di «ogni persona come portatrice di saperi diversi e complementari rispetto al patrimonio culturale»
• «riuscire a realizzare un progetto così agli Uffizi»
• la co-progettazione con le esperte esterne: «un momento di crescita professionale e personale molto importante, che di rado si può avere all’interno del Ministero»
• lo sviluppo di nuove competenze professionali, spendibili nella messa a punto di ulteriori percorsi narrati (anche rivolti ad altre tipologie di destinatari), e più in generale necessarie a garantire continuità a questa nuova linea strategica degli Uffizi
• la crescita dell’autostima (un aspetto molto importante da curare in ambito lavorativo), legata sia alla natura innovativa del progetto – che ha richiesto agli operatori di mettersi in gioco su un piano personale oltre che professionale – sia allo sviluppo di «competenze di natura organizzativa e di coordinamento di più settori legati al progetto»
• «la sensazione di fare parte di un gruppo, di avere un comune obiettivo, di credere nella forza della conoscenza, di avvicinarsi a sentimenti ed emozioni condivisibili; quindi un miglioramento delle proprie capacità relazionali e organizzative, e infine l’importanza nei contesti lavorativi di imparare a mediare anche in momenti di stress»
• «le competenze apprese rappresentano un modo alternativo e innovativo di interpretare il patrimonio culturale applicabile anche ad altri ambiti educativi e alla comunicazione del patrimonio in generale; coinvolgendo lo spettatore sul piano emotivo, attraverso tematiche universali, il museo può comunicare efficacemente i contenuti del patrimonio senza richiedere particolari conoscenze al pubblico»
• una nuova percezione del museo come «spazio aperto a nuove esperienze, luogo di incontro e di arricchimento del bagaglio personale»
• «l’opportunità di entrare in rapporto con alcune parti profonde di sé»
• l’importanza di costruire relazioni per realizzare un progetto interculturale
• il consolidamento progressivo della relazione tra il Museo e i soggetti che sul territorio si occupano di promuovere i diritti culturali dei nuovi cittadini
• «l’ampliamento degli strumenti di fruizione a disposizione del pubblico non anglofono (con testi e audio in lingue extra-europee)»
• «l’aggiornamento e miglioramento del sito istituzionale, nonché l’ampliamento dell’offerta attraverso l’apertura di canali sulle maggiori piattaforme di podcasting».

Bisogni ulteriori generati dall’esperienza di “Fabbriche di Storie”: «ritornare a vedere le opere con un tempo diverso, fermarsi a guardare e a lasciarsi interrogare, riprendersi del tempo»; «dare un seguito a questa esperienza, estendendo la partecipazione sia ad altri narratori esterni che al personale interno»; «mi piacerebbe tanto che l’audio-percorso si arricchisse di altre narrazioni e che riuscissimo attraverso di esso a coinvolgere un pubblico sempre più ampio, che non si ferma solo davanti ai capolavori, ma che vuole scoprire che ci può essere una lettura più intima e condivisa dell’opera d’arte»; «ripetere l’esperienza alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti; sarebbe un contesto meraviglioso»; per l’assistente alla vigilanza, «la necessità di rimettermi in gioco a livello educativo».

Dal punto di vista degli altri narratori – i nuovi cittadini – il progetto è stato vissuto come una significativa opportunità per:
• partecipare attivamente alla vita del Museo (anche attraverso una relazione diretta e costante con il suo personale), creando un percorso di visita evocativo e rigoroso al tempo stesso, rivolto a tutto il pubblico degli Uffizi
• riflettere sul valore di un patrimonio culturale “diverso” da quello di origine, ma di cui si sono sentiti parte perché l’hanno potuto intrecciare alla propria storia / alle proprie conoscenze / alle proprie sensibilità
•  utilizzare la narrazione per far emergere/rielaborare/esprimere i propri vissuti, le proprie conoscenze ed esperienze
• attingere non solo alle proprie emozioni, ma anche a un’osservazione prolungata e paziente dell’opera (in controtendenza rispetto allo sguardo frettoloso di tanti visitatori), come chiavi di accesso alle collezioni del Museo
• «la capacità di essere interamente nella venerazione della bellezza, con la propria emotività, sensibilità e intelletto nel “qui ed ora”»
• la presa di coscienza che (citando lo scrittore francese Le Clézio) «la funzione di un museo dovrebbe essere non quella di mostrarci delle cose, ma di permettere di vedere in noi stessi attraverso le cose, di misurarci in relazione agli oggetti esposti»
• la consapevolezza che «una simile apertura al vissuto degli uomini non è usuale da parte delle grandi istituzioni culturali senza diffidenza o ripensamenti»
• sentirsi orgogliosi dei risultati raggiunti.

In termini di interdisciplinarietà e innovazione:
• il progetto è stato fortemente caratterizzato da un intreccio di saperi e linguaggi differenti: l’expertise storico-artistica, il teatro di narrazione applicato a contesti museali, l’educazione al patrimonio in chiave interculturale
• dall’incontro fra il teatro di narrazione e le opere degli Uffizi sono scaturite nuove possibilità di coinvolgimento non solo dei pubblici, ma degli stessi operatori museali, in un’esplorazione del patrimonio da punti di vista inediti
• l’applicazione al progetto delle più avanzate metodologie e prassi di educazione al patrimonio in chiave interculturale ha consentito di coinvolgere operatrici museali e nuovi cittadini su un piano di parità, “generativo” per entrambe le parti, nonché di promuovere un rapporto di reciprocità tra il museo e i suoi pubblici, mettendone in dialogo i saperi, le prospettive e le esperienze.

Le criticità emerse
• In primis, le scarse opportunità di lavorare in gruppo, un aspetto che è stato fondamentale per altre esperienze cui il progetto “Fabbriche di storie” si ispira (cfr. ad esempio Pinacoteca di Brera), in quanto il gruppo fa da cassa di risonanza al narratore. Le difficoltà incontrate nel conciliare tempi e impegni dello staff museale, degli altri narratori e delle esperte esterne (che provenivano da fuori Firenze) si sono assommate al sovraffollamento di alcune sale degli Uffizi, dove è stato possibile (e non sempre) lavorare solo in piccoli gruppi.
• L’assunzione del progetto a livello istituzionale sconta in parte le difficoltà che fisiologicamente insorgono quando si avvia un progetto dalla natura fortemente sperimentale in un grande museo come gli Uffizi: fortemente voluto dal Direttore Eike Schmidt, gestito con entusiasmo e dedizione dalle operatrici dell’Area Mediazione culturale e accessibilità, arricchito dalla supervisione storico-artistica di una funzionaria del Gabinetto delle Stampe e dei Disegni e dall’impegno del Dipartimento strategie digitali e promozione culturale per la diffusione sul sito e i canali social, “Fabbriche di Storie” avrà bisogno di essere costantemente alimentato e sostenuto in una logica di continuità e progressione da parte di tutto lo staff del museo (compreso il personale scientifico) per non rimanere un’esperienza episodica, per quanto innovativa.
•  Sebbene apra spazi di fruizione potenzialmente enormi, la disponibilità delle tracce audio sul sito web degli Uffizi e sulle maggiori piattaforme di podcasting (ma non sulle audio-guide distribuite ai visitatori del Museo) non sempre garantisce un facile utilizzo, sia per la qualità discontinua della connessione nelle sale del Museo, sia per la scarsa dimestichezza con le nuove tecnologie da parte della (cospicua) fascia di pubblico degli anziani.
•  L’assenza di una versione inglese delle narrazioni audio è considerata una barriera significativa alla più ampia diffusione del progetto, superata solo in parte tramite i sottotitoli nelle versioni brevi delle narrazioni e i testi scritti nella sezione “IperVisioni” del sito degli Uffizi.
• Il sovraffollamento degli Uffizi per gran parte dell’anno e il prezzo di ingresso non alla portata di tutti rappresentano potenziali ostacoli alla fruizione di “Fabbriche di storie” da parte di molti cittadini (“vecchi” e “nuovi”), scoraggiati dalla folla o inibiti dal costo del biglietto. Il superamento di queste barriere dipenderà molto dalla possibilità per l’Area Mediazione culturale e accessibilità di organizzare gruppi e attività ad hoc intorno all’audio-percorso, oltre a  sfruttare le agevolazioni già previste dal Museo (ad es. le giornate di gratuità durante l’anno); ma anche dal potenziamento delle attività di promozione a sostegno di un progetto che nelle sue fasi iniziali ha avuto scarsa visibilità rispetto al suo enorme potenziale culturale e immaginifico (percezione condivisa da tutto il gruppo di lavoro).

Recapiti dell’ente promotore
Gallerie degli Uffizi
piazzale degli Uffizi, 6 – 50122 Firenze
www.uffizi.it

Referenti del progetto
Gallerie degli Uffizi, Area Mediazione culturale e accessibilità:
Anna Soffici, coordinatrice Area Mediazione e referente di progetto
Silvia Barlacchi, Maria Spanò e Viviana Fanizza, equipe di progetto
uffiziaccessibili@beniculturali.it

Esperte esterne:
Simona Bodo e Maria Grazia Panigada
info@patrimoniodistorie.it

Data di pubblicazione della scheda: giugno 2019

Destinatari

- del percorso di formazione e costruzione delle narrazioni: 4 operatori del museo e 9 cittadini fiorentini, di origine immigrata e non
- dell’audio-percorso: giovani, adulti e anziani; turisti, visitatori abituali e persone che entrano per la prima volta in museo; italiani e nuovi cittadini

Partner

Compagnia Teatro dell’Argine

Esiti/Prodotti

Audio-percorso “Fabbriche di Storie. Percorsi narrati alle Gallerie gli Uffizi”, articolato in 12 narrazioni: nella versione italiana, interpretate da attori; nella versione in lingua madre, dagli stessi autori delle storie.